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Messaggio N°543
Di monnezza in monnezza - breve break sul caso Contrada

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Eroi per caso

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Verso la politica dei monozigoti
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Messaggio N°669
"Life": Inno alla vita!

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Messaggio N°669 11-05-2008 - 14:17
Tags: Lettere al direttore

"Life": Inno alla vita!

Ricordate LIFE, la cagnolina che, per “divertimento”, alcuni compatrioti… cittadini di S. Antimo con diritto di voto e di smargiassata... arsero viva versandole una tanica di benzina addosso… e per la quale lanciammo, inorriditi, un disperato appello? Riceviamo, proprio nel giorno in cui si celebra la VITA, l’amore MATERNO, il gioioso e riconoscente messaggio della bella e brava Mena che ci testimonia l’avvenuto miracolo d’amore! Ringraziamo chi ha reso possibile la felice "vittoria sulla vita" di LIFE ma soprattutto ringraziamo Mena, per il suo gran cuore e la sua tenacia... nonchè la piccola LIFE per il grande esempio e l’amore per la vita che ha dimostrato d’avere, contrariamente a tanti “esseri superiori”. Siamo anche certi che sarà particolarmente fortunato chi adotterà LIFE nell'immediato futuro, perchè sarà come avere in casa la "Bella 'Mbriana" con tutte le sue benedizioni!
“Salve , sono Mena ,
ringrazio anticipatamente tutti coloro che tanto si sono prodigati per Life , davvero non ho parole! L'Italia intera mi ha aiutata a sostenere…ANZI A PAGARE INTERAMENTE LE SPESE CLINICHE PER LIFE! La cagnolina e' tuttora in clinica e a breve comincera' la terapia con "vincristina" a causa del tumore di stiker riscontrato da un paio di settimane! Come si può notare dalle foto di Life pubblicate al sito www.ma-aversa.it la pelle è in piena rigenerazione; naturalmente dovrà accuratamente evitare l'esposizione ai raggi solari onde evitare scottature...ma nonostante tutto e' vitale e giocosa. Vederla gradualmente migliorare è un' emozione che si rinnova ogni volta e di ciò, tutte noi, possiamo andare fiere. Malgrado tutti i miei sforzi nel tentativo di conoscere i nominativi di TUTTI coloro che hanno, con le loro offerte, partecipato alle spese veterinarie VERSANDO SULLA MIA POSTEPAY non sono riuscita a farlo... Poste Italiane non può fornire questo genere di informazioni per le carte prepagate… per cui se tra le persone o gruppi nominati nei ringraziamenti mancasse qualcuno..chiedo scusa e lo prego di avvisarmi via mail, così che tempestivamente verra' inserito. Pertanto ringrazio tutti coloro che hanno partecipato economicamente e tutti coloro che con le loro numerosissime mail e telefonate sono stati vicini alla piccola Life. Inoltre desidero informarvi che la “ post pay” sulla quale sono stati effettuati i versamenti è stata disattivata e sostituita con altro numero di carta. Chi avesse intenzione di continuare a partecipare al sostentamento dei cani di cui mi occupo può farlo tramite il conto corrente del Movimento Animalista di Aversa, aggiungendo *MENA* nella causale e inviandomi una mail di conferma oppure scrivendomi a memedog@libero.it e comunichero' loro il nuovo numero di carta”

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0

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Messaggio N°614 09-03-2008 - 22:12
Tags: Lettere al direttore

