Messaggio
N°192 del 05-03-2007 - 15:14
Tags: Editoriali
Lettera
aperta a Belzebù o come cappero si chiama
di Marina Salvadore
Ti
scrivo per dirti che non ti sopporto più. Sei
noioso, ripetitivo, monocorde. Non hai più guizzi
di originalità…. È inutile che ora ti dia da fare
con nuovi giochi di illusionismo - dopo aver inventato
mamme che uccidono i figli e figli che uccidono
mamme - magari, domani ti produrrai in altri effetti
speciali, facendo strisciare gli uccelli e volare
i serpenti: dejà vu al cinema e su internet! Siamo
diventati maghi dell’horror migliori di te quindi
non lambiccarti il cervello. Hai capito o no che
l’unica trasgressione possibile, oggi, risiede
nella cruda normalità umana? Ti sei reso conto
che non ci stupisci più, che abbiamo fatto il
callo alle tue volgarità, ai tuoi frullati di
morti e sangue, alla tua bruttezza che non ci
spaventa più come quel buio della notte, dopo
aver ascoltato racconti di streghe e fantasmi,
quando eravamo piccini e dormivamo con una lampada
accesa ed un carillon? Sai perché? Perché è la
bellezza che ci libera di te. E’ il canto del
silenzio che amiamo ascoltare, quando spegniamo
la tua radio gracchiante. Nel silenzio si ascolta
una musica divina, l’armonia delle sfere ch’è
fatta della voce del mare in lontananza e lo sciabordìo
delle onde sui fianchi materni delle barche, la
musica del pulsare delle stelle, lo spampanarsi
di una rosa ed il leggero fruscio del petalo che
scivolando a zig zag nell’aria tocca terra, il
brusìo del vento che spazza via le muffe vetuste
e le ceneri dai sepolcri imbiancati delle nostre
antiche sudditanze alla materia. In molti, tra
noi, hanno scelto il deserto. Tienti pure i tuoi
scorpioni e serpenti a sonagli, usali per giocare
con Harry Potter sul computer; ora, calziamo robusti
stivali e, visto dal deserto, il cielo è un magnifico
tappeto di stelle che ci attrae a se’, strappandoci
ai tuoi artigli. E’ tutto scritto. Sei alla fine
dei tuoi giorni. Trascorrerò tranquilla questa
vacanza nel deserto, sarò “contadino” nel deserto
concimando oasi di silenzio e di bellezza, per
poi far ritorno alla mia vita mediocre quando
avrai smontato la tenda dal giardino del mondo.
Davvero, non ti sopporto più! Lagnoso e brontolone,
cafone e prevedibile. Mi è bastato osservare un
vecchio“ suocero” qualsiasi, un vicino di casa,
un uomo piccolissimo e scialbo (persino troppo
facile da indurre in tentazione) per capire quanto
e come sei invecchiato male anche tu che lo spingevi
e gli favorivi “agiatezza”; un vecchio acciaccato
e spaventato dalla mancanza di futuro rifugiatosi
tra quelle pietre di tufo della sua cadente magione;
pietre di benessere e denaro che non potrà portare
con se’ e che le turbo-ramazze attaccate come
protesi alle mani dei suoi esclusivi eredi spazzeranno,
disperdendole in fretta, come un tappeto di foglie
d’autunno dopo una tromba d’aria… e, dopo tutto
questo terrore, questo vivere in volontaria privazione
di un amico, di un amore, senza la meraviglia
di un’alba e di un tramonto, senza lo scodinzolìo
festoso di un cagnolino, dovrà pure pagarti la
gabella. Assurdo! Sei invecchiato, Belzebù, ed
anche la tua vista s’è annebbiata: prendi dal
mucchio dei panni sporchi sempre gli stessi stracci
umani, ormai sbrindellati e privi di fascino:
politici, capi di Stato, banchieri, amministratori
delegati, spacciatori, pedofili, scafisti e puttane!
