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              N°100 del 31-12-2006 - 10:19
              Tags: Rassegna Stampa
                Chi 
                  sono i Sunniti e gli Sciiti?
                  per gentile concessione di Antonello Sacchetti
                  tratto dal sito, tra i migliori, di approfondimento giornalistico 
                  che questa redazione caldamente segnala ai suoi lettori 
                  www.ilcassetto.it
                  
                   Le 
                  differenze 
                  coi sunniti.
Le 
                  differenze 
                  coi sunniti.
                  Da Alì ad Al Sadr, passando per Khomeini
                  Gli sciiti, chi sono costoro? Il protrarsi della crisi irachena 
                  ha fatto sì che l'opinione pubblica occidentale venisse 
                  a conoscenza della loro esistenza.
                  Ma chi sono davvero? Qualche boxino nei quotidiani ci dice che 
                  costituiscono una corrente minoritaria dell'Islam, che sono 
                  al potere in Iran e che in Iraq hanno patito una repressione 
                  feroce sotto Saddam Hussein.Gli sciiti costituiscono circa il 
                  10 per cento degli 1,3 miliardi di musulmani del mondo. Di questi, 
                  circa 120 milioni (sia persiani sia arabi) vivono in Medio Oriente. 
                  Sono maggioranza religiosa in Iran, Iraq, Libano, Azerbaigian 
                  e Bahrein e rappresentano una significativa minoranza in Afghanistan, 
                  Pakistan, Siria, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. In cosa 
                  il loro Islam è differente da quello dei sunniti? Perchè 
                  sono così importanti negli equilibri dell'Iraq del post-Saddam?
                  Andiamo con ordine.
                  Alle origini dello scisma
                  Il profeta Maometto muore nel 632, senza eredi maschi e senza 
                  aver designato un successore. Alì è il cugino 
                  di Maometto e sposo di sua figlia Fatima. Tra i musulmani si 
                  apre la lotta alla successione. La maggioranza di loro (sunniti, 
                  da sunna, tradizione) credono che sia necessario individuare 
                  nella comunità il vicario (in arabo khalifa, da cui califfo) 
                  di Maometto. Un piccolo gruppo di musulmani (shi' ah, da cui 
                  sciiti, significa partito) crede invece che la guida dell'Islam 
                  spetti ad Alì, unico rappresentante della famiglia del 
                  Profeta. Alì (proclamato Imam, originariamente “colui 
                  che guida la preghiera”) rimane al potere per soli cinque anni, 
                  finché non viene ucciso in un agguato. I suoi due figli 
                  Hassan e Hussein moriranno in battaglia. Nei secoli successivi 
                  il potere rimane nelle mani delle dinastie sunnite degli Omayyadi, 
                  poi degli Abassidi e infine degli Ottomani. Il califfato diventa 
                  una monarchia ereditaria. Gli sciiti passano all'opposizione.
                  Differenze dai sunniti
                  Da un punto di vista dottrinario, le differenze tra sunniti 
                  e sciiti sono non tanto teologiche quanto epistemologiche. Mentre 
                  i sunniti hanno enfatizzato l’interpretazione testuale delle 
                  scritture e la loro applicazione giuridica, gli sciiti hanno 
                  optato per un’interpretazione simbolica del Corano alla ricerca 
                  della verità della fede. Per questo gli sciiti sono accusati 
                  dai sunniti di aver introdotto la filosofia all’interno del 
                  messaggio divino che, secondo loro, non avrebbe alcun bisogno 
                  di essere razionalizzato. 
                  Il radicalismo del no
                  Lo sciismo si caratterizza dall'inizio come rifiuto dell'inautentico, 
                  come radicalismo del no, come lotta contro l'ingiustizia. Nel 
                  680 Hussein guida un esercito di soli 72 uomini contro centinaia 
                  di kharagiti (fazione sunnita). Hussein e i suoi seguaci scelgono 
                  di non arrendersi e vengono tutti uccisi e fatti a pezzi a Kerbala, 
                  da allora città santa sciita. Il martirio di Hussein 
                  è al centro della teologia sciita: la sofferenza e il 
                  sacrificio acquistano un significato pregnante, a differenza 
                  di quanto accade nel sunnismo che sembra poco avvezzo alla sconfitta. 
                  Lo stesso Gesù è considerato un grande profeta, 
                  ma la sua morte in croce è - per la maggioranza dei musulmani 
                  - un fallimento. Così uno studente universitario di Teheran 
                  ci spiega cosa significa essere sciita: Vuol dire preferire 
                  morire con orgoglio che vivere nella paura e nella schiavitù. 
                  E' più importante pensare un'ora che pregare settant'anni. 
                  Se dormi tranquillo mentre un tuo fratello sciita ha bisogno 
                  del tuo aiuto, allora non sei un musulmano.
                  Persecuzioni antiche e recenti
                  La sopravvivenza del ceppo sciita è assicurata da un 
                  ramo dinastico di imam discendenti da Hussein (tutti morti violentemente) 
                  che si succedono fino all'874, anno in cui il secondo imam, 
                  Mohamed al-Mahdi, esce misteriosamente di scena. I suoi seguaci 
                  lo considerano nascosto in attesa di tornare e regnare fino 
                  alla fine dei tempi. L'Imam, che nel sunnismo è una guida 
                  meramente spirituale, nello sciismo assume una rilevanza fortemente 
                  politica. Nello sciismo nasce la figura dell'ayatollah (segno 
                  di Dio), la cui autorevolezza discende dalla sua vicinanza a 
                  Dio. 
                  Ancora oggi la maggioranza dei sunniti considera gli sciiti 
                  dei falsi musulmani, una setta di blasfemi da combattere con 
                  tutte le forze. Va ricordato che in Afghanistan gli hazara sono 
                  stati perseguitati sotto i Talebani e che in Arabia Saudita 
                  gli sciiti vivono in una sorta di apartheid politico. I siti 
                  web vicini ad Al Qaeda accusano oggi gli sciiti di aver aiutato 
                  gli americani a conquistare Baghdad. Mentre al Zarqawi, terrorista 
                  giordano, ha definito gli sciiti “uno scorpione ingegnoso e 
                  maligno”, un “nemico che veste gli abiti dell’amico”. Gli effetti 
                  di questa propaganda non si sono fatti attendere. Il 2 marzo 
                  2004 oltre duecento sciiti che si apprestavano a festeggiare 
                  la festa dell’Ashura sono stati uccisi in attentati in Iraq 
                  (a Baghdad e Karbala) e in Pakistan. Gli sciiti vengono colpiti 
                  da Al Qaeda perché costituiscono la fazione più 
                  organizzata e più omogenea tra quelle che si contendono 
                  l’eredità di Saddam. Qualora si arrivasse a libere elezioni, 
                  sarebbero loro il “partito” più forte. Non solo: il clero 
                  dell’Iran segue sornione le vicende di Al Sadr e compagni, sapendo 
                  benissimo di essere un punto di riferimento imprescindibile 
                  per gli sciiti iracheni. 
                  Esempio Iran
                  Nel XVI secolo la dinastia dei safavidi fa dello sciismo la 
                  religione di Stato della Persia. Messo al riparo dalla persecuzione 
                  sunnita, diventa il carattere fondante dell'Iran. Quattrocento 
                  anni dopo lo sciismo (più che il clero sciita) è 
                  protagonista dell'ultima rivoluzione del XX secolo. Quando nel 
                  1979 Khomeini conquista il potere in Iran, Michel Foucault commenta: 
                  E' l'irruzione dello spirituale nel politico. Lo sciismo come 
                  ideologia fornisce agli iraniani la disciplina e l'orgoglio 
                  per assumere il controllo del Paese dopo la ribellione alla 
                  tirannia dello scià. Khomeini, tra l'altro, esalta la 
                  figura dello shaid, del martire, durante la lunga guerra contro 
                  l'Iraq di Saddam (1980-88). Da allora le missioni suicide diventano 
                  una costante nella lotta armata di matrice islamica. 
                  Lo sciismo ha un ruolo chiave anche in Libano, dove l'Hezbollah 
                  (partito di Dio), finanziato dagli iraniani, si impone come 
                  forza politica e militare e nel 2000 costringe l'esercito israeliano 
                  a ritirarsi dal sud del Paese, ponendo fine a un'occupazione 
                  iniziata nel 1978.
                  Il grande giornalista Ryszard Kapuscinski spiega così 
                  il ruolo della religione sciita nella rivoluzione iraniana del 
                  1979: Il talento dello sciita si manifesta nella lotta, non 
                  nel lavoro. Contestatori nati, sempre all'opposizione, dotati 
                  di grande dignità e forte senso dell'onore, appena scoccò 
                  l'ora di dare battaglia si sentirono di nuovo nel loro elemento. 
                  Potrebbe essere un commento anche a ciò che accade oggi 
                  nel sud dell'Iraq.
                Inviato 
                  da: vocedimegaride - Commenti: 1
                