Verso la politica dei monozigoti

Abbiamo ricevuto questi due distinti messaggi da Bruno Berardi e dall’ufficio stampa di Virgilio Caivano, portavoce de “I PICCOLI COMUNI”. Trattano due tematiche molto diverse ma speculari alle quali siamo molto sensibili e per questo abbiamo pensato di concatenarli, ai fini di un unico giudizio complessivo sulla voracità del Potere politico che continua impunemente, nonostante l’arte del travestitismo condita di demipocrisia, a distruggere selvaggiamente uomini e territorio, radici e identità. Siamo ormai alla frutta, in questo stramaledetto Paese, predato e saccheggiato della sua Civiltà, della bellezza e della storia dei suoi borghi e del sorriso dei suoi figli legittimi. Si è discusso tanto sul “conflitto d’interessi” ebbene è lampante che l’unico allarmante conflitto d’interessi è quello tra la Politica ed i cittadini elettori, dal momento che alle prossime elezioni ci costringono alla pura follia ovvero alla scelta tra due vecchi gemelli monozigoti: garanzia, questa, che in Italia non cambierà assolutamente nulla e che, anzi, assisteremo al definitivo crollo delle ultime stracciate e sporche mutande che ancora coprono alla meglio certe volgari vergogne. A Bruno Berardi rispondiamo sottoponendogli come esempio da non seguire un solo nome, Rita Borsellino, perché egli possa ancor meglio giudicare il sistema dei due pesi e delle due misure ed anche andar fiero della onestà intellettuale della sua famiglia e delle altre vittime del terrorismo e della mafia. A Virgilio Caivano dichiariamo, invece, senza peli sulla lingua che la redazione della meridionalista Voce di Megaride, eserciterà il suo diritto di voto, evitando come la peste di preferire l’uno o l’altro dei vecchi gemelli monozigoti. Tanto a destra, quanto al centro ed a sinistra, anche se si contano sulle dita di mezza mano, qualcuno apparentemente coerente e ancora ben identificabile esiste ancora: mettiamolo alla prova, dandogli la possibilità di non scomparire sotto l’onda di tsunami provocata dalle minzioni diuretiche dei due vecchi gemelli monozigoti e… pisciasotto!
Proviamo!

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(Bruno Berardi) Il 10 marzo 1978 a Torino un gruppo di otto persone aspettava sotto casa il maresciallo di pubblica sicurezza Rosario Berardi per ammazzarlo, perchè l’indomani doveva testimoniare al maxi processo contro le brigate rosse in qualità di capo dell’ufficio investigativo antiterrorismo della questura di Torino . A trent’anni da quel disgraziatissimo giorno anche sulla famiglia del maresciallo Berardi ancora incombe la notte eterna. In tutti questi anni ne ho sentite e viste di tutti i colori; prima le solite bugie di tutti i politici poi l’apologia romantica dei terroristi che il nostro Paese ha ingrassato a dovere per paura… proprio così: il nostro Paese per i reati di terrorismo ,di mafia e di criminalità organizzata ha preferito inginocchiarsi ai piedi dei carnefici, per evitare di essere uno Stato con le p… La paura di chi vuole andare al potere solo per prendere ciò che c’è da prendere obbliga a trascurare quanto c’è di rischioso, come, ad esempio, il compito di proteggere i propri uomini, costretti a lavorare fino ad immolarsi per la dignità di uno Stato codardo e arraffone. Ora, ci sono le elezioni…da tempo, per ottenere l’approvazione dell’opinione pubblica non si sono tirati indietro nello strumentalizzare le vittime del terrorismo della mafia e della criminalità , senza dare loro risposte esaustive sui problemi che hanno afflitto queste persone abbandonate al proprio destino ed hanno potuto impunemente abusarne, sfruttandone il dolore, la deriva, visto e considerato che le vittime non possono nuocere a nessuno. Se i carnefici fossimo stati noi, il discorso sarebbe stato ben diverso… non ci vogliono neanche nelle liste elettorali, ci vietano di avere un rappresentante nostro nelle istituzioni … allora, dov’è tutta questa strombazzata vicinanza delle istituzioni alle vittime del terrorismo, utili solo come comparse sul palcoscenico delle spettacolari campagne elettorali? Lancio un monito a tutti i politici: da oggi ci sarà una serie di iniziative per ricordare i nostri cari che non ci sono più, a cominciare da mio padre; il sedici marzo, invece, in via Fani per i martiri del caso Moro… e così via. Non si permettano, i politici, di presenziare - anche a distanza - ad alcuna delle nostre iniziative: dei bugiardi e dei papponi non sappiamo che farcene!
Bruno Berardi – presidente “Domus Civitas” Vittime del terrorismo e mafia 3295340474