Sei soporifero e hai l’alito pesante… chi vuoi
che resti ammaliato dal tuo “fascino” se non qualche
intellettuale di regime, vuoto dentro, e qualche
residuato bellico di follìa che ancora gioca a
Risiko e non riesce a chiudere una sola partita,
aprendone cento altre, senza accumulare punteggio,
come quelli cui non riesce mai un solitario e
trascorrono le stagioni della vita a tavolino,
a girare picche, cuori, fiori, quadri… senza mai
guardare fuori della finestra a vedere se piove
o c’è il sole… C’è una qualità umana, di inviolabile
origine sacra, che non potrai mai possedere, “povero
diavolo”, ed è la FANTASIA; quella che ha il cuore
alato e che dalle origini del mondo muove l’uomo
figlio di Dio verso l’alto. Quella fantasia che
ha permesso all’umanità, su concessione divina,
di creare macchine per volare, case per navigare
gli oceani, ceste per sbarcare sulla Luna, medicina
e chirurgia per salvare vite umane, strumenti
musicali per comunicare direttamente con gli angeli.
Da bambina mi portavano, spesso, a Capodichino
perché mi piaceva più delle giostre dell’Edenlandia…
Restavo stupita nel veder decollare ed atterrare
gli aeroplani, ascoltare quel rombo di tuono che
mi sembrava una formula magica tuonata direttamente
dal Cielo. Così immaginavo che fosse la voce del
vento nei più alti cieli infiniti. La voce di
Dio! Ancora oggi, adulta, provo la stessa malìa;
oggi che viaggio costantemente in aereo, come
se prendessi la corriera! Ed ancora mi stupisco
e sono convinta di assistere ad un prodigio, quando,
a ripetizione, il rombo tuonante mi piove in testa
dal Cielo. Così come amo guardare le navi lentamente
accarezzare l’orizzonte e svanire come code di
capodogli verso mari lontani che mi delizio immaginare
con isole e scogli, popoli costieri e creature
marine di ogni specie… L’altra notte mi hai fatto
un altro dispetto: mi hai tolto Turchino, il pappagallino
turchese che aveva scelto di trovare riparo in
questa casa, tempo fa, riempiendola di colore,
allegria e bellezza. L’ho tenuto tra le mani,
al caldo sul mio petto, per quasi tutta la notte.
Respirava sempre più lentamente ma ogni tanto
con l’ala mi accarezzava il palmo della mano.
Ebbene, voglio che tu lo sappia!.. Non ti è servito
il giochetto, non mi hai prostrata ne’ resa infelice
come desideravi. Sarà assurdo ma ci sono momenti
di incredibile gioia e pace irrefrenabili che
non si credono possibili e che squarciano il dolore
dei momenti più tristi della vita… Turchino mi
ha stretto un dito nella zampina, una stretta
di mano, prima di volare più in alto del solito;
la conferma che avremmo potuto volare insieme,
un giorno, con le sole sue piccole ali screziate
di paradiso, senza dover salire su di un aeroplano,
per potermi infine ubriacare di tutta la bellezza
del Cielo. Nonostante le rogne quotidiane che
l’uomo è avvezzo a fabbricare all’infinito da
quando della vita ne ha fatto una gabbia, nonostante
i debiti, il mutuo, le bollette da pagare, le
tasse e sovrattasse con le more e…le fragole rosse
di un rosso bancario, nonostante le frequenti
rinunce… voglio solo dirti che è inutile che tu
venga suadente a promettermi ricchezza. Sappi
che la mia casa è nelle braccia delle creature
che amo e la mia ricchezza è negli occhi belli
del mio cane!
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 5
Inviato
da Anonimo
il 05/03/07 @ 15:33
Marina, E' STUPENDO : L'HO
MANDATO IN GIRO A MOLTI AMICI INVITANDOLI A VISITARE
IL TUO GIORNALE. E' STUPENDO.
Grazie. antimo ceparano
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Inviato
da Anonimo
il 05/03/07 @ 15:41
Grazie, Antimo!...ma non
ho scritto niente di speciale. E' solo uno sfogo
rabbioso...
perchè è da troppo tempo che il mio senso dell'estetica
viene offeso!
