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Depistaggi?

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Messaggio N°553
...e Napolitano continua ad arrampicarsi sugli specchi!

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Messaggio N°555
Sollecito a Tribunale Sorveglianza Napoli

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Messaggio N°558
"Compagni" di merende

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Messaggio N°561
Vigili del Fuoco: sull'emergenza rifiuti

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Messaggio N°570
Iniziativa di Megaride/Comitato Bruno Contrada

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Messaggio N°572
Una domenica di solidarietà vera

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Messaggio N°577
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire

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Messaggio N°585
Appello

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Messaggio N°589
DEMIPOCRISIA

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Messaggio N°598
Contrada: bollettino del giorno

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Messaggio N°616
Daniela Della Pietra, datti una mossa!

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Messaggio N°618
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Messaggio N°623
Bambine nude in passerella a Milano

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Messaggio N°639
Camilla ha bisogno di te!

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Messaggio N°678
Appello di Romano Contrada a Giorgio Napolitano

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Fratelli d'Italia

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Messaggio N°696
Il libro proibito

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Messaggio N°706
Lettera al presidente Giorgio Napolitano

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Messaggio N°706 13-06-2008 - 15:07
Tags: Denunce - Appelli

Lettera al presidente Giorgio Napolitano
di Lorenzo Conti / Firenze

Signor Presidente, sono il figlio di Lando Conti, ex Sindaco di Firenze assassinato dalle BR-PCC il 10 febbraio 1986, e con questa lettera aperta sono a richiamare la Vostra attenzione su una questione di alto profilo umano e morale. Il 2 Agosto 1980, alle 10.25 del mattino, una bomba esplose nella stazione di Bologna: morirono ottantacinque persone e più di cento rimasero ferite; Lia Serravalli in quel giorno perse quasi tutta la sua famiglia ed ebbe irrimediabilmente compromessa la sua vita. Fra le vittime vi erano infatti le sue figlie Sonia, di 7 anni, e Patrizia di 18, sua sorella Silvana di 34 anni, che portava in grembo un bimbo mai nato; fra i feriti gravi vi erano le figlie di Silvana, Alessandra e Simona, nipoti di Lia. Perché possa meglio comprenderne il dramma, mi permetto di riportarle alcune frasi di Lia: “….all’improvviso udimmo un boato terrificante. In pochi attimi, un fumo nero avvolse tutto. Il pavimento tremava. Cominciai a correre. Cadevo sui vetri, inciampavo nelle valigie delle persone. Gridavo, chiamavo «Patrizia! Sonia! Patrizia! Sonia!». D’un tratto, dal vestito, riconobbi Patrizia, era per terra, stava bruciando…. Scappai via, via dal dolore e da quell’orrore, non volevo vedere più niente” e ancora: “Tornai indietro a cercare Sonia. Trovai il suo cappellino arancione, lo presi. Era riversa con il viso per terra che affondava nei vetri. Stava morendo soffocata, ma con i piedi e le gambe continuava a muoversi, come se stesse chiedendo aiuto… Lei sembrava sanissima. Non aveva ferite, niente. La stringemmo, increduli” ma non basta: “Tornammo dentro a cercare Silvana. Cominciammo a scavare sotto i detriti, a mani nude. Ad un tratto sentimmo una voce che chiedeva aiuto, era una persona che stava morendo accanto a noi… alzai gli occhi e, tra le lamiere contorte di un treno, vidi due-tre persone infilate la in mezzo, agonizzanti. Trovammo Silvana, era bloccata da un pezzo di ferro del treno. Riuscii, con la forza della disperazione, a toglierlo di dosso. Era tutta bruciata. Quando arrivarono i soccorritori, non riuscirono neppure a metterla sulla barella. La presero con una coperta, era tutto un grumo di sangue, bruciata. Sotto di lei, c’erano le bimbe. Le aveva salvate proteggendole con il suo corpo”.Sospendo un attimo per permetterle di riflettere su queste frasi sconvolgenti ma devo poi proseguire: “Sonia, la più piccola, era ancora all’ospedale, andai da lei ad abbracciarla, starle un po’ vicino. Ero convinta che stesse bene, ma quando entrai nella stanza trovai i miei parenti in lacrime. Era morta anche lei, il 4 agosto. I medici non si erano accorti che aveva un’emorragia interna. Avrebbero dovuto intervenire prima sulla testa, ma c’era troppa confusione, nessuno capiva più niente”. E poi, dai ricordi di Lia, affiora questa sconvolgente conclusione: “Nessuna giustizia per i morti, nessuna verità per i vivi ! Contro chi dobbiamo urlare la nostra rabbia ? Non solo contro chi ha messo la bomba. Ma anche contro chi ha umiliato questa famiglia, ha deriso la memoria delle bambine lasciando impuniti i colpevoli, quelli che ordinarono la strage. Quelli non li hanno mai presi. E sono colpevoli quanto gli esecutori materiali. Colpevoli più di loro. Dovrebbero guardarci con gli occhi bassi, e sperare che Dio non esista !” Signor Presidente, questi sono i ricordi di una mamma. Lia ha poi avuto un altro figlio, Silvano Burri, che adesso ha 25 anni e non riesce a trovare un lavoro stabile e decoroso e che non può usufruire della Legge per le Vittime del Terrorismo e della Mafia per un cavillo burocratico: è nato dopo il manifestarsi dell’evento terroristico! Lia ha richiesto il mio aiuto per cercare una soluzione ed ho cercato di fare quanto mi era possibile: in Febbraio ho scritto una lettera alle Istituzioni locali e alle principali Banche italiane; non ho ottenuto alcun risultato. Ho quindi cercato di attirare l’attenzione delle Istituzioni con uno sciopero della fame di quindici giorni al quale si è unito Salvatore Berardi, un’altra vittima del terrorismo: anche questa volta non abbiamo ottenuto niente. Anche le risposte sono state poche e preferisco non riferirle le parole e gli atteggiamenti delle Istituzioni locali (Sindaco di Bari e Presidente Regione Puglia) come pure evito di soffermarmi sull’indifferenza mostrata dai Presidenti dei tre principali Gruppi Bancari (Intesa, Unicredit e MPS): lasciamo perdere, non servono né a Lia né a suo figlio. A questo punto mi nascono però spontanee alcune riflessioni. Quanto deve ancora soffrire Lia ? Non basta tutto quello che ha passato ? Cosa hanno fatto di concreto le Istituzioni per questa famiglia ? Signor Presidente, le scrivo questa lettera con il cuore e con la mente: aiuti Lia a trovare per il suo Silvano un lavoro adeguato; aiuti Lia a trascorrere gli ultimi anni della sua vita con una serenità che gli eventi le hanno negato e che lo Stato non ha saputo in alcun modo attenuare. Fiducioso in un suo autorevole e tempestivo intervento, le invio i migliori saluti.
Lorenzo Conti Firenze 10 giugno 2008 lore_co@libero.it

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Messaggio N°696 07-06-2008 - 11:45
Tags: Denunce - Appelli

