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Gesù o Barabba?
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Il Pubblico e il Privato

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Messaggio N°384 del 30-06-2007 - 10:47
Tags: Politica

Il Pubblico e il Privato
di Nunziante Minichiello

Privatizzare è di moda. Il pubblico cede il passo al privato, che improvvisamente è diventato bello, buono, efficiente, onesto, virtuoso e persino capace di cancellare l’everest di debiti del Popolo italiano. Ingenuità da una parte e furbizia dall’altra fanno miracoli! Ora dunque pubblico e privato diventano fenomeni contrapposti da che potevano essere fenomeni simili e, per indirizzo e dimensioni, diversi.Però le virtù, il diritto, le regole, le finalità, gli interessi, gli impegni e le competenze non variano al variare della casa nella quale si esplicano od al variare della casacca sotto la quale servono!Comunque vale la pena ricordare che si credeva pure che il pubblico fosse superiore per ampiezza e più nobile per finalità di contro alla ristrettezza ed alla concretezza del privato; che il pubblico sapesse di impegno civile e perché no?, di solidarietà, oltre che di norma, e che al contrario il privato si limitasse al personale; che il pubblico avesse ideale e che il privato avesse portafoglio; che il pubblico fosse d’esempio e che il privato dovesse prendere esempio; che il pubblico potesse andare fiero ed il privato alle volte dovesse tenersi nell’ombra; che il pubblico avesse virtù e professionalità ed il privato avesse spregiudicatezza e tornaconto; che insomma il pubblico ambisse alla gloria d’essere utile alla società, privato compreso, ed il privato avesse gran voglia di accumulare ricchezze anche a danno di altri. Evidentemente però non avendo tutto questo ed ancor altro riscontro nella vita quotidiana il pubblico cede armi e bagagli al privato.Fin quando certi settori rimangono gelosi custodi delle proprie autonomie e della propria indipendenza, orgogliosi della propria funzione e della propria professionalità e quindi insensibili a certi allettamenti prospettati dalla politica soprattutto, le cose vanno come devono andare e come si vuole che vadano. Quando l’amor proprio e la competenza cedono il posto alla tessera ed alla “amicizia” il settore, pubblico o privato, imbocca la strada dell’inefficienza, del lassismo ed anche del vizio e procura guai, a volte, con un crescendo degno della calunnia del barbiere di Siviglia!I continui richiami della Corte dei Conti e l’estendersi forse oltre il previsto dei danni causati alla nazione ha suggerito agli esperti di intervenire con qualcosa che facesse dimenticare il passato remoto ed il passato recente forse con l’intendimento di metterci definitivamente una pietra sopra.La privatizzazione apre le porte a nuovi scenari ed a nuovi interessi e chiude un capitolo non proprio felice del passato e del presente.Non è però regolare che un popolo lavoratore o, meglio, un popolo sovrano non sappia fare altro che chiedersi se i suoi figli prenderanno la pensione e che pensione prenderanno, se la prenderanno! Ribadendo che non è il distintivo o la livrea o l’aggettivo a dare quella qualità che giova al pubblico ed al privato, questi possono convivere ed essere di sprone l’uno all’altro, se lasciati nel loro ambito, nel quale valgano studi ed esperienze a tutti i livelli. Dal pubblico e dal privato comunque la società si aspetta servizio di prim’ordine e scrupoloso rispetto delle norme che vigono. Ad ogni buon conto gli Italiani tengano gli occhi aperti. (www.minichiello.it)

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Messaggio N°374 del 24-06-2007 - 09:57
Tags: Politica

Gesù o Barabba?
segnalazione da Marina Salvadore

Sottopongo alla vs/attenzione di rari uomini senzienti poichè non collusi - tanto per raccapezzarci un po' intorno ai misteri pagani della Fede di Stato - questo articolo tratto da www.giustiziagiusta.info Se "tanto mi da tanto", la rimozione ingloriosa di De Gennaro dovrebbe portare, ora, ad una revisione del processo Contrada, nell'ottica delle solite perfide vendette e guerriglie Politiche ovvero delle gragnuole di "palle di m**** in faccia" cui, da decenni ci hanno abituato i "nostri" manovratori, assisi a turnazione lassù nell'Olimpo delle "prime" e "seconde" repubbliche.

De Gennaro, si incomincia a discutere Scritto da Mauro Mellini sabato 23 giugno 2007 Sembrava troppo semplice. Lui un poliziotto eccezionale, benemerito della lotta alla criminalità mafiosa e terroristica. E un Governo di sinistra che lo rimuove per mettere al suo posto un uomo della sua parte, di sinistra, dunque. E’ bastato un giorno ed è cominciato a venir fuori anche sui giornali più distratti e portati a schematismi approssimativi, che uomo di sinistra è lui, De Gennaro. Di sinistra o, almeno (visto che certi super poliziotti sono non al di sopra dei partiti, ma di tutti i partiti contemporaneamente) uno che è stato “portato” dalla sinistra, al momento della massima espansione del giustizialismo Violantino, del professionismo dell’antimafia. De Gennaro è l’uomo della D.I.A., la polizia antimafia d’impronta, appunto, Violantina e Casellina, la cui istituzione è stata imposta di forza, passando sopra uomini e cose. Iannuzzi, nel suo libro sul processo ad Andreotti, ricorda che quando Contrada, ridotto ad una larva umana svenne in aula al suo processo, la moglie cominciò ad inveire contro “Caino” che a questo aveva ridotto suo marito. “Caino” sarebbe stato De Gennaro. Perché e come, lo lasciamo agli specialisti. Ora viene fuori che Prodi, sarebbe furente perché De Gennaro non lo avrebbe messo sull’avviso delle intercettazioni Woodcockniane che riguardavano l’episodio Sircana-travestito. Francamente, ci sembra un po’ poco, come motivo di un passo così rilevante. Certo se proprio Prodi si aspettava che quello facesse il Capo della Polizia, c’è da chiedersi che razza di concezione ha un Presidente del Consiglio dei compiti di un così alto funzionario. La sinistra dell’Unione insiste sulla tesi più improbabile: sulla rimozione per la responsabilità di De Gennaro per i fatti di Genova e gongola, invocando si passi ora ad una inchiesta per quei fatti (pestaggi non solo di manifestanti, ma di imputati di singoli delitti, di presunti mafiosi, di “presunti colpevoli” di ogni categoria che sono stati effettuati prima e dopo di allora, senza che la sinistra, estrema o meno, trovasse da ridire). Certo è che quando Padoa-Schioppa è venuto fuori in Parlamento, per giustificare l’estromissione del Generale Speciale, con la tesi del “complotto” di alti funzionari etc., molti hanno subito colto l’improbabilità di tale tesi, osservando che quanto attribuito a Speciale ed alla Finanza, sembrava, semmai, poter essere attribuibile solo a qualcun altro, alla Polizia, a De Gennaro, e che fatto ad altri che a loro, tale addebito per ciò solo appariva di comodo. Ma se comincia ad ammettersi che il “caso De Gennaro,” non è così semplice come sembra vogliano ritenerlo anche quelli che protestano per la sua estromissione, sembra strano che, con tutto quello che si è detto e scritto su questo “burattinaio” di molti episodi della vita italiana degli scorsi anni, oggi tanto poco sembra se ne voglia ricordare. Si direbbe che questa generalizzata mancanza di memoria, sia un’ulteriore prova della grande abilità e del grande potere di questo cosiddetto “super poliziotto”. Che si conferma anche nel momento della sua caduta, essere stato un super manovratore.

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Inviato da Anonimo
il 24/06/07 @ 18:08
Noto con piacere la lucidità del suo pensiero.Mi stupisce però il vigore della SPERANZA che ancora nutre nella comprensione altrui e nel ritorno della Giustizia in Italia.Condivido il suo messaggio-Non spero più in questi uomini/giudici arruffoni-impuniti-indecenti-superficiali.In un solo termine MALEODORANTI.Finchè esisteranno i Caselli i Violante- I Di Pietro I Giorgianni( uomini mediocri che la medianicità ha eroicizzato) nulla di nuovo sotto il sole.La mia storia non può essere paragonata a quella del dott. Contrada ma gli elementi sono molto simili e crudi nella dinamica,fino all'epilogo della sentenza di un processo durato 14 anni-ha letto bene-14 anni finito per me con una condanna anzichè un plauso.Sunto: Promuovere un candidato agli esami di guida ed esortarlo ad effettuare qualche altra guida prima di guidare da solo puoò essere scambiato come Reato di Concussione?. Le auguro una buona giornata.
Antonio Castrogiovanni

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Inviato da Anonimo
il 24/06/07 @ 20:42
Il nostro magazine è a sua disposizione, se le farà piacere divulgare la sua odissea giudiziaria.
la redazione

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Inviato da Anonimo
il 25/06/07 @ 21:17
news d'agenzia da leggersi tra le righe: Viminale, De Gennaro nuovo capo di gabinetto del ministro Amato Roma - (Adnkronos/Ign) - Nelle ultime settimane erano state avanzate diverse ipotesi riguardo al possibile incarico, ora la decisione: resterà al ministero dell'Interno, proprio nel Palazzo che lo ha visto per un settennato alla guida della Polizia di Stato

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Messaggio N°371 del 23-06-2007 - 09:59
Tags: Politica

Con un semplice atto di volontà
di Nunziante Minichiello

Vacazione ed evasione nel solco della Costituzione. Gli onesti, guidati dalla dirittura morale, paiono in minoranza. La presunta maggioranza, invece, solitamente indirizzata dal tornaconto, spende e spande. I governanti sono tutti presi dal miglioramento o dalla conservazione della propria posizione. Gli onesti però non si arrendono e ricordano anche a quelli che non vogliono sapere e sentire di latino che bisogna ripartire proprio dal latino “probe vivere, neminem laedere, cuique suum tribuere”. Confortanti notizie arrivano agli onesti dal fronte delle indagini. I successi dimostrano come conoscenze ed esperienze dei tutori della legge, siano più che sufficienti a risolvere qualsiasi situazione. Rispetto generalizzato delle norme darebbe al Popolo italiano l’omogeneità indispensabile per essere protagonista. Ci sono all’uopo leggi e ci sono mezzi. Per mettere le cose a posto, viene da concludere, basta la volontà politica. Ogni politica infatti ottiene sempre, in maggiore o minore quantità, quello che si propone di ottenere, ma non quello che non si propone.Un esempio per chiarire il concetto. Il problema del Mezzogiorno non è stato mai risolto perché non è stato mai posto e non verrà risolto che quando sarà posto. I libri, i giornali, le riviste, le tavole rotonde, i congressi, i convegni non hanno mai avuto come fine la risoluzione del problema del Mezzogiorno, ma solo il compito di farlo conoscere. Ogni scienziato, studioso, animatore, promotore od inventore di enti riguardanti il Mezzogiorno ha prodotto esattamente quello che gli era stato chiesto di produrre. I risultati e la realtà, in proposito, parlano chiaro.A meno che non si sia atteso e non si attenda che il problema del Mezzogiorno lo risolvano i diseredati, i degradati, gli ignoranti e gli impotenti in genere, che d’altra parte sono i principali diretti interessati! Questi diretti interessati allora devono decidere se rimanere come tradizione ricorda o se avviarsi sulla via del progresso, come civiltà esige. Sappiano questi sfortunati, per non cadere nelle trappole della speranza, che sono soli e che sul cammino potrebbero trovare solo ostacoli.Tornando all’argomento, poniamo che la volontà politica ci sia. Allora, ad una certa ora, da un certo posto partirà un messaggio diramato ad altri pochi posti; da questi pochi posti il messaggio sarà inoltrato a numerosi posti. Dopo non molto tempo “radio fante” farà sapere ovunque che per i fuorilegge d’ogni fatta e misura la pacchia è finita! Storica vacazione del potere, impegnato ossessivamente dall’autoconservazione o storica assenza dello stato ed evasione storica della cittadinanza, abituata a difendersi dal potere, che spesso ritiene nemico, sarebbero convinte o costrette ad entrare nel solco della Costituzione. Con un semplice atto di volontà.

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Messaggio N°336 del 01-06-2007 - 22:58
Tags: Politica

Conflitto di interessi
di Nunziante Minichiello

Urge cambiare tutta la classe politica

E’ venuto fuori clamorosamente il conflitto di interessi. Saranno stati gli interessi delle oligarchie politiche, messi a rischio da fenomeni elettorali, che hanno fatto ricorrere al conflitto di interessi di cui si discute in parlamento. Nel frattempo la popolazione si sazia di tanto fumo e punto arrosto. Che una popolazione del genere possa essere popolo sovrano è impossibile, che possa aspirare a diventare popolo sovrano è impensabile, che sappia di essere popolo sovrano è improbabile. E’ la giusta condizione di una popolazione che isola i coraggiosi, perché non delinquenti; scansa gli onesti, perché non ci sanno fare; deride i competenti, perché si fanno isolare od inviare all’estero, ed adula, la popolazione, e serve chi meglio la vizia e la sevizia pure. Ora questa popolazione si gode il conflitto di interessi tra chi usando le ricchezze, accumulate in questo stato, fa la politica che gli va a genio e chi nella politica non vuole concorrenza esterna alla casta dei politici. La politica infatti ha lavorato seriamente, incessantemente ed intensamente per asservire, dal modesto impiegato statale, sottoposto preventivamente a raccomandazione, al libero professionista, vincolato agli agganci, all’imprenditore, piccolo o grosso che sia, legato con contributi e facilitazioni varie, ma non solo. Tanto è vero che si parla di invadenza della politica. D’altra parte i politici, che godono di privilegi veramente notevoli, non sempre sono utili allo stato e non è improbabile che alle volte lo danneggino pure. Cuique suum dunque. Intanto la casta politica ha creato un personaggio, un mito, un riferimento, che sarebbe tale pure con una percentuale di consensi molto più bassa di quella che effettivamente ha, perché realizzata a dispetto e contro la quasi totale politica italiana ufficiale. Di lui si dice tutto il male possibile e per danneggiarlo ogni pelo diventa trave ed ogni occasione è buona per ferirlo: intanto se ne parla sempre. La casta politica, pur adeguatamente ed opportunamente indottrinata per il suo mestiere, ha ancora più paura forse perché a scalfire il mito, da essa stessa creato, non sono serviti nemmeno denigrazione e persecuzione.Non le resta che rivolgersi ai poteri occulti! D’altronde l’allarme della Corte dei Conti sulla corruzione dice che in genere gli Italiani corrompono e si lasciano corrompere, tra i quali ci potrebbe essere pure il mito, nato dalla politica più che dal saperci fare, e tanti altri Italiani che pure ci sanno fare. Corruzione e concussione sono reati da punire e da addebitare, oltre che ai colpevoli, a chi ha fatto leggi, che non correggono e non scoraggiano, ed a chi ha governato con molta superficialità, tanto da lasciare quasi indifeso l’interesse dello stato e l’interesse del debole. I politici dovrebbero subire il severo giudizio del popolo sovrano, che però non si comporta da sovrano perché forse non lo ha saputo e forse anche perché è stato trattato da suddito pure quando era diventato sovrano. Cambiare la Costituzione non serve allora che a prendere ed a perdere altro tempo, mentre urge cambiare tutta la classe politica, abbia o non abbia conflitti di interessi. Tanto per non sbagliare. Altri conflitti di interessi, quali quelli di certo andazzo in contrasto con gli interessi non sempre appagati di elementi di un popolo non adeguatamente istruito, rispettato e servito, che finiscono per diventare terroristi e non solo. Falsa repubblica e falsa democrazia avviano un sistema di interessi or comuni, or contrapposti, pur sempre nocivi per la parte debole della comunità, che paga a caro prezzo la sua debolezza, e da cui non è facile liberarsi. Certi interessi sono frutto di istinti non proprio nobili, spesso da tenere segreti e magari da tramandare di padre in figlio. Buona politica proviene da buone idee, utili a tutti e nocive per nessuno; buon governo deriva da dedizione a realizzare le buone idee. www.minichiello.it
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Messaggio N°279 del 25-04-2007 - 10:28
Tags: Politica

