La
seconda Municipalità di Napoli dei popolarissimi quartieri storici
Mercato e Pendino ha ricordato con molto trasporto Giorgio Almirante.
L'omaggio sentito della "destra" di ieri e di quella attuale ad
uno dei rari politici che nella storia della Repubblica ha creduto
che Napoli fosse una città italiana, contrariamente agli autoctoni
vicere'che la governano da sempre quale colonia
Inviato
da Anonimo
il 08/06/08 @ 19:13
Le parole di ringraziamento che il Presidente
del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha rivolto a Bassolino e Jervolino
ci fanno capire come i valori e la coerenza non siano presenti
nel DNA di molti politici. Le parole di Berlusconi sono state
un vero e proprio schiaffo al popolo napoletano costretto ad oltre
quattordici anni di dittatura "Bassoliniana" con i risultati
che sono sotto gli occhi del mondo intero. Ebbene il sig. Berlusconi,
dimenticandosi di quanto detto ai napoletani in campagna elettorale
durante La quale aveva promesso di liberare Napoli e la Campania
dall’attuale classe politica dirigente, adesso addirittura passa
a ringraziarli. Questo rafforza il convincimento nel ruolo che
"La Destra" deve avere nello scenario politico nazionale,
ossia quello di sentinella e di voce libera e propositiva in contrapposizione,
qualora se ne ravvisassero le condizioni, anche al Pdl. In quest’ottica,
ed in contrapposizione ai ringraziamenti fatti da Berlusconi alla
Jervolino ed a Bassolino, nei prossimi giorni continuerà
la raccolta di firme dai gazebo allestiti in città da "La
Destra" per chiedere le dimissioni di Sindaco e Governatore.
Dott. Antonio Corrado
2°
Meeting “Nuova cultura della Disabilità“
Napoli, 27
- 28 e 29 maggio
Questo
secondo meeting, riprende il manifesto siglato nel precedente
convegno del febbraio 2007 e ne amplia i concetti, fa suo il molteplice
mondo di chi ha sofferto sulla propria pelle, da sempre, la discriminazione
e l’emarginazione
Inviato
da Anonimo
il 08/06/08 @ 10:42
Nozze vietate a viterbo Quando la Chiesa
esclude i disabili Lui è semiparalizzato dopo un incidente,
il vescovo di Viterbo nega il matrimonio Se il «Padre Nostro»
riesce a dire tutto in 56 parole, non ne sono bastate il quadruplo
al Vescovo di Viterbo, Lorenzo Chiarinelli. Il monsignore doveva
spiegare perché ha rifiutato il matrimonio religioso a
un ragazzo che, semiparalizzato in un incidente stradale, forse
non potrà mai avere dei figli. Ha preferito evitarlo. Il
comunicato della Curia rivendica che la scelta è stata
fatta con «attenzione e amore», «rispetto e
discrezione». Che le «notizie di stampa circa decisioni
ecclesiastiche e divieti in ordine alla celebrazione di un matrimonio
debbono indubbiamente qualificarsi non solo come infondate, ma
anche come un'operazione di sciacallaggio». Che «sono
state offerte tutte le motivazioni di una realtà che non
dipende né da discrezionalità di giudizio né
da intenzionalità dei soggetti». Che «la riservatezza
è d'obbligo e la privacy è diritto». Che «tutto
è stato fatto nella condivisione sincera della situazione
e con ogni attenzione umana e cristiana». Perché
sia stata presa quella decisione, una coltellata nell'anima di
quel ragazzo di 25 anni già ferito nel corpo dallo schianto
ai primi di maggio, non è spiegato affatto. Come non è
spiegato perché, dopo avere ottenuto una lettera in cui
i due giovani fidanzati confermavano per iscritto la loro volontà
di sposarsi nonostante il colpo durissimo che avevano subito,
monsignor Chiarinelli non abbia avvertito l'opportunità
di ascoltarli di persona. La sua risposta, ha scritto Arnaldo
Sassi sul Messaggero, è stata «non possumus »,
senza tanti giri di parole, perché non è certa,
da parte di lui, la capacità di procreare. «Impotenza
copulativa ». I due ragazzi si sono sposati lo stesso, ieri
mattina, nell'ospedale romano dove lui è ancora ricoverato.
Matrimonio civile. Nel giorno stesso in cui erano state fissate
le nozze prima di quel terribile incidente stradale. Hanno giurato
di amarsi e rispettarsi nella buona e nella cattiva sorte, che
già li ha messi alla prova. E dicono le agenzie che hanno
levato il calice in un brindisi e tagliato la torta e sorriso
tra parenti e infermieri. Dio li benedica. E' un peccato, però,
che il vescovo non abbia sentito il bisogno di spiegare meglio
la scelta fatta. Non solo per quei due sposi respinti, ai quali
resterà per tutta la vita l'amaro in bocca, ma per tanti
credenti che, con tutto il rispetto per madre Chiesa magistra
vitae e la sua secolare saggezza, faticano a capire. Tanto più
che la storia dei rapporti con la disabilità ha visto straordinari
esempi di generosissima dedizione di preti e suore e cristiani
al capezzale di chi soffre. Ma è stata segnata anche da
una serie di incomprensioni e ostilità che, rilette con
gli occhi di oggi, gelano il sangue. Basti ricordare come la deformità,
nonostante grandi figure quali sant'Ermanno il Rattrappito (il
quale era tutto storto, gobbo, incapace perfino di stare seduto
ed era stato dai medici dell'epoca catalogato quasi come un demente,
ma era un santo) sia stata per secoli associata al male, al peccato,
all'offesa a Dio. E non si trattava solo di rappresentazioni iconografiche
in cui Satana era storpio, orrendo, mostruoso. San Gregorio Magno,
che aveva un'idea del corpo quale una specie di involucro ripugnante
che ricopre l'essenza, era convinto che «un'anima sana non
albergherà mai in una dimora malata ». Le leggende
medievali bollavano i deformi come frutti del peccato e il «
Malleus maleficarum », cioè quella specie di manuale
di caccia alle streghe redatto nel 1486 dai domenicani Jacob Sprenger
ed Heinrich Kramer, arrivò a ipotizzare che fossero concepiti
in un rapporto carnale col demonio. Certo, la « Taxa camarae
» di Leone X, il tariffario delle indulgenze dove si legge
che «i laici contraffatti o deformi che vogliano ricevere
ordini sacri e possedere benefici, pagheranno alla cancelleria
apostolica 58 libbre» e che «uguale somma pagherà
il guercio dell'occhio destro, mentre il guercio dell'occhio sinistro
pagherà al Papa 10 libbre», sarebbe un documento
falso o per lo meno «aggiustato » per ragioni polemiche
dai luterani. Ma è lo stesso Catechismo Tridentino a disciplinare,
a proposito dell'Ordine sacerdotale, che «non devono essere
promossi agli ordini i deformi per qualche grave vizio corporale
e gli storpi. La deformità ha qualcosa di ripugnante e
questa menomazione può ostacolare l'amministrazione dei
sacramenti ». Quest'idea dell'interferenza del Male nella
disabilità, già presente in Dante quando parla dell'epilessia
(«E quale è quei che cade, e non sa como / per forza
di demon ch'a terra il tira») è rimasta a lungo,
purtroppo, conficcata nella carne stessa di tanti cristiani. Lo
dice la delibera del IV Concilio del Laterano dove si rileva che
«l'infermità del corpo a volte proviene dal peccato».