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Inviato da Anonimo
il 05/03/07 @ 17:07
Marina, ho letto quest'articolo
in chiave poetica...ha l'anima della poesia, la
rabbia della prosa d'impegno, il fabulare dell'innocenza
e la Fede degli onesti. Sono uno che scrive: so
leggere oltre ciò che appare.
saluti e baci. antimo ceparano
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Inviato
da Anonimo
il 05/03/07 @ 17:11
lo so che sai scrivere!
Non a caso devo rivedere la bozza del tuo ultimo
romanzo;-))
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Inviato
da Anonimo
il 06/03/07 @ 11:08
Carissimo Antimo, complimenti!
E questa volta non per qualcosa che hai scritto
tu, ma per aver resa pubblica la bellissima lettera
aperta a Belzebù. Sei stato per me un po' come
un cercatore di diamanti: senza di te non avrei
avuto modo di apprezzare la bravissima Marina.
Naturalmente, come il diamante, sò bene che ci
vogliono anni, fuoco e gelo prima di creare una
pietra preziosa, ma poi la sua bellezza supera
qualunque sacrificio. Quanto è scritto ha sollecitato
degli eco nella mia mente e nel mio cuore: mi
è sembra di ricordare che sì, anche io sono convinto
che Belzebù sia un perdente, che chi lo segue
sia uno sciocco da compatire. Una volta ho fatto
una riflessione con un Sant'uomo: Satana non è
il male, è la mancanza del Bene, il mondo non
è diviso in buoni/cattivi, bianco/nero: c'è chi
conosce il Bene e chi lo ignora e, così facendo,
è indotto nell'errore e nel peccato... Porta ancora
i miei saluti a Marina Salvadori: aspetto da lei
di ricevere ancora un po' di luce, per vedermi
meglio dentro!
Ti abbraccio Giuseppe
________________________________
Messaggio
N°187 del 28-02-2007 - 22:05
Tags: Editoriali
Blitz
pro Spitz del verme solitario
di Marina Salvadore
La
longilinea sinuosità tipica degli esseri striscianti
ce l'ha... ma non ha il regale fascino ipnotico
del cobra; neppure, la forza del boa constrictor...
o la pelle pregiata del pitone. E' esile, segaligno:
non ha le carni grasse del capitone ne' l'utilità
ossigenante e fertilizzante del lombrico. E' viscido,
come quasi tutti gli esseri striscianti con cui
ha in comune la bocca larga ed enorme, vorace.
E' quel "verme solitario" di Follini, icona dello
"squallorismo" - corrente di pensiero della pseudo-politica
new age - presago di innumerevoli squallori futuri
di bassissima levatura e privi del minimo senso
del pudore. Siamo abituati ai voltagabbana, ai
"giuda", ai mercenari... soprattutto in "area
poltrone" ma - beninteso - quando una poltrona
la si è conquistata e si intende mantenerla...
oppure quando accade che dalla poltrona si voglia
tentare l'ascesa al Trono... invece, il verme
solitario in questione, non ha mai avuto neppure
uno sgabello, uno strapuntino, un ceppo... strisciando
viscido e ansante nel Polo delle cosiddette Libertà
che, smentendo se stesso, ha operato censure insopportabili
alla Tenia che si covava in seno da immemore tempo.
Ora, il prode vermicello solitario, spera -
strisciando
e leccando - di ottenersi un incarico nel Prodi
bis. Non l'avrà! Non in molti sanno che il viscido
è coniugato alla diessina signora Elisabetta Spitz,
"archiTutta" consulente privata eppoi pubblica
del ministro-inquisitore Visco, che oltre a conferire
allo studio "ABT" in Roma (da ella egregiamente
rappresentato) la ristrutturazione dei nuovi uffici
del Ministero Economia e Finanze, pensò bene di
eleggerla consulente privata quindi Direttore
dell'Agenzia del Demanio, con stratosferici compensi
annui di centinaia di milioni, in odor di cartolarizzazioni
e dismissioni del Patrimonio Immobiliare di Stato
ma anche e soprattutto coinvolgendola - illo tempora
- nel ridisegno dell'obsoleto Ministero delle
Finanze, in odor di semi-privatizzazione, con
la creazione delle cosiddette Agenzie Fiscali...
ovvero l'aziendalizzazione di Stato, con tutti
gli annessi e connessi. Pare che, ritornato al
timone il capitano Visco, dopo la crocieristica
stagione di governo capitanata dall'odiato ministro
Tremonti Uno eppoi Tremonti Due, l'incarico alla
diessina "archiTutta" sia stato ampiamente riconfermato,
un lungo-regno come per Ramsete II e Bassolino.