IL MEZZOGIORNO D’ITALIA - Diffondere l'utile conoscenza
di Nunziante Minichiello

Ancora in questi ultimi tempi la statistica si interessa di occupazione. Risultato: i più occupati sono al Nord, mentre nel Sud si registra il maggior numero di disoccupati, di cui la percentuale più alta è detenuta dalla Campania. Niente di nuovo. Proprio come prima, come ieri, come l’altro ieri, come l’anno scorso, come il secolo scorso. Non si riesce a fare un passo avanti. Come se avessero ragione certi studiosi che andavano e vanno sostenendo che il Mezzogiorno non si risolleverà mai. Non c’entrano tanto i più o meno storici ed i più o meno lontani torti subiti, che pure meriterebbero di essere riparati ( con l’augurio che non finiscano eventualmente come altri interventi ), c’entra invece principalmente l’azione politica, continua e costante, che, in passato come nel presente, ha visto e vede il Mezzogiorno come mezzo e non come fine: come mezzo per realizzare ambizioni personali locali e non locali sulla pelle dei Meridionali e non come fine di vedere i Meridionali alla pari degli altri. Cosa che accomuna tutti i popoli sottosviluppati per lo più soggetti anche a stranieri o sfruttati o comunque legati a stranieri forse anche con l’azione mediatrice di potenti locali, i quali ultimi ne fanno la pacchia ed i quali assicurano alle loro genti una sopravvivenza non scevra da insicurezza occupazionale e da probabile emigrazione. Una conservazione che è vecchia quanto l’uomo e che si ripete in tante parti del mondo sempre sostenuta da ignoranza, da degrado e da miseria, regalati a piene mani alla massa costretta a tenere la mente in vacanza e le braccia spesso a riposo, mentre la stessa conservazione se la gode a promettere, a raccomandare, a proteggere od a facilitare persino l’emigrazione con incentivi. Promesse, raccomandazioni, protezioni e facilitazioni costituiscono la pania nella quale restano invischiati i poveri, i bisognosi, gli impotenti e soprattutto tanti ingenui, che così vengono tenuti calmi ed in speranzosa attesa, durante la quale si convincono addirittura che questo e solo questo è il loro destino! La miseria, prima che nelle tasche, nelle teste. Veramente un’opera d’arte politica di chi detiene il potere, che si garantisce sottomissione e fedeltà di popoli che non conosceranno mai cittadinanza vera e sovranità popolare e resteranno qualificati dalla protezione, divisi dalle livree, lontani da identità e da dignità ed accomunati da reciproca diffidenza. Tuttavia non si molla e si continua a ripetere: i Meridionali non sono né superiori né inferiori ad altri; hanno le carte in regola per emergere, perché hanno risorse ed energie valide; hanno occasioni e potenzialità, anche se non riescono ancora ad autogovernarsi, ossia a liberarsi da chi rema contro il loro progresso, contro il loro benessere e soprattutto contro la loro dignità di uomini e di cittadini; non aspireranno più ad essere buoni servitori di padroni locali o stranieri, ma saranno essi stessi i responsabili, i progettisti ed i realizzatori della loro esistenza. Pur con tutti gli elementi avversi il Mezzogiorno d’Italia volterà pagina. Infatti, nonostante il degrado premeditato, inculcato e realizzato, si avverte in giro la necessità di un discorso diverso, di un frasario fatto di cose e non di parole, e si nota una esigenza culturale autentica che fa ben sperare e che potrà dare buoni risultati pratici quando comincerà a calare l’interesse per quei fenomeni che pur si dicono culturali e sanno solo di allontanamento dalla vera conoscenza, di distrazione dall’utile sapere e di ignoranza dell’autentico arricchimento, quando insomma la ingenuità e la superficialità cederanno il passo alla ratio, che darà la possibilità di distinguere e di vivere meglio i momenti della distrazione, della vacanza, della concentrazione e dell’ impegno. Libertà da mode, da status symbol e scelta cosciente, responsabile ed autonoma di vita evidenzieranno il cambiamento. Da questo movimento emergeranno le vere forze del Mezzogiorno, che sapranno inserirsi opportunamente nei vari settori della vita, che si svolgerà in genere in un’atmosfera moderna ed efficiente e ricca di civiltà e di solidarietà, sostenute da giustizia e legalità. Il successo sarà facilitato, senza richiesta di finanziamenti e senza richiesta di aiuti di qualsiasi genere ed a chicchessia, dalla scuola e dalla informazione. Scuola unica, liceo classico, adeguato alle esigenze moderne ed informazione al servizio dei lettori e quindi della società; scuola di docenti validi, a prescindere da tessere e da amicizie, ed informazione che consideri il lettore da rendere edotto, da indirizzare ed anche da guidare, ma soprattutto da rispettare e mai da considerare acquirente cui rifilare prodotti di bassa lega, di poca utilità o persino nocivi; scuola alla quale si potrà pure perdonare qualche strappo, se questo è confortato dall’avere eliminato degrado, d’aver formato cittadino evoluto, d’aver preparato operatore pronto ad affrontare le sfide del terzo millennio, in una parola dall’aver fatto crescere la società, ed informazione che voglia essere seguita e sostenuta, se questo significa apporto di conoscenze utili a tutti e libertà da potentati di vario genere, che storicamente hanno seminato ignoranza e miseria; scuola meritevole di riconoscimento remunerativo, il quale comunque non potrà e non dovrà mai qualificare casta e quindi stabilire differenza o diversità nei confronti di altri cittadini, come vuole la parità, ed informazione che miri a costruire un mondo migliore per sé e per gli altri e lungi dal prestarsi a costruire fortune con la produzione e la distribuzione di beni destinati e pagati da un pubblico non smaliziato e non adulto. In sintesi la base meridionale, soprattutto quella già smaliziata, si dia da fare a diffondere l’utile conoscenza e la coltura dell’utile conoscenza ( senza lasciarsi condizionare da chi nel Mezzogiorno e sul Mezzogiorno ci vive proprio bene ) e, repetita iuvant, trovi il maggior godimento nell’apprendere, nel consigliare e nell’indirizzare gli altri ad apprendere cose utili per significare concretamente nella vita, che molte volte viene vissuta tifando ed applaudendo. Risultato facilmente ottenibile se scuola ed informazione poggiano su opportune ed adeguate professionalità, perseguono lo stesso fine poco innanzi specificato e se soprattutto possono contare sulla contemporanea azione dei governi, convertitisi finalmente ad essere al servizio del popolo sovrano.

Si abbandoni, sarà bene ribadirlo ancora, la condizione proveniente dal genocidio culturale, che, negando la conoscenza ed impedendo il progresso, produce degrado diffuso che culmina nei bassi e nei bassifondi, che assicurano prestigio, benessere e lunga vita alla conservazione, che a volte passa pure per benefattrice tra quelli che la pagano! “Perdona loro che non sanno quello che fanno”, direbbe ancora il Crocifisso; “sancta simplicitas!”, commenterebbe ancora lo sfortunato filosofo! Mancano forse le prove della premeditazione, ma resta evidente il delitto storico, politico, economico, sociale e culturale che si è consumato e si consuma ancora, come i dati confermano, ai danni del Meridione, che perciò si chiama problema del Mezzogiorno d’Italia, che, si lasci ancora correre la ripetizione, può essere e deve essere risolto da una opportuna azione culturale ( le braccia realizzano ciò che il cervello ha assimilato ), a cominciare dalla scolarizzazione e dalla informazione e finire alla cultura di governo. Poca o nessuna spesa per finire di parlare del problema e per presentare, tutta da apprezzare, una tra le più belle regioni del mondo, il Mezzogiorno d’Italia. Da subito si cominci a concentrare gli interessi, a definire i programmi, a dichiarare solennemente la propria volontà di partecipare a pieno titolo col resto d’Italia al destino dell’Europa e costituire per questa la base di partenza per nuove umane avventure che il Vecchio Continente ( grande sì, ma di dimensioni ridotte, anche se unito, di fronte ai colossi coi quali è chiamato a confrontarsi) deve affrontare. Abbandonata l’atavica condizione di attesa di approdo di nuovi invasori, di nuovi dominatori e di nuove dinastie, la gente comune del Mezzogiorno si prepari a rivestire il suo ruolo di autentico popolo sovrano. (www.minichiello.it )

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Messaggio N°274 del 21-04-2007 - 20:24
Tags: Politica

Coerenza Mastelliana: avòto la barca come tira lo vento!
da stefanoavitabile@yahoo.it

riceviamo e pubblichiamo questo breve saggio sui cosiddetti giochetti politici in campagna elettorale in un qualsiasi microcosmo meridionale preso a campione.
Immaginate, fatte le debite proporzioni, cosa accade nel macrocosmo nazionale, alla faccia della democrazia e dell'elettorato! Sono ancora credibili coloro che giocano a fare i bei tenebrosi delle alterne opposizioni o che... si oppongono a se' stessi??
Mandiamoli a lavorare!

LE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE A SAN SALVATORE TELESINO (Bn).
Nel paese del defunto Preside Pacelli non dovrebbero esserci dubbi sulla ricandidatura del Sindaco uscente Giuseppe Creta, già consigliere provinciale nella lista satellite di Clemente Mastella; certo le novità a San Salvatore Telesino non si sprecano. Tutto il centrosinistra aveva proposto al successore di Salvatore Pacelli la costituzione di un cartello elettorale unitario; un tavolo di confronto che promuoveva, per la prima volta, un percorso politico mirato, oltre che un risveglio della vita politica san salvatorese è a migliorare la qualità dell’azione governativa attuale. La MARGHERITA , i DEMOCRATICI di SINISTRA, PdCI, RIFONDAZIONE COMUNISTA e lo SDI hanno voluto “fare sistema” ritenendo utile l’apertura all’attuale monocolore UDEUR ma, nonostante questo contenitore di centrosinistra acclamava Giuseppe Creta leader della costituenda coalizione politica, il successore dell’illustre esponente democristiano “demoliva” il naturale percorso della costituenda compagine elettorale con prebende e accordi “culinari”. A San Salvatore Telesino il centrosinistra, se alcuni componenti non cadevano “in tentazioni”, poteva ripetere integralmente quello che era accaduto alla Rocca dei Rettori, in Regione fino ad arrivare a Montecitorio e Palazzo Madama, anche se la sezione locale dell’ UDEUR non era completamente convinta di creare un “contenitore” di centro sinistra. L’UDEUR di San Salvatore Telesino ha preferito accomodare ALLEANZA NAZIONALE. Clemente Mastella ha dato ascolto a Roberto Capezzone. 4+1 (quattro+uno) componenti del Partito di Gianfranco Fini saranno complici di Giuseppe Creta nella competizione elettorale di fine Maggio a San Salvatore Telesino, più un “comodato” d’uso per il candidato SDI (…se riuscirà a farsi eleggere…) e un piatto di lenticchie per RIFONDAZIONE COMUNISTA. Dall’ altra “sponda” i partiti del centrosinistra, soprattutto la nuova classe dirigente dei DEMOCRATICI di SINISTRA e la MARGHERITA, si erano adoperati per determinare un’ampia partecipazione popolare, delle associazioni e di tutti i personaggi “traditi” dall’impostazione “ibrida” della civica UDEUR-ALLEANZA NAZIONALE. Ma l’alternativa però, è stata fatta naufragare… Emilio Bove, invece, sarà il candidato antagonista di Giuseppe Creta, sostenuto in primo luogo dalla MARGHERITA e da diverse associazioni culturali,quindi da FORZA ITALIA e dai numerosi “dissidenti” di ALLEANZA NAZIONALE. Altre forze di centro-sinistra, probabilmente parte dell’UDEUR (quelli contrari all’accordo con ALLEANZA NAZIONALE) e i VERDI seguiranno il medico di Piazza Nazionale già capo dell’opposizione consiliare. I DEMOCRATICI di SINISTRA, invece, ufficialmente nicchiano sulla posizione da assumere e attendono “notizie” ufficiali dalla Direzione Provinciale… ( con molta probabilità non assumeranno specifiche posture ). L’attenzione della segreteria locale del partito di Fassino ora è rivolta esclusivamente alla seria composizione del Partito Democratico a San Salvatore Telesino. Il Sindaco Creta è convinto di poter inanellare il secondo successo consecutivo senza grosse difficoltà, forse si è dimenticato di non essere Salvatore Pacelli. In Bocca al Lupo. Stefano Avitabile
(immagine tratta da www.tigulliovino.it)

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Messaggio N°258 del 13-04-2007 - 13:51
Tags: Politica