Lo conferma il saggio dell'enciclopedia Treccani su «Infirmitas,
terapia spirituale e medicina» dove si spiega che la malattia
è per molto tempo «uno dei tria mala che caratterizzano
la natura e la storia dell'uomo da quando Adamo, con il peccato,
ha perduto per sé e per la sua progenie anche l'integrità
del corpo di cui godeva». «E' l'operato diabolico
che ingenera, favorisce e aggrava le malattie nervose, l'isteria,
l'epilessia e la follia ma, come l'acqua santa del battesimo scaccia
il demonio e lo stesso elemento, spruzzato "sui frutti della
terra, sulle viti e sugli alberi, sulle abitazioni dell'uomo,
sulle stalle e sulle greggi" è "rimedio e soccorso
contro i malefici di Satana"» scrive Paolo Sorcinelli
nel libro «Il corpo e l'acqua», «Ugualmente,
nei casi delle malattie della psiche, insieme al medico va chiamato
anche il sacerdote e le medicine, prima di venir sommi-nistrate,
devono essere benedette e asperse con l'acqua santa». Certo,
è cambiato tutto. E mille uomini di Chiesa hanno dato mille
volte prova di avere oggi un rapporto con la disabilità
generoso, spesso eroico e profondamente diverso dal passato. Proprio
per questo, però, davanti a un episodio che ferisce due
ragazzi già provati dal dolore come quei due sposini di
Viterbo, uno si chiede: ma perché?
Gian Antonio Stella 08 giugno 2008
Il
lungialmirante memoria storica in video
di Mauro Caiano
di Marina
Salvadore
Il neosindaco
Alemanno ha stabilito che sarà la comunità ebraica a decidere
se Roma, urbanizzata dai Cesari, Togliatti, Santi, Martiri ed
Eroi, potrà intitolare una strada a Giorgio Almirante, “uomo di
destra” particolarmente stimato anche dalla sinistra. In onore
di democrazia e considerata la minoranza ebraica dell’Urbe, forse,
sarebbe stato più opportuno indire un referendum tra le municipalità
romane, anche per evitare che i facinorosi di ogni opposta fazione
pensino che il bagaglio storico e culturale d’Italia ed anche
(purtroppo) della Chiesa Cattolica siano sempre prerogativa della
più antica Sion, megalopoli morale dell’Occidente. Con tutto il
rispetto per le povere vittime dell’Olocausto più celebre della
storia del mondo, non bisogna dimenticarsi di altri olocausti,
di milioni e milioni di altre vittime sacrificate sull’altare
della follia e dell’ingordigia di dittatorelli e satanisti che
hanno reso il globo una palla di groviera, laddove interi stati
e popoli sono stati ingoiati nei buchi neri dell’oblio. In particolare,
noi meridionali, avremmo il diritto di insorgere contro l’imposizione
delle migliaia di “cippi lapidei” - tra monumenti equestri e targhe
civiche – dedicati ai nostri aguzzini, da Garibaldi a Farini a
Cadorna a Vittorio Emanuele… autori della più vasta operazione
di pulizia etnica continentale ed artefici della più imponente
diaspora tuttora in atto, che da un secolo e mezzo si para il
volto dietro il vessillo della retorica risorgimentale che ha
letteralmente cancellato la millenaria storia di un pezzo di mondo
la cui origine si vorrebbe far risalire al primo novecento. Come
si può pretendere, nell’invocato clima di pacificazione globalizzante
più simile ad un’anestesia totale che allo scampanìo pasquale
(attuato, spesso, con iniziative che di pacifico nulla hanno)
di cancellare capitoli di storia dalla Storia dei Popoli idealmente
inglobati sotto le insegne di Squadra e Compasso? Globalizzata
soprattutto la politica, sotto il vessillo del dio Danaro e senza
la scomoda presenza dei partiti politici, espressione della passione,
dei sentimenti, delle storie della gente comune di qualsiasi estrazione.
