Sai
perché c’è stata la “WALTERLOO” qui in Campania, caro
Silvio? Perché non hanno mosso un dito, “quelli”, i compagni
di merende, per liberarci di Ramsete-Bassolino e delle sue parrocchie...
e sono stati puniti! Anche se tolleranti, noi napoletani "nun
simmo fessi"!.. Altrimenti, senza dubbio, nell’ “INTELLETTUAIO”
à la page in cui siamo sprofondati da decenni, avrebbero
ancora vinto loro. Stiamo però in allerta per le prossime
amministrative: succedono sempre cose strane qui, in Campania e,
ad onor del vero, i "ras" non conoscono concorrenza ne',
mai, hanno conosciuto - per arcano mistero - l'eccellenza di un'opposizione.
Ora, però, in attesa di accoglierti come nostro gradito "concittadino
a tempo determinato", con l’acquolina in bocca per tutte le
belle cose che conti di portare a Napoli, un ammonimento più
che una preghiera: portaci il tuo RISPETTO! Il rispetto per la nostra
Identità, per la nostra gloriosa Storia, per le nostre eccellenze,
per la nostra intelligenza, per il nostro karma pesante, per quell’invidia
degli dei che ci perseguita da millenni. Non sia per te, Napoli,
la solita cartolina fatta di mandolino e babà, luna caprese
e panni “spasi”… il solito folklore oleografico. Non venire qui
con la solita faccia del “cumenda” anni 60 che villeggiava sulle
nostre spiagge con l’aria del lord inglese tra gli “affricani”,
dopo che s’era sparato in un niente i fondi della Cassa del Mezzogiorno,
lasciando sul territorio scheletri di capannoni industriali mai
inaugurati… cattedrali nel deserto finanziate da noi, per il profit
di industriette con la sede legale ubicata al nord, fingendo pure
di venirci a fare la beneficenza. Il teorema del federalismo del
buon Cattaneo è già stato applicato abbondantemente
dai cumenda del nord, in quegli anni di "anarchia" demosinistrocatta…
e contrariamente a quanto va ostentando Bossi, è stato proprio
questo Sud di “assistiti”, di “bifolchi”, di fetenti… a finanziare
il nord, per lungo tempo. Noi lo sappiamo benissimo d'essere condannati
all'EMERGENZA: ogni emergenza si traduce in gare d'appalto per i
soliti imprenditori fuori Napoli!!! Nel mentre ti ringraziamo per
averci liberato di Bassolino, di De Mita, di Mastella: radicati
sul territorio più di quanto per grazia di Sant’Antonio avremmo
mai osato richiedere ad un NOSTRO rappresentante, ti preghiamo di
lasciare Napoli e le cose di Napoli in mano ai napoletani; ce ne
sono ancora, qui, di persone rispettabili, di grandi personalità
tenute per quasi vent’anni sott’olio o sotto sale, come le nostre
celebri conserve alimentari, in attesa di sprigionare tutto il loro
amore patrio, le loro migliori caratteristiche. Qualcuno, rarissimo,
ce l'avevi anche nella lista locale ... ma confinato al 29.mo posto,
a fare da riempitivo, al seguito di "stranieri" o di "soliti
noti". Soprattutto, caro Silvio, evita di incorrere anche tu,
come i tuoi predecessori, nella squallida tiritera di Camorra e
Tammorra, quando e se ti dovesse accadere di non poter portare a
termine felicemente un progetto qualsiasi. E’ una scusa che non
regge più, da quando abbiamo capito, qui al Sud, che l’abusato
spurio giurisprudenziale del “concorso esterno in associazione mafiosa”
va letto, invece, quale “ concorso esterno in associazione politica”.
Mi spiace solo che non sei riuscito a liberarci del giustizialista
Di Pietro e che avrai dei problemi quando e se deciderai di aiutarci
davvero a tirar fuori di galera il povero Bruno Contrada, napoletano
perbene vittima delle toghe rosse… Per favore, dì a Bossi
della Lega di tenere il becco chiuso, soprattutto quando parla dei
meridionali intesi solo come zozzosi, sporchi, lerci e, come primo
atto di governo, cortesemente, acchiappate tutte quelle schifezze
di imprenditori del nord che d’intesa con la camorra ci hanno riempito
di tutte le sozzure possibili, trasformando Campania Felix in una
Chernobyl Infelix! Certo, questi lidi benedetti da troppa grazia
di Dio, hanno fatto invidia a troppi, nei millenni… Per questo,
ti chiediamo di approfondire la conoscenza della nostra storia,
dai tempi in cui da qui si illuminò di Civiltà l’Europa.