                
                 
                  Inviato da Crocco57 il 31/12/06 @ 13:56
                  Grazie per questo articolo: chiarisce 
                  parecchie lacune. buon anno. antimo 
                  
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                Messaggio 
                  N°87 del 18-12-2006 - 23:17
                  Tags: Rassegna Stampa
                
            
               Un presepe anche nel Natale dei Musulmani
               di Magdi Allam
             Quest'anno 
              ho deciso di rinnovare il Natale allestendo in casa mia, io unico 
              musulmano laico della famiglia, un presepe e un albero più 
              belli e più grandi per condividere con i miei cari la gioia 
              e la meditazione sul mistero della Natività.
Quest'anno 
              ho deciso di rinnovare il Natale allestendo in casa mia, io unico 
              musulmano laico della famiglia, un presepe e un albero più 
              belli e più grandi per condividere con i miei cari la gioia 
              e la meditazione sul mistero della Natività.
              Così come ho deciso di presenziare il 26 dicembre al «Presepe 
              vivente dei bambini», allestito al Castello di Giulia Farnese 
              a Carbognano, un comune di 2.070 anime in provincia di Viterbo, 
              per testimoniare la mia partecipazione ai sentimenti di fratellanza 
              e amore tra le persone di buona volontà che il Santo Natale 
              ispira. Ed è proprio perché la Vergine Maria e suo 
              figlio Gesù, venerati anche dall'islam, incarnano il miracolo 
              della vita, che il Natale dovrebbe diventare una festa comune per 
              onorare lo stesso Dio ed elevare il valore della sacralità della 
              vita a 
            fondamento 
              della nostra umanità. Uso il condizionale avendo in mente la schiera 
              dei laicisti nostrani che vorrebbero trasformare l'Italia in un 
              ennesimo laboratorio del multiculturalismo, eliminando i simboli 
              religiosi e umani che s'ispirano al cristianesimo, relativizzando 
              e uniformando le fedi, i valori, le culture e persino la realtà 
              manifesta della nostra diversità. Ma penso anche ai quei musulmani 
              che sono ideologicamente avversi alla condivisione con il cristianesimo 
              e l'ebraismo dei valori assoluti, universali e trascendentali che 
              rappresentano l'essenza della nostra umanità, perché immaginano 
              di essere i detentori dell'unica e indiscutibile Verità a cui tutta 
              l'umanità dovrebbe sottomettersi. E pensare che mentre in Italia, 
              Gran Bretagna e Canada c'è chi, perfino a livello di autorità politiche 
              e giuridiche, ha assunto dei provvedimenti anti-natalizi per non 
              «urtare la suscettibilità dei musulmani», in 25 Paesi a maggioranza 
              musulmana il Natale cristiano (25 dicembre) o il Natale ortodosso 
              (7 gennaio) è considerato festa nazionale. «Consiglio alle insegnanti 
              italiane che hanno deciso di non allestire i presepi e di vietare 
              agli studenti le canzoni di Natale, di andare a vedere come in Marocco 
              le scuole rimangano chiuse e la gente sia partecipe della festività 
              cristiana», dice Souad Sbai, presidente della Confederazione delle 
              Associazioni della Comunità marocchina in Italia. «Anche per noi 
              musulmani la figura di Gesù e quella di Maria sono importantissime 
              e più volte ricordate dal Corano stesso. Quindi non vedo perché 
              i bimbi musulmani non possano cantarle. I nostri bambini in Italia 
              hanno sempre festeggiato il Natale e tutte le festività. Condanniamo 
              questa strumentalizzazione della presenza islamica in Italia e del 
              nostro rapporto con la società che si registra in questi giorni 
              da parte di chi vuole mettere i nostri figli in prima linea in una 
              battaglia laicista che non ci riguarda e ci danneggia». Ali Younis, 
              medico anestesista dell'ospedale di Pescara, italiano di origine 
              libanese, ha chiesto alla maestra della scuola elementare frequentata 
              dalla sua figliola di illustrare ai bambini la verità del rapporto 
              tra il Natale e l'islam: «Ho spiegato loro che Gesù è un profeta 
              molto rispettato dall'islam e che Maria è la donna più venerata. 
              Chi dunque non crede nella nascita miracolosa di Gesù, non è musulmano». 
              «A casa mia abbiamo allestito il presepe e l'albero di Natale», 
              ci dice Ali che è sposato con un'italiana cattolica, «e a mezzanotte 
              vado in chiesa ad accompagnare mia moglie e i miei figli per festeggiare 
              insieme la nascita di un profeta dell'islam» .Perfino Dacia Valent, 
              portavoce della Iadl (Islamic Anti-Defamation League), ha invitato 
              per il 25 dicembre «tutte le moschee d'Italia a festeggiare la nascita 
              del Messia e così, nel contempo, consacrare il ruolo di Maria (Mariam) 
              come la donna più importante del Corano». «Puntuale, come ogni anno, 
              si ripresenta la polemica stupida e sterile sul Natale», si legge 
              in un documento della Iadl; «Gesù è il Profeta amatissimo da Dio. 
              Consentire ai detrattori della nostra religione di continuare nella 
              mistificazione di una nostra presunta avversione alla figura di 
              Gesù non solo è stupido, ma è addirittura suicida». Come non dare 
              ragione ad Avvenire quando scrive che «il sospetto, sempre più concreto, 
              è che il cosiddetto rispetto delle religioni sia solo un pretesto 
              per mascherare fini bassamente ideologici»? I nemici del presepe, 
              dei canti natalizi o comunque della festa della nascita di Gesù, 
              abbiano il coraggio di dire che sono nemici di questa civiltà occidentale 
              e cristiana, sappiano che di fatto sono alleati degli integralisti 
              e degli estremisti islamici, ma la smettano di tirare in ballo i 
              musulmani impegnati a condividere un'identità italiana e una comune 
              civiltà dell'uomo. www.corriere.it/allam
              