I partiti politici erano espressione di Cultura, da sinistra a
destra, checchè se ne pensi. Ora, tornando a Giorgio Almirante,
che non fu vigliacco transfuga, allo scioglimento del partito
fascista, come tanti altri che poi, negli anni postumi della “democrazia”,
ci siamo ritrovati ai vertici dello Stato… angelicati, travestiti,
rigenerati, “appecorùti” eppure “mariuoli” e “istigatori all’odio”,
che nascondevano in una mano lo scettro e con l’altra aspergevano
d’acqua santa la massa, mai critici verso il proprio passato,
mai facendo ammenda… totalmente dimentichi dei propri trascorsi
affogati nel cloroformio, Almirante, come fece più tardi Karol
Wojtyla per conto ed in nome della Chiesa, rielaborò criticamente
i suoi trascorsi giovanili, ammise pubblicamente insopprimibili
errori del ventennio, riconducibili peraltro ad un’epoca storica
che, per quanti sforzi si facciano, le generazioni successive
non riescono neppure ad immaginare, benché si crogiolino nelle
immonde schiere avversarie senza costrutto e valori di neo-fascisti
e sfascisti. Almirante divenne l’uomo che la sinistra invidiava
alla destra; quella destra sociale che sulla linea dell’orizzonte
italico finiva spesso, come il mare, a collimare con il cielo
rosso tramonto della sinistra, in nome non di uno Stato di Diritto,
popolato da uomini in corsa per il potere ma di uno Stato Etico,
guidato da luminari, esperti, tecnici delle varie impellenze e
tematiche nazionali. Una Nazione non una Fazione!… laddove il
Governo servisse la Patria senza servirsene, laddove i cittadini
applicassero alla propria esistenza civile prima della teoria
del Diritto, quella del Dovere! Ancora oggi, ascoltando certi
suoi vecchi interventi, il lungi(al)mirante risulta quantomai
attuale. Non a caso è stato definito quale “Uomo che immaginò
il Futuro”. Giorgio Almirante rappresenta, oggi più che mai, un
monumento alla rara onestà intellettuale, l’altare di Valori,
Ideali, Statisti di ogni “colore” per i quali proviamo immensa
nostalgia, mortificati come siamo in questa plastificazione collettiva
che ancora ci spacciano per “società civile”, affollata di ragionieri
e mercanti! Nonostante i suoi discenti finiti nel gregge anonimo
della più remunerativa ed irresponsabile massificazione politica
continuino viscidamente a celebrarlo a vent’anni dalla sua scomparsa,
con la grinta di un imberbe Giotto al cospetto del maestro Cimabue,
forse temendone superstiziosamente il giudizio, noi dell’età di
mezzo, ignari del ventennio e della resistenza, non ancora nati
all’epoca della fondazione del MSI, infanti nel ’68… noi che andavamo
a scuola e all’università solo… per studiare, noi vissuti a cavallo
tra la minzione diuretica di Fiuggi ed i neo- mausolei del PD
e del PDL partoriti dalla feconda inventiva del sempiterno architetto
Hiram Habif, rispettivamente, sui numeri simbolici della Cabalà
di “Massoneria e Banche” e di “Massoneria e Industria”, ci chiediamo
cosa ne penserebbero, oggi, Almirante… ma non solo… De Gasperi,
Berlinguer, Totò e Peppino del mezzogiorno... Camillo e Peppone
della Bassa di Guareschi circa lo squallore odierno del moderno
schiavismo, l’invisibile incolore ed insapore regime dittatoriale
che ha fatto strage di uomini, idee, sentimenti, passioni....
calorici e coloriti più che alcolici "Negroni" e "bianchetti"
post-biliardo al banco di un'osteria di provincia. Dell’umanità
medesima!… Di questa Italietta meretrice che continua a svendersi
capitoli dolci, amari e piccanti della sua Storia sui banchi frigorifero
dell’ipermercato globalizzato, inaccessibile agli affamati “terzomondisti”
dei quali abbiamo riempito le fila anche noi. Come giudicherebbe,
Almirante, l’arma letale della carta di credito e delle finanziarie
studiate per impoverire i già poveri e sottrargli il tavolo, le
sedie, il giaciglio, per “far girare l’economia”, dell’emergenza
rifiuti nella sua Napoli che adorava, del troiaio di un’unica,
monocorde Fazione Italia… che ancora non ripresasi dal trauma
della sua menzognera fondazione risorgimentale, accampa ipocriti
pudori, accumula sotto i suoi piedi d’argilla verità e civiltà,
occultate nell’italico stivale munito di sperone che non conosce
l’onore di una cavalcatura ma che affonda il passo nelle sabbie
mobili della consapevole vergogna e che, al cospetto delle Nazioni
più antiche, non ha il coraggio di fare autocritica, di esprimere
le luci ed ombre della sua vita sballata di adolescente disturbata.
perchè disonorata. Povera Italia!
Inviato da
Anonimo
il 31/05/08 @ 20:28
Grande uomo, grande politico. Meriterebbe
sicuramente l'intitolazione di una strada. E invece dobbiamo sorbirci
le Vie intitolate a Togliatti, Marx , Lenin, Stalin e così
via
______________________________
Inviato da
Anonimo
il 02/06/08 @ 11:16
Almirante? Avrà anche ragione lei,
mah. Mi chiedo perchè Alemanno, dopo aver dichiarato il
fascismo "male assoluto", voglia dargli una strada.
E' quel che gli resta del fascismo: un rigurgito, un residuo di
digestione?? E poi, prima, chiede il permesso agli ebrei.
Che personaggio ridicolo!
Maurizio Blondet www.effedieffe.com
______________________________
Inviato da
Anonimo
il 03/06/08 @ 19:58
C'è una sola che non perdonerò
ad Almirante ed al pupillo Fini: l'allontanamento dal MSI di Angelo
Manna, reo di "meridionalismo". La sua celebre interrogazione
parlamentare, se volete rispolverarla, è al link http://www.vocedimegaride.it/e-book/InterpellanzaManna.htm
marina
"Grazie!"
a quanti hanno reso possibile la realizzazione di questo sogno!