Il dio a strisce
di Antimo Ceparano

"Penso dunque sono". Celebre frase di Cartesio! Ed io amo pensare... Ho visto il video che proiettava nelle case di tutti gli italiani l'immagine del dott. Mastrogiacomo che implorava l'aiuto da uomini delegati da altri uomini a rappresentarli: sarebbe stato meglio chiedere al POPOLO ITALIANO. Mentre i seguaci del Dio Misericordioso di coranica memoria mostravano poca o nulla misericordia nello sgozzare un uomo indifeso ( quando pregano a chi parlano? Non è Dio Clemente e Misericordioso?) il nostro giornalista reo di estrema leggerezza nel navigare in siti poco affidabili coinvolgendo altre persone implorava un giusto aiuto, usando la parola CRISTIANO, mentre il giornale per cui lavora di fatto i cristiani li tratta poco rispettosamente... Bontà di Dio, stavolta è il nostro che da centinaia di anni va predicando amore nonostante i Papa guerrieri e le crociate, anch'esse ed essi poco cristiani o cristiane . Fatta questa breve premessa necessaria perchè mi sono rotto le scatole a sentire nominare Dio per fatti che poco hanno a che fare con la spiritualità come PACS, DICO, GUERRE, CROCIATE, OMICIDI, ASSASSINI e chi più ne ha più ne metta e trattandosi, il mio ,di un Blog che vuole essere VITA E VANGELO mi spinge a riflettere seriamente: PRIMA QUESTIONE : Mentre sgozzavano quel poveretto in nome di dio clemente e misericordioso (forse voleva risparmiargli altri anni di duro lavoro? Mandarlo a dormire in pace prima del tempo?) vi erano numerose auto che camminavano su quello che certamente è un terreno poco frequentato. I fratelli misericordiosi erano in tenuta da combattimento e mostravano un'attitudine al perdono che attenti osservatori potevano facilmente scorgere... In poche parole, visto che su Google riesco a vedere e a stampare l'immagine di casa mia con l'ausilio del satellite, mi domando: vuoi vedere che i servizi satellitari di Google funzionano meglio di quelli del glorioso esercito di Bush, protetto anche lui da dio visto che alla casa bianca si legge la bibbia (vorrei vederla e visionare...) e si invoca la benedizione di dio SUI NOSTRI SOLDATI: dio benedica i nostri soldati! Il senso di questa benedizione l'ho capito: dio creò gli americani d'importazione e quelli a loro volta hanno creato gli altri popoli, per cui vi è il dio di Bush e Bush che è lui stesso un dio per il resto dell'Umanità. SECONDA QUESTIONE: Ben Laden da bisognoso di dialisi riesce a muoversi meglio di un Apache che fugge dal farsi massacrare dal bisnonno di qualche americano d'importazione, nonostante i satelliti i quali funzionano e bene quando si tratta di far passare a miglior vita qualche palestinese biricchino che infastidisce i sionisti! Ma funzionano o non funzionano i satelliti?.. Non ci capisco niente... nonostante Cartesio! TERZA QUESTIONE: Si è detto e ridetto che l'attacco all'Irak era ingiustificato. Che non vi erano armi di distruzione di massa. Che sono morti migliaia di Iracheni innocenti. Che il terrorismo ha attecchito in Irak in modo particolare per la cattiva politica voluta da Bush. Sono stati destituiti i principali colpevoli della guerra in atto (tranne il principale). Visto che Saddam si è lasciato attaccare ingiustamente, visto che l'attacco che ha subito ha distrutto il Popolo Iracheno, visto che non aveva armi di distruzione di massa in dotazione si è creduto opportuno condannarlo a morte e visto che ci stiamo abituando ai morti lo si è anche impiccato! Adesso, vi è Gino Strada, colpevole di operare sotto i bombardamenti per pura e semplice umanità: credo che anche lui rompe un pò... Non era Saddam amico della Francia e degli USA negli anni a cavallo tra gli anni '70 e fine '80? Facciamo come i satelliti che non funzionano? O che funzionano al momento per qualcuno giusto: quando si vuole rendere un uomo libero dal peso della vita. Per dirla con Ungaretti: la morte si sconta vivendo!Poveri noi!
http://blog.libero.it/vitapoetica

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3

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Inviato da Anonimo
il 14/04/07 @ 17:25
Caro Antimo, avrei potuto intervenire sul tuo blog, per lo stesso tuo articolo ora a commento, ma forse è cosa buona far partecipi di ciò che dirò, anche Vocedimegaride, entrambi presi dallo sconforto a causa dei mali del mondo che sono capaci di oscurare le nostre anime, se pur ricolme di fede. Conforta sapere che son cose che adombrano persino i grandi della fede cristiana. Il compianto Papa Giovanni Paolo II, nell’udienza generale dell'11 dicembre 2002, manifestando la preoccupazione per la pericolosa situazione del mondo, contaminato da propositi di guerra e da altre corrosioni insanabili, fece suo il pessimismo di tante anime, di fronte al dubbio sulla presenza di Dio al cospetto dei suoi figli epocali, bisognosi di assoluto soccorso straordinario. La meditazione del Santo Padre a tal proposito, si rifaceva al commento del «Cantico di Geremia profeta», poiché l’antico sentimento che vi trapela, chiaramente mortificato da un inaccettabile «silenzio di Dio», è anche del momento. «Egli sembra essersi rinchiuso nel suo cielo, quasi disgustato dell'agire dell’umanità... Ci si sente soli, abbandonati, privi di pace, di salvezza, di speranza. Il popolo, lasciato a sé stesso si trova come perduto e invaso dal terrore». Ma il Pontefice, oltre a proferire queste tristi parole, non poté fare di più poiché pochi sembravano che incarnassero nel cuore questo stato mortale. Non sarebbe arrivato a tanto senza “appoggiarsi” alle scritture sacre, cosa che ha fatto ricorrendo al profeta Geremia biblico, appunto. Perciò rientra nelle cose dell’umano vivere il ricorso allo sconforto, al dubbio di un prevalere spirituale di un «Dio a strisce», come tu dici. Ma la nostra innocenza e semplicità, quando è capace di sopravvivere, salva in noi il «bambino» disposto - non si sa come - a fare miracoli. Dunque ha ragione Marina con la sua conclusione all’analoga tua “lamentazione”, «Gli incuccabili Talebani», a dire: «Forse, un anonimo coraggioso in qualche parte del mondo... magari un innocente bimbo di pochi anni, lasciato solo tutto il giorno a balia della tecnologia... potrà fare, inconsapevolmente, il “miracolo” con la tastiera di una meschina Play Station, in un gioco di ruolo qualsiasi… Chissà?!». Ma c’è di più perché solo poco tempo fa, il 6 marzo ultimo scorso hai presentato sul tuo blog l’articolo «Bellissimo», sul magnate ex musulmano Fred Nassiri che si converte e lascia tutto ai poveri. E come hai concluso? Te lo ricordo, perché può essere la buona medicina dello sconforto, del pessimismo, del sarcasmo ed ancor di più dell’ira. Hai detto così: «Ancora una volta si parla tanto di cose cattive: di quelle buone si vuole cancellare anche il ricordo: quasi nessun giornale ha messo in evidenza questa notizia. Segno dei tempi: vogliono renderci senza speranza, incattiviti. Dio intanto continua a parlare agli uomini di buona volontà.». Qui la questione è peculiarmente su un discutibile attuale dialogo tra il Cristianesimo e l’Islamismo, ma la morale riguarda la preferenza per la divulgazione delle “cattive notizie” e poco o niente per quelle buone. Vale molto perciò che io rilasci a Vocedimegaride ed ai suoi lettori e lettrici questa bella lettera di Gabriel García Márquez allorché si ritirò dalla vita pubblica nel 1998 per ragioni di salute: cancro linfatico. Spedì la lettera di congedo ai suoi amici, e grazie a Internet si diffuse enormemente. Raccomando la lettura perché è veramente commovente questo breve testo, scritto da uno dei più brillanti scrittori Latino-americani degli ultimi tempi. / «Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico. Valuterei le cose, non per il loro valore, ma per ciò che significano. Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce. Andrei avanti quando gli altri si ritirano, mi sveglierei quando gli altri dormono. Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato. Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, e prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima. Dio mio se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l’arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali. Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni uomo e ad ogni donna che sono i miei prediletti e vivrei innamorato dell’amore. Mostrerei agli uomini quanto sbagliano quando pensano di smettere di innamorarsi man mano che invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi! A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza. Ho imparato così tanto da voi, Uomini... Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata. Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi. Da voi ho imparato così tante cose, ma in verità non saranno granché utili, perché quando mi metteranno in questa valigia, starò purtroppo per morire. Dì sempre ciò che senti e fa’ ciò che pensi. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti, ti abbraccerei fortemente e pregherei il Signore per poter essere il guardiano della tua anima. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora. Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi “ti amo” e non darei scioccamente per scontato che già lo sai. Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò. Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l’ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perché se il domani non arrivasse, sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare un ultimo desiderio. Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli “mi spiace”, “perdonami”, “per favore”, “grazie” e tutte le parole d’amore che conosci. Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli. Dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto sono importanti.». / Gabriel Garcia Marquez ha superato il cancro riscontrato nel 1998. Lo ha assicurato il fratello Jaime. «Continua a vivere intensamente come ha sempre fatto»..... Gabriel Garcia Marquez dovrebbe partecipare alle «Conferenze presidenziali di umanità». Ansa 2005. / Ci si sente tormentati per i mali che affliggono gli altri, e questo è cosa lodevole, ma come si può stimare chi, al contrario non infierisce sul male che gli tormenta la carne, come dimostra Gabriel García Márquez? Egli anzi fa qualcosa di meraviglioso, azzarderei divino: loda il creato e gli uomini per essere stati per lui maestri di vita. Mancava un «Fratello» alle sorelle e fratelli compresi nel «Cantico di Frate sole» del poverello d’Assisi, «Fratello Male»! Cari abbracci, gaetano.

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Inviato da Anonimo
il 14/04/07 @ 19:16
Caro Gaetano, come al solito le tue osservazioni sono meravigliose. Non ti ho mai conosciuto da vicino però ho visto le tue foto e quando ti scrivo o ti rispondo posso essere contento di non parlare ad un viso sconosciuto. Solo una cosa vorrei aggiungere al tuo commento: fratello Male...io direi che il male è assenza di Dio, la non chiarificazione di ciò che dovrebbe essere la nostra armonia, quella dimensione che fa dire ad Ungaretti (immenso poeta trascurato perchè considerato di destra mentre la cultura sembra essere terra di conquista dell'intellighentia di sinistra) IL MIO TORMENTO E' QUANDO NON MI SENTO IN ARMONIA...è come dire che si benedice la fame perchè ci fa scoprire il cibo...ma se la fame resta finalizzata a se stessa alla fine conduce alla morte fisica. Forse è meglio pensare che l'assenza di Dio (quello che l'uomo chiama il male) è riempita dalla misericordia di Dio ed è quindi annullata. Caro Gaetano, non possiamo chiamare fratello ciò che è all'opposto della nostra natura...questo non significa che in un futuro prossimo a venire l'Onnipotente, che conosce i propri figli, non trovi la strada per rendere il male privo della essenza divina e quindi trasformarlo in armonia con l'intero creato...a questo proposito ho una mia profonda convinzione...ma per non scatenare discussioni inutili ed attese non conformi all'economia della salvezza preferisco serrarla nel mio cuore. Ti ringrazio per l'attenzione con cui segui i miei scritti e ti abbraccio.
antimo ceparano

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Inviato da Anonimo
il 14/04/07 @ 20:07
Eppure è proprio l’assenza di Dio, ovvero la presenza del male, che ci fortifica e ci rende figli di Dio e non tanto il bene. È un paradosso dire «fratello male», ne convengo, tuttavia se Gabriel Garcia Morquez non fosse stato colpito dal cancro linfatico, un certo “male” senza rimedi, non avrebbe mai fatto la lettera di commiato alla vita che sappiamo. Ed è proprio in questa estrema esperienza che egli ha sublimato il suo amore per il creato e per i suoi simili, al punto da fargli bandire il ricorso ad ogni sorta di ostilità verso di essi. Ecco che così si è temprato l’acciaio della sua volontà per deificarlo affiliandolo di fatto alla corte di Dio, già in vita. Dio ha bisogno di “certezze” per simile balzo dei suoi figli potenziali. Ma di tutto ciò è prudente non intavolare discussioni, che non servono a niente. Ciò che può essere detto senza tema di scontri è che per ognuno arriva l’ora della verità su ciò che conta per Dio e per lui. Ma è una cosa che è chiaramente manifesta all’interessato ed è incomunicabile, perché la via verso Dio passa per l’inferno. Ed allora nella sofferenza, nel martirio, come nella vergogna non resta che “frate male” a torturarci e ad obbligarci a fare cose che mai oseremo riferire ad altri. Poi arriva la “resurrezione” e tutto passa ma resta il “neutrino” in noi, colma di nostri esclusivi segreti: ecco la garanzia per Dio per considerarci dei.
Buona domenica, gaetano.

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Messaggio N°248 del 09-04-2007 - 14:40
Tags: Politica

LA MONNEZZA SU PONTI D’ORO
di Nunziante Minichiello

La Campania ricca può godersi il sole, il mare ed il clima in una atmosfera limpida e pulita. Non pochi italiani trovarono lavoro in Germania dopo la seconda guerra mondiale. L’Italia, pur potenza industriale di rilievo mondiale, ricorre ancora alla Germania per smaltire i rifiuti di cui in Campania nessuno vuole sentire nemmeno parlare, anche perché le possibilità di pagarsi altrove lo smaltimento ci sono. E’ da sperare che qualche spirito antitedesco, soprattutto per reminescenze politiche estemporanee, non faccia sentire la sua soddisfazione di definire la Germania pattumiera della Campania, anche se in Germania trovano ancora lavoro dei campani, impegnati forse anche nello smaltimento dei rifiuti. Infatti i tedeschi potrebbero essere influenzati dal fatto che nessun campano vuol sentirsi pattumiera dell’altro e neanche di se stesso, per aumentare il costo dello smaltimento o, peggio, per rifiutare lo smaltimento a qualsiasi prezzo. C’è da sperare pure che non scendano in concorrenza altre regioni italiane ad offrire i loro rifiuti da smaltire e c’è infine da sperare che altri paesi, europei e non, entrino in lizza per effettuare lo smaltimento. Intanto una cosa è certa: popolazioni all’addiaccio a difendere i loro territori dall’invasione della monnezza; impiego di forze per mantenere l’ordine e di protezione civile per assicurare assistenza; dibattiti ed incontri hanno creato un notevole dispendio di risorse, di energie e di tempo, che la Campania avrebbe potuto impegnare diversamente. Altra sicurezza è che, messo da parte il tormentone rifiuti, la Campania possa concentrare tutto l’impegno sul divertimento e sullo svago per sostenere il turismo, al quale indubbiamente non sarebbero di giovamento vie e piazze con cassonetti stracolmi, se non intasate da rifiuti, o strade ed autostrade esposte a certi odori. A chi il merito di tutto questo? Certamente alla disponibilità del denaro necessario per portare a termine l’operazione. Chi ha reso possibile la disponibilità, chi cioè ha veramente lavorato per liberare la regione Campania dai rifiuti sarà fatto conoscere, se già non lo è stato, dai media che metteranno a disposizione di tutti servizi, documentari, libri e pure qualche altro convegno. Nell’atmosfera quasi di trionfo i media non faranno mancare quindi tutti i particolari della vicenda, come vuole la verità, che non ama rimanere mesta e muta in un angolo nascosto, ma preferisce partecipare alle feste, in tutta chiarezza ed evidenza, nella sua semplice veste naturale. Va rilevato anche che non è la prima volta e non sarà l’ultima che vince il denaro, il quale, nel rispetto dell’adagio antico, apre tutte le porte, come ha aperto la porta al via libera della monnezza che se ne va su ponti d’oro. Il danaro, da quel grande conciliatore che è, ha messo subito d’accordo tutti ed a tutti ha dato la possibilità di affermare di essere vincitori. I media ancora non faranno mancare le solenni dichiarazioni di soddisfazione di tutti quelli che hanno portato la faccenda rifiuti a felice esito. La Campania ricca può godersi ora il sole, il mare ed il clima in una atmosfera limpida e pulita e farli godere pure agli attesi turisti.