            Inviato 
              da: vocedimegaride - Commenti: 0
              
            
             
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            Messaggio 
              N°46 del 28-11-2006 - 10:49
              Tags: Rassegna Stampa
              
              Napoli: colpa dei media
              da www.legnostorto.com
            
             Il 
              presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha iniziato sabato 
              una “quattro giorni” napoletana che ha avuto due punti di riferimento. 
              Il primo è stato una critica ai media per come rappresentano la 
              città e i suoi problemi: “Giornali e tv ne parlano poco e spesso 
              danno una rappresentazione ingiusta e tendenziosa”. Rivolto ai napoletani, 
              ha aggiunto: “Questa cosa ci ferisce. Reagiamo”. Perché, ha spiegato, 
              Napoli e i napoletani “si sono sentiti colpiti, feriti da certi 
              servizi e reportage che davano una rappresentazione ingiusta, unilaterale 
              e tendenziosa sia della città, delle istituzioni, che dei suoi abitanti”. 
              Come sarebbe bello se i media avessero il potere di trasformare 
              la realtà. Accadeva nei Paesi del socialismo reale. A dire che le 
              cose, nel mondo dell’Est, non andavano bene, erano i media occidentali. 
              Intollerabili! Il secondo è stato un richiamo centralistico, che 
              si legge però tra le righe, ma crediamo di non sbagliare. Il Capo 
              dello stato, infatti, ha detto che “il governo si sta impegnando”. 
              Poi ha spiegato che non stava facendo “un elogio al governo” –è 
              o non è super partes? – e ha detto che spetterà ai napoletani “vedere 
              se gli impegni verranno mantenuti. Dico solo che c’è un impegno 
              del governo ad agire, del governo nazionale in concordia con i governi 
              locali”.
            
            Inviato 
              da: vocedimegaride - Commenti: 1
               
            
             Inviato 
              da anonimo il 29/11/06 @ 20:36
              Napolitano sarà anche il capo di uno 
              Stato dove noi napoletani consapevoli facciamo fatica a riconoscerci; 
              sarà indubbiamente anche un ex comunista, ma non si può 
              dire che non sia una persona perbene. In più è napoletano 
              e credo che oggettivamente ad oggi sia il Presidente che stia dimostrando 
              almeno un'attenzione più precisa alla nostra città. 
              Detto ciò, come dice Zitara, poco c'è da attendersi 
              come Sud fin quando esisterà una Repubblica nata come tutti 
              sappiamo e gestita considerando il Meridione una colonia di merci 
              e di contribuenti. Il problema credo non sia Napolitano, altrimenti 
              cosa avremmo dovuto dire dei precedenti presidenti che non ci hanno 
              mai c..... o sono solo venuti a farsi passeggiate e a dirci di sforzarci 
              a diventare "mobili"? La sua affermazione mi pare giusta 
              contro i Bocca, le indagini televisive, ecc...Non serve a molto, 
              non basta, ma almeno è um moto di dignità così 
              come l'invito a noi di rompere di più le scatole ai governanti 
              per ottenere di più. Andrea Balìa
            
  
              -------------------------------------------------------------- 
            Messaggio 
              N°43 del 27-11-2006 - 11:50
              Tags: Rassegna Stampa
              