"Grazie!" ai Vigili del Fuoco di tutta Italia! Camilla ce
l'ha scritto negli occhi che VINCERA'. "Buon Viaggio!" anche
a mamma Anna ed a papà Mariano
"Sappiamo
bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell'oceano. Ma
se questa goccia non ci fosse, all'oceano mancherebbe"
madre Teresa di Calcutta
servizio
di Marina Salvadore
riprese e montaggio di Mauro Caiano
Inviato
da Anonimo
il 26/05/08 @ 01:05
Auguri anche da una mamma di Roma perchè
Camilla torni presto completamente ristabilita.
Maria
___________________________
Inviato
da Anonimo
il 26/05/08 @ 10:27
QUESTA E' NAPOLI! DITELO AL MONDO INTERO!
____________________________
Inviato
da Anonimo
il 26/05/08 @ 11:47
Siamo sempre costretti ad emigrare anche
per curarci le malattie. Che vergogna. Che spreco: Con tutti i
soldi che si buttano via per le stronzate e con tutti i bravi
medici che abbiamo! Anche questa è monnezza! Eppoi si riempiono
la bocca di costituzione e di diritto alla salute! Dobbiamo sempre
ricorrere alla solidarietà degli altri per permetterci
delle cure costose, con tutti i buchi miliardari della Sanità
Pubblica e con tutti i soldi delle multinazionali farmaceutiche!
E la chiamano Democrazia e lo credono Progresso!
Piotr
______________________________
Inviato
da Anonimo
il 26/05/08 @ 14:21
Meno soldi a Veline, Calciatori, Amministratori
Delegati e Politici. PIU' SOLDI AI RICERCATORI!
Vicky
__________________________
Inviato
da Anonimo
il 26/05/08 @ 18:18
ricevuto in redazione: Da: milady [mailto:as.mar@xxxxxx]
Inviato: lunedì 26 maggio 2008 15.28 A: redazione Oggetto:
Camilla... Ieri ero in Piazza plebiscito,vorrei esprimere il mio
apprezzamento per lo spazio dedicato a Camilla,il montaggio e
la colonna sonora del servizio, nonchè per la simpatia
e la professionalità della giornalista e del cineoperatore.
il papà di Camilla mi ha segnalato il vostro sito, ci tornerò
spesso, e comunque segnalo il link per Camilla.
buon lavoro a tutti
_______________________________
Inviato
da Anonimo
il 28/05/08 @ 10:54
Avete notato quanti bambini sereni, accompagnati
da mamma e papà a passeggio, in questo filmato? Ecco, tra
tanta monnezza fa capolino l'autentica bellezza di questa città
che è ancora a dimensione d'uomo. Pazienza, se non abbiamo
l'organizzazione milanese, la pulizia svizzera, i soldi del torinese
banco di napoli, le luminarie di Parigi, gli strizzacervelli di
New York: abbiamo una città dove vecchi e bambini contano
ancora qualcosa.
=== LUCA ====
_________________________________
Inviato
da Anonimo
il 28/05/08 @ 12:43 via WEB
segnaliamo in home-page del sito www.camillalastellachebrilla.it
anche il bellissimo video realizzato dai volontari della onlus.
la redazione
____________________________
Inviato
da Anonimo
il 30/05/08 @ 19:49
Vi segnalo un nuovo video sulla manifestazione
di domenica 25 maggio, sempre per Camilla ma con il saggio dei
vigili del fuoco. Provate a visitare il blog Vigili del Fuoco
per passione. http://gianpla.freewordpress.it/camilla-brilla-aggiornamenti
servizio
di Marina Salvadore
riprese e montaggio Mauro Caiano
LA
CRONACA SENZA PELI SULLA LINGUA
di Marina Salvadore
Il
miglior convegno sull’Ingiustizia, questo organizzato in Napoli
a vent’anni dalla scomparsa di Enzo Tortora presso l’Unione
Industriali e patrocinato anche dal locale Ordine degli Avvocati.
Relatori d’eccezione illustri avvocati come Della Valle e
Pisapia che abbiamo abbondantemente conosciuto in Tv ed altri
altrettanto agguerriti anche se meno patinati. C’era, finalmente,
una buona rappresentanza della Stampa,a prendere appunti nonostante
il boicottaggio del blocco autostradale dalle 9,00 alle 13,00
decretato da quel bontempone dell’assessore comunale Nasti
con la sua surreale Domenica Ecologica e le strade ancora
lorde di tonnellate di monnezza sparse dal popolo in rivolta;
situazioni da“cacio sui maccheroni” ad uso dei giacobini e
degli “intellettuali” napoletani, fantasmi cattivi della Repubblica
di Robespierre, in auge ancora e SOLO in questa colonia italiana.
Ci spiace l’aver riscontrato, in questa manifestazione controcorrente,
l’assenza di contraddittorio… un qualsivoglia accenno di talk-show
a lavori finiti, tra il nobile consesso ed il pubblico lì
giunto dopo le fatiche del suddetto Camel Trophey napoletano.
E’ in queste rare, preziose occasioni che si dovrebbe favorire
il confronto con la platea perché tutte le belle relazioni
ed interventi non restino solo limitati al piacere dell’esercizio
di lessico, dell’orazione fine a se stessa, come videoclips
stampate in un nostalgico album dei ricordi, con il pericolo
di scadere nelle muffe della retorica, in particolare per
chi, da anni, in tema di Ingiustizia se la suona e se la canta,
purtroppo, da solo. Peccato! Un’occasione mancata di “interAzione”,
laddove la presenza dell’avvocato Lipera e di Salvo Giorgio,
il primo ed unico giornalista a perorare testardamente da
subito la causa giusta dell’ingiustiziato Bruno Contrada,
è stata intesa più a corredo scenografico della kermesse piuttostochè
quale testimonianza efficace dell’attualità del processo di
totale involuzione della Giustizia; tema medesimo del convegno.