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Messaggio N°203 del 11-03-2007 - 18:49
Tags: Politica

L'ARBITRARIA RIPARTIZIONE DEI FONDI UE DELLA CAMPANIA AL PARLAMENTO EUROPEO Coordinamento Nazionale Piccoli Comuni Italiani
www.piccolicomuni.com virgiliocaivano@virgilio.it fax 0885654723 Tel.3483722435
Corso Principe Umberto,52 Rocchetta Sant’Antonio(Fg)

Alle iniziative messe in campo da Piccoli Comuni sono sempre più numerosi i parlamentari italiani ed europei che rispondono con azioni parlamentari davvero significative. Alle considerazioni negative del Coordinamento Piccoli Comuni sulla scelta della Regione Campania dei criteri di utilizzo delle risorse comunitarie 2007-2013 riservate per il 40% dell’ammontare complessivo ai 18 comuni sopra i cinquantamila abitanti sui 520 complessivi ha fatto seguito in maniera meritoria l’interrogazione presentata dall’Europarlamentare Aldo Patriciello alla Commissione Europea.Il testo dell’Interrogazione avente ad oggetto: Ripartizione impropria dei Fondi Strutturali 2007-2013 nella Regione Campania. Premesso che:
I fondi strutturali rappresentano uno degli strumenti finanziari principali con cui l’Unione europea persegue la coesione e lo sviluppo economico e sociale in tutte le sue regioni;
La finalità principale dei fondi in oggetto è di ridurre le disparità economiche e sociali esistenti, non solo, tra le diverse Regioni dell’Ue, ma anche all’interno delle singole regioni stesse;
Considerato che la Regione Campania è una Regione ad Obiettivo 1 e che pertanto beneficia prioritariamente degli stanziamenti pecuniari previsti dall’UE per il periodo 2007-2013;
Considerato che il documento strategico elaborato dalla Regione Campania per la ripartizione dei fondi all’interno del suo territorio predilige l’erogazione di aiuti finanziari ai Comuni campani aventi una popolazione superiore a 50.000 abitanti a scapito di oltre 500 piccoli comuni campani che saranno messi ulteriormente in ginocchio; Non ritiene la Commissione che la scelta della Regione Campania di privilegiare i grandi comuni accentui ulteriormente le differenze economiche e sociali già esistenti con i piccoli comuni, contribuendo ad offendere ed umiliare la pari dignità delle autonomie locali? Non ritiene la Commissione di dover intervenire al fine di assicurare una corretta ripartizione delle disponibilità finanziarie da Essa messe a disposizione, impedendo che scelte avventate ed inique effettuate dall’amministrazione regionale della Regione Campania impediscano il raggiungimento degli obiettivi della politica strutturale stessa? In merito invece alla condizione di totale disagio della grande viabilità nell’Appennino italiano, si registra con grande gioia l’interrogazione parlamentare dell’On. Raffaele Di Gioia al Ministro delle Infrastrutture in merito alla Statale 90 Napoli-Bari. Il Deputato Di Gioia al Ministro Di Pietro Per sapere-Premesso che Sul tratto della strada statale ss90, che collega i Comuni del Subappennino Irpino e Dauno con Foggia e Benvenuto, si registrano gravi danni causati da una frana; tale situazione determina l’isolamento dei Comuni del subappennino dauno e irpino: le ragioni per cui i lavori per la normalizzazione della viabilità non abbiano ancora avuto inizio; se ritiene d’intervenire per l’allargamento e l’ammodernamento del tratto della strada statale ss90. “Le interrogazioni dei due parlamentari – afferma il Portavoce dei Piccoli Comuni Virgilio Caivano - sono il segnale migliore di una doverosa attenzione verso le ragioni delle piccole comunità locali. Una chiara inversione di tendenza, un dato politico che non va sottovalutato. Il Coordinamento – conclude Virgilio Caivano – è aperto ad ogni forma di trasparente collaborazione per il bene comune dei dieci milioni di cittadini che vivono nei 5630 piccoli Comuni italiani.
L’addetto stampa
Andrea Gisoldi

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Messaggio N°173 del 20-02-2007 - 19:43
Tags: Politica

I fatti di Vicenza visti da vicino
dal ns. corrispondente dalla Serenissima, Gigio Zanon

I fatti imbastiti attorno all'ampliamento della caserma americana Ederle sono solo un palliativo per far vedere quanto conta la sinistra radicale, altrimenti emarginata. Infatti, nella stessa caserma fino a qualche anno fa si trovava anche l'esercito italiano con gli Alpini ed ora quella parte è stata dimessa. A parer mio la faccenda va ridimensionata alquanto e posta sotto due aspetti: quello politico e quello della convenienza. Partiamo subito da quest'ultimo. Vicenza è una città di circa 110mila abitanti e la sua principale attività è interstiziale e composta da un' industria di media, piccola e piccolissima dimensione. Le sue attività principali vertono sul tessile, abbigliamento, legno-mobilia, pelletteria, meccanica minore; ha un artigianato artistico molto elevato (oro e ceramica) ed è un grosso mercato agricolo. Inoltre, ha anche delle pregevoli opere artistiche che la rendono una delle città più visitate in Italia. Purtroppo è handicappata dal nodo scorsoio delle strade! Infatti sono quasi tutte risalenti al XIX secolo e così mantenute in attività. Ma questo è un difetto di TUTTO il Veneto! Ora sappiamo che questa caserma, la Ederle, oltre che ospitare i militari americani da lavoro anche a oltre 1500 persone di Vicenza adibite ai vari servizi: amministrazione, riparazioni, manutenzioni, ecc. ecc. Inoltre da lavoro anche all'indotto esterno della caserma: rifornimenti per il personale, attrezzature varie, alberghi e ristoranti, negozi, (è ovvio che sia i militari che il personale esterno quando escono vadano da qualche parte.). Ora le possibilità che ci sono, sono due: se la caserma viene ampliata viene raddoppiato, ovviamente, anche il personale esterno e tutto il resto. Se non viene raddoppiata, quella che c'è adesso viene chiusa perché agli americani una caserma dimezzata non interessa.... e portano il tutto in un'altra nazione più ospitale. Pertanto i pochi vicentini che reclamano e che non vogliono l'allargamento sono ben individuati: gente che ha le abitazioni vicino e che ha paura di veder sminuito il valore delle proprie abitazioni o terreni ( i soliti che vogliono sì - per esempio - l'inceneritore, ma a casa altrui!) oppure i soliti ambientalisti, ai quali se si dovesse dar retta non potremmo nemmeno respirare. Ed è attorno a queste poche decine di persone che si è imperniata tutta la faccenda, soprattutto a livello politico. Ed ecco il secondo aspetto: quello politico. La falsità e la faccia tosta che hanno questi sinistri è davvero impressionante! Per far vedere che loro combattevano contro l'ampliamento in discussione con giuste rivendicazioni ideologiche , avevano fatto intendere che ciò fosse stata una concessione decretata dal passato governo Berlusconi e che il "buon" Prodi (che noi, qui, chiamiamo "Prodelia" per abbinarlo alla Crudelia della carica dei 101; lui, invece, ha organizzato la carica dei "102".. tra ministri e sottosegretari.) è stato solo obbligato ad accettare, a subire! Invece è vero il contrario: al precedente governo era solo stato chiesto - dagli USA - il permesso di poter "periziare in loco" per il previsto ampliamento stabilendo che avrebberopresentato al governo italiano i piani definitivi in seguito. Quando questi piani sono stati perfezionati e presentati, a dare il consenso è stato Prodi-Prodelia! Non Berlusconi! E per far mostrare il suo potenziale, la sinistra radicale ha avuto gioco facile nell'andare a dar manforte ai quei quattro poveracci che per il loro interesse non volevano questo ampliamento! Così come agli sparuti reazionari locali non parve vero di poter avere al loro fianco cotanti personaggi! Ed ora comanda la sinistra radicale. La disfida di Vicenza, tutta interna alla sinistra, ha visto prevalere ancora una volta il movimentismo estremista il quale si riconosce in Bertinotti, non esita a sfilare con chi inneggia alle Brigate rosse e condiziona sempre più pesantemente l'azione del governo in senso massimalista e antiamericano. Lo dimostrano le dure critiche e le richieste di scuse subito partite nei confronti di Rutelli e di Amato. Si è aperta così una nuova, convulsa pagina della guerriglia dentro una maggioranza che è sempre più di lotta e sempre meno di governo. Tutto ciò a spese dell'Italia e della sua credibilità. La linea movimentista di Rifondazione Comunista e del variegato arcipelago della sinistra radicale ha inneggiato al successo della manifestazione e ha subito imposto delle condizioni al governo, non solo sulla base di Vicenza ma addirittura, come ha sostenuto Giordano, sulla presenza delle basi americane in Italia e più in generale nella politica estera. La discussione al Senato sulla missione in Afghanistan acquista così una nuova valenza politica e D'Alema dovrà tenere conto nella sua relazione del peso che la sinistra radicale rivendica sulle scelte di politica estera. Non c'è da dubitare che D'Alema e Prodi metteranno l'accento sulla discontinuità della politica estera rispetto al governo Berlusconi (ritiro dall'Iraq, ruolo dell'Onu, missione in Libano, conferenza di pace in Afghanistan), allontanandosi così sempre di più dai principali ancoraggi della nostra politica estera. Ancoraggi che avevano permesso all'Italia di sedere - con pari dignità - al tavolo delle decisioni internazionali. Ad ogni scontro che si apre nella maggioranza, il compromesso che viene raggiunto è sempre più tinto di rosso e avviene immancabilmente sul terreno scelto dalla sinistra estrema. E i loro "capoccia" sono quelli che ancor oggi si richiamano al comunismo! Ecco cosa ha detto il loro capo, anzi: "il migliore", come lo chiamavano:

E quelli che attualmente ci governano sono i suoi degni eredi!Pertanto, come è dimostrato, i fatti in questione vanno ampiamente ridimensionati come una lotta intestina nell'attuale governo. Cioè la sinistra che vuole imporre a suo vantaggio i suoi principi. Non interessa se l'Italia tornerà ad essere la solita "voltagabbana" come ci hanno descritto dopo l'ultimo conflitto, interessa solo che sia contro l'America! E le altre nazioni Europee ringraziano, e stanno in attesa.

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 14

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Inviato da Anonimo
il 20/02/07 @ 20:06
la vostra malafede è incredibile andate a lavorare per emilio fede, non fate informazione ma propaganda

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Inviato da Anonimo
il 20/02/07 @ 20:31
Come è "BELLO" l'anonimato ... pensate ... mi consente di definire "STRONZO" colui che ha scritto prima di me

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Inviato da Anonimo
il 20/02/07 @ 22:36
A prescindere dal fatto che l’anonimato è simile ai passamontagna con cui si coprono il volto i disobbedienti e gli pseudoultras durante le guerriglie urbane e che chi non ha il coraggio di firmarsi toglie forza e dignità alle proprie idee nel tentativo inutile di banalizzare le altrui idee, si fa presente che il nostro autorevole Gigio Zanon è l’unico in grado di stilare fedele cronaca degli eventi di Vicenza, essendo oltrechè autoctono e residente sul territorio veneto, perfettamente con i piedi in terra nella specifica REALTA’ descritta; contrariamente a noialtri che abbiamo assistito in tv, come guardando oltre il vetro di un acquario di pesci tropicali, un corteo di protesta che ci è sembrato molto più vivace e bello del carnevale nella vicina Venezia! Faccio rilevare, tra l’altro, che Gigio Zanon è il medesimo autore dei bellissimi brani storici sul controrisorgimento e sui fasti delle Due Sicilie, molto apprezzato dai nostri lettori. Non esiste uno Zanon che va bene e uno Zanon da fustigare, a seconda dei temi trattati. Ciò detto, essendo Zanon un contemporaneo e non un autore dell’età romantica finito nel pantheon degli scrittori, ha diritto ad avere idee personali in tema dell’ attualità che vive e di esprimere il suo pensiero, così come consentito a chiunque in questo spazio AUTONOMO, INDIPENDENTE, A-PARTITICO ma comunque d’OPINIONE! Mi è capitato spesso di leggere e pubblicare interventi di idea opposta a quella “assegnata” proditoriamente a Zanon dall’anonimo; io stessa ho scritto spesso contro Bush e Berlusconi quando se ne dava il caso. Zanon ha semplicemente svelato quei retroscena….che già molti di noi percepivano, compresi i signori Prodi, Rutelli, Amato e Mastella. Ditemi, quanti erano i vicentini in corteo? Anche tutte le TV nazionali e locali hanno riferito dei vicentini partiti per il week-end, per star lontani dal “carnevale” mediatico. Cari “pacifisti”, no global, idealisti di sinistra, la politica è un’altra cosa: è gioco di ruolo, è tradimento, è interesse personale… a sinistra quanto a destra… soprattutto al “centro”. Quando la smetterete di credere alla Befana?… Fate un po’ di autocritica. Siete al governo, comandate voi attraverso i vostri rappresentanti. Lavatevi i panni sporchi in famiglia e non guardate la pagliuzza nell’occhio dell’altro se nel vostro c’è una trave! La cosiddetta “propaganda” di cui ci accusa quel gentiluomo di anonimo serve a piazzare per venderli prodotti, tessere e bibbie e vangeli di partito. Noi non vendiamo! Regaliamo il nostro tempo ed il nostro lavoro a quanti di voi sanno stabilire un confronto, un dibattito, privilegiando la comunicazione, la libertà di espressione ed il rispetto per chiunque non sia a noi “gemellato”. Cerchiamo di mettere in moto quel muscolo atrofizzato ch’è il nostro Cervello, prima che altre “propagande” lo piazzino a peso sulle bancarelle al mercato rionale!
Marina Salvadore

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Inviato da Anonimo
il 20/02/07 @ 22:55
ma perchè cavolo Bertinotti, Caruso e Giordano e tutti gli anonimi incappucciati non seguono l'esempio del maestro Palmiro e rinunciano alla cittadinanza italiana...ed anche alle seggiole?
Claudia

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Inviato da Anonimo
il 20/02/07 @ 23:33
perchè questo è l'unico paese comunista rimasto sul pianeta!
Russo Vincenzo Paolo

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Inviato da Anonimo
il 21/02/07 @ 00:28
Ma basta con tutte 'ste chiacchiere e con queste nostalgie. non esiste ideologia non esiste destra e sinistra. è solo dittatura del pagnottismo da tutte le parti. sono stato per tantissimi anni un elettore di sinistra. da dieci anni non vado più a votare. sono schifato. se domani ci sarà un rosso, un nero, un verde o un giallo o un marziano che meriterà la mia stima allora tornerò a fare l'elettore e voterò per lui. odio i totalitarismi e tutti quelli che ingabbiano l'uomo e tutto quanto ha ali per volare. rifiuto di fare il maggiordomo di qualcuno che si crede più furbo di me. viva i cieli liberi. viva la manna dal cielo che non è fatta piovere dai politici ma da Dio quando vuole Lui. mandiamo a casa questi vecchi vampiri.
Cesare De Luca- anni 68 -ex classe operaia - pensionato 650 euro al mese - casa in affitto - asmatico cronico impossibilitato a passare le terme - moglie diabetica - due figli uno ancora a casa