Il libro proibito

Lettera aperta alla Franzoni di Maria Grazia Torri (dall'Ospedale , il 22.05.2008) Cara Anna Maria Franzoni, ti scrivo nel primo giorno della tua carcerazione e nel mio ennesimo di ospedale, nel luogo dove sono stata operata recentemente, per un’ulteriore complicanza della mia malattia, che devo proprio al mio eccesso di impegno a favore della verità e della giustizia sul tuo caso, partecipazione non solo vissuta a livello libresco, ma come impegno, in prima persona, la stessa cosa che qualcun altro, a me molto affine, fece nel Caso Dreyfus, forse in un tempo di crisi culturale e sociale non diverso da questo, anch’egli correndo rischi gravi e senza mai tirarsi indietro.Il saperti ora in carcere mi addolora ancor di più e mi apre una ferita nel costato più larga di quella che mi hanno fatto le chirurgie e il male. E’ come se mi avessero infilato una lancia. La lancia dell’omertà, del silenzio, del pressappochismo, dei poteri più che mai corrotti della società e della cultura italiana, della congiura mediatica, dei CRIMINI TELEVISIVI di cui non parla nessuno, la lancia dell’ ipocrisia, della follia negativa per la quale tanti giovani muoiono inutilmente, e infine, la lancia di una giustizia carrarmato, che avendo in dotazione strumenti scientifici e sofisticati, crede di poter fare completamente a meno dei valori umani, della riflessione, del buon senso e dell’acume del cervello umano, che stanno, da sempre, alla base delle vere inchieste. Ho scritto senza conoscerti un libro su di te che mi ha impegnato 2 anni, che non mi ha finanziato nessun istituto universitario o televisivo, che mi ha svuotato le tasche e fatto perdere il lavoro prima, e la salute, poi. L’ho scritto in compagnia di specialisti, di neurochirurghi, di medici autoptici, e di una dottoressa molto speciale ( Agnese Pozzi) perché se tuo figlio è morto di una qualche morte cerebrale era giusto interpellare loro in prima battuta non altri. Gli psichiatri e gli esperti di gossip potevano attendere.Il libro, che conteneva intuizioni, considerazioni e prove mediche che avrebbero fatto gola a qualsiasi tuo avvocato difensivo di talento, è stato accolto con la banalità e la noncuranza con cui i media e la televisione abitualmente frullano le loro migliaia di notizie buone e cattive e poi ne prelevano qualcuna dal cappello magico al solo scopo di aumentare l’audience e di stimolare pericolosi pruriti. Cosa ho fatto dopo? Ti elenco solo le principali cose che ho fatto per dare rilevanza non tanto al mio libro ma alla profonda ingiustizia che mi rendevo conto veniva perpetrata a tuo danno solo per esigenze mediatiche e di facciata. 1) Ho parlato con Carlo Lucarelli e gli ho chiesto di dare spazio nella sua trasmissione alla mia ipotesi, sostenuta, come dimostro, da insigni specialisti, ipotesi di morte naturale accidentale per il piccolo Samuele, un’ipotesi unica in tutto il panorama dei libri scritti su Cogne. Lucarelli ha letto la prima bozza del mio libro, l’ha definito molto molto interessante, ma, al dunque, senza darmi una spiegazione logica plausibile si è tirato indietro. Solo più tardi sono stata costretta a vedere, o meglio, a scoprire, per caso, entrando in una libreria, che i suoi ultimi libri sono firmati anche da Picozzi, il primo illustre incaricato di ‘indagare sulla mente della Franzoni’, che, senza fare assolutamente nulla di originale, si è limitato a pontificare sulla scorta della più vieta psichiatria in fatto di matricidi ( smentito ora dall’ottimo e documentato Mastronardi) e ad infangarla tout court. 2) Ho parlato con Tiziano Scarpa, che credevo un amico, perché avrei preferito pubblicare il libro con Einaudi anziché con Giraldi, non perché non stimi Cristiano Giraldi, ma semplicemente per avere una maggiore diffusione e una CONTRO INFORMAZIONE capillare come il caso meritava, dopo cinque anni di bombardamento mediatico incommensurabile (ahimè, con Giraldi devo dire, molto onestamente, che il libro, se non si ordina, non si trova da nessuna parte e ciò ha invalidato di molto il mio enorme sacrificio. ) Tiziano Scarpa, invece, fingendo di essermi amico, per quanto avesse già una volta scambiato la mia rasatura da chemio per un taglio alla moda, ha fatto lo stesso anche col Caso Cogne. Ha finto di dare il mio libro all’Einaudi per poi stroncarlo lui stesso con una sua trivialissima scheda di lettura, dove mi criticava demolendo ‘solo le teorie mediche’. Scarpa, che fa lo scrittore o il poeta, non sapendo nulla né di aneurismi cerebrali infantili, né di vomito a getto, né di crisi epilettiche postraumatiche avvenute a seguito di una frattura all’occipite non esposta ( ‘rilevata’ nel mio libro solo dalla bravissima dott Pozzi da lui ignorata), si è messo a dire che i neurochirurghi portatori di una simile ipotesi erano dei ‘giullari fantasiosi’. Già, lui, dall’alto del suo podio di neurochirurgo improvvisato poteva dirlo! 3) Ho cercato di parlare con Feltri, che per primo aveva profetizzato : ‘La Franzoni sarà condannata perché è antipatica, non ci sono prove certe e non c’è nessun altro motivo valido per incarcerarla.’ Ma anche Feltri, per quanto avesse promesso di parlarmi non mi ha mai ricevuto. Mi sono detta: lo farà perché io per lui sono la signora nessuno. No, non solo: egli predica bene ma razzola malissimo, visto che proprio le sue giornaliste preferite hanno pubblicato tutte le intercettazioni più assurde e il gossip più velenoso e mefitico sulla povera Franzoni rendendola appunto colpevole perché odiosa! 4) Sono andata da Belpietro e gli ho portato il libro in redazione prima che passasse a Panorama. Anche lui, per quanto fosse l’unico a credere nell’innocenza della Franzoni, non ha letto il libro e non mi ha dato la benché minima risposta. 5) Sono andata da Maurizio Zuffi, che è quello che, come rettifica così bene Mario Giordano sulla Stampa del 22/5, è stato il primo, a Studio Aperto, a fare un servizio sulla Franzoni. Mi ha promesso che, per l’uscita del libro avrebbe fatto fuoco e fiamme , ma poi ha detto che non gli piaceva più come si comportava la Franzoni da un punto di vista televisivo, insomma che era troppo cambiata e siccome era diventata antipatica anche a lui, alla fine mi ha detto di no. 6) Sono andata da quel gran bevitore di Andrea Pinketts. Riescono a farcelo vedere sobrio solo su L’Italia sul Due, alle due del pomeriggio, perché è sempre ubriaco e puzza di birra dalle 15 alle 9 di mattina. In tale stato, ‘normalmente’, presso le varie case editrici, a Milano, presenta i libri degli scrittori esordienti senza averli neanche mai aperti con buongrado e tolleranza di tutto lo staff editoriale italiano. Lo stimo anche io ormai solo un ubriacone che ha divertito i fessi negli anni ottanta con l’idiozia arguta dei suoi ‘noir à bestia’, ma cosa vuoi, Anna Maria, ero disperata, e io, facendo la scrittrice, conosco solo scrittori. Pinketts, probabilmente, commosso solo dalla mia magrezza ( è strambo nelle decisioni e fu fidanzato con una anoressica) mi disse di sì e mi fece addirittura ordinare i libri e fissare la serata della presentazione in un caffè letterario di via Solferino. Poi,a cose fatte e a libri spediti per la serata dall’editore, mi bidonò. Motivo? Dopo quattro anni di indagini non poteva uscire un’ipotesi del genere! Il libro, ovviamente, non l’aveva manco letto, anzi me ne aveva perse e richieste ben tre copie! Se questo è un intellettuale che va in TV tutti i giorni..... 7) Scrissi allora indignata sul mio Blog ( www.enigmasvelato.splinder.com)un’apologia di Zolà sul caso Dreyfus come contraltare al disimpegno corrente dei miei conoscenti e amici intellettuali. M rispose indignato un tal Antonio Scurati, dicendomi di mandargli il libro al volo che lui non era né un disimpegnato né un pesce lesso. Difatti, dopo averlo letto non ne fece parola: ANCHE CON LUI CI FU UN SILENZIO TOTALE. Scurati è un’eminenza grigia che colleziona premi letterari per sé e per altri ed è entrato nel Gotha dell’isola dei famosi della scrittura italiana proprio per questioni di mantenimento di fama scrittoria ad oltranza come del resto fa il bevitore Pinketts con la TV. 8) Dopo un articolo sulla Gazzetta dello Sport uscito in concomitanza alla sentenza d’appello dell’aprile 2007 , Sandro Veronesi scrisse cose molto affini a quelle pubblicate sul mio libro e così lo interpellai, anche perché, molto prima dell’uscita del film ‘Caos Calmo’ avevo citato in Cogne: un Enigma Svelato, una pagina del suo romanzo che conteneva una definizione sulla ‘gestione personale’ del dolore di ciascuno, che molto si attagliava alla Franzoni. Volete sapere cosa mi ha risposto Veronesi? Che aveva qualcuno ammalato in famiglia e che non poteva venire a presentarmi il libro a Milano. Magari, più avanti a Roma? Neppure. 9) Di Vespa, di Costanzo, del business televisivo ulteriore me ne sono fregata, era deleterio. Della TV solo in La Sette ho cercato inutilmente di coinvolgere la persona con cui ho collaborato come redattrice del femminile Donna, quando lei era direttrice,la fantomatica Daria Bignardi. Ma per lei ‘non era abbastanza chic’ occuparsi di Cogne. 10) Allora ho parlato con Paola Savio, ultima avvocatessa tua e con lei ho avuto uno scambio di email a proposito di una scrittrice e docente universitaria americana del Connecticut, Ellen Nerenberg, che criticava il comportamento pesantissimo dei media e quello da ‘processo alle streghe’ della giustizia italiana soprattutto nel Caso Cogne, ormai di mondiale dominio. Le ho mandato anche il libro, che lei puntualmente non ha letto. Mi ha risposto che non aveva tempo e che lo avrebbe fatto leggere al medico della difesa Torre, grand’uomo anche lui, meraviglioso e inutile esperto. (Uno poi che si fa coinvolgere nel caso di Rosa e Olindo per difenderli, io, proprio non lo vorrei incontrare nemmeno per sbaglio!)Quante altre ne ho fatte Anna Maria, quante ne ho dette, a quanti amici e colleghi mi sono rivolta, a quanti ho mandato il libro non lo ricordo nemmeno. Una caterva di gente sproporzionata alle mie poche energie e poche forze. Solo ‘La Voce di Romagna’ mi ha dato spazio, di recente, nella mia rubrica CRIMINI & TV. Lì ho potuto sostenere la tua provabilissima innocenza. Ho saputo in questi giorni , che tu, fino all’ultimo, hai sperato che Dio illuminasse i tuoi giudici e i tuoi accusatori più accaniti. Ma Dio l’aveva fatto Anna Maria, Dio aveva illuminato me e alcuni medici ancora onesti e integri, almeno nell’esercizio della loro professione...Tu, però, non te ne sei accorta. Sono stata l’unica a pubblicare la perizia molto abborracciata e prevenuta dell’illustre anatomopatologo di Cogne, il prof Viglino e le controperizie a quella, di gente più brava di lui, ma tu non ci hai fatto caso. Di tutti i libri pubblicati su Cogne lo so che il mio ‘Cogne: Un Enigma Svelato’ era solo uno dei tanti, però era MOLTO ILLUMINANTE, dal momento che sottoponevo al giudizio della comunità medica e scientifica italiana un’ipotesi diversa da tutte: quella di una morte naturale dimostrabile. Del resto, per i primi due giorni dopo il fattaccio, una brava dottoressa, la tua, ti aveva convinto della stessa cosa e tu le avevi creduto. Aveva ragione lei, la Satragni e torto tutti i paludatoni e i grilli parlanti venuti dopo. Sono perfettamente consapevole Anna Maria della luce che portava il mio libro e di quanto sarebbe stata illuminante una vera inchiesta medica fatta a partire dalle sue premesse, inchiesta purtroppo caldeggiata solo da un’altra DONNA DI LUCE, Maria Rita Parsi, che questo propose INUTILMENTE dopo aver letto e recensito il mio libro, sulle pagine del Resto del Carlino. Non ci posso e non ci ho potuto fare nulla se i tuoi avvocati si sono incartati in una falsa indagine, che la spocchia dei televisivi aveva inscenato per loro, o se la tracotanza degli inquirenti che l’hanno portata avanti, e se la pompa magna di una giustizia decadente e marcescente ha prevalso sulla nuda e umile idea di un’inchiesta medico-scientifica sul caso ‘morte di Samuele’ e non sulla tua mente sana. Galileo fu processato, condannato e costretto ad abiurare solo perché diceva la verità. Non è un caso isolato nella storia. Anche a te è successo. E adesso sei lì, dove in fondo chiedeva di essere la tua coerenza ineccepibile con quelle parole: “ Meglio sana in carcere che pazza fuori” . Sei sana, sei innocente e sei in carcere, mentre io che sono andata a bussare per te a tutte le porte possibili e immaginabili mi sono ammalata di una malattia impronunciabile e crudele, sto chiusa dentro un ospedale e ho un futuro impossibile. A meno che la Grazia di Dio non mi restituisca ciò che ti ho dato , a meno che la sua Bontà non mi illumini, non metta luce nelle mie ferite come io l’ho messa nelle tue. Come io ho illuminato te portando amorevolmente la tua croce per un sacco di tempo, tu illumina me ora con le tue preghiere e rendimi almeno il senso dell’immenso sacrificio fatto. E che L’Italia Intera, politici, pm, giudici, psichiatri, intellettualoidi, giornalisti e ballerine, che l’Italia imbastardita e involgarita e ‘colpita al cuore’ come diceva una volta De Gregori, l’Italia mai caduta così in basso come ora ( immondizia et Napoli docet), comprenda ciò che abbiamo fatto l’una per l’altra senza nemmeno conoscerci, solo per amore della giustizia e della verità, in cui crediamo e crederemo sempre. Ciao, Anna Maria, io mi chiamo Maria Grazia, come vedi anche una parte del nostro nome è comune.
Maria Grazia Torri

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Inviato da Anonimo
il 07/06/08 @ 16:49
Ho letto è l'avvilimento più completo mi ha invaso: c'è da aver paura. Se fossero vere le ipotesi dell'autrice del libro siamo di fronte ad un altro caso di mala giustizia di gravità inaudita.
Maria

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Messaggio N°679 22-05-2008 - 12:14
Tags: Denunce - Appelli

Fratelli d'Italia
di Enrico Moscarelli

Vorrei che i nostri martiri dell’Unità d’Italia, quelli della bellissima Piazza dei Martiri, risorgessero per vedere lo stato in cui versa il loro paese, sotto cumuli di spazzatura e ostaggio della camorra che fa affari con gli imprenditori del centro e del nord e che con loro avvelena quelle che furono le terre vergini del Vesuvio. Sono certo che sarebbero loro, quei martiri, a vergognarsi. Loro che, in buona fede e amando una vagheggiata Italia di fratelli, sarebbero costretti a constatare che molti fratelli del Nord, altro non sono che relitti di un’antica barbarie, quella si difficile da estirpare. Perchè questi barbari dicono di sperare, non già di essere pronti a contribuire a risolvere i problemi che essi stessi hanno in gran parte determinato nel Sud alla deriva, quello che dovrebbe essere il Sud di una patria che è anche la loro, ma, per quanto riguarda Napoli, [lo dicono per scherzo, in fondo lo pensano in tanti] sperano in una devastante eruzione del Vesuvio, come possibile soluzione. Ma i barbari scendevano con le armi e non facevano in segreto scempi e devastazioni, come fanno gli affaristi senza scrupoli della ricca Padania. I barbari seri non si proclamavano fratelli di quelli che invadevano, mentre del Meridione, non siamo ormai più chiamati fratelli, bensì parassiti di risorse prodotte al nord dai concittadini di Tanzi e di Gnutti (e non mi dilungo su un elenco che sarebbe cospicuo). Va detto, a onor del vero, che i fratelli del nord, ci lasciano confezionare le mozzarelle, sebbene sembrano pentiti, perché forse già meditano di provvedere a gestirne la vendita in modo televisivamente più efficiente. E che dire, poi, della furbastra guerra mediatica che si fa contro il Sud di uno stesso paese? Qualcuno recentemente ha detto alla tv che il nostro turismo (si fa per dire) si sarebbe avvantaggiato delle numerose testimonianze e lavori televisivi su Napoli. Ma quanto di più si sarebbe avvantaggiato il nostro turismo, se quei mass media ne avessero taciuto, visto come realizzano quei lavori su Napoli, che è quella Napoli che loro immaginano e desiderano che sia. Vero è che Napoli, sebbene il suo nome richiami la polis che era uno Stato indipendente, non è uno Stato, e perciò non può darsi leggi efficaci contro la criminalità o per un piano quinquennale di sviluppo economico. Napoli è solo una città e ad essa non si può chiedere e non sarebbe consentito di lottare contro i malviventi, che hanno le loro armerie dappertutto, come non si può chiedere ad un condominio un piano di sviluppo industriale. L’unico responsabile della lotta alla criminalità è lo Stato, e se lo Stato non lo fa efficacemente (p. es., non si parla mai di “eliminazione” della criminalità organizzata, ma, nel migliore dei casi, un tempo, si parlava di “maggior contrasto” e, del resto, salvo rilievi con il gesso dopo qualche resa dei conti e qualche mappa territoriale con i nomi dei titolari, non si è mai visto un vero e serio “scontro” tra lo Stato e la camorra o la mafia) Napoli deve essere considerata città martire di questa Italia, con tutto il Sud, e non deve lasciarsi insultare da beceri imbecilli, che dovrebbero essere, in un paese serio, oggetto di provvedimenti penali da parte della magistratura. Si, perché, come diceva Demostene, l’insulto contro un popolo intero e assai più grave dell’insulto contro un singolo individuo, ciò che d’altra parte prevedono anche le leggi (si fa per dire) in vigore. La spazzatura: non si vedono all’orizzonte soluzioni strategiche del problema, che ha rilevanza nazionale e forse internazionale, mentre si fa da sempre il gioco perverso (v. Commissione Saredo del 1901) di scaricare le responsabilità sulle autorità locali, che sono pur sempre espressione delle centrali romane dei partiti. E questo preannuncia anche in futuro ineludibili e gravissimi scontri fra questa città e questo Stato. Ma i fratelli d’Italia, che si divertono a dire che per Napoli non c’è speranza, non si illudano, la eventuale e auspicata (da loro) distruzione e fine di Napoli comporterà la fine di questa madre matrigna, che è questa Italia. (a proposito di una lettera alla stampa firmata Vittorino Rossi – Brembate Sopra (BG) e di un’altra non meno squallida di Alessandro Tomaselli – Treviso, sotto il titolo “Dal Nord:Napoli sei una schifezza”)