C'è solo una buccia di banana sulla quale è scivolata
di recente la coniuge Follini: il nuovo scandalo
circa il miliardario villaggio Marinagri che "sarebbe"
stato costruito su aree demaniali (dove sei Pecoraro
Scanio? Scendi dalla Val di Susa, per favore...
e vieni ad occuparti del tuo Sud che non è solo
fatto delle case di Casalnuovo da radere al suolo
di quei poveracci gabbati con mutui trentennali
dal sistema camorrista). Sono fino ad ora 15 gli
indagati, compresa la gentildonna Elisabetta Spitz
direttore... guardacaso... del Demanio. Le fanno
buona compagnia magistrati, senatori anche dell'opposizione,
banche ed ex amministratori pubblici della regione
Basilicata. Indaga la Procura di Catanzaro ma
la "pista" dei soldi e la location sono in Basilicata!
Si deve alla solerzia ed all'onore di due carabinieri
la riapertura dello scandaloso fascicolo d'inchiesta
ch'era stato già insabbiato ed occultato, con
volgari ilarità nei confronti dei due infaticabili
ed ostinati carabinieri! Attendiamo altre notizie,
semprechè non vi sia un altro smottamento o frana,
fenomeno geologico piuttosto frequente al Sud,
e che tonnellate di sabbia Marinagri occultino
nuovamente il "fascicolo": il Prodi-PadoaSchioppa-Visco-BIS
ci fanno temere questa ipotesi. La signora Spitz,
inutile dirlo, ci sembra molto più sveglia e capace
del suo sinuoso coniuge... Chissà, magari con
tempra manageriale ed in tutta la archiTuttologia
possibile, in casa i pantaloni li porta lei...
magari sarà anche un tantino castratrice, come
tutte le "donne di potere" cosiddette "in gamba"...
ed avrà imposto alla tenia di mettersi a lavorare,
ch'è stufa di mantenerlo; gli avrà suggerito di
insinuarsi, come il serpente di Adamo ed Eva,
nell'Eden dei centro-"sinistri", dove, però, le
banalissime mele dell'albero della Conoscenza
del Bene e del Male sono d'oro... come quelle
del Giardino delle Esperidi e "vanno a ruba" nelle
Coop più delle stupide renette e delle annurche!
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 7
Inviato da Anonimo
il 28/02/07 @ 22:45
se volete saperne di più
su MARINAGRI, rifatevi gli occhi ...oltre un'IDEA
del business...
su
http://www.marinagri.it/
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Inviato da Anonimo
il 01/03/07 @ 00:35
Ma di cosa Vi meravigliate
... torniamo solamente un attimo nella nostra
REGIONE ... Il NOSTRO GOVERNATORE ha PIAZZATO
la moglie, GESTLINE insegna, il figliolo nella
FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA ... suoi uomini
ombra nella gestione di "Bagnoli Futura" ... senza
toccare poi la gestione di Azienda ... EPT e varie
... il NOSTRO CLEMENTE ... la propria Signora
... Sandra Lonardo ... alla Presidenza della Regione,
il figliolo ha creato associazioni culturali che
attingono FONDI EUROPEI per realizzare EVENTI
nel Beneventano ... per non parlare del NOSTRO
PECORARO ... anch'egli impegnato ad occupare "parenti"
nella assunzione del denaro pubblico ... probabilmente
qualcuno mi taccerà di essere uomo di destra e
fazioso ... invece è l'analisi di quanto avviene
nel nostro territorio che mi porta a queste considerazioni
... la destra è sempre stata accusata di "FAVORITISMI"
... ma quelli enunciati cosa sono? ... "INTERESSI
PRIVATI NELLA GESTIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE"
... ma "PURTROPPO" i "SIGNORI MAGISTRATI" se devono
agire contro gli "UOMINI" della sinistra o hanno
le mani legate ... o condividono con "ESSI" gli
interessi "MATERIALI" perseguibili ...