              Grillo revisionista-meridionalista
              dal blog di Beppe Grillo www.beppegrillo.it
             E 
              se il Borbone fosse in realtà il Savoia? E i veri patrioti i briganti? 
              Il Regno delle due Sicilie esisteva, in modo assolutamente legittimo, 
              da secoli. Napoli era la terza capitale d’Europa. Napoli aveva istituito 
              la prima cattedra di economia in Europa. La prima linea ferroviaria: 
              Napoli-Portici. Poi arrivarono i Savoia. La resistenza durò dieci 
              anni.Qualcuno pensa che sia attiva ancora oggi. Dopo l’occupazione 
              piemontese i capitali si trasferirono al Nord e, grazie alla tassa 
              sul macinato, i meridionali nelle Americhe. Il Sud non fu liberato, 
              ma consegnato al sottosviluppo. La Questione Meridionale deriva 
              da un esproprio.Tutto è stato oggetto di revisionismo in Italia 
              tranne il Risorgimento. Garibaldi è l’eroe dei due mondi e Francesco 
              II
E 
              se il Borbone fosse in realtà il Savoia? E i veri patrioti i briganti? 
              Il Regno delle due Sicilie esisteva, in modo assolutamente legittimo, 
              da secoli. Napoli era la terza capitale d’Europa. Napoli aveva istituito 
              la prima cattedra di economia in Europa. La prima linea ferroviaria: 
              Napoli-Portici. Poi arrivarono i Savoia. La resistenza durò dieci 
              anni.Qualcuno pensa che sia attiva ancora oggi. Dopo l’occupazione 
              piemontese i capitali si trasferirono al Nord e, grazie alla tassa 
              sul macinato, i meridionali nelle Americhe. Il Sud non fu liberato, 
              ma consegnato al sottosviluppo. La Questione Meridionale deriva 
              da un esproprio.Tutto è stato oggetto di revisionismo in Italia 
              tranne il Risorgimento. Garibaldi è l’eroe dei due mondi e Francesco 
              II  un 
              miserabile. Le piazze nel Meridione sono intitolate agli occupanti 
              e allo stesso tempo si dice
un 
              miserabile. Le piazze nel Meridione sono intitolate agli occupanti 
              e allo stesso tempo si dice 
            ancora 
              ‘cattivo come un piemontese’. Nulla contro i piemontesi, molto contro 
              la feroce repressione del generale Cialdini. Alla guida di un esercito 
              di più di 100.000 uomini. Un po’ come la guerra di liberazione in 
              Iraq. Molto contro paesi incendiati e massacri. Contro 
              deportazioni.  
              E decine di migliaia di morti. A 
              scuola il Borbone è il cattivo e il Savoia il buono. Stato 
              borbonico è sinonimo di degrado 
              delle 
              istituzioni. 
              Brigante di protomafioso. Forse vanno cambiati i testi di scuola 
              oltre al significato delle parole. Rivalutati i patrioti che persero 
              la vita contro l’esercito piemontese. Forse dobbiamo raccontarci 
              un’altra storia. In cui il Risorgimento è stato in parte, in gran 
              parte, espansionismo di una dinastia. Che ci ha lasciato in eredità 
              l’emigrazione di milioni di persone che fuggivano dalla fame, due 
              guerre mondiali, il fascismo. E uno stato savoiardo. Quello che 
              ci ostiniamo a chiamare borbonico. Lo so, dopo il populismo, sto 
              scivolando nel revisionismo. 
            
 
              Inviato da: vocedimegaride 
              - Commenti: 0
               
            
              
              -------------------------------------------------------------- 
            Messaggio 
              N°31 del 22-11-2006 - 16:47
              Tags: Rassegna Stampa
              