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Messaggio N°678 20-05-2008 - 23:04
Tags: Denunce - Appelli

Appello di Romano Contrada a Giorgio Napolitano

L’avv. Romano CONTRADA di anni 72, ex funzionario SIP in pensione, oggi invalido al 100 per cento, intervistato domenica scorsa a Napoli da una tv locale, dopo il convegno in ricordo di Enzo Tortora, ove ha partecipato come semplice spettatore, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “… io spero che i magistrati italiani, quelli giudicanti e quelli di sorveglianza, si ricordino che nella nostra Costituzione non è ammessa la pena di morte, sia pure dilazionata nel tempo” ed ha poi aggiunto: “Mio fratello Bruno è stato condannato a morire in carcere; è molto malato, quindi gli resta poco da vivere, come del resto anche a me. Quindi io mi appello al Capo dello Stato e penso che dovrebbe avere un momento di riflessione, pensare … e … liberarlo, perché Lui ha la possibilità di salvarlo. Io ho conosciuto Giorgio Napolitano 30 anni fa in un piccolo bar di Napoli a via De Pretis. Lui mi offrì un caffé, senza conoscermi, perchè io ero un dipendente della SIP, ora vorrei che Lui mi offrisse la speranza di salvare la vita di mio fratello”.
Avvocato Giuseppe LIPERA

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Inviato da Anonimo
il 21/05/08 @ 15:36
Non vi rendete conto, delinquenti al potere, del male che avete fatto. Non è solo Bruno Contrada a spegnere nel dolore una vita, i suoi sogni, le sue speranze... Avete condannato con Contrada tutta la sua famiglia, i suoi amici... tutti coloro per i quali Contrada era una garanzia di pace e libertà! Al suo posto avete celto i malfattori, i porci, i narcisisti schifosi! siete voi i colpevoli! Morirete anche voi ma nessuno avrà memoria di voi, se non nelle maledizioni! Pentitevi!
Vicky

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Messaggio N°639 01-04-2008 - 13:43
Tags: Denunce - Appelli

Camilla ha bisogno di te!

Camilla è una bambina di cinque anni che vive a Calvizzano (Napoli). Ha due occhioni che quando ti fissano sembrano volerti dire: “Scusami se non riesco a parlarti, a darti la mano, a giocare e a correre con te… ma sono ammalata. Ho due “cose strane” che i medici chiamano MICROCEFALIA CON IPOPLASIA PONTE CEREBELLARE e SINDROME DI WEST. Boh?.. Io so solo che le cellule del mio cervello proprio non vogliono saperne di fare il loro dovere. Sembrano luci spente. Per fortuna, ci sono il mio papà e la mia mamma… ma mi mancano tanto le più semplici cose:giocare con l’amichetta del cuore, con la mia bambola preferita, coi cuginetti, i compagni di scuola, le maestre…” I medici italiani hanno detto che Camilla ha bisogno di “OSSIGENOTERAPIA”, eseguibile esclusivamente presso l’Ocean Hyperbaric Neurological Center in Florida. Negli U.S.A. hanno detto che “ha ottime possibilità di miglioramenti in seguito alla fisioterapia pediatrica intensiva e all’Ossigeno Terapia … ma… c’è un “ma” come sempre: la terapia, da farsi quanto prima (dopo il 7° anno di età i tempi di recupero aumentano) costa 265.665,00 dollari per ogni anno oltre il costo per il soggiorno negli States dei genitori… e… LA TERAPIA DURA TRE ANNI! Tutto qui! Il papà di Camilla è un pompiere; uno di quelli che salvano vite, che spengono il fuoco per gli altri e che si è trovato ben altro “fuoco” in casa; la mamma deve per forza fare la casalinga per poter fare “la mamma di Camilla”! CAMILLA TI CHIEDE UNA MANO! Chiede una mano a te ed a tutti quelli che ti stanno intorno, che riuscirai a contattare, a coinvolgere in questa “impresa del cuore”: permettere a Camilla di curarsi, di ridurre le frequenti crisi epilettiche e di non essere più totalmente immobile, ferma, statica, inerte… Dobbiamo fare in fretta. In estate Camilla deve riuscire ad andare in America, per iniziare le cure. Ogni giorno che passa è un giorno in più di sofferenza, di malattia, ed è un giorno in meno di gioia, di speranza.
CAMILLA TI CHIEDE AIUTO!
Puoi parlare con i suoi genitori, Mariano Luise (339.2099315) ed Anna Salatiello (334.6975837). Puoi contattare l’Associazione “Cavilla, la Stella che brilla” sul sito www.camillalastellachebrilla.it … e puoi dare realmente una mano versando quel che vuoi e quel che puoi e quel che riesci a ricevere da amici e parenti per lei sul c/c 100000001231 intestato ad Anna Salatiello presso il Banco di Napoli-Filiale di Qualiano (Napoli) IBAN:IT69D0101040120100000001231
CAMILLA NON PUO’ FARLO CON LA SUA VOCE MA CON QUEGLI OCCHIONI TI DICE “GRAZIE!”

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La redazione de La Voce di Megaride rivolge questo accorato appello in particolare ai candidati, TUTTI, alle Elezioni politiche e amministrative 2008, perché una piccola quota estorta al budget personale di ognuno per le spese della campagna elettorale, sia la promozione personale più autentica ed il gesto politico più civile per sottolineare l’ambìto corso nuovo delle Istituzioni; quello ancora poco credibile ed affidato a slogan tutti uguali che campeggiano su manifesti, locandine e “santini” di tutti i colori e che gli elettori sfiduciati non metabolizzano neppure più! Basta con gli sprechi! Concretezza ed autentica disponibilità: poiché la costosa tabellonistica finisce in cartastraccia e nelle discariche già ben note della nostra Regione; la solidarietà, la gratitudine, il sorriso e gli occhioni belli di Camilla sono, invece, "per sempre"!

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Inviato da Anonimo
il 08/04/08 @ 14:56
Proprio ieri sera, ho letto a miei amici l'appello di questo tuo post. Abbiamo deciso di inviare una somma per aiutare Camilla. Io ci sarò anche con una mia preghiera. Grazie per quello che fai e per esserci.
BlueChips

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Messaggio N°623 18-03-2008 - 20:16
Tags: Denunce - Appelli

Bambine nude in passerella a Milano
da www.troviamoibambini.it

Milano, si parla di “Un patto di legalità”… giusto? Bene, adesso leggetevi pure questa: Ho fatto un giro a Milano. Le sfilate di moda hanno traslocato. Non si fanno più tra via della Spiga e via Montenapoleone, ma in via Triboniano. In un campo nomadi, vicino al Cimitero Maggiore, messo a nuovo grazie al “Patto di Legalità” del Comune di Milano. Le modelle arrivano dalla Romania, belle e giovani, sui quindici anni. Le ragazze non vengono truccate, ma stuprate, picchiate, tenute senza cibo. Poi escono in passerella, forse un po’ anoressiche, per un clan di delinquenti stranieri che le ammira nude. Completamente nude. Più sono belle, più il valore sale. Si pagano fino a cinquemila euro per una fanciulla da far prostituire sui viali. Le donne, un tempo, sfilavano nude di fronte ai nazisti che le selezionavano per le camere a gas. Milano vuole l’EXPO 2012 e non sa proteggere delle bambine, perché sono poco più che bambine, nel suo territorio. A Milano è ritornato lo schiavismo, la capitale CO2 ha superato in peggio l’antica Roma. Le ragazzine sono merce sui marciapiedi per i pedofili locali. La richiesta è alta, le si può ammirare anche in pieno giorno. Carne fresca d’importazione. Il campo modello non può però essere perquisito e, tanto meno, tenuto sotto controllo. Lo riporta il Corriere della Sera: “poche settimane fa il pm Ester Nocera avrebbe voluto ordinare una perquisizione a riscontro di una prostituta stanca di umiliazioni e botte, ma un alto ufficiale dell’Arma ha allargato le braccia. E il perché è spiegato facilmente. O al campo di via Triboniano ci si va in massa, o la perquisizione non serve a nulla, perché un sistema di sentinelle avverte dell’arrivo dei militari e avvisa chi può fare sparire persone o cose in tempo reale.” Polizia di Stato, Carabinieri, Magistrati, Polizia locale, Guardie di Finanza, Vigili, Esercito: quanti sono tutti insieme? Centinaia di migliaia, ma insufficienti per il campo di via Triboniano. Il pensiero di un cittadino si perde. Come è possibile che delle ragazze siano trattate come delle bestie non lontano da Piazza del Duomo, che tutti lo sappiano e non succeda nulla. Un maledetto nulla. Forse l’Italia non c’è più, forse siamo in estinzione. Il Sindaco di Milano è una donna, Letizia Moratti, leggiamo… Milanese di nascita, laureata all’Università Statale, Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti ha saputo coniugare responsabilità di carattere istituzionale a ruoli-guida di importanti gruppi industriali italiani e stranieri. È tra i più noti imprenditori europei, avendo sviluppato numerose attività internazionali nel campo finanziario, assicurativo, del “risk management”, dei servizi di comunicazione e nel settore dei nuovi media. Presidente della Rai dal 1994 al 1996, ha realizzato un ampio piano di riorganizzazione interna e di rafforzamento produttivo, che ha portato a eliminare le precedenti perdite e a conseguire significativi utili di bilancio. Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica, nel 2003 ha riunito a Milano 25 ministri dell’Educazione e del Lavoro dell’Unione europea per discutere di capitale umano e di formazione professionale. Partecipa a numerose attività umanitarie e di assistenza sociale nei confronti di chi vive situazioni di disagio e di emarginazione. Ambasciatrice dell’Onu per la sezione Droga e Crimine, si è impegnata in iniziative capaci di restituire a molti giovani dignità, forza e voglia di vivere. È sposata con Gianmarco Moratti e ha due figli, Gilda e Gabriele. E meno male che il Sindaco di Milano, partecipa a numerose attività di assistenza, che abbia smesso ? Ambasciatrice dell’ ONU, per la sezione Droga e Crimine ? Siamo sicuri ? Cari Amici scriviamo tutti assieme alla Moratti e per conoscenza all’ONU Italia, poniamole una domanda semplice semplice: “Caro Sindaco di Milano Onorevolissima LETIZIA MORATTI e se a sfilare su quelle passerelle ci fosse tua figlia Gilda, denudata violentata e venduta? Te la daresti una mossa ?” clicca qui per mandare una mail Per chi non utilizza outlook, sono questi gli indirizzi a cui mandare la mail: gc.forzaitalia@comune.milano.it; manfredi.palmeri@comune.milano.it; rapp.ita.onu.rm@esteri.it; info@troviamoibambini.it Diffondete a tappeto ! Grazie.
Il Comitato Troviamo i Bambini Bambini scomparsi

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Messaggio N°618 16-03-2008 - 02:06
Tags: Denunce - Appelli

marcia digitale

Generazione Elle promuove per domenica 16 marzo dalle 15.30 una marcia digitale sul sito dell' Ambasciata cinese in Italia http://www.fmprc.gov.cn/ce/ceit/ita/ per chiedere la fine della violenza e la libertà ( e la democrazia ) in Tibet e in Cina.