Mauro Caiano
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Inviato da Anonimo
il 01/03/07 @ 12:13
Mentre ci si preoccupa di
far pagare il ticket ai pensionati e agli invalidi,
mentre si pensa a come rubare la liquidazione
e anche la XIII (il compenso per un mese non lavorato)
c'è chi pensa come svendere il pubblico patrimonio
agli amici. Il patrimonio acquistato con i fondi
pensioni (si pensi a chi sono svenduti gli immobili
di Piazza Navona dell'INPDAP). E così colloco
(una volta un parente) ora il coniuge per continuare
in questa dissennata china.
Pagherà qualcuno?
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Inviato da Anonimo
il 01/03/07 @ 20:51
poveri noi, a che gente
siamo in mano... follini, fassini, berluschini...
mi viene il vomito
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Inviato da Anonimo
il 01/03/07 @ 20:51
Il verme parassita in questione
fa ora parte del gruppo "Italia di Mezzo", nomen
omen poichè si dice Terra di Mezzo quella abitata
da larve e demoni sospesi a metà tra la condizione
umana terrena (che prevede carattere oltrechè
fisicità) e il mondo delle Entità Superiori (Puri
Spiriti, Angeli, Santi e Giusti)... Se fossi stata
un suo elettore non mi resterebbe altro da fare
che chiamare il ghostbuster!
Claudia
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Inviato
da Anonimo
il 01/03/07 @ 23:57
Purtroppo
cara Claudia i vermi non sono solo da una parte
... FOLLINI si è tra essi ... ma DE GREGORIO dove
lo metti??? Questa "GENTE" come cambia bandiera
dovrebbe perdere i privilegi che grazie agli elettori
... di uno o dell'altro schieramento ... usufruiscono
... questa "MONDEZZA" usufruirà di pensioni da
favola ...avendo tradito il mandato "LORO" affidato
dagli elettori ... purtroppo chi ci rimette siamo
sempre e solo noi che crediamo ancora nella "POLITICA"
...
Mauro
__________________________________
inviato
da Anonimo
il 04/03/07 @ 14:39
Questo recente articolo
del "Corriere della Sera" spiega BENISSIMO
gli intrallazzi di "vermi" e "galli
sulla monnezza" di ambo le parti, destra
e sinistra... per la solita regìa degli zombies
democristiani: "De Gregorio: Follini convinto
dalla moglie Accuse velenose sulla scelta dell'ex
Udc, la cui consorte, Elisabetta Spitz, è stata
confermata direttore generale dell’Agenzia del
Demanio. Ma Casini prende le distanze: «Attacchi
vergognosi» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU'
LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO Sergio De Gregorio
(Ansa) ROMA - «L’appoggio esterno di Follini al
governo Prodi nasconde dietrologie che bisogna
interpretare. Probabilmente sarà relativo alla
conferma, avvenuta poche settimane fa, dell’incarico
di direttore generale dell’Agenzia del demanio
per altri cinque anni a Elisabetta Spitz, la moglie
del leader dell’Italia di mezzo». Questa frase
di Sergio De Gregorio, leader di Italiani nel
mondo, in un’intervista a Radio Popolare Network,
ha scatenato un putiferio. «Si tratta di un incarico
dal quale transitano migliaia di milioni di euro
di immobili dello Stato, essendone il centro di
dismissione e spesso anche di svendita. E su quella
centrale di svendita del patrimonio dello Stato
ho presentato più di un’interrogazione cui però
non ho ancora avuto risposta», ha concluso De
Gregorio che, eletto nelle ultime elezioni in
Campania con Italia dei valori (il partito di
Di Pietro), a maggio votò a favore del governo
Prodi, poi venne eletto presidente della commissione
Difesa del Senato con i voti della Casa delle
libertà, e mercoledì ha votato contro la nuova
fiducia al governo. CASINI: «ATTACCHI VERGOGNOSI»
- «Tutto mi divide dalla scelta di Follini, che
ha leso il patto di lealtà che lega un politico
ai propri elettori e minato la credibilità di
un centro che non può nascere all'insegna del