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www.piccolicentrieuropei.com virgiliocaivano@gmail.com tel.3483722435 fax 0885654723
Rocchetta Sant’Antonio (Fg)
Berlusconi, Veltroni e le candidature vergogna La tanto sbandierata partecipazione dal basso, la nuova stagione di un protagonismo dei territorio che Berlusconi e Veltroni sbandierano ai quattro venti è miseramente naufragata per fare posto alle solite azioni di mercato delle vacche grasse. Il Mezzogiorno d’Italia – ha denunciato il Portavoce dei Piccoli Comuni, Virgilio Caivano a Piano Pantano in Campania - è ancora una volta terreno di conquista per i predoni della politica. I talenti del Sud, i giovani e la passione civile di tantissimi che nella Locride, in Campania, in Puglia, in Basilicata e Sicilia con il loro impegno quotidiano tentano di cambiare le cose, tutti insieme volgarmente offesi da una legge elettorale, chiaramente incostituzionale che rende inutile la consultazione. Le scelte di Berlusconi, - ha rimarcato il Portavoce dei Piccoli Comuni - in maniera particolare di candidare in Campania e Calabria, nella Locride in particolare, persone che nulla hanno che fare con la storia dei territori rappresentano il premio migliore per la cattiva politica per la non partecipazione popolare e l’esaltazione vera dalla casta impunita e padrona. Il Sud merita ben altra considerazione ed attenzione e soprattutto una classe dirigente meno servile come si sta dimostrano quella della PdL impegnata a tutelare interessi di pochi a danno delle speranze e dei sogni di milioni di cittadini che anelano uno sviluppo vero e condizioni di partecipazione concreta. Il coordinamento dei Piccoli Comuni – ha concluso il leader di Piccoli Comuni - si sente impegnato e motivato a promuovere iniziative contro questo modo di fare politica che vede Pd e PdL in perfetta sintonia e magica armonia” L’Addetto Stampa Andrea Gisoldi

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3

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Inviato da Anonimo
il 11/03/08 @ 22:08
Il tal Fiore Marro ex neoborbonico, assurto senza meriti e scienza pure al ruolo di scrittore e commediografo lo ricordiamo un bel po' "sinistro" e tanto "anti-leghista". Come ha fatto ad infognarsi con il MPA di Lombardo ch'è benedetto dalla Lega Nord ed è in lista, per la Sicilia, con quelli del "fascista" PDL? Notasi la "coerenza" di certi meridionalisti... svendutisi per narcisismo... meridionali che continuano a meritarsi dal 1860 la monnezza umana e materiale, da Garibaldi a Bassolino! Se siete meridionali autentici NON LI VOTATE! sono dei piccoli Tore 'e Criscienzo!
Gigi Amodeo