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Inviato da dorino1
il 16/03/08 @ 08:45
Complimenti per questo magnifico angolo di web.
Felice Giornata da Dorino

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Messaggio N°616 13-03-2008 - 01:02
Tags: Denunce - Appelli

Daniela Della Pietra, datti una mossa!

"Mio fratello è un martire cristiano che sta morendo in carcere innocente tra mille sofferenze: ieri l'ho visto e sono uscita dalla prigione sconvolta, perchè quasi non ci vede più". Anna Contrada, sorella di Bruno, l'ex funzionario del Sisde che sta scontando una condanna a 10 anni di reclusione nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere per concorso esterno in associazione mafiosa è preoccupata. "La notte scorsa non ho dormito e adesso sto male anch'io - aggiunge tra le lacrime - perchè ieri ho trovato mio fratello in condizioni disperate e disumane. Non cammina, ma barcolla appoggiandosi al muro. Dall'occhio destro non vede più, mentre con il sinistro distingue macchie bianche e nere. E questo gli impedisce di leggere, il suo unico passatempo in carcere e così adesso è più depresso di prima". "Ho trovato Bruno - rivela Anna Contrada - in condizioni psicologiche incredibili non solo perchè è gravemente malato, ma anche perchè sta scontando una pena ingiusta da innocente". La sorella dell'ex funzionario del Sisde chiede "umanità nei confronti" di Bruno Contrada. "Deve tornare subito a casa - conclude - ma non da morto e per trascorrervi gli ultimi giorni della sua vita, ma in tempo per potersi curare". Sulla vicenda è intervenuto anche il legale di Contrada, l'avvocato Giuseppe Lipera, che ha inviato un telegramma al giudice di sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere "invitandola a decidere sulle istanze di scarcerazione" già presentate.

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Messaggio N°598 21-02-2008 - 17:51
Tags: Denunce - Appelli

Contrada: bollettino del giorno

LETTERA AL MINISTRO DELLA DIFESA Arturo Parisi ROMA La prego, Signor Ministro, di valutare la possibilità (sentendo magari il parere delle alte gerarchie militari) di riaprire urgentemente il carcere militare Forte Boccea di Roma tenuto conto del grave disagio che hanno le famiglie, e quindi i detenuti, rinchiusi nell’unico penitenziario militare oggi in Italia che mi risulta essere quello di Santa Maria Capua Vetere, che si trova in provincia di Caserta. Roma, infatti, è più facile da raggiungere rispetto a qualsiasi altro posto per ogni persona d’Italia e quindi faciliterebbe anche i rapporti tra i detenuti e gli avvocati che provengono da ogni Foro. Nel contempo si avrebbe un altro vantaggio: l’Ufficio del Magistrato di Sorveglianza di Roma è composto ovviamente da tanti magistrati anziché da uno solo (come a Santa Maria Capua Vetere) e ciò consentirebbe un più ampio rapporto dialettico giuridico forense e magari una più completa e diversificata cultura della giurisdizione.
Catania 21/2/2008.
Con ossequi Avv. Giuseppe Lipera

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Al Ministro della Giustizia Dott. Luigi Scotti
Al Consiglio Superiore della Magistratura Loro Sedi
Oggetto: Bruno Contrada richiesta di intervento
Faccio seguito alle varie informative inviate, riguardante il caso in epigrafe, e di cui non ho mai ricevuto riscontro. Leggo sui giornali, notizie non smentite, quindi presumo esatte, che il Ministro della Giustizia Luigi Scotti nonché il Consiglio Superiore della Magistratura siano ultimamente intervenuti in due recenti fatti di cronaca e segnatamente per la storia del sequestro del feto a Napoli e per quella del pedofilo in libertà ad Agrigento e, a parere di tanti, hanno fatto benissimo, perché ovviamente allarmati da accadimenti che appaiono ingiusti, manifestando così volontà, almeno così immagino, di vederci chiaro. Ciò posto chiedo al Ministro della Giustizia e ai signori componenti del Consiglio Superiore della Magistratura (quest’ultimo si apprende proprio oggi che è intervenuto anche sul caso di Giovanni Novi, tant’è che ha chiesto alla Procura Repubblica di Genova copia della richiesta di domiciliari per l'ex presidente del porto di Genova) di intervenire presso l’Ufficio del Magistrato di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, che da alcuni mesi tratta la pratica di differimento pena del Dott. Bruno Contrada, denegando tutte le istanze della difesa, nonostante i sanitari del carcere (e lo ammette nei suoi provvedimenti anche il Magistrato dott.ssa Daniela Della Pietra) abbiano sostenuto reiteratamente che le condizioni di salute del detenuto 76enne siano gravissime ed incompatibili col regime carcerario, circostanza pacifica ed acclarata (il dott. Bruno Contrada è stato ricoverato in Ospedale la settimana scorsa per un ennesimo insulto ischemico cerebrale ed il Magistrato di Sorveglianza lo sa).
Catania 21/2/08
Con ossequi Avv. Giuseppe Lipera

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In ordine all'inintelligibile, misteriosofico caso Contrada continuano a giungere in redazione sempre più numerose ed accorate adesioni, offerte di aiuto, proposte, suggerimenti dei più disparati, anche molto originali. Segno che la gente comune lavora di cervello oltreche' di cuore, perchè stanca dell'assurda odissea giudiziaria che assomma troppe puntate, come una soap-opera americana e dell'ormai macabro rituale di regime che vede vittima sacrificale un valido e fedele servitore dello Stato, mentre, in senso metaforico, "i topi ballano" .Oggi, ci sembra giusto dare la parola ai lettori e vogliamo sottoporre all'avvocato Lipera due diversi ed originali quesiti per i quali attendiamo riscontro.
1) Mimmo Di Renzo della Onlus SENZA BARRIERE chiede se sia possibile avanzare per Bruno Contrada istanza presso la ASL Caserta 2 per l'applicazione della L. 104, richiedendo - come evincesi dalle perniciose patologie autorevolmente certificate che affliggono il dott. Bruno Contrada - un'invalidità del 100% e la corrispettiva assegnazione a decreto del punto D che prevede l'accompagnamento da parte di un congiunto.
2) M. S. B. (richiede la privacy) ci scrive per offrirsi generosamente in ostaggio in carcere al posto di Bruno Contrada durante tutto il periodo degli eventuali arresti domiciliari o della sospensione della pena o della revisione del processo; insomma, fino a quando il dott. Contrada sarà ritenuto colpevole. Aggiunge di essere ancor giovane di età poichè ha circa 25 anni meno del detenuto, di essere di sana e robusta costituzione fisica, di non avere carichi pendenti e di non avere famiglia. (la suddetta non è un provocazione: è un'offerta accorata e sincera!... se pensiamo alle decine e decine di cittadini che stanno ancora inoltrando in redazione i propri requisiti per riempire l'elenco dei richiedenti asilo politico allo Stato Vaticano, in segno di protesta per il trattamento riservato dalla Repubblica Italiana al dott. Contrada, non ci meraviglia più alcun tipo di reazione ne' che la realtà superi la fantasia, poichè in fatto di FANTASIA giurisprudenziale la REALTA' del caso Contrada la dice lunga!)

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Messaggio N°589 13-02-2008 - 11:28
Tags: Denunce - Appelli

DEMIPOCRISIA

Roma ,13/02/08 Il 2 Agosto 1980, a Bologna, la follia terroristica raggiunge il suo apice: la stazione esplode e si porta via la vita di 85 innocenti, colpevoli solo di trovarsi nel posto e nel momento sbagliato…. Tra le vittime vi erano Sonia Burri di 7 anni e Patrizia Messineo di 18 anni, le figlie di Lia Serravalli e la sorella, Silvana di 34 anni, col bimbo che portava in grembo. Ma, a già tanto dolore, si collega il destino di un’altra vittima: il padre di Lia e Silvana si buttò dal sesto piano per protesta contro lo Stato che non riesce a dare giustizia e verità. Ancora oggi ! Oggi Lia ha un altro figlio, Silvano Burri di anni 25, che per Lei attualmente rappresenta un problema. Il Ragazzo, infatti, non riesce a trovare un lavoro stabile e decoroso. A questo punto mi nascono spontanee alcune riflessioni: quanto deve ancora soffrire la sig.ra Lia e la Sua Famiglia? Non basta tutto quello che hanno passato ? Ma questo “fantomatico” Stato con le Sue Istituzioni dove era e dove è attualmente ? Le Istituzioni cosa hanno fatto di concreto per questa famiglia ? A queste domande segue una sola risposta, il SILENZIO ASSORDANTE ! Parallelamente a tanto “SILENZIO” abbiamo invece notato una “forte e puntuale attenzione” delle Istituzioni verso gli “ex terroristi” secondo la logica del “reinserimento” o “riabilitazione politica”. Non mi dilungo sui nomi di certi “ex terroristi” assunti dalle Amministrazioni da Voi oggi rappresentate (Ognibene, Senzani, ecc.) L’italia continua ad alimentare il Terrorismo a spese delle vittime Speriamo che nelle prossime elezioni politiche gli amici dei terroristi e dei corrotti siano totalmente esclusi dai cittadini italiani dalle istituzioni.
Noi faremo campagna elettorale CONTRO DI LORO
Bruno Berardi “Domus Civitas” Vittime del terrorismo e mafia 3295340474

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Messaggio N°585 09-02-2008 - 14:23
Tags: Appelli

Appello
CHIEDIAMO AIUTO AI NOSTRI LETTORI!

Stamane, intorno alle 11,00, si è allontanato dai locali della redazione sita al p.co San Paolo, via Cinthia 26, zona Fuorigrotta, il cane nella foto, purtroppo senza collare, adottato appena sabato scorso 2 febbraio da noialtri mentre eravamo al lavoro presso il Teatro Augusteo (zona via Roma) di Napoli, dove aveva cercato rifugio.
E’ un esemplare maschio di taglia media, magro, zampe e coda esili, bianche e lunghe, mantello a pelo raso pezzato bianco e nero.
Segno particolare di riconoscimento: una cicatrice di circa 1 cm. sulla fronte, dovuta forse all’aggressione di un altro animale.
Ha il temperamento di un cucciolo, anche se ci è sconosciuta l’età. E’ molto affettuoso ed ha un modo tutto suo di implorare aiuto: preme con tutto il corpo sulle gambe della persona che individua quale protettore, poi si alza in piedi sulle zampe posteriori e con quelle anteriori letteralmente si avvinghia alla coscia del prescelto. Rifiuta anche l’offerta di cibo, chiedendo solo uno stretto contatto fisico con chi gli presta soccorso. Piange spesso. Scruta ogni persona, ogni cosa come se andasse alla ricerca di chi probabilmente l’ha abbandonato. E’ generalmente smarrito ed impaurito, soprattutto dai cani maschi e dai gatti. Capirete che un animale così provato è facilmente preda di malintenzionati e di animali più aggressivi, ragione per la quale, pur nell’impossibilità materiale (ospitando altri animali presso di noi) non abbiamo avuto cuore di rimetterlo in strada e da sabato è stato con noi, dividendo affettuosamente tempo, pasti e… persino il letto, dove si rannicchiava e dormiva incollato ai nuovi “padroni”. Il resto del tempo lo trascorreva volentieri in braccio, dormendo pancia all’aria come un bambino e carezzando con la zampa il viso ed i capelli di chi lo teneva in grembo.
Gli avevamo dato nome ARGO… ma ancora non ci si era abituato. Se lo incontrate, provate a chiamarlo ARGO o anche Billy, il nome che ha sentito più di frequente e relativo all’altro piccolo adottivo della redazione. Preghiamo chiunque di voler divulgare per tutta la zona di Napoli questo appello. Non riusciamo a pensarlo solo tra mille pericoli. Tra l’altro, questo appello è diramato da una connessione di fortuna perchè impossibilitata da giorni, la redazione, all’utilizzo di internet per i soliti casini burocratici della solita TELECOM terzomondista alla quale paghiamo profumatamente i disguidi da qualche mese.
Vi preghiamo quindi di segnalare ovunque il link, l’intero messaggio e la foto relativi a questo post. Contattare i seguenti numeri, eventualmente: 081.7679968, 333.6589005 o 393.3878020.
Sinceramente obbligati!
La Redazione de La Voce di Megaride
ORE 18,00
Si è felicemente conclusa l’odissea del piccolo “Argo”! Si era allontanato di oltre un km. dalla redazione in via Cinthia, finendo al viale Augusto, nei pressi del celebre bar Galano. E’ stato ritrovato stranito, infreddolito ed affamato dalle volontarie di www.aiutiamofido.org allertate immediatamente dopo la scomparsa del cane. Analogamente, l’allarme era stato lanciato anche alla d.ssa Clara Degni del Servizio Tutela e Diritti degli Animali del Comune di Napoli ed al capitano dei Carabinieri dott. Antonio Caterino, molto noti presso i ns. lettori per l’eccellente spirito animalista dimostrato in concreto in ordine a riprovevoli episodi di tortura ai danni di indifesi animali in alcuni quartieri di Napoli dei quali il nostro giornale ha ampiamente riferito e che, anche in questo caso, si sono resi disponibili con tutti gli strumenti e mezzi a disposizione. Altrettanto, si è dimostrata attiva la mailing list niseema@tin.it nel diramare immediatamente l’appello a tutti gli animalisti e volontari. Un pensiero particolarmente grato va all’amica di sempre Anna Diletto di aiutiamofido.org, autentica eroina di questa giornata campale. Tutti questi appassionati collaboratori contiamo di annoverarli quali protagonisti di una performance animalista a scopo benefico da organizzarsi quanto prima in un lunedì tematico al Teatro Augusteo in Napoli, performance sulla quale i gestori del celebre Teatro cittadino, Francesco e Alba Caccavale, generosi animalisti convinti, meditano da tempo.
Grazie a TUTTI! DI CUORE!