trasformismo. Ma che De Gregorio, primo trasformista
della legislatura, si permetta, pur di attaccare
Follini, di insultare la moglie, è vergognoso»,
ha commentato il leader dell'Udc Pier Ferdinando
Casini. «L'architetto Spitz è stata nominata da
un governo di centrosinistra, confermata da un
governo di centrodestra, e nuovamente confermata
dal governo attuale in base a una competenza e
a una professionalità da tutti riconosciute. Polemizzare
con Follini è una scelta, coinvolgere la moglie
è un'inutile volgarità». «È veramente indecente
che un discusso personaggio come il senatore De
Gregorio, dall'incerto passato e dall'improbabile
futuro politico, si permetta un attacco così volgare
come quello che ha portato alla signora Elisabetta
Spitz per colpire suo marito, Marco Follini»,
ha detto il capogruppo dell'Udeur alla Camera,
Mauro Fabris.
01 marzo 2007
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Messaggio N°179
24-02-2007 - 18:04
Tags: Editoriali
Pagliacci!
di
Marina Salvadore

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 5
Inviato
da Anonimo
il 24/02/07 @ 21:07
questo è l'unico articolo
intelligente che ho letto fino ad ora riguardo
alle sceneggiate politiche, complimenti all'autore,
sono d'accordo su tutto quello che hai scritto,
vorrei solo aggiungere un augurio ai politici:
"peste vi colga!"
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Inviato
da Anonimo
il 24/02/07 @ 21:11
Concordo con te,io sono
un Italiano residente all'estero,CHE VERGOGNA....
non ci resta che la Ferrari:-))
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Inviato
da Anonimo
il 25/02/07 @ 14:43
sarebbe possibile evitare
l'anonimato dei lettori che partecipano al dibattito?
Grazie! La redazione!
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Inviato
da Anonimo
il 25/02/07 @ 11:53
Con la scomparsa di Almirante
e Berlinguer è finita anche l'epoca dei leader
carismatici, per aprire l'asettica stagione dei
"manager" che della politica ne fanno marketing.
Tutto si è frullato in un'immensa Democrazia (Cristiana?)
di insana esterofilia di stampo yankee, innaturale
per le nostre tradizioni e per la nostra antica
storia. I presidenti ed i segretari di partito
non dovrebbero assolutamente candidarsi a cariche
governative, se davvero si volesse procedere a
frequenti ricambi generazionali contro l'assolutismo
dei lungo-regnanti della gerontocrazia che, immota,
ci opprime. Soprattutto, divieto assoluto agli
indagati e processati di ogni scandalo di candidarsi
a livello amministrativo e politico. Abbandonare
al momento i riduttivi "grandi temi storici" quali
Pacs, Eutanasia e minori altre questioni di lana
caprina, utili solo a mescolare le acque torbide,
per riparare le falle più importanti dell'amministrazione
pubblica e delle vere politiche sociali che interessano
i tre quarti della popolazione e non solo le minoranze.
Evitare la folle corsa alle liberalizzazioni,
alle privatizzazioni, per restituire dignità allo
Stato che non può essere gestito come un'azienda
perchè non produce alcunchè da imporre sul mercato
e non ha fini lucrativi. Incrementare le politiche
agricole, ittiche, marinare e del turismo su tutto
il territorio, poichè l'industria ed il terziario
nonchè il credito sono settori ormai esauriti
e agricoltura e turismo sono il nostro esclusivo
e ricco patrimonio. Consentire ai giovani di riunirsi
in cooperative per la gestione privata sotto controllo
statale di siti archeologici e museali, turistici
ed agricoli, ittici, marinari e marittimi, favorendo
l'immissione al lavoro dei tantissimi specialisti
e professionisti plurititolati ed a spasso. Gestire
a livello pubblico finalizzati master, corsi di
specializzazione, stages e quanto altro, sottraendoli
alla costosissima gestione speculativa privata.