Riflettori accesi sulla vicenda incresciosa - ma meno penosa,
al confronto - vissuta da Sandra Lonardo (presidente dell’intollerabile
e ormai quasi “abusivo” Consiglio Regionale) presente tra
i relatori e dal coniuge, (l’ex Guardasigilli del precedente
Governo, famoso per il controverso Indulto)… Comunque, l’importante
- per la difesa Contrada e per noi sostenitori - è “esserci
stati”, avervi fatto parte, anche se nel ruolo di attori non
protagonisti… aver ricordato, grazie all’intervento di Salvo
Giorgio, il caso Contrada… presenti in sala tutti i suoi stanchi,
vecchi ed acciaccati fratelli e sorelle. Così, anche la consegna
da parte di “Megaride” delle firme raccolte con la petizione
per la piena riabilitazione del Prefetto Bruno Contrada e
le decine di istanze d’asilo politico allo Stato Vaticano
di cittadini italiani che si dissociano dalla sentenza di
condanna a morte a fuoco lento in carcere, in esecuzione,
è stata effettuata in maniera ufficiosa, lontano dagli occhi
dei giornalisti e giornalai presenti; soprattutto lontano
dagli occhi dei relatori, principi dell’evento, per il pudore
che ci ha fatto desistere dall’approfittare della graziosa
ospitalità in casa altrui per un evento peraltro organizzato
per la presentazione de libro “Applausi e Sputi” sulla vicenda
Tortora, pubblicato dal moderatore dell’incontro, Vittorio
Pezzuto. Della giornata, tuttavia commovente anche se non
propositiva, ci rimane impressa la coraggiosa testimonianza
in video del presidente Cossiga, assente per motivi di salute…
e la parola gentile di Francesca Scopelliti, compagna di Enzo
Tortora, che ha sottolineato come e quanto una parte politica
sia quasi “collusa” con certa Magistratura mentre l’altra
parte non ha il coraggio – per timore? – di avversarla francamente.
Noi, invece, continuiamo a chiederci perché i radicali abbiano
così debolmente sostenuto il caso Contrada, di gran lunga
peggiore del caso Tortora. Abbiamo apprezzato con qualche
riserva l’intervento dell’avvocato Pisapia sulla depenalizzazione
dei reati minori e sul disegno di riforma del Codice Penale.
Inspiegabile ci è parsa l’assenza – anche solo di un contributo
in video – del senatore Lino Jannuzzi, vero leader di settore.
Relativamente all’importanza della location partenopea, teatro
della vicenda Tortora, peccato anche non aver invitato, da
parte degli organizzatori, l’ingegner Pietrangelo Gregorio,
pioniere della tv privata in Italia, Canale 21, indiscusso
altro primato nazionale (nonché nave-scuola di “Megaride”).
L’”ingegnere”, com’è affettuosamente appellato Gregorio da
quando conduceva la seguitissima trasmissione “Filo Diretto”,
era molto amico di Tortora: insieme battagliarono per la liberalizzazione
della tv via cavo e via etere. Unitamente a Pannella, l’ingegner
Gregorio dal pulpito della sua trasmissione dimostrò con i
fatti che le accuse rivolte a Tortora erano completamente
infondate. Non appena assolto, Enzo Tortora volle concedere
un’esclusiva a “Filo Diretto”, nel corso della quale ringraziò
il conduttore del programma per averlo sostenuto con vigore
estremo, Marco Pannella e l’avvocato Antonio Coppola per la
sua difesa. L’intervista, passata alla storia, fu ritrasmessa,
poi, da tutte le reti RAI e Mediaset. Tortora, che serbava
comunque Napoli nel cuore per motivi dinastici, in quell’intervista
dichiarò: “…da Napoli sono partite le più infamanti ed assurde
accuse sul mio conto ed avrei tutte le ragioni per odiare
questa meravigliosa città, se da Napoli non avessi ricevuto
una grande prova d’affetto da amici come Pietrangelo Gregorio,
che ha sempre creduto nella mia innocenza e si è strenuamente
battuto nel suo Filo Diretto, per proclamarla contro tutto
e contro tutti e, sempre da Napoli, non fosse arrivato il
mio completo riscatto, grazie all’avvocato Antonio Coppola,
che con la sua appassionata difesa è riuscito a dimostrare
la infondatezza delle assurde accuse ed a smascherare chi
le aveva formulate con tanta incosciente malvagità..”
Inviato
da Anonimo
il 20/05/08 @ 13:26
Condivido il pensiero della giornalista.
ero presente al convegno napoletano e ne ho colto le medesime
deduzioni: Enzo Tortora è divenuto ormai il classico
protomartire cristiano, utile a celebrare mille funzioni religiose
per ogni culto professato. La maniera migliore per celebrarlo,
visto che i vecchi dimenticano ed i giovani non sanno, avrebbe
richiesto l'impegno di tutti gli autorevoli relatori a sostenere
gli ingiustiziati venuti dopo di lui. Il convegno si è
ridotto ad uno sterile narcisismo di pochi ed anch'io rilevo
che la vicenda Contrada ha fatto solo da dessèrt all'abbuffata
pantagruelica di taluni personaggi, mentre ci si trovava nella
sede più opportuna a riportare alla ribalta, sull'esempio
eclatante del caso del dottor Contrada, l'imbarbarimento sempre
più cinico del potere di certe toghe.
Enzo Bonfiglio
_________________________________
Inviato
da Anonimo
il 20/05/08 @ 13:28
Ho
prima letto il post, poi mi sono visto il video...
Risultato :
ho firmato anche io la petizione (non lo avevo ancora fatto).
Ora sono il numero 669
Ambro
______________________________
Inviato
da Anonimo
il 20/05/08 @ 15:06
Grazie a voi. Difendere una vittima
della malagiustizia politicizzata come Bruno Contrada ci appare
un dovere morale cui ci è impossibile sotttrarci. Lo
faremo fino al giorno in cui avremo un Presidente della Repubblica
onesto e coscienzioso che a Contrada tributerà la medaglia
al valore per il suo impegno contro la mafia e contro i "professionisti
dell'antimafia".