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Inviato da Anonimo
il 21/02/07 @ 00:36
Questa sera ho avuto la fortuna di seguire due trasmissioni RAI: Ballarò e Porta a Porta. Guarda caso il "MINISTRO" Di Pietro era presente in entrambe. Di Ballarò posso segnalare le solite incongruenze del "FILOSOFO" di liberto ... che a Vicenza era in prima linea a protestare contro l'allargamento della base americana, ma che domani, per conservare sotto al C..O la poltrona tanto anelata, e che lo porterà a pensione da FAVOLA, voterà a favore della polica estera del Ministro D'Alema. In questo momento è in atto una diatriba tra l'Onorevole Craxi(figlia=FI) ed il GRANDE di pietro, integerrimo magistrato, che con mossa da sceneggiata napoletana, all'epoca "Mani Pulite" tolse la TOGA ... schifato dichiarando che non sarebbe MAI entrato in politica. Oggi dobbiamo ascoltarlo, mentre pontifica con un italiano che assolutamente non fa invidia al NOSTRO JOSEPH RATZINGER, senz'altro di un'altra cultura, mentre si barcamena a difendere i SUOI ELETTI, Rame e De Gregorio, gran bei personaggi, e, anch'egli, come più volte dichiarato anche in televisione, dissidente su varie iniziative del Governo di cui SI ONORA di far parte. Bene cari amici ... questa è la minestra che ci GOVERNA ... Di Liberto, Bertinotti, presidente della Camera e pertanto al di sopra delle parti, dichiara che sarebbe stato senz'altro a Vicenza a PROTESTARE contro la decisione del Governo Prodi, si perchè questa sera a Ballarò è venuta fuori un'altra verità ... la decisione dell'allargamento della base di cui parliamo non è del Governo Berlusconi ... è stato il Governo Prodi ad approvare ... ed allora cari Pecoraro, Rizzo, Giordano ... mostrate FINALMENTE LE PALLE ... votate contro ed andate TUTTI A CASA!!!
Mauro Caiano

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Inviato da Anonimo
il 21/02/07 @ 11:37
La mia cordiale solidarietà al lettore De Luca che con sincero realismo ha descritto lo stato d'animo e le urgenze di notevolissima parte degli italiani. Mentre le nostre soubrettes giacobine continuano ad ingurgirtare voracemente anche il nostro "essenziale" di sopravvivenza, la lista dei clochard inizia a comprendere, sotto i portici di ponti e stazioni, schiere di impiegati con tanto di badge e stipendio in corso; anziani soli che abitano case popolari piene della loro vita e dei ricordi da oltre 30 anni, rischiano di vedersi occupata la casa se solo necessitano di ricovero in ospedale per curarsi gli acciacchi dell'età: non rientreranno più in possesso neppure di un fazzoletto o di una fotografia di qualche caro estinto o di un abito o una pentola di loro proprietà ed IDENTITA', mentre gli abusivi nessuno li sbatterà fuori da casa loro (accade con enorme frequenza a Milano, a Roma, a Cagliari... questa crudele violenza taciuta e permessa dall'indifferenza degli amministratori pubblici)... Diliberto, dopo aver fatto la sfilata allegorica di Carnevale, rinnegando se stesso 18 ore dopo, meriterebbe il linciaggio nella pubblica piazza vicentina; Di Pietro dovrebbe andare a nascondersi, ora ch'è alleato di gentaglia qualificante una più ricca MANI PULITE 2 che dovrebbe comprendere oltre a "politici" più "finanziati" di Craxi anche lo stuolo degli amministratori delegati delle aziende italiane fallite che continuano, per questi loro meriti professionali, a far parte del gotha nazionale ed a percepire incredibili emolumenti. LADRI! PAPPONI! DELINQUENTI!... Ma ciò che sconcerta di più è che c'è ancora chi li difende, li giustifica e li VOTA, soprattutto nelle fasce proletarie e della piccola borghesia: costoro meriterebbero il confino a vita in clinica psichiatrica, reparto MASOCHISTI!
Marina Salvadore

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Inviato da Anonimo
il 21/02/07 @ 13:58
Parlando di don Abbondio, il Manzoni dice \\\"costretto a viaggiare come un vaso di terracotta tra tanti vasi di ferro...\\\" così come lo siamo noi: vorrei dire a quel lettore di \\\"sinistra\\\" che io sono stato sindacalista e candidato alle elezioni comunali per la sinistra...ebbene dopo aver tanto creduto nell\\\'equità sociale e nei diritti dei più deboli ho dovuto cambiare idea: nell\\\'azienda dove lavoro i \\\"sinistri\\\" hanno occupato tutte le poltrone ben pagate...i sindacati ci hanno ridotti all\\\'osso...e i partiti a discutere di natiche e di omicidi di pargoli nella pancia (aborto). Ora pur non essendo di destra chi dovrei votare per tenere fede non all\\\'Emilio (che reputo quello che non dico) ma ai miei ideali? Molto serenamente non voterò ma nemmeno mi atteggio a giudice in possesso della verità a meno che non faccia parte di coloro che da buoni \\\"sinistri\\\" hanno il portafoglio a destra e il resto a sinistra.saluti.
antimo ceparano (odio gli anonimi mi sanno tanto di traditori)

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Inviato da vocedimegaride
il 21/02/07 @ 14:25
Seguendo questo scambio di opinioni si ha sempre più l'idea della spontanea costituzione di un grande Partito dei "dipartiti" ovvero di coloro morti alla Politica Italiana. Ben venga, allora, un nuovo partito con il suo logo: "partito dei dipartiti italiani" che costituisce la maggioranza.

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Inviato da Anonimo
il 21/02/07 @ 18:13
Perchè rispondere a chi non vuol farsi conoscere? Si vede che si vergogna di se stesso, perciò è meglio lasciarlo nel suo covo. Piuttosto non ho detto nulla di quei ... "sciocchini" (a Venezia si dice "mone"!), sia politici che cittadini, che tanto reclamano un referendum se allargare o meno la famosa base! Passi per un cittadino che - seppure inopinatamente - può anche non conoscere la Carta Costituzionale, ma per un politico - specialemnte per quelli di sinistra, che tanto si lavano la bocca cona la parola "Europa" - non conoscere la nostra legge fondamentale ... dimostra solo la sua crassa ignoranza! Non sanno questi ... poveracci che costituzionalmente i referendum si possono fare solo per "abrogare uan legge nazionale", ma non si possono assolutamente indire nè per leggi finanziarie e nè per i trattati internazionali? Allora, come la mettiamo? Se il governo di Prodi-Prodelia ha stretto un patto con l'America di allargare la detta base, non si potrà MAI modificarlo con un referendum nazionale nè tanto meno - ed ancor meno - con un referendum locale, bensì solo non riconoscendo un patto stabilito, con le debite conseguenze internazionali sia di immagine che di alleanza. Potenza dell'ignoranza! Ma per fortuna ci hanno pensato loro stessi: votandosi contro in Senato! E adesso? Cosa ne facciamo di questa base? Chiaro: viene fatta come vogliono loro! Ah! Un' ultima notiziola: al compagno capoccia del "centro sociale Garmigna" di Padova, quel centro a cui faceva base uno dei brigatisti arrestati con le armi, il Comune di Padova - amministrato da una compagine di sinistra, con Zanonato in testa - è stata data una antica e appena ristrutturata abitazione "gratis" di proprietà del comune! Avanti popolo! Di case per compagni ce ne sono a bizzeffe... è per i citadini meno abbienti che non ce ne sono! Speriamo solo che adesso si torni al voto, così speriamo che molte cose cambino!
Gigio Zanon

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Inviato da Anonimo
il 22/02/07 @ 11:41
Oltre che analfabeta sul piano della conoscenza del nostro ordinamento istituzionale (oltre ai referendum abrogativi nazionali, esistono anche quelli previsti dagli statuti comunali), lei ha anche scarsa confidenza con l'italiano:i suoi commenti sono infarciti di errori di sintassi e grammatica.
Auguri per lo studio.
Andrea Rosso

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Inviato da Anonimo
il 22/02/07 @ 12:33
allora perchè non facciamo una cosa intelligente e propositiva, sig. Andrea Rosso, illustrando la sua competenza a riguardo, a puro titolo informativo? Gliene saremmo davvero grati.
La redazione

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Inviato da Anonimo
il 22/02/07 @ 13:38
E' caduto infine! Sarà la solita solfa. Prodi cederà il tronetto a D'Alema che resisterà per un po'. Poi si andrà di nuovo alle urne con tutta la gerontocrazia dei soliti. Cosa cambierà? Una volta sale Berlusconi e l'altra Prodi. Berlusconi cancella le illuminazioni del governo Prodi. Prodi cancella le illuminazioni del governo Berlusconi. Si alternano. Ma chi governerà davvero questo Paese ridotto a un cencio bucato? La crisi dei valori e degli ideali è il vero dramma come l'assenza di veri uomini. Riconosco, da elettore del centro-destra 'casini-sta', onore e dignità ai due negazionisti comunisti che hanno fatto vincere la loro onestà ed integrità morale. Di gente così ce ne vorrebbe a destra, a sinistra e al centro. Mi turba invece la miseria morale di un ex presidente della Repubblica, un super-partes, che ha votato una finanziaria che gli faceva schifo, dimentico della sua coscienza e autorevolezza istituzionale al servizio del popolo. La politica senza ideali e senza moralità è la distruzione della Nazione. Vogliamo gente nuova, a destra e a sinistra, entusiasta e onesta.
Enzo DE CARO

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Messaggio N°162 del 12-02-2007 - 19:29
Tags: Politica

Spunti di riflessione ad uso del Guardasigilli nazionale
di Marina Salvadore

Corre l’obbligo di una seria riflessione per il nostro “guardasigilli” Mastella e la sua variegata accolita. In merito ai gravi eventi verificatisi in alcune città italiane durante le cerimonie di commemorazione delle vittime istriano-giuliano-dalmate delle Foibe e dei titini, a nome di tutti i profughi e figli dei profughi “giuliani” e di tutti gli altri italiani di serie B a costui si presenta ideale istanza perché la Legge 27 gennaio 2007, da egli proposta con personalissimo quanto supersonico ddl ed all’unanimità approvato, produca i suoi effetti non solo per l'unica fattispecie identitaria prevista e che contempli oltre il reato del negazionismo dell’olocausto e della diaspora ebrea anche il reato di negazionismo dell’olocausto e della diaspora delle migliaia e migliaia di italiani, anche di lingua croata, massacrati da druse Tito con la complicità del negazionismo dell’allora Partito Comunista Italiano, e la cinquantennale ignavia di comodo della Democrazia Cristiana (dove militarono, ahinoi, anche i rappresentanti delle comunità rivendicatrici) fino ed oltre il trattato di Osimo del 1975. L’onestà intellettuale dell’oggi settantreenne Gianni Cervetti, che si occupava degli Affari Esteri per il PCI di Berlinguer, e che negli anni ’80 fu, insieme al nostro presidente Giorgio Napolitano tra i cosiddetti “miglioristi”, in virtù dei violenti scontri ideologici degli anni ’50 e ’60 nell’ambito del Partito medesimo, proprio in riferimento al tabù delle foibe che fu strumentale alle migliori relazioni con i comunisti degli estremi confini dell’Italia di nord-est, ritiene che il contentino dell’unica Giornata del Ricordo destinata alla memoria di queste vittime sia giunto talmente tardi da sembrare un’ulteriore irriverente offesa, poiché il reato del Negazionismo è stato perpetrato da oltre 60 anni proprio dai comunisti italiani, peraltro in possesso di comprovante documentazione e dossier, con precisi riferimenti e numeri del genocidio. Tardivo quanto inutile, come l’onestà di Cervetti, giunge anche l’odierno riconoscimento di questa vergognosa pagina della Storia Italiana da parte del presidente Napolitano ma, come si dice, “meglio tardi che mai” poiché risulta davvero inqualificabile se non offensivamente sprezzante, invece, l’astinenza da minimi interventi di circostanza da parte del presidente del Consiglio, Prodi, impegnato a fare il comico in India; viaggio inserito in agenda, guardacaso, proprio per il 10 febbraio. Non si può non convenire con l’“agitato” Storace che la "tournèe" in India non sarebbe mai stata programmata se in concomitanza con un religiosissimo “25 aprile” o con un opportunistico “27 gennaio”, ad intendere che il presidente del Consiglio dei Ministri Italiano pratica una politica discriminante, ritenendosi il presidente della sola élite italiana, ovvero del suo “popolo eletto-re”. Aberrante, poi, la reazione dei mocciosi, nuovi zombies e babbuini, e dei fondamentalisti del dogma comunista, bivaccanti nei cosiddetti “centri sociali”, in tutto simili agli ultras delle pseudo-“tifoserie” calcistiche, al centro dell’attenzione in questi giorni; questi ignoranti ultra-adolescenti che non brillano certo per coraggio, sacrificio, spirito, cultura ed educazione civica, a Carrara, nel Giorno del Ricordo hanno ferito un dirigente provinciale di An e due poliziotti che presidiavano una normalissima mostra fotografica sulle Foibe. A Firenze, al termine della manifestazione dei centri… assurdamente detti “sociali”, contro la giornata in memoria dei martiri delle Foibe, l’agente di Polizia Alessio Luci è finito gravemente ferito in ospedale, dopo essere stato investito proprio quale bersaglio da un’auto condotta da due dei tanti delinquenti dimostranti. A Milano, anonimi hanno divelto una targa stradale dedicata ai martiri delle Foibe. Gli stessi “intellettuali” de Il Manifesto e di Liberazione, Enzo Collotti e Maria Rosa Calderoni, ancora pontificavano, poi, dalle pagine dei rispettivi fogli circa la strumentalizzazione delle foibe da parte dei soliti “fascisti” e “postfascisti”, tentando anche, disumanamente e miserabilmente di ridurre le cifre in migliaia dei martiri a qualche centinaia, come se qualche morto in più o in meno, comprato e venduto a peso, possa cambiare dignità ad un massacro. Proprio questi due “giornalai” sono stati pubblicamente invitati al buonsenso ed all’onore della verità dall’anziano “maestro” Gianni Cervetti che, peraltro, oggi è presidente dell’ISEC, l’istituto di storia dell’età contemporanea a Sesto San Giovanni e che giovedì scorso ha dedicato un convegno alle foibe. Quando si comprenderà, alfine, che le povere genti italiane dell’Istria e Dalmazia, dopo aver sperimentato – come i polacchi di Wojtyla – le due dittature sulla propria pelle, si tengono rigorosamente lontane da giochi e tessere di qualsivoglia fazione, chiedendo solo quel po’ di pace, pagabile con un briciolo di fraterno rispetto per la loro tragedia?

In quanto a Mesic, emotivo e "primitivo" presidente croato, che si è ritenuto offeso dalle parole di commemorazione del presidente Napolitano che - finalmente - ha trattato di genocidio e pulizia etnica, si risparmi ulteriori orgogli nazionalisti. Non reggono.