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Inviato da Anonimo
il 09/02/08 @ 17:55
Invierò l'appello a conoscenti di Napoli.
Maria

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Inviato da Anonimo
il 10/02/08 @ 23:17
Sono molto contenta, e adesso Argo deve stare sempre accanto ai suoi nuovi padroni. Anche questa volta gli è andata bene ma è meglio non riprovarci.
Maria

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Messaggio N°577 30-01-2008 - 00:49
Tags: Denunce - Appelli

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire

Al Magistrato di Sorveglia di S.M.CAPUA VETERE
Al Presidente della Corte di Appello I^ Sez. CALTANISSETTA
Al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di CALTANISSETTA
In difesa di Bruno Contrada
Qual difensore di CONTRADA Bruno, ESPONGO dall’Infermeria Speciale del Carcere Militare di Santa Maria Capua Vetere leggo la nota 24/1/2008 (V. allegato), a firma del Medico di Guardia, da cui risulta che il Dott. Bruno Contrada, nato a Napoli il 2/9/1931, ed ivi detenuto, risulta affetto da: cerebropatia vascolare cronica con pregresso ictus ischemico nel territorio di distribuzione dell’arteria cerebrale posteriore destra cui è residuata emianopsia laterale omonima sinistra e disturbo vertiginoso; vasculopatia ostruttiva carotidea; aortosclerosi; arteriopatia obliterante carotidea; ipertensione arteriosa; cardiopatia ipertensiva; diabete tipo 2; colecistopatia litiasica; sindrome depressiva di notevole entità clinica; eczema diffuso; ipertrofia prostatica benigna; artropatia articolazione spalla destra di natura post-traumatica con notevole limitazione funzionale; ipoacusia. Or non vi è chi non veda, o non possa intuire, quanto siano oggettivamente gravi le condizioni di salute di questo povero uomo, di 76 anni e mezzo, dicasi 76 anni e mezzo E non è tutto: in detta raccolta anamnestica non si tiene conto degli ulteriori esiti della risonanza magnetica all’encefalo e dell’ecodoppler vasi aortici superiori, esami praticati presso l’Ospedale Civile il 22/1/2008, né della TAC al torace e dell’eco addome del 26/1/2008: Il quadro clinico, già devastante, serio e drammatico verrà completato il prossimo 31 gennaio allorché il “vecchietto” verrà sottoposto a visita generale geriatrica. Questa è, ad onor del vero, il quadro globale che inspiegabilmente non si vuol comprendere, come se il mondo terreno, con la sua peculiare limitatezza, non fosse patrimonio di ognuno. Domande: 1. con queste patologie, a quell’età, con la sofferenza particolare connessa allo stato detentivo, quanto tempo ancora, ed in che condizioni, potrà vivere il Dott. Bruno Contrada? 2. E’ giusto tutto questo? 3. L’età sopravanzata, la grave infermità fisica, l’acclarata incompatibilità carceraria sono elementi che sussistono oppure no? 4. Ricorrono o non ricorrono le condizioni per la liberazione del condannato? rectius: differimento esecuzione pena ex art. 147 c.p? 5. Ha o no bisogno il “vecchietto” Bruno Contrada di costanti contatti con i presidi sanitari? 6. Siamo o no in una situazione di trattamento contrario al senso di umanità? Verità è che il Dott. Bruno Contrada è in serio pericolo di vita perché lo affermano i medici, tutti i medici, privati, pubblici, di parte e della Direzione Sanitaria del Carcere. Come può essere confutata questa diagnosi? Sappiamo che la Legge sostanziale e processuale consente la liberazione del Dott. Contrada, e quindi iustum est iussum Ma sappiamo ancor di più, come diceva Sant’Agostino che iustum est iustum: una cosa giusta … è una cosa giusta. Non ci sono altre parole! Dobbiamo solo confidare di trovare qualcuno che ha la volontà di applicare la Legge, in nome di Dio e del popolo italiano. Allegato ut supra. Con ossequi. avv. Giuseppe Lipera

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Inviato da Anonimo
il 30/01/08 @ 14:11
GIUSTA CAUSA ,PER VOLER RIPROPORRE IN DATA 02 02 08 IN CITTA' DI GUASTALLA DI REGGIO EMILIA UNA RACCOLTA FIRME .
P.M.

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Messaggio N°572 22-01-2008 - 19:56
Tags: Appelli

Una domenica di solidarietà vera
UNA FIRMA PER LA GIUSTIZIA
VOGLIAMO BRUNO CONTRADA LIBERO

Ispirandoci ai fondamentali valori Cristiani in difesa dei primari diritti dell’Uomo alla Vita, alla Dignità e alla Salute, si rende indispensabile portare a conoscenza di chi ancora ignora il caso Contrada il dramma del vecchio servitore dello Stato Italiano, abbandonato dalle Istituzioni e condannato a morte per consunzione, tuttora recluso nel carcere militare di S.Maria Capua Vetere nonostante le gravissime patologie certificate dai luminari dello Stato medesimo, con oltre 500 pagine di perizie cliniche che richiamano a cure specifiche impossibili da praticare in quel luogo, è indetta, per domenica prossima 27 gennaio, una raccolta-firme a cura dei sostenitori del dott. Contrada sul Territorio, da organizzarsi nelle varie città, sul sagrato di Chiese e Parrocchie, nelle cappelle di Ospedali, Collegi, Opere Pie e Caserme. Ognuno, anche il singolo cittadino, potrà sensibilizzare i fedeli e sollecitarne la Carità Cristiana, invitandoli a firmare un appello per la immediata scarcerazione di Bruno Contrada, per motivi umanitari, organizzando un banchetto presso il luogo di Culto. Si consiglia di contattare preventivamente i sacerdoti, i cappellani ed i diaconi delle varie diocesi che sicuramente non negheranno collaborazione e aiuto in un’emergenza simile. E’ in grave pericolo la vita di un Uomo! Le firme, accompagnate dai dati identificativi mediante registrazione di un documento valido (carta di identità, passaporto o patente) dovranno, poi, essere inoltrate allo Studio Legale Lipera (a Catania 95127, in Via Trieste 19; a Roma 00192, Via Attilio Regolo 19) che si sta già attivando in rappresentanza di quei cittadini italiani che hanno deciso di richiedere Asilo Politico al vicino Stato di Città del Vaticano, per dissociarsi dalla Volontà dell’Istituzione Pubblica ad eseguire, dopo terribile agonia, la disumana condanna a morte di Bruno Contrada.
IL COMITATO BRUNO CONTRADA

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Inviato da Anonimo
il 26/01/08 @ 11:51
Ognuno indichi dove avverrà (piazza, via o altro ecc.) domani domenica 27 gennaio il "CONTRADA POINT" per la raccolta delle firme di solidarietà comunicando ai giornali locali nonchè alle agenzie (ansa, adnkronos, apcom, agi, ecc. ecc.)
Avv. Giuseppe Lipera www.studiolegalelipera.it

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Inviato da vocedimegaride
il 26/01/08 @ 18:33
I Contrada POINT per la “giornata di solidarietà in favore di Bruno Contrada libero” nonché per la sottoscrizione della petizione per la Giustizia, domani mattina DOMENICA 27 GENNAIO a Catania saranno situati davanti al Cimitero (chiosco dei fiori) e in piazza Duomo. Interverranno gli Avvocati dello Studio Legale Lipera.

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Messaggio N°570 21-01-2008 - 10:59
Tags: Denunce - Appelli

Iniziativa di Megaride/Comitato Bruno Contrada

D'intesa con lo Studio Legale Lipera, "Megaride" ed il Comitato Bruno Contrada di Napoli propongono ai coraggiosi sostenitori di Bruno Contrada la sottoscrizione della suddetta istanza di ASILO POLITICO, da presentare alle massime autorità dello Stato di Città del Vaticano. Chiunque intenda aderire, è pregato di inoltrare dichiarazione spontanea con i propri dati anagrafici e gli estremi di un documento di riconoscimento (carta d'identità, passaporto o patente) a info@vocedimegaride.it . Per ogni ulteriore ragguaglio, contattare lo Studio Lipera che si occuperà del deposito degli atti presso la Segreteria di Stato Vaticana. Tempi brevi! - Al Capo di Stato Sua Santità Papa Benedetto XVI - Al Consigliere di Stato - Alla Segreteria di Stato Città del Vaticano OGGETTO: Istanza d’ASILO POLITICO Noi cittadini italiani, identificabili a pie’ di pagina, elettivamente domiciliati c/o lo Studio Legale Lipera in Roma, via Attilio Regolo n.19, c.a.p. 00192, con la presente proponiamo alle Loro Autorità di Governo dello Stato Vaticano istanza per la concessione d’Asilo Politico, nel pieno rispetto dei principi ispiratori degli artt. 1 e 2 e art. 13 punto 1 della Legge Fondamentale della Città del Vaticano del 26/11/2000 anno XXIII del Pontificato di Joannes Paulus II, in vigore dal 22 febbraio 2001 e pubblicata nel supplemento Acta Apostolicae Sedis, appellandoci ai criteri di solidarietà e sussidiarietà che ispirano il Loro Stato Sovrano, riconosciuto dal Trattato Lateranense, firmato l’11 febbraio 1929 tra la Santa Sede e l’Italia che ne sanciva la personalità di Ente sovrano di diritto pubblico internazionale ed a tutti gli effetti riconosciuto quale Stato europeo. Noi sottoscritti cittadini italiani, a malincuore, riconosciamo essere venuti meno i principi ispiratori della Democrazia e della Costituzione del nostro Paese, con particolare riferimento alla libertà ormai “vigilata” di professione della Fede Cristiana e Cattolica (un tempo considerata religione ufficiale del Paese) confessione di Fede ormai segregata nell’ilarità offensiva e nella Cristofobia imperanti sul Territorio, in uno sconfortante clima di immoralità ed amoralità mai perseguito a termini di Legge dalle nostre Istituzioni. Con il declino morale del nostro Paese si assiste anche, con gran pena, al precipitare dei valori e della pratica della Giustizia, della Sanità Pubblica, dell’Ambiente e del Patrimonio culturale dell’Italia, in totale assenza dei principi di Solidarietà Umana e del rispetto dei primari diritti dell’Uomo. Sovente, in nome anche nostro ovvero del Popolo Italiano sono emesse dalle diverse Procure e Tribunali numerose sentenze giudiziarie dalle quali ci dissociamo totalmente. In tal guisa, assumiamo a simbolo della nostra richiesta d’Asilo Politico, il dott. Bruno Contrada e la sua odissea giudiziaria ed ancor più, avendone sollecitato per i motivi umanitari ben noti la documentatissima richiesta di differimento della pena o, in scelta, gli “arresti domiciliari”, vistaci negata anche la speranza di poter liberare da ulteriori pratiche di tortura il 76enne e gravemente ammalato dott. Contrada, laddove il ns. Paese, su scala mondiale, ha invece promosso la civile moratoria contro la Pena di Morte, noi sottoscritti cittadini, ravvisando in questa contraddittoria volontà ed esecutività espressa dalle Istituzioni del Governo Italiano, reputandoci offesi nella Dignità e nell’Integrità della persona, non intendiamo sottoscrivere la condanna a morte del vecchio e morente detenuto nel carcere militare di S.Maria Capua Vetere, prendendo pertanto le distanze e dissociandoci dalla Volontà Politica del ns. Paese che non condividiamo. Ritenendo di non voler essere complici in questa spregevole ed orrida azione di velata esecuzione di condanna a morte, rinunciamo alla cittadinanza italiana ed ai diritti da essa scaturenti sul suolo italiano, pregando le Loro Altissime Autorità di accettare cum Pietas la nostra irrinunciabile istanza.
I richiedenti: nome/cognome……………………………………
residente a ………………
tipo e n. doc. di riconoscimento………….....