Abu Ibrahim Kalim
Webmaster Istituto Culturale della Comunità Islamica
Italiana http://www.amislam.comislam.inst@alice.it
___________________________________
Inviato
da Anonimo
il 20/05/08 @ 20:21
Un rimpianto. Rimpiango di non essere
stato presente al convegno su Tortora e sui mali della giustizia.
Da sempre contesto i convegni dove non vi sia spazio per un
civile pronunciamento degli intervenuti e sicuramente lo avrei
fatto. Me lo avrebbero impedito. Sepolcri imbiancati, parrucconi
e codini. Ho visto il video, ho letto l’articolo ed ho ascoltato
quanto hai detto. Sono sempre più convinto che la storia
è fatta da chi vince, da chi detiene il potere , da
chi lo amministra e con ogni mezzo. Povero Tortora, diciamo
oggi e chi ha vissuto quei momenti, ricorda con sconcerto
un personaggio familiare, entrato nelle nostre case attraverso
la televisione, come lui all’apice del successo portato in
catene. Bisogna che ci sia una giornata riservata anche a
coloro che sono stati vittime ingiuste di una giustizia, cieca,
irrazionale, giacobina e giustizialista. Una massa di affabulatori,
opinionisti, pennivendoli e prezzolati, sono le iene a cui
dare in pasto personaggi come Tortora, come il nostro Contrada
e come tutti coloro che hanno sofferto carcere e condanna,
disonore e morte in seguito alle fallimentari indagini di
“ Mani Pulite “. Irresponsabili di tutto ciò, di lutti
e rovine, siedono premiati in Parlamento, nelle Procure più
prestigiose, o come altri saranno premiati con onorificenze
e cariche prestigiose al CSM o alla Procura Antimafia. Nonostante
la legge, il referendum votato dal popolo, gabbato, non pagheranno
mai. I loro non sono errori, non è prepotenza, non
è ignoranza. Una casta, una corporazione, forte e intoccabile.
Mettiamoci l’anima in pace, come ho già avuto modo
di scrivere nel mio articolo “ la maschera di ferro”, Contrada
morirà in carcere. Questo è quello che vogliono.
Altri affabulatori, opinionisti, pennivendoli, scrittori prezzolati,
giustizialisti e non, scriveranno su di lui, come su Tortora,
scoprendolo solo allora e l’assassineranno ancora.. Maledetti
loro ed i loro ispiratori.
Domenico Di Renzo.
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Inviato
da Anonimo
il 20/05/08 @ 22:35
"MEGLIO MORIRE IN PIEDI, CHE VIVERE
UNA VITA IN GINOCCHIO".... lo disse Mussolini, a Torino,
il 23 ottobre 1932... ma avrebbero potuto dirlo anche Stalin,Napoleone,
Togliatti... e il sottoscritto. Forza, dottor Contrada! La sua
DIGNITA' Le sopravvivrà in eterno. Glielo dice l'ex "comunista"
Carmine Esposito, operaio, proletario... e UOMO come Lei!
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Inviato
da Anonimo
il 21/05/08 @ 14:57
“Hanno deciso che devo morire in carcere”
Mag 18 Dom 14.08 - “Ho 77 anni e molte malattie. Sto perdendo
la vista dall’occhio destro, ho avuto un ictus, soffro di cuore,
di diabete e tanti altri acciacchi. Ho perso 20 chili da quando
sono entrato in carcere. Hanno detto che devo morire dietro le
sbarre. In effetti non ho molto tempo a disposizione...”. Lo ha
detto Bruno Contrada al parlamentare del Pdl, Giancarlo Lehner
che ieri si è recato in visita nel carcere militare di
Santa Maria Capua Vetere per accertare le condizioni di salute
dell’ex funzionario del Sisde, condannato con sentenza definitiva
della Cassazione nel maggio 2007 a dieci anni di reclusione per
concorso esterno in associazione mafiosa. Nello stesso istituto
di pena Lehner ha visitato anche l’altro ex funzionario di polizia,
Ignazio D’Antone, che sta scontando anche lui una condanna a dieci
anni per concorso esterno in associazione mafiosa. “Sono rimasto
impressionato -osserva Lehner- dalle condizioni fisiche di Contrada,
che è riuscito a raccontarmi la sua storia solo dopo aver
preso alcune pillole. L’unica cosa umana da fare è quella
di consentire che sia Contrada che D’Antone possano finire di
scontare questa pena a casa loro, visto che il tasso di pericolosità
sociale è pari a zero. Una pena comminata tra l’altro per
un reato che non esiste”. “Confido che le istituzioni -conclude
Lehner- vogliano assumere un impegno a carattere umanitario per
consentire a Contrada di morire a casa sua e non in carcere e
all’ex questore D’Antone di riposare finalmente nel suo letto
e non passare le sue notti insonni su una poltroncina”.
di Redazione Lab
La
“Nave dei Briganti” è partita comunque ieri sera, nonostante
il tempo inclemente. La linea di galleggiamento era sotto
il livello del mare… tanto era sovraccarica di eccellenze
reazionarie meridionali e di arrabbiati sudditi campani. La
cambusa straripava allegramente. Ha galoppato più che navigato,
falcando le onde grosse sulla rotta del Mare Nostrum. Ha blandito
la diva Partenope e la sua serva carnale Napoli. Contro la
casta dei Pirati e dei Negrieri l’equipaggio, al comando dell’armatore
Salvatore Lauro, issando le bandiere gigliate de “IL BRIGANTE”
e di “INSORGENZA” ha imposto la sua possente presenza nel
Golfo. Una crociera come una crociata… il viaggio è lungo
ma l’odissea avrà il suo felice epilogo, ne siamo certi!
servizio
di Marina Salvadore
riprese e montaggio di Mauro Caiano
Inviato
da Anonimo
il 12/04/08 @ 11:33
Bravissimi!!
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Inviato
da Anonimo
il 12/04/08 @ 13:00
Bellissimo video... Bellissima manifestazione...