              Napule è chella ch'é!
              di Marina Salvadore
              
              Le antiche pietre 
              - cippi lapidei delle  glorie 
              passate - ora intrise del lordume della feccia abietta dei Nuovi 
              Signori della città che la fanno da Padrone - jus necis et vitae 
              - in un'apoteosi di immonda volgarità e di arrogante infamia… e 
              la cronaca quotidiana è un bollettino di guerra… ed a Napoli non 
              ci sono più "signori"; questi ultimi sono tutti lontani dalla Patria, 
              a portare il loro genio - la loro cultura - in lungo e in largo 
              per il mondo… a far grande Napoli ma solo nell'immaginariocollettivo… 
              a descriverne la bellezza con l'antica filosofia del popolo di una 
              volta…a tener desto il ricordo di una collettività schietta e generosa 
              che sempre più sprofonda nel mito.. perché ormai non siamo più in 
              grado di ricordarci di quel popolo affabile e carnale, di cantori 
              e poeti, di geni e… di rara UMANITA'. I pochi "signori" presenti 
              ancora in città vivono tappati in casa e guardano la nuova Napoli 
              attraverso il vetro di un televisore o di un computer…Un tempo, 
              non v'era finestra su Napoli che non fosse eternamente spalancata 
              su vie e vicoli, piazze e giardini, per godere di Napoli attraverso 
              una lastra di vetro, d'inverno; attraverso un infisso vuoto, d'estate…. 
              I giovani sani - li senti parlare e ti fa male ascoltarli - vorrebbero 
              tutti andarsene dalla loro città che reputano matrigna e non madre, 
              inaffidabile, e la via dell'emigrazione è ora invocata come àncora 
              di salvezza, SPERANZA; non più come disperato forzato esilio, ultima 
              risorsa…Via da Napoli che ha ricostruito il Trianon, che ha rifatto 
              il salotto culturale del centro storico, che ha realizzato l'avveniristico 
              centro direzionale, il ripristino di borghi e quartieri pittoreschi, 
              lo sfavillio delle arti, la resurrezione del commercio e del turismo…. 
              almeno, così ce la raccontano i suoi politici locali ed in parte 
              riescono a verificarlo - in qualche caso - "quelli di fuori" che 
              vi arrivano per una sfogliatella, un baba ed una mandolinata…o per 
              comprarsi il corno rosso antijella che - pochi lo sanno - si fabbrica 
              a getto continuo a...Trezzano, in Lombardia.
glorie 
              passate - ora intrise del lordume della feccia abietta dei Nuovi 
              Signori della città che la fanno da Padrone - jus necis et vitae 
              - in un'apoteosi di immonda volgarità e di arrogante infamia… e 
              la cronaca quotidiana è un bollettino di guerra… ed a Napoli non 
              ci sono più "signori"; questi ultimi sono tutti lontani dalla Patria, 
              a portare il loro genio - la loro cultura - in lungo e in largo 
              per il mondo… a far grande Napoli ma solo nell'immaginariocollettivo… 
              a descriverne la bellezza con l'antica filosofia del popolo di una 
              volta…a tener desto il ricordo di una collettività schietta e generosa 
              che sempre più sprofonda nel mito.. perché ormai non siamo più in 
              grado di ricordarci di quel popolo affabile e carnale, di cantori 
              e poeti, di geni e… di rara UMANITA'. I pochi "signori" presenti 
              ancora in città vivono tappati in casa e guardano la nuova Napoli 
              attraverso il vetro di un televisore o di un computer…Un tempo, 
              non v'era finestra su Napoli che non fosse eternamente spalancata 
              su vie e vicoli, piazze e giardini, per godere di Napoli attraverso 
              una lastra di vetro, d'inverno; attraverso un infisso vuoto, d'estate…. 
              I giovani sani - li senti parlare e ti fa male ascoltarli - vorrebbero 
              tutti andarsene dalla loro città che reputano matrigna e non madre, 
              inaffidabile, e la via dell'emigrazione è ora invocata come àncora 
              di salvezza, SPERANZA; non più come disperato forzato esilio, ultima 
              risorsa…Via da Napoli che ha ricostruito il Trianon, che ha rifatto 
              il salotto culturale del centro storico, che ha realizzato l'avveniristico 
              centro direzionale, il ripristino di borghi e quartieri pittoreschi, 
              lo sfavillio delle arti, la resurrezione del commercio e del turismo…. 
              almeno, così ce la raccontano i suoi politici locali ed in parte 
              riescono a verificarlo - in qualche caso - "quelli di fuori" che 
              vi arrivano per una sfogliatella, un baba ed una mandolinata…o per 
              comprarsi il corno rosso antijella che - pochi lo sanno - si fabbrica 
              a getto continuo a...Trezzano, in Lombardia.  Ma 
              nella realtà Napoli è quello che è ovvero tutto ciò che vorremmo 
              non fosse! E ci siamo fatti noiosi e logorroici, a furia di sparlarci 
              sempre addosso, noi napoletani, lamentandoci di tutto ciò che non 
              va, senza metterci mai a tavolino, a meditare sui perché ed i come 
              di tanto declino; soprattutto non ci siamo mai interrogati sull'inerzia 
              dei politici di oggi, eredi legittimi di quelli famelici della Napoli 
              prima colonia del Regno d'Italia!… qui ce la cantiamo e ce la suoniamo 
              - sempre, la stessa canzone - inter nos… parlando, giusto perché 
              abbiamo bocche larghe e carnose, fatte per cantare il melodramma. 
              Ma, ditemi, sono poi un esercito…un'armata… una flotta… un'orda 
              questi nuovi schifosi Padroni della città? Sono talmente in sovrannumero 
              rispetto alla popolazione sana… che non riusciamo a liberarcene? 
              Oh, sì..Va Bene! Allora, dichiariamo la "guerra di Camorra e Tammorra", 
              schieriamo i carri armati in piazza Garibaldi e per Forcella e la 
              Duchesca… mettiamoci in assetto di guerra, proclamiamo lo stato 
              d'assedio…. Facciamo un'enorme intifada : da qui, i napoletani buoni, 
              da lì quelli fetenti…. Assoldiamo, al posto delle forze dell'ordine 
              indigene, i servizi israeliani affinchè facciano per una settimana 
              sola a Napoli quel che fanno da anni a Gerusalemme... che vadano, 
              casa per casa a snidare dalla kasba i camorristi di ogni calibro, 
              come laggiù fanno con i palestinesi sospetti. E che muoia Sansone 
              con tutti i Filistei! Amen. Amen, Annalisa, così sia…ma da quel 
              cielo da dove ora ci osservi dall'alto e ci vedi infinitamente piccoli 
              come microbi - e ti parrà ancora più bella, la tua Napoli - riesci 
              a vedere da quanti ghetti è punteggiata la mitica città di "Partenope 
              la sirena", bella come te?… Riesci da lassù a vedere che dieci camorristi 
              in gruppo fanno la Legge del Più Forte e che un camorrista da solo 
              è solo un vigliacco e tremante coniglio (senza offesa per la specie 
              animale)?…. La Camorra! Una volta era definita "società" e forse, 
              nel cuore di piombo di quella feccia, c'era un virgulto di senso 
              dell'onore, specie se qualcuno osava fare del male a donne e bambini. 
              Una volta!… Oggi, ogni attività delinquenziale - dallo scippo allo 
              spaccio, alla rapina - è definita Camorra; forse perché si diventa 
              delinquenti troppo presto, per quella dose di droga che la Camorra 
              vende, per reclutare mosche nella tela del ragno e che dovendola 
              pagare o "guadagnarsela" costringe il moschillo a fare carriera 
              nel clan… Mi chiedo dove sono le mamme dei moschilli… Dietro quale 
              dito d'omertà si nascondono… quale pudore? Non sono forse mamme 
              come la tua, Annalisa, o sono fatte di terracotta, come le statuine 
              di San Gregorio Armeno?… E, sono mamme che sono state figlie di 
              altre mamme; figlie! Come te, Annalisa, eppure tu sei un angelo 
              del Paradiso e molti tuoi coetanei già hanno i piedi all'Inferno, 
              e sin dalla culla!… Glielo vogliamo dire, a Bassolino e a Jervolino, 
              che la perfida idea urbanistica della kasba napoletana, dei ghetti 
              dei clan - dei quali, da sempre, se ne conosce la geografia fisica, 
              politica ed economica - deve essere disabilitata del tutto? …. Non 
              vedi, da lassù, Annalisa, che altri ghetti "da paura" sono sorti 
              numerosi fino nella provincia? Ghetti che sono esattamente raggi 
              speciali - succursali - di Poggioreale… dove si nasce, si impara 
              a camminare e, prima di conquistare la licenza della scuola elementare 
              pubblica, si è già candidati al carcere minorile… in un'escalation 
              che, in breve, conduce - a seconda dei casi - a Poggioreale… ad 
              uno dei due indirizzi : il carcere o il camposanto, in virtù dell'opzione 
              del lato della barricata dietro cui si è stati a combattere. 
              E una bella verifica 
              presso 
              il Nuovo Catasto 
              Edilizio Urbano di Napoli e l'Ufficio del Registro,
Ma 
              nella realtà Napoli è quello che è ovvero tutto ciò che vorremmo 
              non fosse! E ci siamo fatti noiosi e logorroici, a furia di sparlarci 
              sempre addosso, noi napoletani, lamentandoci di tutto ciò che non 
              va, senza metterci mai a tavolino, a meditare sui perché ed i come 
              di tanto declino; soprattutto non ci siamo mai interrogati sull'inerzia 
              dei politici di oggi, eredi legittimi di quelli famelici della Napoli 
              prima colonia del Regno d'Italia!… qui ce la cantiamo e ce la suoniamo 
              - sempre, la stessa canzone - inter nos… parlando, giusto perché 
              abbiamo bocche larghe e carnose, fatte per cantare il melodramma. 
              Ma, ditemi, sono poi un esercito…un'armata… una flotta… un'orda 
              questi nuovi schifosi Padroni della città? Sono talmente in sovrannumero 
              rispetto alla popolazione sana… che non riusciamo a liberarcene? 
              Oh, sì..Va Bene! Allora, dichiariamo la "guerra di Camorra e Tammorra", 
              schieriamo i carri armati in piazza Garibaldi e per Forcella e la 
              Duchesca… mettiamoci in assetto di guerra, proclamiamo lo stato 
              d'assedio…. Facciamo un'enorme intifada : da qui, i napoletani buoni, 
              da lì quelli fetenti…. Assoldiamo, al posto delle forze dell'ordine 
              indigene, i servizi israeliani affinchè facciano per una settimana 
              sola a Napoli quel che fanno da anni a Gerusalemme... che vadano, 
              casa per casa a snidare dalla kasba i camorristi di ogni calibro, 
              come laggiù fanno con i palestinesi sospetti. E che muoia Sansone 
              con tutti i Filistei! Amen. Amen, Annalisa, così sia…ma da quel 
              cielo da dove ora ci osservi dall'alto e ci vedi infinitamente piccoli 
              come microbi - e ti parrà ancora più bella, la tua Napoli - riesci 
              a vedere da quanti ghetti è punteggiata la mitica città di "Partenope 
              la sirena", bella come te?… Riesci da lassù a vedere che dieci camorristi 
              in gruppo fanno la Legge del Più Forte e che un camorrista da solo 
              è solo un vigliacco e tremante coniglio (senza offesa per la specie 
              animale)?…. La Camorra! Una volta era definita "società" e forse, 
              nel cuore di piombo di quella feccia, c'era un virgulto di senso 
              dell'onore, specie se qualcuno osava fare del male a donne e bambini. 
              Una volta!… Oggi, ogni attività delinquenziale - dallo scippo allo 
              spaccio, alla rapina - è definita Camorra; forse perché si diventa 
              delinquenti troppo presto, per quella dose di droga che la Camorra 
              vende, per reclutare mosche nella tela del ragno e che dovendola 
              pagare o "guadagnarsela" costringe il moschillo a fare carriera 
              nel clan… Mi chiedo dove sono le mamme dei moschilli… Dietro quale 
              dito d'omertà si nascondono… quale pudore? Non sono forse mamme 
              come la tua, Annalisa, o sono fatte di terracotta, come le statuine 
              di San Gregorio Armeno?… E, sono mamme che sono state figlie di 
              altre mamme; figlie! Come te, Annalisa, eppure tu sei un angelo 
              del Paradiso e molti tuoi coetanei già hanno i piedi all'Inferno, 
              e sin dalla culla!… Glielo vogliamo dire, a Bassolino e a Jervolino, 
              che la perfida idea urbanistica della kasba napoletana, dei ghetti 
              dei clan - dei quali, da sempre, se ne conosce la geografia fisica, 
              politica ed economica - deve essere disabilitata del tutto? …. Non 
              vedi, da lassù, Annalisa, che altri ghetti "da paura" sono sorti 
              numerosi fino nella provincia? Ghetti che sono esattamente raggi 
              speciali - succursali - di Poggioreale… dove si nasce, si impara 
              a camminare e, prima di conquistare la licenza della scuola elementare 
              pubblica, si è già candidati al carcere minorile… in un'escalation 
              che, in breve, conduce - a seconda dei casi - a Poggioreale… ad 
              uno dei due indirizzi : il carcere o il camposanto, in virtù dell'opzione 
              del lato della barricata dietro cui si è stati a combattere. 
              E una bella verifica 
              presso 
              il Nuovo Catasto 
              Edilizio Urbano di Napoli e l'Ufficio del Registro, per verificare gli atti di acquisto delle proprietà dei camorristi 
              e l'effettiva registrazione dei contratti d'affitto stipulati da 
              questi, dai quali tirar fuori nomi, cognomi e... connivenze di "ghetto", 
              perché mai nessuno ha avuto l'intuizione di proporla, da un secolo 
              a questa parte? E la gente di Napoli che s'è tappata in casa per 
              paura, perché non si prende per mano e ritorna a vivere nelle strade, 
              come un tempo, affollandole giorno e notte? E… perché non si fa 
              una grande ammucchiata dei volti noti di questi quattro fetenti 
              vigliacchi - che chiamare "camorristi" sarebbe pure troppo onore 
              - e non li si spedisce col foglio di via a sostituire braccia e 
              gambe di emigrante ai lavori forzati all'estero?…. Perché nelle 
              scuole, ai bambini napoletani, non si racconta mai delle loro origini 
              patrie, della storia vera del Sud che li ha partoriti, snaturandoli 
              invece a botte di menzogna storica e con lo specchietto per le allodole 
              di miti nazionali che smantellarono la nostra Dignità ed Identità?... 
              Perché ... perché... perché questa inerzia... a chi fa comodo questa 
              Napoli ch'è quella che è e che tale deve rimanere, nei secoli a 
              venire, fino alla totale e più bieca disintegrazione di una identità 
              di popolo, di tradizione, di napoletanità... Chi ci guadagna? Il 
              Nord, che continua a produrci e ad imporci tutto quello che consumiamo 
              nel Sud, dal latte della Parmalat ai pomidoro pelati dell'Emilia, 
              ai napoletanissimi corni rossi antijella il cui unico mercato è 
              Napoli e provincia.... Ma perché... il latte... i pomidoro ed i 
              corni... non sappiamo più farceli in casa... non erano "roba nostra"?... 
              La droga, ed anche il mercato della pedofilia - dico a te, Matilde 
              "mamma coraggio" - hanno reso Napule chella ch'è simile a quei remoti 
              paesi di remota miseria che, spesso, non sappiamo nemmeno più collocare 
              sul mappamondo : la Colombia, la Tailandia, le Filippine, le bidonville 
              brasiliane..... dove si pratica il turismo sessuale a danno di creature 
              indifese e fragili. Innocenti! Matilde, mamma napoletana, così diversa 
              dalle mamme dei moschilli; verrebbe da dire "una mosca bianca".... 
              caduta nella schifosa tela del Ragno rognoso... offesa due volte 
              dalle schifose multiple zampette pelose e dalla vischiosa bava di 
              putredini e umori, dentro quel sepolcro imbiancato, casa della lucertola 
              e del ragno, ch'è Napule... chella ch'è!
 