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 1

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Inviato da Anonimo
il 23/01/08 @ 14:24
Si rammenta ai lettori che desiderano associarsi alla rivendicazione di Asilo Politico di alcuni sostenitori di Bruno Contrada che "megaride" chiuderà l'elenco il 31 mattina p.v., per trasmettere in giornata gli atti all'avvocato Lipera, per il successivo deposito.

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Messaggio N°561 16-01-2008 - 22:33
Tags: Denunce - Appelli

Vigili del Fuoco: sull'emergenza rifiuti

Orgoglio Campano della gente comune, cittadini, uomini e donne, vecchi e … La nomina di De Gennaro a Commissario per l’emergenza rifiuti a Napoli innesca ulteriori motivi di preoccupazione tra i cittadini e le varie realtà che partecipano alla protesta contro l’apertura del sito di Pianura. L’atteggiamento del Super Commissario, ancora in giudicato per i fatti di Genova, non è certamente quello votato al dialogo così come da egli dichiarato: lo conosciamo per i fatti e non le parole. Riunioni, incontri ed intenzioni tenute segrete fino ad oggi sono motivo di cattivi presagi, quanto detto da Prodi incalzato sul conferimento dei poteri a De Gennaro: “L'esercito solo in funzione logistica e non d’ordine pubblico” non convince il popolo soprattutto dopo le dichiarazioni di Parisi: “Qualora qualche sito sarà dichiarato zona militare” l’esercito è chiamato ad intervenire insieme alle altre forze dell’ordine. La popolazione Campana non è disposta a subire atteggiamenti antisociali e dittatoriali dopo aver subito per anni nel suo territorio, la transumanza d’ogni genere di porcherie, dai rifiuti tossici a quelli radioattivi spacciati e sversati come semplice “munnezza”, da parte d’altre regioni, che senza scrupoli hanno assoldato per decenni la camorra usandone i lucrosi servigi “ecologici”. Oggi dobbiamo anche subire i vari governatori regionali e quei personaggi nominati che albergano alla camera ed al senato ma che con la politica non hanno nulla a che vedere, e che, con la puzza sotto il naso, gridano allo scandalo puntando il dito contro i “terroni”. Non chiediamo a questi signori di accogliere i nostri rifiuti, bensì di riprendersi i loro rifiuti e provvedere alla bonifica dei nostri territori devastati, nonché a risarcire le vittime dai tanti tumori e malattie che hanno provocato. Nel pensare al popolo africano, c’è da rabbrividire a cosa, il potere degli interessi che governa il mondo dopo aver calpestato moralità ed ideologia, ha smaltito in quelle distese interminabili di giungle, deserti, catene montane o sotto la famosa strada che è costata la vita ad una giornalista che svolgeva onestamente con coraggio il proprio lavoro. L’emergenza rifiuti in Campania ha raggiunto livelli di guardia preoccupanti per la salute pubblica e per i gravissimi rischi alla quale sono esposti i lavoratori tra questi, i Vigili del Fuoco. Come Vigili e come settore RdB/CUB Vigili del Fuoco, affermiamo che mai i colleghi avrebbero pensato di dover rischiare la vita per mano di persone alle quale fino ad oggi hanno prestato soccorso … e continueranno a farlo anche domani. Ci auguriamo da oggi in avanti di non rivedere, mai più immagini di pompieri intenti in azioni anticrimine con le forze dell’ordine alle spalle e non sullo scenario o davanti a garantire la loro sicurezza durante l’intervento. Apprezziamo quanto detto dal Capo dipartimento nell’incontro tenuto presso il Comando di Napoli in data 10 gennaio c.m. in cui, dando sfogo all’appartenenza a questa regione e questa città si augura che nel più breve tempo sia risolta questa vergognosa situazione per ridare dignità a questo territorio concordando sulla necessità di una maggiore attenzione rispetto alle accresciute ed atipiche problematiche che essa, negli ultimi anni, sta vivendo. Il nostro intervento ha evidenziato come, la nostra regione, oramai vive uno stato d’emergenza che non può più essere definita tale: il problema dei rifiuti ha origini lontane sviluppatesi nell’intreccio affaristico e clientelare tra politica, imprenditoria e criminalità organizzata che ormai soffoca non solo Napoli ma l’intera Campania. La situazione nella città di Napoli ha scatenato una protesta della popolazione che sebbene motivata da giuste ragioni, sta coinvolgendo in modo drammatico, uomini e mezzi mandati allo sbaraglio in modo vergognoso dalle decisioni di una politica incapace di risolvere i problemi in questo caso portato alla degenerazione nel tempo, che ora richiede ulteriori provvedimenti repressivi; come dire: oltre al danno la beffa. Prima malattie e morti per le esalazioni tossiche, poi randellate se protesti. Ricordiamolo. A protestare è l’orgoglio di quelle persone oneste, cittadini comuni, uomini, donne, vecchi e bambini e non camorristi, politici ed affaristi collusi in un sistema di sfruttamento economico a danno di un intera comunità. Niente potrà cambiare se anziché fare violenza al popolo, non sono arrestati i veri responsabili e non è loro sequestrato il frutto dei guadagni illeciti, provenienti dai fondi elargiti per il ciclo dei rifiuti: circa 8 miliardi in 14 anni, parte dalle casse dello stato e parte da Bruxelles. Detto questo riteniamo che il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco a prescindere dalla questione Napoli città, ha necessità di rivedere le piante organiche in modo reale e non virtuale come le tabelle presentate dall’amministrazione. La regione Campania, per numeri d’interventi è seconda solo al Lazio. Se il prefetto Pecoraro e venuto a Napoli per chiudere la questione così come fatto dal sottosegretario in occasione dell’emergenza criminalità, la RdB dice NO GRAZIE! Spostare personale sottraendolo agli organici d’altri Comandi per tamponare, può essere vantaggioso per l’amministrazione e per la politica dell’attuale sottosegretario e del governo, ma non lo è per i pompieri tantomeno per quelli napoletani. Chiediamo attenzione e rispetto per chi opera da secoli a protezione dei beni e della vita umana vegliando h24 sui cittadini prestando la sua opera di soccorso tecnico urgente con ammirazione e rispetto di tutto il popolo d’ogni latitudine. Non possiamo tollerare e non accettiamo che per colpe di altri, i Vigili del Fuoco vengano fatti oggetti d’attacchi ad uomini e mezzi, vengano insultati, picchiati e quant’altro. Ci permettiamo di ribadire, perché convinti oppositori della riforma che stiamo subendo, che i Vigili del Fuoco non possono fare ordine pubblico ed essere schierati in prima linea. Chiediamo il rispetto della circolare “De Berardino”: in caso d’ordine pubblico i vigili del Fuoco devono rimanere nelle retrovie ed intervenire solo quando lo scenario e stato messo in sicurezza dalle forze dell’ordine. Un'altra cosa importante voglio ricordare: perseguire la politica del volontariato in un sud martoriato dalla disoccupazione e qualcosa di vergognoso. Anche il presidente del consiglio di recente ha fatto riferimento al sud ed alla disoccupazione che vive; chiediamo che il progetto dei distaccamenti volontari previsto in accordo regione Campania – Ministero Interno, venga rivisto perseguendo l’obiettivo di aprire i distaccamenti fissi con personale permanente arrivando a raggiungere i tempi previsti dal progetto Italia in 20 minuti. Il volontariato in supporto e non in sostituzione dei Vigili del Fuoco. La Campania oramai viaggia su statistiche diverse da quelli che erano gli interventi e la tipologia d’interventi prevista nel 1997, data dell’ultima emanazione di un DPCM per le piante organiche. Dal ‘97 ad oggi le emergenze sono tutte diventate ordinarie: rifiuti, criminalità, rischio idrogeologico, Vesuvio, bradisismo, il flagello estivo degli incendi, emergenza neve ect.etc. La parte politica deve, con alto senso di responsabilità, convenire sulla necessità urgente di rivalutare quelle che sono le caratteristiche e l’efficacia di un apparato di soccorso pubblico, potenziandolo e destinandovi risorse nuove, uomini e mezzi per riqualificare tutte le sedi di servizio, distribuendole sul territorio in modo da garantire in sicurezza e tempismo, il rispetto dei tempi massimi previsti per un intervento ritenuto utile ed efficace. Una volta raggiunto a regime questo potenziamento per dare risposta alla reale domanda d’aiuto del territorio saremo anche in grado di affrontare le nuove emergenze attuando i normali dispositivi previsti dai piani d’emergenza provinciali regionali e Nazionali.
Per il coordinamento regionale RdB/CUB settore Vigili del Fuoco
Andrea Vicinanza

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 1

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Inviato da vocedimegaride
il 16/01/08 @ 22:36
La CUB continua la mobilitazione contro l’uso antisociale dell’ emergenza-rifiuti per chiedere: un Piano Rifiuti discusso e condiviso con le popolazioni ,la Bonifica ambientale e sanitaria del territorio,l’avvio della Raccolta Differenziata in maniera seria e non in forme strumentali e propagandistiche, un Piano per il Lavoro, incardinato alla salvaguardia dell’ambiente, che assicuri stabilità occupazionale ai lavoratori e precari dei Consorzi di Bacino, delle Società Miste, del Progetto I.SO.LA. e degli addetti ai Lavori Socialmente Utili, Dopo il riuscito Presidio al Ministero dell’Ambiente - sostiene e partecipa con l’indizione di uno SCIOPERO GENERALE REGIONALE VENERDI 18 GENNAIO alla Manifestazione indetta dalla Rete Campana Salute/Ambiente, dai Comitati di Pianura, dai Centri Sociali e dal Sindacalismo di Base.