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Inviato da Anonimo
il 12/03/08 @ 00:06
Signor Amodeo, anche Balia sul Brigante eccepisce a ragion veduta. Se, poi, nota bene, l'editore dell'unico libricino pubblicato dal Marro è editato dal suo compagno di cordata al Senato, presidente dei Comitati Due Sicilie, nati non più tardi di ieri, tal Vozza!... Mah! Copio e incollo, sperando che i meridionali non abbocchino come pesci lessi: APPARENTAMENTI FACILI: L'ultima capriola dei falsi profeti del "meridionalismo fai da te" che giurano di voler fare cultura e non politica ma si candidano anche all'amministrazione del condominio. A prescindere dai compagni di viaggio Apprendiamo in queste ore, prima telefonicamente e poi leggendolo come comunicato su Internet, che i neonati "Comitati delle Due Sicilie" (Come Dire Si) saranno presenti alla prossima tornata elettorale apparentandosi con l’ MPA (Meridionali Per -o Pronti- all’Asservimento) di Raffaele Lombardo, a sua volta fidanzatosi con il PDL di zio Silvio Berlusconi, che di parte sua è concubino della LEGA NORD. Ogni commento già sarebbe superfluo, ma in democrazia se loro sono liberi di far come credono, in compenso anche chi scrive è libero d’esternare le proprie considerazioni. Andiamo per ordine: 1) L’ MPA nasce da una fervida mente ex (si fa per dire!) democristiana qualche anno fa come Movimento per l’Autonomia, intesa come problematica strettamente siciliana, che si tramuta ed estende magicamente con l’aggiunta della parolina SUD nel simbolo (in occasione delle prossime elezioni) in una veduta complessivamente meridionale per raccattare qualche voto in più fuori della Trinacria. Già dalla sua nascita in combutta con i Cuffaro e company siciliani, ed ora apparentati con il Cavaliere. Questa la fulgida storia del Movimento, che fa nascere l’ovvia domanda: Autonomi da chi? Da cosa? Boh…!? 2) Alla fin fine però non sono una novità già dalla loro apparizione sulla scena politica, per cui era ovvio che si sarebbero schierati con qualcuno, e con chi era altrettanto chiaro! 3) I "Comitati Due Sicilie" nascono poco tempo fa da ex neoborbonici e giovani di belle speranze. Si distinguono per un certo attivismo, dichiarano (come per la maggioranza dei movimenti meridionalisti) di non essere né per la Destra e né per la Sinistra, fanno banchetti per le strade, partecipano alla riunione di Gaeta per la nascita de "Il Partito del Sud", e si dichiarano propugnatori d’una via culturale che porti solo per gradi all’esperienza politica. Appaiono infatti fra i meno propensi a quel processo unitario propedeutico ad una neo/costituenda forza politica del Sud. 4) Intanto cade il Governo, e fulminati sulla via di Damasco, vengono presi dal raptus elettorale e dalla conseguente fregola partecipativa e di protagonismo. Fanno la somma scelta d’apparentarsi con l’MPA e con quel CentroDestra che contiene la LEGA NORD! Dimenticano il non voler essere né di qua e né di là, e portano all’ammasso i sacri simboli della memoria del Sud come i candidi gigli borbonici, e portano al mercato il meridionalismo traghettandolo (anche perchè il Ponte sullo stretto ancora non c’è...) verso l’ennesima figura di merda! 5) Ho sentito parlare di pragmatismo politico ed altre balle del genere. Stiano attenti che molte delle loro tesserine raccolte negli ultimi mesi potrebbero essere restituite. Questo mi sembra in fondo il minore dei mali, rispetto ad una svendita di valori meridionali che deprime profondamente! Già . . . ma poi dimenticavo…mica rappresentano il Sud! Rappresentano solo sé stessi. E il modo in cui lo fanno, parla abbondantemente per loro...
Andrea Balìa

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Inviato da Anonimo
il 25/03/08 @ 14:15
Dalle tue parole si evince chiaramente che non sai di chi e cosa stai parlando, faresti meglio ad informarti prima di sparare sentenze. Fiore Marro si dedica da anni a questa causa ed è una persona fedelissima al Sud, la tua presa di posizione mi spaventa. Chi ti manda a mettere in giro queste voci?

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Messaggio N°610 05-03-2008 - 10:23
Tags: Lettere al direttore

Eroi per caso

E' con viva emozione che comunico di aver vinto una piccola battaglia personale, grazie anche e soprattutto all'obiettivo impegno di Giuseppe Crosio dell'Archivio di Stato di Vercelli e di Enrico De Maria giornalista de "La Stampa".
In breve: è stata tolta la salma di un partigiano dal mausoleo degli "eroi della Resistenza" dal cimitero della città di Vercelli. Si tratta di Felice Starda, partigiano comunista che il 7 maggio 1945 insieme ad alcuni suoi complici massacrò per motivi del tutto alieni dalla politica Luigi Bonzanini di 38 anni, le due nipoti Elisa e Laura Scalfi di 17 e 22 anni casualmente a casa dello zio, ed infine la paralitica settantenne Luisa Meroni soltanto in quanto testimone oculare dell'eccidio.
Lo stesso Starda fu fucilato tre giorni dopo dai suoi compagni di partito che però fecero passare il suo omicidio come ennesima violenza fascista, per cui la moglie del delinquente fruì di un'apposita pensione vista la fine del "povero" marito. E così il corpo finì al mausoleo degli "eroi partigiani" ove rimase per più di sessant'anni non fosse che, riprendendo le ricerche di Crosio, parlai sulle "Pagine strappate della Resistenza" (Tabula Fati, Chieti 2005) anche di questa losca vicenda che il giornalista vercellese De Maria a sua volta riprese a grandi titoli facendo (ri)aprire il caso.
Alla fine, dopo due anni di polemiche ed alcune sedute della commissione toponomastica del comune di Vercelli, la decisione è stata infine presa: e credo si tratti di decisione clamorosa in quanto molte altre storie simili dovranno essere in futuro considerate. I giornali locali hanno dato modesto risalto alla notizia, La Stampa a parte, dimostrando ancora una volta quanto sia difficile e pericoloso al presente "toccare i totem" come qualcuno ha detto.
Mi piace concludere con una considerazione; da anni presento questi libri su certa Resistenza in giro per l'Italia ed in alcune - troppe - occasioni mi sono però sentito dire che "seminavo soltanto falsità per giunta decontestualizzandole": ciò che è accaduto a Vercelli è quindi la prova dell'esatto contrario di ciò che invece potrebbe essere soltanto un inizio di un nuovo capitolo della nostra storia, altro che "revisionismo".
Lodovico Ellena