              per verificare gli atti di acquisto delle proprietà dei camorristi 
              e l'effettiva registrazione dei contratti d'affitto stipulati da 
              questi, dai quali tirar fuori nomi, cognomi e... connivenze di "ghetto", 
              perché mai nessuno ha avuto l'intuizione di proporla, da un secolo 
              a questa parte? E la gente di Napoli che s'è tappata in casa per 
              paura, perché non si prende per mano e ritorna a vivere nelle strade, 
              come un tempo, affollandole giorno e notte? E… perché non si fa 
              una grande ammucchiata dei volti noti di questi quattro fetenti 
              vigliacchi - che chiamare "camorristi" sarebbe pure troppo onore 
              - e non li si spedisce col foglio di via a sostituire braccia e 
              gambe di emigrante ai lavori forzati all'estero?…. Perché nelle 
              scuole, ai bambini napoletani, non si racconta mai delle loro origini 
              patrie, della storia vera del Sud che li ha partoriti, snaturandoli 
              invece a botte di menzogna storica e con lo specchietto per le allodole 
              di miti nazionali che smantellarono la nostra Dignità ed Identità?... 
              Perché ... perché... perché questa inerzia... a chi fa comodo questa 
              Napoli ch'è quella che è e che tale deve rimanere, nei secoli a 
              venire, fino alla totale e più bieca disintegrazione di una identità 
              di popolo, di tradizione, di napoletanità... Chi ci guadagna? Il 
              Nord, che continua a produrci e ad imporci tutto quello che consumiamo 
              nel Sud, dal latte della Parmalat ai pomidoro pelati dell'Emilia, 
              ai napoletanissimi corni rossi antijella il cui unico mercato è 
              Napoli e provincia.... Ma perché... il latte... i pomidoro ed i 
              corni... non sappiamo più farceli in casa... non erano "roba nostra"?... 
              La droga, ed anche il mercato della pedofilia - dico a te, Matilde 
              "mamma coraggio" - hanno reso Napule chella ch'è simile a quei remoti 
              paesi di remota miseria che, spesso, non sappiamo nemmeno più collocare 
              sul mappamondo : la Colombia, la Tailandia, le Filippine, le bidonville 
              brasiliane..... dove si pratica il turismo sessuale a danno di creature 
              indifese e fragili. Innocenti! Matilde, mamma napoletana, così diversa 
              dalle mamme dei moschilli; verrebbe da dire "una mosca bianca".... 
              caduta nella schifosa tela del Ragno rognoso... offesa due volte 
              dalle schifose multiple zampette pelose e dalla vischiosa bava di 
              putredini e umori, dentro quel sepolcro imbiancato, casa della lucertola 
              e del ragno, ch'è Napule... chella ch'è!
              (un articolo del 2004 dedicato ad Annalisa e Matilde... 
              a Bassolino e Jervolino.)
            