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Messaggio N°558 15-01-2008 - 21:00
Tags: Denunce - Appelli

"Compagni" di merende

Immagino che tutti i forcaioli giustizialisti fondamentalisti sadici e ignoranti stiano godendo dopo avere appreso della pronuncia del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, senza aver letto una riga di quel insensato provvedimento reiettivo riguardante Bruno Contrada.
Invece non c’è di che cosa rallegrarsi: trattasi di una decisione farneticante, illogica, contraddittoria e contorta sino all’inverosimile.
Se fosse una normale sentenza diremmo semplicemente "faremo ricorso in Cassazione", solo che la Corte Suprema di Cassazione non deciderà né domani né la prossima settimana perché, come è noto a tutti, i tempi sono lunghi (ad essere fortunati e celeri almeno un paio di mesi) … ed intanto il malato muore.
Per Rita Baraldini (condannata per terrorismo) o per Adriano Sofri e Stefano Bompressi (condannati per l’omicidio del Commissario Calabresi) – persone che certamente non avevano e non hanno 77 anni - le decisioni dei Tribunale di Sorveglianza di competenza furono diverse.
Quindi manifesta disparità di trattamento a seconda se sei detenuto a Pisa o a Roma anziché a Napoli.
E’ normale tutto questo in un paese civile?
Il Ministro della Giustizia non può sindacare i provvedimenti giurisdizionali, per carità verissimo, però ci fu un suo predecessore, un certo Claudio Martelli che si prese la briga di monitorare tutte le sentenze emesse dalla I^ sez. Penale della Corte di Cassazione, presieduta allora da S.E. Corrado Carnevale.
Domanda: perché il Ministro della Giustizia On.le Clemente Mastella, magari in sinergia col Ministro della Salute Livia Turco, non dispone al suo dicastero di monitorare tutti i provvedimenti, aventi ad oggetto incompatibilità carceraria per gravi motivi di salute, emessi in questi anni dal Magistrato di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere Daniela Della Pietra e del Tribunale di Sorveglianza di Napoli e li fa raffrontare con quelli emessi dai Tribunali di Sorveglianza degli altri distretti?
Credo che verrebbero fuori delle verità sconcertanti che tutti, i cittadini italiani, devono sapere.
Avv. Giuseppe Lipera

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 1

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Inviato da vocedimegaride
il 15/01/08 @ 22:07
Esprimiamo all'avvocato Giuseppe Lipera i sensi della nostra più elevata stima, per essersi imbarcato coraggiosamente nella ciclopica impresa della Difesa Contrada e lo invitiamo a voler caparbiamente insistere con la sua nota lealtà e tenacia a proporre al mondo la vergogna nazionale del caso Contrada. E' solo grazie alla sua opera, infatti, che molti giovani hanno finalmente appreso l'emblematica, triste storia di Bruno e che si sono appassionati alle sue sorti con spirito critico, maturando in coscienza e pensiero, umanità e morale. A noialtri "adulti" depressi ha infuso nuove speranze e spirito di libertà. E queste sono già due grandi vittorie, quando si vive in un triste Paese sotto regime. Siamo pronti a seguirlo, a sostenerlo, ancora e sempre in ogni azione e siamo fieri della sua amicizia che ci nobilita!
Marina Salvadore a nome del Comitato Bruno Contrada

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Messaggio N°555 14-01-2008 - 14:51
Tags: Denunce - Appelli

Sollecito a Tribunale Sorveglianza Napoli

Sollecito "fai da te"
Numerosissimi si auspica siano gli amici che vorranno subissare di messaggi il Tribunale di Sorveglianza di Napoli in favore di Bruno Contrada.
Inoltrare a: presidenza.tribsorv.napoli@giustizia.it ed anche in “Cc” a dirigenza.tribsorv.napoli@giustizia.it

Illustrissimi Signori, per Bruno Contrada, 76enne gravemente ammalato e segregato nel carcere militare di S.Maria Capua Vetere, chiediamo Vogliate esprimervi al più presto per gli arresti domiciliari, in luogo dei soli ed unici aspetti umanitari. E' da giorni, ormai, che attendiamo il pronunciamento dei Giudici e le ultime notizie della stampa nazionale, dovute all'errato ed inopportuno fenomeno massmediatico sorto a corollario di una semplice e accorata istanza, predispone gli spiriti e l'opinione pubblica a pronosticare un inquietante esito negativo, che finirebbe, peraltro, con l'alimentare di ulteriore fanta-politica le vicende nazionali collegate all'odissea giudiziaria del dott. Contrada che, lo ricordiamo, sta scontando una condanna definitiva e non urge, al momento, d'essere sottoposto ad altri gradi di giudizio o a processi virtuali stimolati dalla Stampa e dall'atteggiamento fin troppo ermetico delle Loro Maestranze, facilmente equivocabile. Per il detenuto Bruno Contrada, così come avvenuto per altri noti e meno noti detenuti italiani, chiediamo che si proceda esclusivamente con buonsenso, per motivi di Carità Cristiana e, per i laici, nell'applicazione dei Diritti Umani sanciti dalla Costituzione. Nonostante l'Italia si prodighi civilmente per la moratoria contro la Pena di Morte nel mondo, nel caso Contrada siamo propensi a pensare che sul Territorio si pratichi ancora la pena della Tortura. In memoria di Sua Santità Giovanni Paolo II, il governo italiano ha indultato numerosissimi detenuti per reati comuni anche gravi ma per Bruno Contrada, il detenuto più vecchio d'Italia, morente in un carcere militare, il governo e la magistratura non provano Pietà e non si riformano alla Carità Cristiana ne' alla Costituzione! Al di là dei giudizi sul complicato caso giudiziario, nel cui merito siamo incompetenti ad esprimerci e che parrebbe ormai concluso nel suo iter ci sta a cuore SOLO la possibilità che questo vecchio servitore dello Stato possa finire i suoi giorni tra le più confortevoli braccia dei suoi congiunti. Vi preghiamo di questo gesto caritatevole che non avrete indugio a compiere.
Marina Salvadore
a nome del Comitato Bruno Contrada

Sollecito dell'Avvocato Lipera
Telegramma n. 122/BB
AT PRESIDENTE TRIBUNALE SORVEGLIANZA NAPOLI
Torre C Centro Direzionale - 80143 Napoli
Tel. 081-2234955-2234954
SOTTOSCRITTO DIFENSORE 76ENNE BRUNO CONTRADA, DETENUTO CARCERE MILITARE SANTA MARIA CAPUA VETERE, RIFERIMENTO UDIENZA CAMERALE 10 CORMES. STOP
NON AVENDO RICEVUTO COMUNICAZIONE ALCUNA DECISIONE DA CODESTO ON.LE TRIBUNALE, RILEVATO SUSSISTERE ET PERMANERE PREGIUDIZIO IMMINENTE ET IRREPARABILE, CAUSA CONDIZIONI DI SALUTE GRAVI DEL CONDANNATO, SOLLECITO EMISSIONE CHIESTO PROVVEDIMENTO DIFFERIMENTO PENA AUT DETENZIONE DOMICILIARE stop
DECLINO OGNI RESPONSABILITA’ IPOTESI INFAUSTA stop
Catania 14 gennaio 2008
Avv. Giuseppe Lipera

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Messaggio N°553 12-01-2008 - 21:38
Tags: Denunce - Appelli

...e Napolitano continua ad arrampicarsi sugli specchi!

NON HO TITOLI NE’ SPETTA A ME INTROMETTERMI NEL RAPPORTO DIALETTICO ISTITUZIONALE TRA IL CAPO DELLO STATO E UN SENATORE DELLA REPUBBLICA, GUSTAVO SELVA, TUTTAVIA RITENGO DOVEROSAMENTE DI INTERVENIRE CONSIDERATO CHE SI DISCUTE SULLA ESATTA INTERPRETAZIONE DI UNA LETTERA, DA ME SCRITTA E FIRMATA, INVIATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
RIBADISCO ED INSISTO NELL’AFFERMARE E SOTTOSCRIVERE QUANTO SEGUE.
NON E’ ASSOLUTAMENTE E CATEGORICAMENTE POSSIBILE SOLLEVARE DUBBI INTERPRETATIVI SUL CONTENUTO, FORMALE E SOSTANZIALE, DELLA MIA LETTERA DEL 20 DICEMBRE SCORSO, INVIATA AL SIGNOR CAPO DELLO STATO GIORGIO NAPOLITANO.
LA MIA CITATA LETTERA, CHE CHIUNQUE PERALTRO PUO’ LEGGERE PERCHE’ PUBBLICATA INTEGRALMENTE IN VARI SITI WEB, NON ULTIMO IN http://www.brunocontrada.info/guest/index.php, E’ STATA OGGETTO, INFATTI, DELLA LETTERA A ME INVIATA IL SUCCESSIVO 24 DICEMBRE E A FIRMA DEL GIUDICE LORIS D’AMBROSIO.
IL DOTT.D’AMBROSIO, CONSIGLIERE PER GLI AFFARI DELLA GIUSTIZIA DEL QUIRINALE, MI SCRIVE TESTUALMENTE “… SU INCARICO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA RISPONDO ALLA LETTERA DA LEI INVIATAGLI IL 20 DICEMBRE 2007, AVENTE AD OGGETTO <IMPLORAZIONE> - <SUPPLICA> IN FAVORE DI BRUNO CONTRADA …”.
CIO’ PROVA DOCUMENTALMENTE E INCONFUTABILMENTE, COME ERA STATA RETTAMENTE INTERPRETATA SIN DAL PRIMO MOMENTO, DA PARTE QUANTOMENO DEGLI UFFICI DEL QUIRINALE, LA MIA LETTERA: UNA IMPLORAZIONE – SUPPLICA E GIAMMAI UNA DOMANDA DI GRAZIA, NE’ POTEVA ESSERE ALTRIMENTI PERALTRO.
QUESTI SONO I FATTI, DOCUMENTI ALLA MANO, E CHIUNQUE LIBERAMENTE LI PUO’ INTERPRETARE E COMMENTARE SECONDO IL SUO LIBERO CONVINCIMENTO MA SENZA POSSIBILITA’ ALCUNA DI TRAVISARE I FATTI.
Avv. GIUSEPPE LIPERA

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 4

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Inviato da vocedimegaride
il 12/01/08 @ 22:53
Presidente, cessa di parlare a sproposito! Non hai onorato la parola data all'Italia nella vigilia di Natale.
Tanto basta!

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Inviato da Anonimo
il 13/01/08 @ 18:43
Continua ad arrampicarsi sugli specchi perchè non sa come giustificarsi.
Maria

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Inviato da Anonimo
il 13/01/08 @ 19:44
Francesco Balsano ha scritto il: 13.01.08 alle ore: 11:33
Ma c'è qualche novità sui domiciliari? Qualcuno per favore risponda.. dal sito www.brunocontrada.info CASO BRUNO CONTRADA Essendo centinaia le email e le telefonate che riceviamo del tipo di quella di cui sopra, essendo milioni gli italiani che attendono di conoscere notizie certe sulle sorti di Bruno Contrada, riteniamo opportuno emettere il seguente comunicato Al momento non mi risulta che il Tribunale di Sorveglianza di Napoli, a seguito della udienza camerale del 10 gennaio scorso, abbia depositato alcun provvedimento sulla istanza di differimento pena o di detenzione domiciliare per gravi motivi di salute del dott. Bruno Contrada, che continua a rimanere detenuto presso il carcere militare di S. M.C. Vetere. Nell’ipotesi che anche domani mattina non si avesse notizia di alcuna decisione, senza alcun indugio invierò un sollecito formale al detto Tribunale di Sorveglianza. Nel momento in cui avrò notizie certe di una decisione, qualunque essa sarà, immediatamente verrà resa nota e diffusa attraverso le agenzie di stampa. Le condizioni di salute del dott. Contrada, a quanto si è potuto sapere, rimangono stazionarie e quindi gravi per come risulta peraltro dalle relazioni sanitarie ufficiali. Ritengo che egli stia vivendo con ansia queste ore anche se il conforto della solidarietà di tanti italiani gli da forza e speranza, e ciò perché egli pensa sempre alla sua dignità piuttosto che alla sua salute. Mi è doveroso, ritenendo di così ben interpretare l’intimo pensiero del dott. Bruno Contrada, ringraziare pubblicamente il leader politico Silvio Berlusconi, intervenuto poche ore fa con un autorevole messaggio in suo sostegno.
Catania 13 gennaio 2007
Avv. Giuseppe Lipera

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Inviato da Anonimo
il 13/01/08 @ 23:29
Nella lettera al sen. Selva, tra le altre minchiate insostenibili, il presidente dice di non poter entrare nel merito dell'operato della Magistratura.... dimenticando che in quanto Capo dello Stato è anche il Capo del Consiglio Superiore della Magistratura!