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Messaggio N°543 08-01-2008 - 01:50
Tags: Lettere al direttore

Di monnezza in monnezza - breve break sul caso Contrada

Sollecitata da più parti circa le news sul problema annoso della monnezza, bastonata da collaboratori e lettori che chiedono il perchè dell'indirizzo monotematico del giornale sul caso Contrada mentre a Napoli si è a rischio guerra civile, la redazione razionalmente fa presente che: a) di monnezza, intesa come rifiuti solidi urbani, ne ha straparlato per anni, da quando c'erano il ministro Bianco ed il solito Bassolino (praticamente, un'era geologica fa) concludendo con una petizione al Parlamento Europeo...che si è persa nei miasmi dei liquami di sversamento; b) che il copione della commedia è in rappresentazione - sempre la stessa - dai tempi di Pappagone ovvero del Rinascimento Bassoliniano che doveva arrivare per "mezzogiorno...ma sono le due...e ancora non s'è visto nessuno"; c) che alla solita solfa dello zampino della camorra non ci crede più...a meno che la classe dirigente non faccia pubblica ammenda (e...non la farà mai); d) che la monnezza giudiziaria sul caso Contrada sia più dinamica , negli ultimi tempi, quindi più avvincente dei soliti dejà-vu della monnezza statica partenopea; e) che comunque parteggia per gli onesti ed innocui cittadini del quartiere Pianura, in attesa che TUTTI I NAPOLETANI RITROVINO L'ORGOGLIO E LA DIGNITA' dei loro più celebri padri, da Masaniello ai partigiani detti "briganti".
Simbolicamente, questa redazione pubblica, condividendola, anzichè le solite cronache monnezzare nelle quali sguazzano tutte le testate locali, nazionali ed estere (che altrimenti non saprebbero di cosa parlare) la lettera di una ex emigrante ns.lettrice appena rientrata a Napoli, inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in data odierna, a chiaro monito per i fortunati, ignavi, residenti, nel contempo disilludendo la medesima circa un'eventuale risposta dall'illustrissimo COLUI il quale, napoletano di nome e di fatto e all'acme del POTERE, ha preferito lavarsene le mani della tragi-monnezza autoctona, girando al largo da Napoli e dai napoletani di Pianura, per andare a coccolarsi nella status symbol Capri, come un Onassis qualsiasi: "Compagno, tu fatichi ed io magno!
"Presidente, trent'anni da emigrante a Milano - un ergastolo - con la sola voglia di tornarmene a casa, nella MIA Napoli. Trent'anni a promuovere nel nord razzista la cultura e l'immagine di Napoli. L'offesa più grande? No, non quando ascoltavo il solito profferir di suoni del volgo locale ai coinquilini del Sud: terrone, mandarino... ma quando al mio orgoglioso declamare nei salotti buoni meneghini "Sono napoletana!", puntualmente le "sciùre" ed i "cummenda" mi rispondevano "Non si direbbe proprio!", lasciandomi annichilita! Trent'anni milanesi..persino indossatrice per l'Anteprima Moda in Fiera, presentatrice e conduttrice di manifestazioni locali molto note, giornalista meridionalista e scrittrice...banchetti in piazza a San Babila, affollatissimi, presso cui presentare la vera storia di Napoli, le bellezze di Napoli, la cultura di Napoli. Meeting lumbàrd sul Mezzogiorno, affollatissimi, con pagine intere sul Corsera e su Il Giornale... Documentari e fotoreportages meridionalisti sull'Arte napoletana. Di tutto: ho scritto e parlato della Napoli che IO CONOSCO. Ora, torno qui, a Napoli, per eccesso di pucundria, una mano avanti e l'altra dietro, per occuparmi da Napoli di Napoli, per morire qui e rilevo che tutto il mio lavoro è da buttare alle ortiche, stante l'attualità eclatante della MONNEZZA d'animo e di risorsa che chi era preposto alla cura della mia città mentre io ero in esilio a magnificarla da lontano, in terra straniera, mi ha gettato addosso. A me ed a tutte le cose belle e vere che in trent'anni ho "cantato" di Napoli! Senza più Arte ne' Parte mi ritrovo e con un futuro che mi fa rabbrividire. Pretendo il risarcimento del danno biologico, esistenziale e professionale da questi indegni e apocalittici amministratori locali.
Pretendo che Lei li metta all'indice! Pretendo cure amorevoli per la MIA Napoli ferita a morte, non solo dalla camorra ma prevalentemente dalla sua classe dirigente!
Grazie! M.S. "