             nviato 
              da: vocedimegaride - Commenti: 0
               
            
             
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                Messaggio 
                  N°18 del 17-11-2006 - 00:23
                  Tags: Rassegna Stampa
                  
                  da l'Espresso Fabrizio Gatti
                  
                  Ne hanno fatta di strada i fratelli Buglione di Saviano. Da 
                  piccoli raccomandati di provincia a massimi esperti di sicurezza, 
                  micro e macrocriminalità. Con la loro rete di agenzie di polizia, 
                  proteggono un terzo di Napoli. Sono tanto stimati che, grazie 
                  a una gara d'appalto del 2005, i loro vigilantes sono diventati 
                  la guardia privata della Regione Campania. Così ha deliberato 
                  una commissione della giunta di Antonio Bassolino quando ha 
                  dovuto stabilire chi doveva presidiare gli uffici e le sedi 
                  del Consiglio regionale. L'annuncio sul 'Bollettino ufficiale' 
                  era tanto stringato che solo gli addetti ai lavori se ne sono 
                  accorti. Cinque righe per un contratto da 4 milioni e mezzo 
                  di euro
                
                Inviato 
                  da: vocedimegaride - Commenti: 4 
                   
                
                Inviato 
                  da kayfakayfa il 17/11/06 @ 01:15
                  L'articolo è uscito sullo scorso 
                  numero de L'Espresso, l'ho letto e sono rimasto un tantino sgomento. 
                  Sto terminando di leggere Gomorra, bello ma terribile!!!!
                  
                --------------------------- 
                  
                 Inviato 
                  da vocedimegaride il 17/11/06 @ 12:34
                  A parte le fasulle gare d'appalto per 
                  la sicurezza e la recente volgare sfuriata di Bassolino a "Reporter", 
                  circa altri appalti e consulenze, se apriamo il vergognoso capitolo 
                  della "collaborazione" con COSMOFILM, peraltro già 
                  abbondantemente trattato dal quotidiano LIBERO... ma rimasto 
                  lettera muta... scopriremo altri bandi di concorso per la promozione 
                  turistica della Campania nel mondo (specialmente a New York) 
                  fatti apposta per favorire il monopolio di COSMOFILM.
                   
                --------------------------- 
                  
                 Inviato 
                  da kayfakayfa il 17/11/06 @ 07:37
                  Sì, conosco le edizioni Controccorrente 
                  è tra i pochi testi che ho letto c'è proprio LA 
                  STORIA PROIBITA, complimenti! A riguardo, sulle mie simpatie 
                  borboniche ti ho risposto in maniera un tantino più estesa 
                  nel mio blog. A presto
                   
                --------------------------- 
                  
                Inviato 
                  da vocedimegaride il 17/11/06 @ 10:37
                  Se i Savoja avessero apportato benefici 
                  al Sud, dopo averlo invaso e occupato... senza dichiarazione 
                  di guerra... probabilmente non vi sarebbe stato motivo di scrivere 
                  "La Storia Proibita" ma dato il perdurare della menzogna 
                  risorgimentale e lo sfruttamento secolare del Mezzogiorno, ridotto 
                  ormai ad un "pozzo di San Patrizio" olezzante di FOGNA, 
                  sarebbe ora di restituire Dignità ed Orgoglio delle Radici 
                  alle nostre genti... chissà che non ritrovino un valido 
                  motivo per rialzare la testa!... Tuttavia, la difesa dei Borbone 
                  - chiarisco - è scevra da sterili nostalgie e non mira 
                  alla restaurazione di un TRONO.
                 