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Messaggio N°154 del 08-02-2007 - 10:52
Tags: Politica

Sud: L'insostenibile leggerezza di... "tessere"
agenzia TeleradioNews/Gianni Gosta

Bari. Comunisti autosospesi.
Il partito dei Comunisti italiani in contestazione con l'esecutivo Vendola si autosospende. Il Comitato regionale del PdCI, riunitosi il 2 febbraio 2007, dopo approfondita discussione sulla situazione politico-amministrativa regionale, ha approvato il seguente documento politico. La coalizione politica del centrosinistra pugliese nel 2005 aveva aperto, nella società pugliese e tra le giovani generazioni, una prospettiva di futuro migliore dopo gli anni bui dei governi di centrodestra, avanzando una proposta programmatica e politica di cambiamento, nella sostanza e nel metodo dell’azione di governo della cosa pubblica, conseguendo la vittoria elettorale se pur di stretta misura. In questi primi anni di governo si è disatteso il programma di cambiamento condiviso. Alle rivoluzioni annunciate ieri, oggi non corrispondono risultati soddisfacenti in termini di attuazione del programma e di esercizio di gestione, tali da incrementare il necessario consenso politico e di opinione della comunità pugliese sul complesso dell’azione di governo. Emblematica è la caduta dei proclami del Governo regionale sull’AQP, ove si sono sprecati tempo, energie ed aspettative in questi 2 anni, senza produrre alcun miglioramento del servizio, anzi alimentando ulteriori rischi di rallentamento nell’azione di sviluppo dell’Azienda medesima. Questo è ancor meglio dimostrato dalla scelta di ripiegare sull’antica figura dell’Amministratore Unico, tanto caro alle gestioni politiche precedenti, mentre i cittadini pugliesi continuano a pagare disservizi con una tariffa più alta del 39% rispetto alla media nazionale. Ancor più pesante è il grave disagio popolare che si raccoglie e registra nel settore della sanità pugliese. Gli interventi legislativi rimangono, a tutt’oggi privi, di un comprensibile progetto riformatore che ridefinisca i rapporti tra cittadino, territorio, rischi e tutele dalla salute. Disdicevole è stato il ricorso a trasformismi e logiche di lottizzazione giunte sino all’utilizzo di personale dirigenziale riveniente dalla precedente amministrazione. Si è reso, anche per questa via, incerto e poco chiaro l’impegno assunto con i cittadini e le comunità pugliesi, ovvero, avviare la sanità verso livelli di qualità e di efficienza, che neanche la stesura del recentissimo Piano della Salute pare indicare con chiarezza. Anche la funzione di Commissario per l’emergenza ambientale, esercitata sino ad oggi, non ha conseguito l’obiettivo della fuoriuscita della gestione dei rifiuti, da una sostanziale situazione di emergenza. Infatti all’obiettivo ambizioso di conseguire percentuali pari al 55% nella raccolta differenziata degli RSU, non è corrisposta alcuna visibile azione di cambiamento che non sia stata quella dell’ampliamento delle quote di conferimento in discariche e del sostanziale immobilismo rispetto all’enorme mole di contenzioso amministrativo, ereditato e giacente in Regione. Mantenuta così la funzione, oggi, il parziale e contraddittorio conferimento di competenze alle Province Pugliesi, trasferisce una situazione di emergenza, sostanzialmente immutata ed a rischio di ingovernabilità. Da ultimo il rinvio dell’approvazione del bilancio di previsione 2007 ha esposto, in maniera clamorosa, tutta la limitatezza dell’azione programmatoria dell’attuale governo regionale; infatti il ricorso all’esercizio provvisorio di bilancio finisce per rendere inefficaci pure quei provvedimenti legislativi condivisibili, sino ad oggi adottati. Il PdCI in tutto questo tempo, inascoltato, ha posto ai partiti alleati l’esigenza di imporre una vigorosa svolta politica nell’azione di coalizione e contestualmente, l’esigenza di diretto legame di partecipazione all’azione amministrativa del Governo regionale di centrosinistra. Nessuna risposta è giunta, a dimostrazione del carattere esclusivamente elettorale a cui, da tante parti, si è voluto ridurre la coalizione che, in tale condizione, ha fatto venir meno, anche da altre parti politiche, le motivazioni fondative dello stare insieme. Al contrario, in questi primo periodo di legislatura, si è caparbiamente perseguita una inaccettabile prassi della politica e dell’amministrare che restringe nel Presidente e nei Gruppi Consiliari maggiorenti, gli unici attori delle decisioni e delle scelte in tema di governo. Indirizzi politici unilaterali, sono stati sostanzialmente impiegati: nelle scelte relative ai commissariamenti e subcommissariamenti di IACP, EDISUe AUSL, rispetto alle quali ancora tarda ad arrivare una coerente e condivisa proposta legislativa risolutiva; nella rivisitazione del nuovo Pear per adeguarlo ai desiderata di Confindustria; nella trattativa in favore di ILVA per più favorevoli quote di emissione in ambiente. Ad ulteriore riprova del latente stato di crisi di questo modo di fare ad un tempo, coalizione e Governo, vi è la recente esplosione di contraddizioni politiche all’interno del neo-nato gruppo unico DS-La Margherita, prefiguratore del prossimo ed ascoltatissimo Partito Democratico in Puglia. Il PdCI prende così atto della deriva politica della Presidenza Vendola verso una governabilità fine a se stessa, che ha finito per mettere in subordine, le esigenze e i bisogni dei lavoratori e delle fasce più deboli e la stessa idea alternativa di sviluppo delle forze produttive. Tante attese deluse di larga parte della comunità pugliese, assieme alle preoccupazioni delle organizzazioni sindacali e di categoria, sono condivise dai Comunisti Italiani di Puglia che rimarcano la loro estraneità e distanza dall’attuale maggioranza di governo. La nostra non è una posizione demagogica o strumentale, essa mira a conseguire una decisiva trasformazione dell’azione politica della coalizione e della maggioranza di governo recuperando interamente le ragioni dell’unità e del cambiamento. Intendiamo così favorire una profonda riflessione sui rischi che questa situazione, non modificata, farebbe correre alla prospettiva stessa di un governo democratico della Puglia Si ritiene per questo indispensabile e urgente l’immediata convocazione della maggioranza per un’ampia verifica politica e programmatica. Il Comitato regionale pugliese del PdCI da mandato al proprio Gruppo Consiliare di continuare a porre, nelle sedi istituzionali, la necessità di un repentino cambio di marcia nell’azione del Governo Regionale, per questo il Gruppo Consiliare del Partito sospende la sua partecipazione alle riunioni della maggioranza sino alla conclusione della verifica. Il Comitato Regionale Pugliese del Partito dei Comunisti Italiani.
nota della redazione:
Povero Sud! Chi la vuole cotta... chi la vuole cruda... e la disgregazione continua, ai danni dei cittadini meridionali e del territorio, deprivati delle loro peculiarità, spogliati dell'identità storica e culturale, abbandonati a se stessi. Troppi galli a cantare non "schiarano" mai giorno... soprattutto quando appartengono allo stesso coatto pollaio e prendono a beccarsi ed a spennarsi fra di loro... sugli scranni della stessa "batteria di polli" della Fattoria modello. Galli che sull'aia zampettano all'indietro come i gamberi, pur di non lasciarsi sfuggire un solo chicco di granone.
Eppure, quando vivevano felici allo stato selvatico dell'opposizione parevano essere fiere "aquile"!.... Federico II, abbi pietà di loro ma... invola, alti, i tuoi "falchi"!

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Messaggio N°123 del 19-01-2007 - 16:52
Tags: Politica

IL MERIDIONE PROBLEMA NOSTRO
di Nunziante Minichiello

La questione meridionale è solamente dei Meridionali Il problema meridionale non è tale: è problema nazionale; è problema europeo; è problema mondiale! Quanta solidarietà! Quanto interessamento! La questione meridionale è solamente dei Meridionali. Questi devono decidere se rimanere in rassegnata e fatalistica attesa ed indirizzare le proprie energie per ottenere un intangibile posto statale, tranquillo, sicuro e senza troppe responsabilità, oppure affrontare decisamente il presente, che esige specializzazione, impegno e produzione, e programmare un avvenire di presenza qualificata e di risultati prestigiosi, come d’altra parte è nelle possibilità degli stessi Meridionali. Insomma il problema del Mezzogiorno d’Italia, come tutti i problemi di sottosviluppo, è un problema che riguarda solamente i Meridionali, cioè i direttamente interessati. Questi devono scegliere se continuare la tradizione poco onorevole od onorare la tradizione culturale, che non li vuole ai secondi posti. I Meridionali continuano a trovarsi però, mutatis mutandis, nella storica situazione in cui si trovarono, ad esempio, al tempo dell’arrivo dei Normanni, cioè anche numerosi, ma fiacchi, disarmati e soprattutto senza guida, per cui finirono sottomessi a pochi che però erano esperti nelle armi e nella gestione del potere. Anche oggi i Meridionali sono numerosi, ma impossibilitati od incapaci di utilizzare le risorse disponibili e di sfruttare opportunamente le occasioni che si presentano, soprattutto impediti da quelli ( una minoranza o forse una maggioranza, certamente forte, determinata e sempre in prima fila, a prescindere dal numero ) che traggono vantaggi dalla situazione. Situazione che, per essere tenuta stagnante, esige uso ed abuso della raccomandazione (la quale, è bene chiarirlo, consiste solamente nella dimostrazione di potere da evidenziare agli altri e da assicurare alla propria famiglia, più o meno ristretta che sia) e suoi annessi e connessi, con buona pace della legalità, della giustizia e della tranquillità. I potenti che condizionano il Sud di Italia non sono più i Greci, i Romani, i Normanni e così via, ma quelli che da essi hanno ereditato l’arte di tenere sottomessi i popoli, anche i popoli che possono vantare i Bruno, i Campanella, i Giannone, i Filangieri, i De Sanctis, che, pur non tutti, sono già più che sufficienti per far entrare nella storia questi popoli, che però non sono riusciti, a far proprio lo spirito di quei grandi, che non sono entrati quindi nell’ anima dei cittadini, cioè non sono diventati cultura popolare. Non c’è che da prendere atto della posizione di quelli che hanno ereditato l’arte di tenere sottomessi i popoli. Questi popoli di conseguenza possono godere, come in effetti godono, solo ignoranza o, salvo eccezioni, scolarità di basso livello, miseria e degrado, accompagnati da fenomeni malavitosi di vario genere, con tanti saluti alla ricerca, allo studio diffuso e quindi alle alte specializzazioni, alla occupazione, alla produzione ed alla promozione, che si possono tuttavia andare a godere all’estero. Se alle Bocconi del Nord si risponderà ancora con le vanterie e con le speranzose attese del Sud i risultati saranno sempre gli stessi ed il problema del Mezzogiorno d’Italia non sarà mai risolto, perché in pratica non sarà mai posto, come non è stato mai posto veramente, pur non mancando leggi, enti, istituti, scritti, dichiarazioni, programmi, tavole rotonde, convegni, manifestazioni di piazza, girotondi e fiaccolate, che forse servono a tenere ancor più buona la già troppo buona semplice cosiddetta gente comune. Allora non basta solamente volere la soluzione del problema del Mezzogiorno, eterno pio desiderio, che in pratica è riuscito solo a coniugare danno e beffa, ma bisogna avere le idee chiare e la determinata volontà di realizzarle, sapendo che la libertà e la democrazia senza coraggio civile e senza qualche mito sfatato non possono produrre gli effetti benefici che generalmente sono in grado di assicurare quando restano pure e semplici, cioè libertà e democrazia e non libertinaggio e corruttela di costumi, di leggi e di umanità, e tenendo sempre presente che quelli che ora se la godono sul Mezzogiorno e nel Mezzogiorno non solo non se ne staranno con le mani in mano, a guardare, ma utilizzeranno anche ogni arma a loro disposizione per conservare la situazione attuale. Sia chiaro e si ricordi fino a soluzione realizzata quindi: il problema meridionale è problema solo dei Meridionali, ma non di tutti i Meridionali. Infatti non sono pochi quelli che sanno che meglio di così non potrebbero stare mai più e perciò impediscono qualsiasi cambiamento, anche se previsto e sostenuto dal dettato costituzionale. E’ questa la ragione od una delle ragioni per cui la Costituzione italiana, grande costituzione, è rimasta e rimane ancora sconosciuta al grande pubblico meridionale, al quale da sempre viene negata opportuna conoscenza per seguire il mondo nella sua evoluzione e per acquisire la competenza per non sfigurare. Infine ripetere fino alla noia a quelli che vogliono un Meridione diverso che il potere sta ben stretto nelle mani di quelli che se avessero voluto avrebbero potuto già risolverlo il problema del Mezzogiorno. Di conseguenza si impone la necessità di mandare in pensione, cioè allontanare definitivamente dalle cariche elettive, dopo un anno od almeno ad ogni scadenza, i rappresentanti del popolo. E’ la realizzazione della sovranità popolare sancita dalla Costituzione ed è l’inizio della vera democrazia, che non contempla cittadino appecorito. L’arma elettorale è la più pacifica e la più efficace. La base popolare meridionale dispone di buoni spiriti e di buone professionalità: vanno valorizzati. E’ la rivoluzione che vuole la Costituzione italiana, la quale è la rivoluzione della cultura di umanità contro il culto di personalità, la prima realizza la vera democrazia ed il secondo conduce a decemvirati od oligarchie e relativi capi. La Costituzione italiana è dell’Italia e degli Italiani, tutti quanti, ed è dalla parte dei Meridionali che vogliono un Meridione all’altezza dei tempi e delle sue possibilità. Contro la Costituzione italiana gli egoismi, gli interessi corporativi, le lobbies, i poteri forti, la reazione e la conservazione sono ben poca cosa. Allora, Meridionali, avanti tutta!

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Messaggio N°74 del 11-12-2006 - 19:32
Tags: Politica