E liberaci pure da tutti i cinesi e le cineserie cui Prodi e Bassolino
hanno svenduto le eccellenze nostre. L’unica cosa che i cinesi non
sanno imitare è la mozzarella, lo sai… e han fatto di tutto
per distruggere questo prodotto italiano, più esportato di
Armani e Versace, pur non avendolo mai importato. Riprendiamoci
il Porto di Napoli, ch’è in mano cinese! Facciamo in modo
che torni ad essere il porto più importante d’Italia e del
Mediterraneo. Ritorniamo a quell’economia marittima e marinara che
con la continentalizzazione post-risorgimentale delle nostre magnifiche
coste ci ha ridotti in bacino depresso d’Italia e d’Europa. Noi
staremo alla finestra a guardare, caro Silvio, silenziosi contrariamente
alla nostra indole... perchè siamo stanchi e parecchio incazzati...
Speriamo sinceramente di poter, un giorno, aprirti anche le nostre
braccia. Per il momento, questa è la chiave della porta di
casa nostra: accomodati, mettiti a tuo agio. L'arte dell'ospitalità
è ancora tradizione nostra ma tu, per favore, sbircia qualche
nozione nel "monsignor Della Casa" e fanne tesoro: è
il minimo richiesto per sedere al desco di Napoli Nobilissima!
Buon lavoro, Silvio... e se non hai tempo per leggere ... ti traduciamo
il messaggio in immagini e musica.
Inviato
da Anonimo
il 15/04/08 @ 22:39
Sicuramente farà, cara Marina, non
essendo dotato di bacchetta magica non credo che potranno vedersi
gli effetti immediati, ma sono certa che ce la metterà tutta.
Io ne ho un'idea diversa dalla tua e per questo motivo sono fiduciosa.
Buon rinascimento vero e mandate a casa Bassolino e Jervolino appena
potete, non votateli mai più, perchè sono i Presidenti
di Regione, Provincia e Comune quelli che possono fare o disfare,
ben più di un Governo centrale.
Maria
________________________________
Inviato
da Anonimo
il 16/04/08 @ 00:21
E dagli con la bacchetta magica! A noi non
servono i maghi...Cara Marina: sottoscrivo tutto il tuo articolo.
Antimo Ceparano
________________________________
Inviato
da Anonimo
il 16/04/08 @ 13:18
Anche
io sono daccordo con quanto scritto da Marina.
Pero' conoscendo la natura istrionica del Cavaliere, penso che non
badera' troppo alle aspettative (rispetto, cultura, identita', etc)
auspicate da Marina.
Che dire ?
Speriamo bene !
Ambro
_____________________________
Inviato
da Anonimo
il 16/04/08 @ 15:47
Grazie ad Antimo, Ambro, Maria... soprattutto
per l'attenzione concessami. Se qualcuno più vicino al "cavaliere"
potesse realmente recapitargli questo messaggio di benvenuto, potremmo
forse riceverci una risposta.
marina
____________________________
Messaggio
N°638 31-03-2008 - 15:13
Tags: Politica
Conversioni
miracolose
Boselli l'Unto del Signore
di Antimo Ceparano
Ero piccolino. Potevo avere cinque o sei anni e un mio zio: zio
Totonno; un gran bravo uomo convinto che la verità fosse
tutta a sinistra e che a destra ci fosse il vuoto totale dei Valori
e della Cultura, credendo di parlare a persona adulta mi sussurrava
nell’orecchio (credo di sinistra) che Gesù era stato il primo
socialista. In verità seppure ancor piccolo ed inesperto
notavo la differenza tra lo sguardo duro dello zio e quello dolce
di Gesù, la differenza nei dipinti e nelle immagini sacre
mostrava l’abisso tra le due culture. Altra differenza è
che lo zio odiava, letteralmente odiava! i ricchi, chi non la pensava
come lui mentre Gesù aveva il migliore amico che era ricco:
Lazzaro di Betania. Va bene! Erano i tempi, gli anni ’70 pieni di
contraddizioni! La cosa buffa è che a distanza di più
di trent’anni dai comizi di zio Totonno devo ascoltare e vedere
uno spot pubblicitario in cui un Gesù moderno (tratto dal
film : 7 kilometri da Gersusalemme) si preoccupa di evidenziare
il proprio appoggio al partito che fu di Craxi (vi prego di andare
al sito di politika del prof. A. Gentile per capire chi era Craxi!)
e che ha partorito dei Laeder di “grosso calibro” come Boselli!