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Messaggio N°545 08-01-2008 - 21:04
Tags: Denunce - Appelli

Depistaggi?
Marina Salvadore/Comitato Bruno Contrada

Perversa coincidenza, diabolico caso? Sembrerebbe quasi fatto a bella posta, come un dispetto... ma ogni volta che lasciamo appena appena cadere l'attenzione dal caso Contrada, per dedicarci anche alle personali incombenze quotidiane, noi comuni mortali del Comitato (virtualmente tutti conviventi 24 ore al giorno in internet benchè residenti ognuno in una città diversa) siamo chiamati a fronteggiare emergenze inimmaginabili che ci costringono a riattaccarci di gran carriera alla flebo della comunicazione. Oggi nel tardo pomeriggio, per esempio, mentre in due eravamo fuori in auto per commissioni urgenti, apprendevamo dal Giornale Radio nazionale che il Tribunale di Sorveglianza aveva rigettato l'istanza di differimento della pena a Bruno Contrada! Attimi febbrili: "cavolo, il computer non l'abbiamo!" "Vabbe', disturbiamo per l'ennesima volta l'avvocato Lipera" "Sarà mica saltata l'adunata del 10 sotto il Trinunale, a Napoli?"...L'avvocato Lipera, beccato al volo, ci rispondeva: "E' una cazzata! L'udienza è fissata al 10!". Non abbiamo voluto disturbarlo oltre, tranquillizzati per un certo verso..però, poi, abbiamo pensato che chiunque avesse ascoltato quella notizia sarebbe caduto nella trappola di credere che per Bruno non necessitassero più, ormai, pubbliche manifestazioni di solidarietà, appelli e comitati d'opinione di semplici cittadini ...quindi abbiamo contattato la nostra impareggiabile corrispondente di Roma, Maria Venera, pregandola di divulgare a tappeto la falsità tendenziosa della notizia. Il colmo è che, rientrati in redazione, sullo schermo del TG2 passava di continuo la scritta con la bufala dell'ultim'ora. Incredibile che i bravi giornalai del servizio pubblico, pagati da noi, ostentino queste ingenuità e certa crassa ignoranza quando SAPPIAMO BENISSIMO che nello stile che gli è proprio di fare sempre velata opinione più che doverosa informazione, servi di regime, riescono a trasfigurare ogni realtà! Si avvicina la data fissata per l'udienza, circola già voce del possibile raduno di congiunti, amici e sostenitori di Contrada (per lo più, "pericolosissimi" DISABILI e ANZIANI!), per la protesta silenziosa organizzata per quel giorno... Forse qualcuno teme che potremmo essere una folla... che arrivino le telecamere, i fotoreporter?... Che rubiamo le prime pagine alla monnezza di De Gennaro? Vogliono tenerci a casa, per quel giorno? Per questo ci passano al megafono notizie a metà? Siamo in possesso del documento cui hanno fatto riferimento nei notiziari odierni e trattasi del provvedimento di rigetto della seconda istanza per il differimento della pena, a cura della ormai famosa Daniela Della Pietra, dell'Ufficio di Sorveglianza di S.Maria Capua Vetere firmato il 7 gennaio u.s. Ricordiamo a tutti che Bruno Contrada si espresse per le dimissioni dall'ospedale Cardarelli, prima di completare tutto l'iter degli accertamenti clinici richiesti da quell'Ufficio di Sorveglianza; accertamenti cui si sta sottoponendo ex art. 11 l.p. in day-hospital, nei giorni successivi al 2 gennaio, giorno delle dimissioni dal Cardarelli. Con il medesimo provvedimento si richiede, poi, l'immediata trasmissione degli atti al Tribunale di Sorveglianza di Napoli per quanto di competenza. Ergo, è il TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI NAPOLI che dovrà stimare l'opportunità degli arresti domiciliari per Bruno Contrada! Quindi, il capitolo non si è chiuso. Ci vediamo il 10 gennaio, come stabilito, presso il TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI NAPOLI! I pericolosissimi disabili e anziani, si armino.... di seggiolini pieghevoli, cappotti e sciarpe, merenda e pillole...perchè ci sarà da stare a lungo, in strada, alle intemperie!
(in foto: i pericolosissimi fratello e sorelle di Bruno Contrada)

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0

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Messaggio N°542 07-01-2008 - 13:52
Tags: Denunce - Appelli

BASTAAAA!!!
da www.lasicilia.it

apprendiamo: Caso Contrada: "Una tragica odissea"
NAPOLI - "La tragica odissea di Bruno Contrada e dei suoi familiari continua". Lo afferma il legale dell'ex funzionario del Sisde, Giuseppe Lipera, comunicando che Contrada è stato nuovamente trasferito dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere in un ospedale napoletano per effettuare una Tac. Questa mattina i fratelli di Contrada, Vittorio e Anna, e il cognato, il generale Giancarlo Tirri, si erano recati a Santa Maria Capua Vetere per avere un colloquio previsto dal regolamento penitenziario, ma hanno appreso dalla direzione del carcere che il loro congiunto era stato nuovamente trasferito in ospedale.
Il legale, inoltre, denuncia che ignoti hacker ieri pomeriggio hanno sabotato l'accesso alla sua posta elettronica, cambiando la password d'accesso e leggendo i messaggi ricevuti. Per questo motivo ha presentato una denuncia alla polizia postale di Catania. "Ieri - spiega il penalista - non riuscivo più a leggere le e-mail della mia posta elettronica. Stamani, mettendomi in contatto con l'area clienti del mio server, venivo a conoscenza che ignoti avevano cambiato la mia password effettuando un vero e proprio sabotaggio. Ho immediatamente provveduto a cambiare la password e la posta elettronica adesso funziona regolarmente"."Non so dire - afferma l'avvocato Lipera nella denuncia - se tutto questo è ricollegabile al fatto che in questo periodo sto difendendo il dottor Bruno Contrada, ex dirigente generale della polizia di Stato".
Per quanto riguarda gli attacchi hacker al server di posta dell'avvocato LIPERA la redazione de La Voce di Megaride, costantemente in linea diretta con l'avvocato, ha subito anch'essa medesimo trattamento nelle stesse ore, come può testimoniare la ns. corrispondente da Roma, sig.a Maria Venera, alla quale non venivano inoltrati i numerosi messaggi "tematici" spediti in copia ad ella e agli altri membri del Comitato Bruno Contrada di Napoli nonchè all'avvocato. Non è la prima volta, da quando ci occupiamo del caso Contrada, che subiamo sabotaggi di tal tipo o anche con attacchi diretti ai nostri tre siti ed al giornale blog. Analogamente, l'altro membro del Comitato, Domenico Di Renzo, presidente della onlus SENZA BARRIERE, ha subito scempio irreparabile del sito ufficiale della associazione che, lo ricordiamo, si occupa esclusivamente di DISABILI! "Ve la state facendo sotto?" Vergognatevi, mafiosi da quattro lire!


Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 5

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Inviato da Anonimo
il 07/01/08 @ 14:54
E' incredibile quello che sta capitando! Pensi che si troveranno i responsabili?
Maria

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Inviato da Anonimo
il 07/01/08 @ 14:59
In Italia si trovano SOLO i responsabili di REATI NON COMMESSI!

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Inviato da Anonimo
il 07/01/08 @ 16:53
Purtroppo, ormai da anni, il nostro povero paese sta subendo un degrado che sembra inarrestabile. La delinquenza e la sopraffazione dilaga, la giustizia (?) è in crisi profonda, il giornalismo, quello serio e vero, è morto. In ogni cosa si infiltra la parte più malsana della politica. Le leggi, giuste o ingiuste che siano, non vengono più fatte rispettare da nessuno. L'economia è al tracollo.
Che brutta fine che stiamo facendo!

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Inviato da Anonimo
il 07/01/08 @ 18:00
L'accanimento giudiziario su Bruno Contrada, i sabotaggi di cui sono fatti oggetto i suoi sostenitori denotano ancor più che "qualcuno" che ha agito da sempre nell'ombra ha MOLTA PAURA di essere smascherato. Vogliamo ricordare a questo "qualcuno" che, nel tempo, ogni perfetto equilibrio subisce gli effetti del lento fenomeno della precessione terrestre che riesce ad inclinare persino l'asse terrestre.... vorrei rammentare a questo "qualcuno" (più di uno) che il tempo è il killer più feroce di certe accolite... basti pensare che sono crollati, ad opera del tempo, persino Atlantide, i Faraoni d'Egitto, l'Impero Romano, la Grande Russia zarista, il Muro di Berlino... i sostenitori del vicere' Bassolino....TREMATE! TREMATE! Guardatevi le spalle anche dal complice di sempre.
marina

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Inviato da Anonimo
il 08/01/08 @ 01:07
Per deontologia professionale, in ordine alle notizie in articolo de La Sicilia, avendo personalmente sentito i familiari di Bruno Contrada, vi informiamo che la TAC cui è stato sottoposto in giornata Bruno presso una struttura pubblica era in calendario da giorni. Datasi la disponibilità dell'apparecchiatura presso il Nuovo Policlinico, è stato colà trasferito per l'esame diagnostico eppoi riportato a S.Maria Capua Vetere.
marina

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Messaggio N°539 04-01-2008 - 13:56
Tags: Denunce - Appelli

Mobilitazione pubblica x Protesta Civile
“APPICCIA ‘A LUCE! - SOSTIENI CONTRADA”

Appello agli italiani onesti in cerca di verità e giustizia
Mobilitazione Pubblica x Protesta Silenziosa
Sono ormai numerosissimi i cittadini che dissentono dalla sentenza emessa “in nome del popolo Italiano” in capo a Bruno Contrada; sentenza della quale, ad oggi, sono ancora sconosciute le motivazioni e pronunciata sulla base delle sole accuse “suggerite” a criminali incalliti, contro le numerosissime deposizioni a favore e gli attestati di stima di rappresentanti delle forze dell’ordine e delle Istituzioni di Stato. A quale occulto organigramma di potere ancora in auge mette paura Bruno Contrada, tanto da volerlo ridurre a vegetale e, per conseguenza, di CHI devono aver paura gli Italiani?
Maggior chiarezza sulla pagina di Storia Patria, scritta durante gli oscuri anni di piombo e stracciata frettolosamente dal libro di cronache italiane degli ultimi trent’anni, sarebbe da pretendere, per illuminare le buie segrete di troppi misteri italiani!Risolvere il teorema Contrada equivarrebbe, finalmente, a comprendere la nostra stessa Identità, la nostra stessa Dignità, poiché non ha diritto di Identità ne’ di Dignità chi non ha storia!Le corpose cronache degli ultimi giorni attorno al “caso Contrada”, al di là degli aspetti strettamente umanitari invocati dal suo difensore e tuttavia ignorati proprio presso quella platea politicizzata di “buonisti ad oltranza” che si erge a paladino della moratoria contro la Pena di MORTE eppoi si concede l’uso della TORTURA, che difende quotidianamente mostri, assassini e terroristi dichiarati, bastano da sole a farci intendere che c’è del MARCIO istituzionale! La gente comune pretende VERITA’ e CHIAREZZA e necessita anche di una corretta INFORMAZIONE stampa, fine a se stessa e NON strumentale ai politici di questa o quella sponda.Se il “caso Contrada”, dopo tre lustri, potesse infine chiarire a tutti gli Italiani le coordinate geopolitiche del Paese lungo le quali i cittadini sono stati inconsapevolmente scorazzati come zavorra, altri Misteri Italiani troverebbero, di riflesso, una chiara soluzione!Pretendiamo la VERITA’, Chiediamola scendendo in strada, invocandola in nome del POPOLO SOVRANO. Affrettiamo i tempi di questa VERITA’.
Per questi motivi, siete invitati TUTTI (chiunque senziente: favorevoli-contrari-indecisi sull’Uomo Contrada)
a mobilitarvi x una Protesta Silenziosa e civile
(sono ammessi solo cartelli o striscioni)
per la risoluzione di almeno UNO dei misteri italiani il giorno 10 gennaio alle h.09,00 a.m. sotto il Tribunale di Napolisito al quartiere del Centro Direzionaleper l’udienza fissata per il differimento della penainnanzi al Tribunale di Sorveglianza di Napoli
IL COMITATO BRUNO CONTRADA
http://blog.libero.it/lavocedimegaride
info@vocedimegaride.it

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Messaggio N°531 01-01-2008 - 15:48
Tags: Appelli

Conferenza stampa Avv. Lipera

Domani 2 gennaio 2008 l’Avvocato Giuseppe Lipera, difensore del Dr. Bruno Contrada, terrà una conferenza stampa alle h. 10,00 presso l’Hotel Jolly Veneto di Via Veneto a Roma.
Amici di Bruno fate il possibile per essere presenti, vi aspetto.
Maria Venera

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