Carnevale di Natale

di Marina Salvadore

Per distrarre la nostra attenzione dai reali problemi del “Paese”, da quelli relativi alla nostra sopravvivenza quotidiana e per far scivolare sull’olio gli aggiornamenti sottobanco della tragicomica Finanziaria 2007, dopo il romanzetto d’appendice di Scaramella, i saltimbanchi di corte (governo e opposizione pari son) lanciano sul tappeto verde della bisca spennapolli due scartine a poker, barando, giusto per darci l’illusione di una rimessa in gioco e di una probabile rivincita. Ecco, allora, saltare fuori le folkloristiche faccende istituzionali PACS e Rilancio del Presepe; la prima, per imporre la conveniente allure di laicità dello Stato, la seconda per riconquistare i favori della Cattolicità nazionale, nell'opera di bilanciamento necessaria, data la perfetta divisione della Nazione scaturita con i "prodi" dalle urne. Per il resto, Lavoro, Criminalità, OPA, Lobbies, Alitalia e Telecom possono pure finire nel dimenticatoio pubblico, perché a tenere desto l’orgoglio nazionale e il senso di appartenenza alla Repubblica ci pensano gli psicofarmaci delle “querelle” da gossip alimentate dal Potere malgrado noi.
C’era pure da porselo, con
interrogazioni, tavole rotonde, parate da circo Barnum e disegni di Legge, il problema delle coppie di fatto? Non sarebbe stato più semplice stabilire che a mezzo anagrafe civile e tributaria un semplice stato di famiglia ed un certificato di residenza, un atto notorio, garantissero l’esistenza di fatto di una coppia gay, etero o marziana? A prescindere dalla "fissa" morbosa della sessualità di coppia che pare essere l'unico requisito essenziale, non appartengono forse alla stessa categoria di conviventi a rischio sociale, "coppie" anche senza pratica sessuale, quale un orfano minorenne e solo al mondo convivente con la prozia della cugina di uno zio o una novantenne handicappata senza reddito madre di 10 figli ma convivente e sulle spese di uno solo da trent’anni? Noooo…l’Ufficio Complicazioni Affari Semplici deve togliere fondi ai ministeri importanti, per dirottare un mucchio di spese per consulenti, legali, tavole rotonde, relazioni pubbliche e internazionali, segreterie affollate di ministri e sottosegretari di sottosegretari, per produrre saggi sociologici, studi universitari, commissioni speciali con sale-stampa, brochures, audiovisivi, slags per convegni, parate e proteste, indagini statistiche, pubblicità-progresso… affini e sopraffini vari…Tutto questo, per poi deviare all’inverosimile dalla tematica principe che non ha proprio nulla a che vedere con i carnacialeschi matrimoni gay sui quali si è imbastito volutamente il gioco del tiro alla fune, tra laici e cattolici, esattamente come in quelle guerre dette perfidamente di “religione” che ancora oggi sono in atto in troppi luoghi del mondo! Ancora una volta la guerra di religione, pur se fatta in guanti gialli e non con i pugni di ferro, è la solita tenzone tra Chiesa Massonica e Chiesa Cattolica, per i fini sempre più maestosi ed imperialisti del potere della prima, nascosti dietro l’ipocrisia della paventata Giustizia Sociale. Ma poi, chi glielo ha detto a questa gente che i gay, pacifici e normali conviventi, intendano contrarre matrimonio? Sarà un’altra imposizione, per il futuro? Magari per lanciare sul mercato servizi del terziario e commerci tematici, per far girare il soldo di qualche multinazionale inventata ad hoc? Non osiamo immaginare il logorìo di cervelli quando vorranno procedere a relativi censimenti, per identificarenelle coppie gay le possibili "quote rosa" da candidare in Parlamento!... Poi, che i signori del Palazzo vadano pure in giro a lamentarsi dell’ingerenza della Chiesa sui noti fatti in agenda parlamentare è altrettanto stomachevole: loro sono nel pieno diritto di far finta di legiferare sull’acqua calda ma la Chiesa è nel diritto e nel dovere di fare la Chiesa! La religione ufficiale nazionale è quella Cattolica, così come in Turchia nazione laica è l’Islam! La Massoneria è la religione ufficiale degli Inglesi. Che vadano, i nostri pseudo-demoCristiani, ad aprire chiese in Inghilterra e sue colonie, dove potranno celebrare matrimoni pure tra Prodi e Di Pietro, tra la Turco e…chi avrà il dannato coraggio di prendersela! Ecco quale presepe avrebbero dovuto comporre per questo Natale i mastri di San Gregorio Armeno: Platinette, Helton Jhon e Zapatero, la Turco e Prodi, Maurizio Costanzo e Rutelli…Bassolino e il supervisor alla monnezza, Jervolino con Amato e i clan di Barra e Scampia, al posto dei pastori e degli angeli…con Caruso che reca in dono confezioni monodose da 40 spinelli alla Grotta della Natività eppoi l’esercito nobile di tutti gli amministratori delegati d’Italia che recano in scrigni i gloriosi  rottami dei fallimenti beneficenza, agli eterni fanciulli COCOPRO almeno un’annualità degli emolumenti goduti!... Poichè, inevitabilmente, il presepe ch’è la fotografia della società, sarebbe stato rappresentato proprio così, ecco che nessuno ha intenzione di allestirlo, quest’anno…e per questo la Rinascente si esime dal vendere capanne e statuine. Non v’è dubbio; è meglio l’albero: per illuderti che sia un vero santo Natale ci puoi mettere su... le “palle” che vuoi tu!
…e crederci, anche.

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 2
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Inviato da Anonimo
il 12/12/06 @ 09:09
Grande articolo:
TUTTO VERO.
Con affetto. crocco57

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Inviato da kayfakayfa
il 13/12/06 @ 06:49
Mamma che sfogo! Condivido tutto, dalla prima all'ultima riga! BRAVA!!!

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Messaggio N°70 del 09-12-2006 - 13:17
Tags: Politica

Eppur si muove
dal nostro inviato ad Acerra "Brigante Crocco57"

TeleAkery-NapoliInternational: emittente libera dei meridionali

Ore 10,00 del giorno 8 dicembre, nel PalAkery , la tensostruttura del dott.Antonio Tagliamonte che è l’editore ed animatore del complesso multimediale acerrano; qui, si incontrano le varie realtà associative, culturali e politiche dell’identitarismo meridionale, per concretizzare un soggetto politico indipendente per il futuro possibile del Mezzogiorno. Finalmente si respira spirito unitario tra le varie componenti del meridionalismo che vengono invitate dagli organizzatori a cedere il passo alla totale indipendenza dai partiti istituzionali, responsabili delle drammatiche condizioni in cui versa non solo il Sud ma l’intera nazione. Con estrema chiarezza si esplicita che ognuna delle realtà presenti, nonostante volontà ed idealità profuse fino ad oggi nella Causa Identitaria, appartiene inevitabilmente al pianeta degli “inesistenti”, privi del requisito fondamentale di “soggetto politico”, per l’eccessiva dispersione di energie e nell’assenza totale di sforzo comune per un comune risultato di affermazione. In primo luogo, si è nella necessità di rinunciare, da parte dei tanti che ambiscono intimamente al ruolo di leader carismatici solo perché a capo di qualche circolo, all’individualismo ed anche a simbologie e logos che inquinano di improduttivi e fraintendibili nostalgismi l’immagine del soggetto politico a crearsi, mirante a più razionali ed attuali necessità di affermazione dell’identità, dell’economia e sviluppo, nell’ottica della più concreta politica meridionale. A livello nazionale ed europeo, abbiamo assistito al crollo del comunismo su se stesso ma l’invocato liberismo in atto non produrrà affatto i miracoli paventati. In seno a questa deprimente realtà c’è da prendere le distanze da qualsiasi ideologia di sinistra o di destra, entrambe globalizzanti ovvero totalizzanti, in nome della riaffermazione di quelle peculiarità e ricchezze dei piccoli popoli nazionali ed anche delle altre storiche regioni d’Europa, in un interscambio culturale, teso alla rinascita dei valori storici ed identitari e delle specificità produttive ed economiche di ogni attestata realtà geopolitica. Si è quindi nella urgenza, per ognuna, di sganciarsi da eventuali alleanze e complicità con i partiti di governo o con istituzioni locali da essi partiti dirette, per favorire la nascita di un SOGGETTO POLITICO CERTIFICATO ovvero autonomo ed identificabile, libero da folkloriche interpretazioni.


La strategia primaria, dunque, è rintracciabile nella divulgazione della Cultura di tutti i Popoli negati; non solo di quella esclusivamente meridionale, per evitare le gabbie dei localismi. Apprendere dal passato per comprendere il presente se si vuole creare un’opportunità di futuro! La tavola rotonda cui tutti sono stati chiamati a relazionare è riuscita infine a gettare solide basi, brillantemente annullando i trauma di chi ancora, ingenuamente, nutre qualche difficoltà a sganciarsi dal personalismo e dagli pseudo-sostenitori istituzionali che, in realtà, dietro il buonismo e la solidarietà operano il “controllo” sul nefasto (per loro) emergere di rivendicazioni, soprattutto in ordine al traballante equilibrio delle menzogne storiche dalle quali sorse l’Italia che conosciamo.

Del buon numero di partecipanti si ricordano, tra gli altri, gli interventi di rappresentanti ed esponenti di movimenti identitari sudisti, quali Giuseppe Quaranta da Taranto, Michele Iadisa da Bari, Pasquale Neri e Giuseppe Cangemi dalla Calabria, “Nuova Italia” dall’Irpinia, Pietro Del Deo da Ischia. Da Napoli, l’editore Pietro Golia di “Controcorrente”, l’avv. Aniello De Lucia, il regista Mauro Caiano, lo scrittore e attore Antimo Ceparano, l’avv. Attilio Barone, l’attore Carmine Coppola erede della maschera di Pulcinella, il generale Migliarini, l’arch. Nando Dicè Hanno inoltre dato adesione pur non essendo presenti per motivi professionali, la cantante-icona partenopea Mirna Doris e la giornalista e “pasionaria” meridionale Marina Salvadore (vincitrice insieme a Mauro Caiano di un importante premio internazionale giornalistico in terra ciociara) per conto della quale Antimo Ceparano ha dato lettura di un applauditissimo suo messaggio, posto agli atti del convegno. Osservatore, l’editore Gino Giammarino, cronista per Il Brigante. Alle ore 14,30, a chiusura dei lavori, nel ristorante Da Stefano in Melito di Napoli i convenuti hanno pranzato in un clima di festoso e ritrovato cameratismo; colà, generosamente, l’attore Carmine Coppola ha invitato tutti i presenti allo spettacolo "IN RICORDO DI TOTO’" che ha preparato con la compagnia del San Carlino per il giorno 30 dicembre alle ore 18,00 presso il Museo di Pulcinella in Acerra (Na) – palazzo Baronale - L’invito è esteso a tutti i lettori de La Voce di Megaride che, per accreditarsi all’ingresso dovranno dire di essere stati personalmente invitati da Carmine Coppola nonché dallo scrittore ed attore Antimo Ceparano.

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 2

Inviato da Anonimo
il 09/12/06 @ 18:46
Cara Redazione, chissà quanti secoli occorreranno per eliminare l'individualismo ed il protagonismo dalla personalità del meridionale! Ha ragione la signora Megaride quando nel suo messaggio dice di ammirare i padani, per il loro impegno per il benessere del loro territorio del Nord. Noi che classe dirigente bastarda abbiamo qui al Sud? La futura non potrà essere troppo dissimile, perchè i processi identitari sono estremamente lunghi quando c'è da ritrovare la propria dignità di popolo, all'amaro prezzo dell'abbandono del servilismo che reca a ognuno il suo piatto di pasta direttamente a tavola! noi siamo schiavi, figli di schiavi. Senza padroni ci è impossibile autonomamente responsabilizzarci, pur con tutta la buona volontà. Persone battagliere e sincere e semplici come voi del giornale di Megaride sono rare e preziose ma destinate ad essere divorate. Con i sensi della più profonda stima per voi e per i contenuti di questa pubblicazione che leggo con interesse ogni giorno, vi saluto cordialmente.
Carlo Degli Esposti

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Inviato da vocedimegaride
il 10/12/06 @ 00:10
Grazie, per la preferenza accordataci! Comunque vada, di noi "sognatori"... anche se finiremo divorati... resterà imperituro il segno di ciò che abbiamo concretamente realizzato. Continui a leggerci!

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Messaggio N°68 08-12-2006 - 00:22
Tags: Politica Convegno meridionalista

Convegno meridionalista ad Acerra
da redazione de La Voce di Megaride


In occasione del consesso meridionalista di oggi, 8 dicembre, organizzato presso gli studi di TeleAkeri, con relatori provenienti da tutte le Regioni del Mezzogiorno, www.vocedimegaride.it e VIP Edizioni Grafiche Napoli, nominalmente invitate a partecipare, saranno rappresentate da Mauro Caiano. Assente, per impegni di lavoro, Marina Salvadore che ha inviato il seguente messaggio al convivio:

"Un affettuoso e cordiale saluto dall’esilio del nord giunga a tutti gli appassionati e veraci meridionalisti riuniti in questo consesso. Non vi vedo ma vi percepisco… non siete in troppi, lo so, come dovrebbe essere dopo tanti anni e tante pseudo associazioni e movimenti sorti come funghi in nome della Causa Identitaria; credo siate i soliti “pochi ma buoni”, per grazia di Dio non circondati dall’evanescente “allure”

degli “unti del Giglio” che han fatto bene a rimanere a casa, evitando inutili sofismi e perdite di tempo, gorgheggi e apologie ridicole. Oggi, c’è da dire “pane al pane”, senza peli sulla lingua, senza inni e sventolio di bandiere, perché siamo tutti stufi dell’inerzia e dell’ipocrisia che purtroppo ha distinto prevalentemente coloro che credevamo essere sudisti. Non è il nordico il nostro nemico ne’ altro estraneo o straniero ma la nostra stessa genìa, così come ampiamente dimostrato dai fatti inoppugnabili della vera Storia del Sud, piena di mangiapane a tradimento; allora come ora, se guardiamo in faccia alla classe dirigente che abbiamo prodotto e agli “amici degli amici” di cui ci siamo ingenuamente circondati, convinti di condividere un sentimento, un progetto, senza accorgerci che attraverso noi, con quel “poco nostro” del patrimonio di sentimenti e volontà messo a disposizione della Causa, costoro esigevano lustro personale. Fino alla noia ripeterò che l’individualismo che alberga perniciosamente nella coscienza del “meridionale” è il requisito primario della nostra incapacità a costituire, come i padani (che sinceramente ammiro), un’unica Identità di Popolo. 150 anni di Unità d’Italia ci testimoniano questa realtà. Ho sempre pensato che scarsi mille garibaldini transfughi e male armati non siano stati nelle condizioni di poter invadere ed occupare le Due Sicilie, se non avessero trovato un’autostrada libera, costruita dai nostri, tutta per loro. Quindi aspiro ad un esame di coscienza del meridionale, perché non può sempre e solo atteggiarsi a vittima e così favorire pure tutti i luoghi comuni piovutici addosso dal Risorgimento e fino al Rinascimento Bassoliniano…ch’è malamente sotto gli occhi di tutti!

Al di là della retorica e delle belle parole ad effetto che troverebbero idoneo spazio solo su di un palcoscenico e tra gli intellettuali che appestano Napoli con i loro miasmi giacobinoidi, “quando” e “se” si riuscirà davvero a comporre una scuderia, un “partito” o similaria, meridionalista-propositivo, allora bisognerà ricorrere a strategie moderne, scevre da sterili nostalgie che hanno il tanfo del borotalco e dei pidocchi delle parrucche del ‘700 che, alcuni, ancora si ostinano a calzare.
La nostra Identità non è fatta solo dei re di Borbone, perché se proprio vogliamo riferirci a teste coronate, allora non possiamo esimerci dal tributod’onore verso Stupor Mundi, il grande Federico II. Molte volte mi sono chiesta, infatti, quale altra

storia sarebbe stata possibile per Napoli e per il Sud, se Corradino non fosse stato decapitato, adolescente, in piazza Mercato. Quindi, lasciamo da parte, per favore, troni e corone. Siamo figli dell’Italia e di questa Repubblica. Comportiamoci, come i Padani e i Serenissimi, da Italiani di Regioni che rivendicano la propria Dignità, Tradizioni, Cultura e Costumi, avendo partecipato corposamente e per primi, con arti, danaro e sangue, alla mensa comune di questa Nazione. Siamo stanchi di essere considerati Italiani di serie B. Ci lamentiamo delle offese che riceviamo costantemente dal nord e da Roma…ma cosa abbiamo fatto, fino ad ora, per rispondere fattivamente ed anche in maniera esemplare a queste offese? La faccia ce la dobbiamo lavare da soli, con le nostre mani. Il sapone c’è ed è abbondante!
La strategia passa, ovviamente, per la strada della Cultura; anzi, del ri-acculturamento dei nostri meridionali, soprattutto i GIOVANI, classe dirigente del futuro. Risvegliamo in loro l’amore per le Radici, diffondiamo la Dignità dell’Identità presso di loro, nelle scuole, nelle associazioni, in tutti i luoghi preposti, perché siano messi in grado di CONOSCERE quindi di avere CONSAPEVOLEZZA di se stessi, per poter decidere di rimanere a difendere il Sud, scevri dalla disperazione che ancora e ancora li ammucchia sui treni per il Nord. Quale Sud abbiamo fino ad ora ricostruito per i nostri figli? Da quale SUD sono circondati questi ragazzi? Abbiate il buonsenso di comprenderli nel loro quotidiano rifiuto, perché siamo NOI i colpevoli; noi che li abboffiamo solo di volgare folklore e che li teniamo a bagno nella solita tinozza delle nostre mancanze, delle nostre delusioni, della nostra inerzia!… e quando vanno a fare gli emigranti, col posticino statale o l’officina al nord, passano dalla nostra tinozza in ammollo nella tinozza dei luoghi comuni e del razzismo. Come volete che campino se non nella disperazione? Come volete che si difendano se non facendo ricorso all’asettica abiura identitaria? Cosa credete che possano portare, della propria Patria, in giro per il mondo?
Concludo con un preciso riferimento alle tecniche di comunicazione che andrebbero riviste e rese più idonee ai contenuti della Causa Meridionalista propositiva, con lo sguardo rivolto all’Attualità; laddove per propositivo ritengo inutili e fuorvianti le proteste in piazza se non supportate da idee alternative alla protesta, dalla progettualità, dall’azione, dalla “grammatica” che si fa “pratica”, dalle alleanze con altri comparti anche di altre realtà regionali. Se solo ragioniamo sul fallimento della grande “piazza” ovvero della Vandea che vide impegnati circa un milione di nostri progenitori partigiani, il cui unico risultato fu quello di tramutarli in banditi, BRIGANTI, capirete bene quanto la Protesta senza progetti, senza propositi, senza alternative riesce unicamente a caricare di ulteriore folklore il nostro amato Mezzogiorno. E’ la cosa di cui non abbiamo proprio bisogno! "
Marina Salvadore