Rinunciare ai costosissimi consulenti privati
impiegati nella gestione dei ministeri. Vietare
a parenti ed affini dei deputati e senatori l'esercizio
di cariche amministrative. Eliminare i cospicui
finanziamenti alla stampa ed anche gli inutili
balzelli agli ordini professionali che non hanno
motivo di esistere e di speculare oltremisura.
Velocizzare i tempi della Giustizia.... Si chiamerebbe
serietà, questa, e tenderebbe al risanamento della
Nazione. Purtroppo, la serietà non è una nostra
prerogativa! Ma....volere è potere.
marina salvadore
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Inviato
da Anonimo
il 25/02/07 @ 15:07
E' un eccezionale programma
di governo! Lo approverebbero tutti i cittadini.
Perchè gli addetti ai lavori non lo adottano?
Gigi Bianco
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Messaggio
N°171 del 19-02-2007 - 19:07
Tags: Editoriali
Il
futile dell'inutile è Legge
di Marina Salvadore
Un
paese CIVILE si misura dall’attenzione che riserva
alla Istanze Sociali; in particolare, nel rispetto
che dedica agli anziani, ai bambini e – why not
– agli animali! Ma questa è prerogativa del socialismo;
quello fiabesco, utopico, che mal s’adatta al
giacobinismo elitario della gestione del Potere
di chi, ancora, persevera nel travestimento diabolico
del comunista o comunitario che dir si voglia.
Siamo qui a perderci in chiacchiere fatte di PACS,
DICO, LIBERALIZZAZIONI, PRETI SPOGLIATI… che occultano
le vere priorità di una Nazione democratica e
socialista. Nuvole di “nulla”, di oratoria e di
teatralità… falsa e umiliante per l’essere umano…
concupiscono come le esalazioni di una droga pesante
bruciata nel Calumet della Pace dagli ipocritii
notabili cervelli. Il volgo respira, incamera
ed esala; incapace di rivendicazione, di giustizia,
di verità. Le priorità sono ben altre eppure ci
cibiamo alla mensa dei menzogneri che ci propinano
le diete obbligate per la nostra salute: palliative!…
Storditi dall’alcool e dal fumo degli arrosti
bruciati alla mensa del Popolo, siamo soliti intingerci
di progressismo e modernità, stramazzando inerti
al suolo, ubriachi o, forse, disperati … comunque,
pigri e fatalisti. E “quelli” continuano a vomitare
finanziarie, emendamenti alle finanziarie, pacs,
dico, ricchi premi e cotillons… stronzate inopportune…
e, noi, lasciamo fare. Ci prendono per stanchezza.
Per disperazione! Nausea! Una volta, i giovani
scatenavano le rivoluzioni; guardateli ora: scimuniti
dalla droga, dalla moda, da tutto l’high tech
e virtuale possibile! Invasati e coccolati proprio
per la loro “possessione” che li fa schiavi e
strumenti del Potere; bombe a mano con dovere
di deflagrazione ad ogni istanza dei rari senzienti
non omologati, dei ribelli indomabili. Da statistica,
i giovani dai 14 ai 30 anni, costituiscono la
più grande fascia di mercato del superfluo; il
superfluo è quanto costa di più, differentemente
dai generi di prima necessità di cui abbisognano
i “pesi morti” della società: anziani e bambini!
Ecco perché i giovani, anche quelli con tendenza
al delinquere, sono sempre più giustificati, compresi,
blanditi da stuoli di psicologi e sociologi di
regime. Solo, perché utili all’Economia del Paese.