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3

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Inviato da Anonimo
il 08/01/08 @ 10:40
Era fine anno, non quello da poco trascorso, ma il precedente, il 2006. Anch'io da “emigrante”, ero smanioso di “rientrare” pe' pucundria nella terra dei miei genitori, ora ivi dormienti, Caserta. Ma che potevo fare radicato con la famiglia nel nord? Nulla se non scrivere alla meno peggio qualcosa che mi sorgeva dall'animo frastornato e deluso a causa di fatti che mortificavano Napoli e dintorni. Per lo stato di degrado in cui essa versava perché sommersa da montagne di rifiuti e fatti di sangue legati a delinquere. Ora, a distanza di un anno quelle stesse cause della mia amarezza, anzi disgusto, mi sollecitano a dare man forte a Marina Salvadore ed i suoi collaboratori che da sempre si battono perché un giorno Napoli ritorni bella e accogliente come un tempo. Non è molto il mio contributo ma per quel poco che vale questa mia poesia , che ora presento, è pur sempre qualcosa di genuino, incontaminato. MA IO SONO NAPOLITANO! // Po’ dich’io, ‘a ggent’ ‘e Napule / s’allament’ pecché, ‘a quann’ / se ne jett’ ‘o rre, che pe’ lloro era / ‘nu ddio, ‘e ccose se so’ mmise / assai malamente. Ma comme mai, / doppe ne so’ venut’, fino a mò, tre, / De Nicola, Leone e l’ultem’, chill’ / ‘e mò, Napolitano, e nu’ è cagnata / ‘a museca? Cosa d’ascì scem’! // Ma ‘a ggent’ ‘e Napule nun ten’ / tuort’, pecché ‘o guaio, sapit’addò stà? A Rroma. / È Rroma ‘a mammasantissima, / chell’ che fa cagnà faccia e core / de tutt’‘a ggente che va llà. / Pure chillo rre ‘e Napule jette / a Rroma, fujenn’, fujenn’, però. / C’‘a pace ‘e Ddio, pe’ vvia d’‘o Papa, / forse pur’isso cagnaje coll’anema, / e accussì, dopp’ muort’, pur’ ‘n Paravis’, / nun se sapett’ cchiù ‘e Napule bella. // Io dicesse a chisto punto ‘e fa ‘na cosa, / just’ mò che sta venenn’ Natale. / Chissà, ‘sto President’, cagnann’ casa, / cagnen’ pur’e ccose pe’ Napule. / Dicess’, qua’ Quirinale! Ce vò / ‘o Presebbio pe’ isso che ‘na vota, / era contro. Mo’ facess’, pe’ penitenza, / ‘a part’ ‘e San Giuseppe e abbarass’ / ‘e fatt’ ‘e Giesù Bambino, che so’ pure / chill’ d’i napulitan’. Tal’ e qual’ a chill’ / dduje d’‘a Tivù che s’allamenten’ / (d’‘o supierch’ ) dicenn’ sott’ sott’, / ma io sono Paolo Bonolis!
86Brescia, 21 dicembre 2006 Gaetano Barbella

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Inviato da Anonimo
il 08/01/08 @ 12:24
Il problema "munnezza" non è di oggi: ma Bassolino perchè continuano a votarlo? Perchè la "munnezza" che lui non vede non si va a scaricargliela davanti a casa?

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Inviato da Anonimo
il 08/01/08 @ 12:25
Ho dimenticato la firma: Maria







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