Il bello è che il tal Boselli attacca prima la Chiesa con
annessi e connessi, poi le “ruba” il Fondatore per ridurlo ad un
comiziante stile basso impero. La trovata di Gesù che traccia
il cerchio dove rinchiudere il simbolo degli “ a-social-isti “ è
addirittura esaltante: mai cazzata fu più degna di dirsi
tale!
L’imbecillità di simili laeder viene a galla quanto e quando
non affrontano tempi quali: nel 2013 il corridoio economico della
Banca centrale europea passerà per l’Europa dell’Est, la
dismissione di malpensa va letta in questo senso come pure l’indipendenza
del Kosovo. Di noi che ne sarà, visto che resteremo senza
aiuti economici? Questa è solo una domanda che Karl Marx
si sarebbe posto, come pure Proudot o più semplicemente Rosselli
o Salvemini… Tutta la tradizione socialista tranne il “clone” di
Fassino : Boselli detto l’Unto.
E’ una buona ragione per votarlo: a Napoli si direbbe “’O vòto
sotto ‘e ‘n’ coppa” come a dire lo rigiro sotto e sopra…
CONTI
ITALIANI IN LIECHTENSTEIN
LOTTE INFINITE E SPOILS SYSTEM IN SALSA ITALIANA
di Giuseppe Fortuna
Tra
Visco e la Guardia di finanza davvero non corre buon sangue. Sarà
probabilmente questa la prima impressione del lettore di fronte
alla polemica scoppiata per la questione dei conti italiani nelle
banche del Liechtenstein. Soltanto pochi mesi fa il viceministro
si era scontrato con gran fragore mediatico e politico con l'allora
comandante generale Roberto Speciale. Oggi si lascia trascinare
in un'altra polemica imbarazzante addirittura con l'intero organismo
parasindacale delle Fiamme Gialle, il Cocer. Il che, considerato
il prestigio di cui il Consiglio giustamente gode presso la base,
è un po' come litigare con 65mila finanzieri tutti insieme.
D'altra parte, lo si sapeva. L'uomo è tanto bravo e competente
nella lotta all'evasione quanto ostinato, ruvido e irrimediabilmente
antipatico nei rapporti umani. Veltroni lo sa. E lo sa anche, e
molto bene, il generale Speciale. Che, come si capisce dall'intervista
apparsa ieri su Il Gornale, già scalda i motori in attesa
di guadagnare col Pdl uno scranno senatoriale. Queste le apparenze
superficiali. Ma la realtà è tutta qui o c'è
dell'altro? C'è altro. Molto altro. Questi episodi secondo
noi sono segnali di uno dei problemi più delicati, urgenti
e complicati che la prossima legislatura sarà chiamata ad
affrontare:quello dell'ormai insostenibile divaricazione operativa
tra Agenzia delle entrate e Guardia di finanza, cioè tra
la componente civile e quella militare della medesima amministrazione
finanziaria. Come abbiamo sottolineato più volte (si veda
per tutte il documento "Contribuenti per scelta" nella
homepage del sito www.ficiesse.it), i due organismi semplicemente
SI IGNORANO, si comportano come se l'altro non esistesse, come se
non operassero esattamente nel medesimo settore. Per accorgersene,
è sufficiente leggere i rispettivi rapporti o relazioni annuali,
cioè quei documenti in cui si dà pubblicamente conto
(in modo fin troppo autocelebrativo) dei risultati portati a casa
nell'anno precedente, di quanto si è stati bravi e di quanto
in più si potrebbe fare se si potesse disporre di maggiori
risorse. Ebbene, in questi solenni resoconti patinati nessuna delle
due strutture fa un seppur minimo cenno all'altra. Tamquam non essent.
Finanza? Boh!? Agenzie? De che!? Non ci credete? Fate una prova.