                  ---------------------------------------------------------------
                   
                    Messaggio 
                      N°17 del 17-11-2006 - 00:20
                      Tags: Rassegna Stampa
                      
                      Draghi:alziamo l'età pensionabile e diminuiamo 
                      i salari
                      
                      apprendiamo dal sito:
                      http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?=302078
                      dall'alto del suo milione di euro di stipendio all'anno 
                      il dottor mario draghi sostiene che bisogna aumentare l'età 
                      pensionabile e con la complicità del sindacato "contenere 
                      i salari" dei lavoratori infatti per rinnovo del contratto 
                      del terziario cgil-cisl-uil hanno chiesto (udite udite) 
                      70 euro in 2 anni (lordi si intende). un vero scandalo. 
                      e tutto tace.
                      http://www.rete28aprile.it/modules.p...rder=0&thold=0 
                      ecco chi è mario draghi. Direttore generale del Tesoro per 
                      oltre dieci anni, è stato fino ad oggi vice presidente di 
                      Goldman Sachs. Già questo la dice lunga su molte cose. Quando 
                      nel 2001 il ministro Tremonti lo sostituisce da direttore 
                      generale del ministero del Tesoro con Domenico Siniscalco, 
                      Draghi torna per un breve periodo ad insegnare negli Stati 
                      Uniti, per entrare poi, già nel 2002, in Goldman Sachs a 
                      Londra di cui ben presto diviene vicepresidente per l'Europa. 
                      La Goldman Sachs è la banca d'affari più potente al mondo 
                      e comunemente definita, insieme a: Rothschild, Warburg, 
                      Barings ed altre, una delle fazioni vicine agli "imperi 
                      anglo-ebraici" e quindi fuori dal controllo dell'altro "potentato 
                      economico-religioso" che è l'Opera (Opus Dei) a cui invece 
                      apparteneva il religiosissimo Antonio Fazio a lungo tempo 
                      difeso, non a caso, dalle gerarchie ecclesiastiche (oggi 
                      ad egemonia Opus Dei, il cui capo è proprio Benedetto XVI). 
                      Del resto la rosa dei nomi dei possibili successori di Fazio 
                      che sin dal primo momento è circolata[1] non prevedeva una 
                      riconferma per un seguace dell'Opera, consumando così un 
                      forte scontro al vertice tra gerarchie cattoliche e le lobbies 
                      ebraiche. Già in passato la figura di Draghi è stata alla 
                      ribalta delle cronache, soprattutto quando prese parte, 
                      il 2 giugno 1992, all'incontro segreto a bordo del Britannia, 
                      il panfilo reale della regina Elisabetta II d’Inghilterra, 
                      al largo di Civitavecchia. A bordo vi erano esponenti del 
                      mondo bancario (con rappresentanti delle banche Barings, 
                      Warburg, Barclays, ecc) e finanziario (oltre a Draghi, George 
                      Soros ad altri). Alla presenza della stessa regina Elisabetta 
                      che si era occupata dei saluti ufficiali, si era a lungo 
                      discusso della necessità di una completa privatizzazione 
                      delle partecipazioni statali e dell’industria di Stato a 
                      prezzi stracciati a seguito di una svalutazione della lira. 
                      Entrambi gli avvenimenti si verificarono presto: nel settembre 
                      1992, durante il governo di Lamberto Dini, l'allora governatore 
                      della Banca d'Italia (Ciampi) ritardò una speculazione della 
                      sterlina (opera del multimiliardario ungaro-statunitense 
                      George Soros[2] ) contro la lira, causandone così una brusca 
                      ed immediata svalutazione del 30%. Nel tentativo di arginare 
                      il tracollo economico e finanziario del Paese, i governi 
                      attuarono pesantissime finanziarie e si prosciugarono le 
                      riserve in valuta estera della Banca d’Italia: ben 48 miliardi 
                      di dollari (quasi 100 mila miliardi di vecchie lire). Così 
                      come previsto dall'incontro sul Britannia ci fu ben presto 
                      una svalutazione della lira e così le privatizzazioni selvagge 
                      non tardarono ad arrivare. Nei successivi dieci anni si 
                      sono succeduti diversi ministri del Tesoro e diversi governi 
                      (Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D'Alema, 
                      ancora Amato e ancora Berlusconi), ma Draghi resta sempre 
                      al suo posto prendendo le redini dell'industria e della 
                      finanza a partecipazione pubblica in via di privatizzazione 
                      e gestendo tale processo. Sono gli anni delle grandi privatizzazioni, 
                      dall'Eni a Telecom da Imi (Draghi dal '91 al '96 sarà nel 
                      Cda Imi e dal '93 ne presiederà il Comitato per le Privatizzazioni) 
                      a Comit e Bnl e che cambiarono profondamente il profilo 
                      economico e finanziario del Paese. Ma non è solo la sua 
                      filiazione alla Goldman Sachs a destare perplessità. La 
                      sua figura è fortemente legata ad altre istituzioni quali 
                      la Banca Mondiale ed il gruppo Bilderberg[3]. La sua nomina 
                      è comunque arrivata, in modo tempestivo dopo le dimissioni 
                      di Antonio Fazio, con un plauso quasi unanime tra governo 
                      e principali partiti d'opposizione. La qualcosa non deve 
                      stupire: i principali ministri che hanno varato, assieme 
                      a Draghi, la lunga stagione delle privatizzazioni sono stati 
                      proprio Ciampi, Giuliano Amato e Vincenzo Visco
                      Postato da "IL PATRIOTA" il 16/11/2006 
                      ore 18,25
                      
                    Inviato 
                      da: vocedimegaride - Commenti: 2 
                       
                    
                    Inviato 
                      da terranuova0
                      il 17/11/06 @ 10:37
                      povero benedetto XVI! attacchi a tutta 
                      birra!!! ciao. 
                      antimo ceparano
                       
                    --------------------------- 
                      
                     
                      Inviato 
                        da vocedimegaride
                        il 17/11/06 @ 10:41
                        anch'io mi dissocio dall'attacco 
                        a Benedetto XVI, fermo restante quello a Mario Draghi 
                        ed a tutta la Massoneria