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Messaggio N°63 del 05-12-2006 - 23:16
Tags: Politica

La politica quale missione
di Nunziante Minichiello


Gli argomenti scabrosi o pericolosi non vanno licenziati come tabù qualsiasi, ma affrontati con serietà e professionalità e riportati dal rigore della osservazione a scorrere nell’alveo delle umane cose. La politica è sporca, se fatta da sporca gente per sporchi fini; è arte

sublime, missione, quando è intesa come disponibilità verso gli altri, come solidarietà, come impegno e, perché no? ambizione a servire la società nella quale si vive perché questa sia migliore, più sicura, più felice. Dal che discende che il politico cammini davanti al suo popolo, di cui sia il primo a sperimentare i sacrifici e l’ultimo a godere i benefici e che ricordi, lo stesso politico, che più alta è la posizione sociale e più scrupolosa deve essere l’osservanza delle norme della comunità e la pratica delle virtù civili che la qualificano. Se questo è essenzialmente quanto ispira la politica, diventa ovvio il compito dei politici,che nella

nostra grande Costituzione trovano le istruzioni d’uso e traggono le ispirazioni per agire ( anche per aggiornare od adeguare, nei modi e nelle forme previsti, la Costituzione stessa ) dalle esigenze ed indicazioni popolari oltre che dal pensiero nazionale ed internazionale, sempre badando all’autonomia nazionale, non confondendo cioè accettazione di principi o di impostazioni con soggezione culturale, ideologica o politica, soggezione che comunque resta ancorata alla propria tradizione ed alla propria storia solamente.
Esaltare e ritenere il lavoro in tutte le sue forme e manifestazioni l’espressione più tangibile dello spirito umano, l’orgoglio e non la maledizione degli uomini e ridurre il capitale a mero strumento della produzione, ricordando la tendenza di esso capitale ad offendere la dignità dei lavoratori e degli uomini in genere, a comprare le coscienze e schiavizzare l’umanità, che, invece deve trovare coscienza, solidarietà e sicurezza nella Nazione, rispettosa quest’ultima delle altrui libertà, ma gelosa custode della propria indipendenza.
Già queste scarne e pur limitate, ma sempre conformi alla Costituzione, indicazioni danno ampio spazio ai politici di operare nell’interesse della popolazione. I risultati in genere però restano quasi mediocri perché la volontà dei politici e la realizzazione dei loro progetti, quando ci sono, restano impantanati in una miriade di interessi e compromessi precostituiti che quasi mai hanno sviluppi concorrenti colle impellenti necessità popolari. Lo scontro tra interessi di parte ed interessi della collettività porta spesso alla vittoria dei primi, che, esaurita la richiesta di soddisfare le proprie esigenze, solitamente trascurano le necessità che la massa pure impone. Per evitare di promuovere o rappresentare solamente una serie infinita di interessi, profilanti quasi una latente guerra civile, la politica deve guardare dall’alto, pur vivendoci dentro, senza preferenze particolari, la polis nella quale convivono e devono comprendersi tutte le varie manifestazioni umane, che caratterizzano la polis stessa e la vivificano nel senso più ampio del termine; non può, la stessa politica, perché in contraddizione con se stessa, prendere le mosse dai rioni, dalle zone, dai settori, dagli ambienti, ciò che la ridurrebbe solo ad un qualsiasi sindacato, legittimo e necessario senz’altro a prospettare esigenze e problematiche di parte, ma del tutto insufficiente ad armonizzare nella soddisfazione e nella giustizia le varie anime della polis. Ne consegue l’indipendenza della politica, che deve conoscere la realtà nella quale opera in tutte le sue sfaccettature, ma senza mai confondersi con una di esse, che tutte insieme devono vivere e progredire armoniosamente, ché non è ricca una nazione che concentra tutta la ricchezza, ad esempio, in poche mani, mentre la stragrande maggioranza della popolazione sperimenta la più bassa miseria, ma è solamente una nazione di pochi ricchi, ricca magari pure di tanta ingiustizia.
E’ la politica che gestisce il ricco, che oltre certa ricchezza non può e non deve andare e deve dare una funzione sociale alla ricchezza, ed il povero, che deve avere la possibilità di crescere; la politica non come casta, ma come competenza motivata ed illuminata e soprattutto libera; la politica come la corrispondenza di civili intenti di fraterna amicizia, caratterizzata da prospettive di esigenze e da risposte di accoglimento, chiare e fiduciose le prime, sollecite ed entusiaste le seconde; la politica che accorcia le distanze ed appiana le differenze.
Credo che con questi sentimenti ed in questo spirito possa porsi la questione dell’affrancamento dei popoli meno fortunati, studiando le condizioni di questi e le possibilità di riscatto in maniera del tutto autonoma. Basterà far circolare nelle teste certe idee per vederle realizzate dalle braccia.
E’ in pratica un fatto culturale che definisce lo stato, qualifica la società, indirizza la scuola, informa la famiglia, forma l’individuo e che in definitiva scrive la storia piccola e la storia grande di ogni popolo.


Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0

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Messaggio N°45 del 27-11-2006 - 23:51
Tags: Politica

Inno all'ipocrisia
di Marina Salvadore



Questo brav'uomo nella foto è un napoletano illustre, perchè dall'altro ieri ha una faccia di bronzo eternata nel pantheon della napoletanità. Di lui si dice che fu un grande giurista e che fu pure presidente della Repubblica Italiana, dopo essere stato senatore a vita ed eletto dietro estenuante serie di scrutini, poichè non amato dai "sinistri" e non protetto dai "suoi" democristiani del compromesso storico. Durante la sua presidenza, poco prima di compiere il "settennato", un bel dì, un manipolo di Bravi del PCI e dei Radicali senza don Rodrigo ma capitanati da una novella Pimentel Fonseca (al secolo Camilla Cederna) lo intrappolarono in uno scandalo terribile, costringendolo alla resa del "trono". Erano convinti che il capo dell'intrigo Lockeed fosse lui, sotto le mentite spoglie di tal Antelope Cobbler. Insomma, gli confezionarono addosso un tal pacco di miserande menzogne, ch'egli fu costretto - innocente - a dimettersi. Ma fu uomo onesto... perchè se avesse avuto il pelo sullo stomaco, le giuste complicità di parrocchia, da grande giurista qual era avrebbe saputo senz'altro rivoltare l'incresciosa situazione, magari facendo arrestare i traditori ed i mafiosi che sedevano al Governo. Era il 1978, da allora e fino alla sua morte, 5 anni fa, quest'uomo, pur essendo stato scagionato da ogni accusa ma privo dell'opportuno strombazzamento pubblico di innocenza, ha vissuto molto male il resto della sua vita: depresso, deluso, distante. Nessuno mai gli ha chiesto pubblicamente scusa. Non è che qui si voglia assurgerlo ad eroe o a martire ma dopo aver visto, ieri l'altro, il nuovo inquilino del Quirinale, napolitano di nome e di fatto, scoprirgli penosamente il busto nuovo di pacca, tronfio di bieca ipocrisia, la rabbia e lo schifo ci hanno prodotto una montata lattea... e pur non avendo mai conosciuto Giovanni Leone detto Cobbler d'istinto siamo pronti a difenderne la dignità. Il presidente Napolitano, nella ridicola occasione avrebbe fatto bene a dissipare seriamente le turbolenze diffamatoriamente lesive del passato, aggiungendo a quelle sue tiepide parole di circostanza, che il Partito al quale anche all'epoca apparteneva si era macchiato di terribile infamità; se avesse chiesto scusa, per questo, in quel contesto, avrebbe fatto davvero la figura della persona perbene; quella rassicurante, degna di rappresentare i nostri italici destini. Invece, niente... non un commento... non una parola... non un sentimento di vergogna. Si è limitato solo a dire del "gran giurista" e del fatto che Leone fosse amico di suo padre... peggiorando lo stato di malessere che ci ha colti assistendo alla disgustosa performance di Stato.... Tiepido e formale, come quando portò i fiorellini sulle tombe dei martiri ungheresi del Soviet, suo nume tutelare in gioventù, del quale aveva approvato e appoggiato ogni invasione in Europa. Che dire? Purtroppo il Soviet non c'è più... altrimenti ce li avremmo spediti tutti, a prendere la cittadinanza come fece Togliatti schifando l'Italia che... ahimè... conduceva. Corre il pericolo, essendosi estinta Madre Russia, che questi "profughi" vogliano mellifluamente invadere, occupare, governare Madre Europa. Magari con cortei, fiaccolate e bandiere arcobaleno, come è d'uso per dissimulare, secondo la nouvelle vague!

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 2


Inviato da Anonimo
il 28/11/06 @ 06:28
Dei fatti da te citati ho vaga memoria in quanto all'epoca ero un ragazzino. Tuttavia, nel corso degli anni, seguendo le cronache, visto che anche qualcuno dei figli di Leone, se non erro, e se fosse chiedo scusa a te a ll'ineressato, sono stati a loro volta coinvolti in vicende alquanto fosche, forse un che distorto nella visione politica sua e dei familiari c'era davvero. Con questo non voglio invalidare le tue parole, ma forse qualcosina di vero nelle accuse che indussero l'allora Presidente della Repubblica a dimettersi forse c'era. Per quanto poi riguarda il formale riconoscimento in bronzo alla sua memoria scoperto dall'attuale Presidente in visita nella nostra città, qui sono pressoché d'accordo con te: con tutto il rispetto per l'autorità, il suo passato di convinto comunista, con l'approvazione dell'invasione russa in Ungheria, lo pone in una condizione alquanto imbarazzante. Ma per par condicio, non dimentichiamo che a suo tempo anche Fini ha rinnegato il passato relativo alle radici politiche del suo partito per mera operazione di lifting politico teso ad accativarsi le simpatie di più parti. In fondo la politica è mera ipocrisia, o no?

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Inviato da Anonimo
il 28/11/06 @ 10:25
La politica è più che mera ipocrisia; è menzogna allo stato puro, negazione dei valori e degli ideali umani! Combattere una dittatura fascista con la dittatura comunista, blandita dalla più grande dittatura del '900... la Democratica (anti)Cristiana... è stato, negli anni del dopoguerra e soprattutto nei feroci anni '70, un crimine contro l'umanità. L'assurdo è che dopo trent'anni ancora siamo costretti a subire la presenza e la gestione dei fatti nostri da queste mummie che nulla hanno da invidiare alla mummia di Lenin. Perchè non si riesce a mandarli all'ospizio o a stiparli in qualche mausoleo? Perchè incombono? "Largo ai giovani!" non era il loro motto, nell'appoggiare NO GLOBAL, CENTRI SOCIALI, STUDENTI? Per quanto riguarda Leone, rammento che alla Cederna fu imposto il risarcimento dei danni morali all'ex presidente

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Messaggio N°38 del 24-11-2006 - 23:47
Tags: Politica

L'ora è scoccata!

Individualismo ad oltranza del meridionale... ignavia scalpitante... chiacchiere e pinzillacchere meridionaliste...

aggregazioniimprobabili asservite al pagnottismo... filosofie del "tirammo 'a campa'"... Napoli asfissiata sotto il peso di troppa folklorica iconografia... eroi globalizzati del presente nei quali ci è difficile riconoscerci... pletore di ambiziosi "napoleoni" in cerca di vanagloria... eserciti di "generali senza soldati"... folle di Barabba sudisti... ORA BASTA! La condizione presente del Mezzogiorno è terribilmente degradata. La rabbia, la cultura e la volontà di AZIONE devono essere il propellente per una potente "macchina" revanchista, atta a sostituire il vapore dei luoghi comuni sudisti, che ha circumnavigato dal 1860, senza soste, il pianeta Sud... senza trovare porti o baie dove attraccare, vittima di gorghi e mulinelli, di tempeste e assalti barbareschi, di sterili nostalgie. Fermiamo il moto perpetuo dell'inconsistenza! E' tempo di aberrante incontinenza! E' tempo di sostituire la clownesca immagine del meridionale con l'autorevolezza della sua Dignità Patria, delle sue Radici, delle sue peculiarità: Basta con le malsane ideologie, con le dittature democratiche, con le cosche, le lobbies... con la razza perniciosa degli "intellettuali" e con quella, malinconica, degli integralisti-sudisti! Imperi il buonsenso!... la nuda verità... la razionale etica della Legge non scritta; quella MORALE, propria della Dignità di chi vuole essere UOMO! Senza orpelli ma muniti di FRANCHEZZA, senza narcisismi personali ne' intenti speculativi di qualsivoglia estrazione, Donne coraggiose, Uomini Liberi, Giovani propositivi, movimenti ed associazioni culturali TROVIAMOCI l'8 dicembre p.v. alle ore 10,00 in località Bosco di Acerra, presso gli studi di TeleAkeri per un incontro-tavola rotonda attorno alla autentica "Questione Meridionale." L'invito è rivolto esclusivamente a coloro che hanno a cuore il Sud, il Meridione, la nostra Terra, la nostra PATRIA... e che vogliono incarnare la speranza, la fiducia, il cambiamento, in quest'epoca di buio, di crisi estrema.
Per adesioni e informazioni:
Tel. 081.8039292 336.940453 347.4911519 328.8386243


Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3

Inviato da sarucciona
il 25/11/06 @ 12:37
Dobbiamo agire non fare tavole rotonde !!!!!!!

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Inviato da Anonimo
il 29/11/06 @ 13:18
questi nostri meridionali, sono tutti pronti ad agire, in quanto ritengono, anche, le tavole rotonde inutili e dannose, al contrario, quando si deve agire spariscono "nun se fanne vedè". l'esempio piu' eclatante era quello di autoconvocarsi a Napoli e comunicare attraverso manifesti la propria volontà.... cara\o saruccina, nessun movimento o associazione si è fatta avanti......ecco il perchè è necessario incontrarsi, proprio per prendere "coraggio" e agire per far rinascere questo nostro Paese un abbracio da masaniello
(masaniello è turnate..)

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Inviato da vocedimegaride
il 25/11/06 @ 16:33

Certamente bisogna AGIRE...ma non ci si può scambiare le idee telepaticamente!







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