Andate al sito internet dell'Agenzia delle entrate e scaricate il
file della "Relazione di attività 2006". Digitate
con l'apposita funzione (l'icona col binocolo nella barra degli
strumenti) le parole "guardia di finanza" e aspettate
un paio di secondi. Ecco i risultati, o meglio "il" risultato,
perché la locuzione "guardia di finanza" occorre
- incredibile a dirsi - a una sola volta, a pagina 16 del documento,
e per una notazione assolutamente incidentale a proposito di una
nuova applicazione informatica in materia di segnalazioni sospette.
Provate poi a vedere se la GDF dedica maggiore attenzione ai "fratelli-coltelli"
dell'Agenzia delle entrate. Ripetete l'operazione con il "Rapporto
annuale Guardia di Finanza - Anno 2006". Cliccate il solito
binocolino, scrivete nell'apposito campo la locuzione "agenzia
delle entrate" e aspettate mezzo secondo. Risultati: zero!
Capito bene: z-e-r-o. Anche la Guardia di finanza non parla mai
di Agenzia delle entrate. Parole tabù. La domanda, allora,
è questa: è normale che i vertici delle strutture
deputate alla funzione prima ed essenziale per un paese civile,
quella di garantire il finanziamento della società civile
da parte dei cittadini sulla base della capacità contributiva
di ciascuno, marcino così palesemente ognuna per conto proprio?
E che per conto proprio facciano marciare anche le quasi 100mila
unità di personale - più di ogni altro paese dell'Unione
Europea - di cui complessivamente dispongono? No, non è normale.
Nel frattempo, probabilmente ripartiranno le logiche dello spoils
system in salsa italiana. Con resa dei conti e ulteriore avvicendamento
tra i soliti ministri e i soliti direttori di agenzia. Con altri
sassolini da cavarsi dalle scarpe e altri avvicendamenti prima della
scadenza dei contratti.
Tanto paga Pantalone.
**************************************
di
Rino Cammilleri
Fisco
I pensionati stanno ricevendo in questi giorni (febbraio 2008) una
lettera dall’Inps: si rechino al Caf più vicino per dichiarazioni,
verifiche etc. Tanto, i pensionati non hanno niente da fare. Anche
quelli che sono vecchissimi, malatissimi e solissimi. E’ nel dna
degli statalisti (tutta la sinistra, ma anche quella ex democristiana
e gli ex missini) “lottare” contro l’evasione fiscale, che per loro
è il peggiore crimine che mente umana possa concepire. Questo
refrain della «lotta all’evasione» lo si sente da sempre,
con un picco ossessivo al tempo di Craxi (ricordate lo slogan governativo
«Io pago le tasse. E tu?»; allora come oggi bisognerebbe
rispondere: «E tu, Stato, cosa ne fai di tutti i soldi che
ti diamo?»). Tuttavia, gli studenti del ragioneria sanno che
anche la «lotta» ha un costo. E che, se questo costo
supera il guadagno, la «lotta» non merita farla. Ecco
perché con i cosiddetti «grandi evasori» (quelli
in milioni di euro, quelli che hanno la residenza a Monaco o a Londra
o in Svizzera o alle Cayman…) il Fisco «patteggia»,
contentandosi di una parte di quel che gli spetta (secondo le regole,
va detto, che esso stesso ha posto). Sì, perché i
ricchi, potendo pagarsi fior di avvocati e di fiscalisti, possono
dare tanto di quel filo da torcere al Fisco da provocare la situazione
di cui si diceva sopra: un costo, anche in ordine di tempo (che
è denaro) molto vicino, se non pari, all’eventuale ricavo.
Meglio un uovo oggi che una gallina (forse) domani. E’ uno dei princìpi-base
della scienza economica. Perciò, il Fisco, fatti due conti,
realizza che sottraendo mezzo euro a testa a milioni e milioni di
poveracci indifesi, incassa molto di più, e subito, rispetto
alla caccia alle, tutto sommato poche, megatrasgressioni. Così,
la cosiddetta «giustizia» si risolve in un pernacchio.
Tuttavia, i soliti studenti di ragioneria sanno che c’è un
altro mezzo per lottare contro l’evasione: renderla poco conveniente.
Il che si realizza solo tenendo basse le imposte. I miei lettori
utilizzino questo piccolo promemoria per distinguere, alle prossime
elezioni, chi sta davvero «dalla parte del popolo».