Io da Grosseto, mi mangio solo le mani. Che Golfo, che città,
che bello. La mia TERRA , LA MIA PATRIA , LA MIA STORIA. AVANTI
RAGAZZI , INSORGERE! STAIANO
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Inviato
da Anonimo
il 12/04/08 @ 13:14
LA NAVE DI BRIGANTI E INSORGENTI PRENDE
LA ROTTA DELLA PROPOSITIVITA'
Meglio dell'oleografia di Sapri: non saremo stati tutti giovani
e forti ma eravamo quasi quattrocento! IL BRIGANTE
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Inviato
da Anonimo
il 12/04/08 @ 17:55
Bellissima manifestazione, è
stato davvero un piacere aver partecipato. Continuate così.
Ciao
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Inviato
da Anonimo
il 12/04/08 @ 18:10
Bellissimo davvero. Siete veramente
straordinari. Complimenti Mauro. Maria
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Inviato
da Anonimo
il 12/04/08 @ 18:38
RIVOLUZIONE SIGNIFICA TRASFORMAZIONE
E LA TRASFORMAZIONE VERA E' PACIFICA E NON CRUENTA: NOI SIAMO
I VERI RIVOLUZIONARI!!! PER IL SUD, PER UN FUTURO AI GIOVANI!!!PER
I VALORI VERI DELLA SOLIDARIETA' E DELLA GIUSTIZIA TRA I POPOLI.
INSORGENZA SEMPRE!!!
Antimo Ceparano
Non
manchiamo mai alle stazioni della Via Crucis del dott. Bruno
Contrada. C'eravamo anche oggi, nella solita veste di apostoli,
per continuare a scriverne capitoli del Vangelo apocrifo...
Ennesima udienza presso "Ponzio Pilato", al Tribunale di Sorveglianza
di Napoli, con partecipazione dei centurioni, delle pie donne,
del Cireneo e della Veronica, secondo copione. Mancavano all'appello
i due ladroni e l'occulto Sinedrio... Attendiamo, ancora una
volta, gli esiti del giudizio, sperando non abbiano più gli
stessi macabri risvolti di una condanna... a "morte lenta":
non desideriamo la beatificazione postuma dell'agnello Bruno
Contrada perchè lo vogliamo tra noi, anche dannato ma vivo,
prima del "venerdì santo" della sua Passione in quest'Italietta
di troppi martiri! "Qualcuno" si passi una mano sulla coscienza...
metta fine a quest'orrenda farsa e chiami ad alta voce, per
NOME... con il loro NOME, il Sommo Sacerdote e gli altri componenti
del Sinedrio! Alla luce di incommensurabili altre emergenze
mondiali... che senso ha continuare questo crudele... vecchio
Gioco di Ruolo?
Servizio
di Marina Salvadore
riprese e montaggio di Mauro Caiano
NAPOLI
- Itinerari d'Arte e Cultura tra Chiese e Castelli
L'evento
si svolgerà dal 2 al 25 maggio 2008, nell'arco di 4 week-end
Il tema si declinerà mediante eventi artistici e di spettacolo
e centinaia di visite guidate lungo le direttrici che uniscono
idealmente e storicamente i quattro manieri di Napoli (Castel
Nuovo, Castel dell'Ovo, Castel Sant'Elmo e Castel Capuano),
testimoni dell'architettura civile e militare partenopea;
insieme a loro gli innumerevoli edifici di culto cittadini,
che costituiscono l'elemento sacro della città. I luoghi di
svolgimento degli eventi saranno i quattro Castelli citati
e gli itinerari riguarderanno strettamente la casistica storico-artistica
legata alla storia di questi imponenti edifici (nati, in varie
epoche e per diversi motivi, a guardia e ad abbellimento della
città) e delle Chiese anch'esse patrimonio preziosissimo della
storia partenopea. Ogni venerdì, sabato e domenica del mese
di maggio 2008 i Castelli ospiteranno spettacoli di teatro,
musica e danza. Contemporaneamente su tutto il territorio
cittadino si svolgeranno le visite guidate, anche in lingua
straniera, grazie alla presenza di Associazioni che sistematicamente
aderiscono alla manifestazione. Infine, durante la manifestazione
si svolgeranno attività di animazione con artisti di strada
e si darà luogo, come ogni anno, al progetto “La scuola adotta
un monumento” promosso dalla Fondazione "Napoli 99".
servizio
di Marina Salvadore
riprese e montaggio di Mauro Caiano
Caso
CONTRADA - Purgatorio - Canto VI -
"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere
in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!"
Inviato
da Anonimo
il 16/02/08 @ 00:35
da avvocato Giuseppe LIPERA:
L’ex Dirigente Generale della Polizia di Stato Bruno Contrada
oggi pomeriggio è stato dimesso dall’Ospedale di Santa
Maria Capua Vetere Sono estremamente preoccupato: ieri pomeriggio
sono stato per circa due ore in Ospedale, al capezzale di
Bruno Contrada, un vecchio ridotto pelle ed ossa. Apprendo
pochi minuti fa che, dopo l’ennesimo accertamento clinico
cui è stato sottoposo nella giornata di oggi, fatti
tutti in un giorno, l’ex Dirigente Generale della Polizia
è stato dimesso dal nosocomio ed in quelle condizioni
fisiche nonchè psichiche ha fatto rientro nel carcere
militare di Santa Maria Capua Vetere. Continua così
il terribile calvario e la disumana tragedia che devasta Bruno
Contrada da oltre quindici anni. Ciò vuol dire che
le sue condizioni di salute ormai non possono migliorare neppure
in ospedale. Quanto durerà l’angosciosa agonia di questa
creatura umana martoriata da tutti? Continuo sempre a chiedermi:
“perché non lo mandano a casa a morire nel suo letto?”.
In carcere non lo vogliono, tant’è che lo mandano in
ospedale; in ospedale non lo vogliono tant’è che lo
rispediscono al mittente: che fine deve fare quest’uomo in
attesa di andare al cimitero, come tutti prima o poi? Bruno
Contrada a Palermo non andrebbe a vivere in una villa di lusso,
ma in un piccolo appartamento, una modesta casa popolare,
per stare vicino a sua moglie Adriana, anziana e per questo
acciaccata come lui. Chiunque abbia un cuore e un minimo senso
d’umanità prova sdegno, semplicemente sdegno, per quanto
è accaduto e per quanto sta accadendo, ma se qualcuno
pensa incautamente che, con la morte di Bruno Contrada, finirà
la battaglia per la verità e per la giustizia sbaglia
di grosso:
del caso Contrada se ne parlerà almeno per i prossimi
cento anni!
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Inviato
da Anonimo
il 16/02/08 @ 10:11
Sono daccordo con l'avvocato Lipera
in tutto e per tutto e rinnovo la mia solidarietà al
Dottore Contrada.
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Inviato
da Anonimo
il 21/02/08 @ 16:25
La scarcerazione di Bruno Contrada non
arrecherebbe vantaggi elettorali ad alcuno . La sua scomparsa
sarebbe un sollievo per quanti hanno costruito la propria
immagine pubblica perseguitandolo pur nella consapevolezza
della sua innocenza . Uniamo le nostre forze per fare in modo
che il "caso Contrada" dia fastidio ai potenti ancora
per decenni . Non lasciamoli dormire tranquilli.
Ci vorrebbero tanti e tanti avvocati Lipera.
Stando
alle ultime illuminanti news, le nostre speranze circa le
benevoli disposizioni del Tribunale di Sorveglianza verso
Contrada - attese a questo punto per domani - si riducono
sensibilmente. Il gioco sporco è chiaro! Ci rincuora
pensare che tanti tanti anni fa anche un tal Robespierre ci
perse la testa... a correre dietro e dentro le trame oscure
del potere...e la storia, si sa, è adusa vendicarsi
di se stessa. Attendiamo. La pazienza è la virtù
dei forti! Le riprese di questo ennesimo filmato sul caso
Contrada, sono state girate con uno scopo ben preciso; quello,
di inserirle a corollario dell'odierna impresa epica nel corposo
archivio che avremmo donato a Bruno Contrada, una volta a
casa: un ricordo tangibile di quel bene assoluto che tanta
gente, durante la sua segregazione, gli ha trasmesso e che
egli non ha mai avuto la possibilità di toccare con
gli occhi e con le mani. Vorremmo solo non essere costretti
a farglielo visionare in galera, come un'ultima crudele beffa!
Inviato
da Anonimo
il 11/01/08 @ 10:09
La speranza è l'ultima a morire: il fatto che impieghino
così tanto a decidere vorrà dire qualcosa? Attendo
anche con ansia
Abbiamo
finalmente le immagini, a riprova di come questo Stato ha
ridotto uno straccio il leone Bruno Contrada. Uno scricciolo
d’uomo curvo, esile, un pallore spettrale, avanzava tra un
reggimento di diverse forze dell’ordine dalla soglia del padiglione
Palermo all’ambulanza militare, pronta a trasportarlo nel
carcere di S.M. Capua Vetere. Un plotone di cameraman e fotografi,
quasi impossibilitati a riprenderlo, dall’altra parte della
barricata. Accanto a questi, il cognato gen. Giancarlo Tirri,
suo figlio Massimo con la giovane moglie e la sottoscritta,
caporione del Comitato Contrada. E’ bastato a questi quattro
dar fuoco alla miccia di un gioioso, urlato “Forza Bruno!
Siamo in tanti con te!” perché egli si tirasse su dritto
nelle spalle, volgesse lo sguardo incuriosito verso quelle
inaspettate presenze…gli occhi hanno ripreso luce, vivacità
e la sua tempra si è risvegliata d’incanto, tanto da
mettersi ad urlare lui, con voce possente: “Ditelo alla gente
che a me, un Generale della Polizia di Stato, un Prefetto,
mi volevano mettere le manette per portarmi da un reparto
all'altro, a fare le radiografie!!. Per questo non voglio
stare qui!” Grande Bruno, quei quattro matti….ma anche i cameraman
ed i fotografi e qualcuno del “reggimento”… non dimenticheranno
mai quel tuo sguardo, nel quale hanno letto anche un lampo
di caldo conforto. Lieti di averti regalato quest’attimo di
bene tangibile, i quattro matti si rimettono al lavoro per
te, con più foga di prima!
M.Salvadore
riprese
di Mauro Caiano per il Comitato Bruno Contrada
Inviato
da Anonimo
il 02/01/08 @ 22:38
Grande commozione per questo Grande
Uomo, questo nostro fratello, così pieno di dignità
e così tanto provato nel fisico, ma lo sguardo è
limpido come è quello delle persone oneste.
Maria
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Inviato da
vocedimegaride
il 03/01/08 @ 13:48
Abbiamo ricevuto da un poliziotto di Palermo,
del quale, per ovvi motivi, non citiamo l'identità, questo
bellissimo messaggio: Ciao, non so nemmeno come ti chiami eppure
ti leggo scrivere ogni giorno in favore del mio Amico Dottore
Contrada. io mi chiamo xxxxx xxxxx e sono uno dei poliziotti palermitani
cresciuti con il mito di Bruno Contrada. Ho visto il video che
hai immesso nel blog. Mi ha toccato e mi ha commosso. L'ho trovato...
molto consumato. Non sciupato ma proprio... consumato. Però...
io quegli occhi li conosco! Li conosco bene! Sono gli stessi di
quel poliziotto che la leggenda racconta quando passava nei corridoi
della Squadra Mobile tremavano pure i quadri. Li ho riconosciuti:
era lui! Sono un segnale molto positivo! Molto molto positivo
e se lo conosco come lo conosco... quando gliene sarà data
possibilità ne vedremo delle belle!!!
Ti ringrazio ancora per quello che fai. Cordialmente xxxxx xxxxx