Sono quelli che spendono di più, non importa quale
sia la fonte di reddito, lecita o illecita: loro
bruciano in fretta e senza testa il circolo vizioso
domanda-offerta nei settori più gratificanti del
mercato: telefonia, moda, computers, droghe, discografia
e divagazione… ovvero tutto il futile dell’inutile
giacchè la voce “cultura” è disperatamente assente,
volutamente occultata; ignoranza strumentale alla
Civiltà del Cercopiteco, utilmente manovrabile
dalla Politica. In fondo, non li si può neppure
colpevolizzare per lo stile di vita, questi giovani,
irregimentati a forza nel circuito dolente della
globalizzazione, deprivati di storia e radici,
di identità: numeri di carte di credito di papà,
codici fiscali, “avere più che essere”. ...e la
Scuola, in totale fallimento; quella scuola che
lamenta il bullismo e altre degenerazioni, incapace
di farsi l’esame di coscienza… ammesso che la
scuola abbia ancora una coscienza… Lo sfascio
amministrativo ed etico, siglato dallo Stato,
ha trasformato nel tempo i DOCENTI in lavativi
impiegati con l’unica finalità dello stipendio
e dei contributi pensionistici. Non si può dar
torto nemmeno a loro. I famigerati Decreti Delegati
dell’era moderna affidavano piano piano la gestione
della scuola ai genitori degli allievi, togliendo
dignità e professionalità agli insegnanti, deprivandoli
del ruolo fondamentale di educatori, laddove in
passato costoro erano ben riusciti a coprire le
tante falle dell’educazione familiare, soprattutto
in famiglie distratte, assenti e non partecipi
dell’evoluzione psico-fisica e culturale dei figli.
Oggi, mamme tatuate e controcorrente, ignoranti
e “consumistiche”, griffate e alienate, in coppia
con padri assenti e palestrati, narcisi e immaturi,
ambedue incapaci a fornire il minimo indispensabile
corredo etico ai figli, dettano legge nei consigli
di classe, decretano a pollice verso il destino
di un professore, con l’arroganza tipica dei falliti
e degli ignoranti… ed i docenti, come i poliziotti
allo stadio la domenica, ne temono le intemperanze.
Il metodo Montessori ha praticamente straripato
nel paradossale… Ed i responsabili sono i soliti
noti che tirano i fili della Nazione: giacobini
che necessitano della forza bruta d’impatto di
una mandria selvaggia e acefala… non di un Popolo
senziente... e per giunta sovrano!
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0
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Messaggio
N°155 del 08-02-2007 - 19:40
Tags: Editoriali
La
rosa dei "20"
di Marina Salvadore
Dal
9 all'11 febbraio si svolgerà in Gaeta
l'annuale Convegno Tradizionalista; quello VERO...
che senz'altro sarà seguito - sempre, nella
Fidelissima - dalle altre due solite "fotocopie"
di convegno a cura delle ben note, sparute e sparse
particelle meridionaliste in odore di individualismo
e libera concorrenza, così come accade, in marzo,
per l'altra location storica di Civitella del
Tronto. Che strano mese è febbraio, ridondante
di commemorazione di olocausti e carnevali regionali!
Si apre con le celebrazioni del culto mondiale
della Shoah a cavallo tra la Giornata della Memoria
del 27 gennaio fino all'incirca a "San Biagio",
procede con uno stitico Giorno del Ricordo per
gli italiani e slavi delle Foibe d'Istria e Dalmazia,
intreccia profane celebrazioni carnevalesche dei
calendari diocesani romani e ambrosiani con le
Memorie borboniche dei meridionali dall'Abruzzo
alla Sicilia... Fatta eccezione per la Shoah che
si afferma quale celebrazione mondiale, perchè
strumentale alla politica-economica globalizzante,
gli altri olocausti non godono di particolare
importanza: sono solo tiepide e frettolose concessioni
istituzionali, semi oscurate, al libero piagnisteo
di chi potrebbe, invece - trovando forze a sostegno
- rivendicare in maniera un po' più autoritaria
e violenta; olocausti di serie B le cui nostalgiche
rimembranze, più che altro pazientemente tollerate...
sono comunque intimamente quasi ignorate. Le etnìe
e gli olocausti di serie B ovvero quelli dei meridionali
dell'Unità d'Italia, dei morti e dei profughi
di "druse Tito", degli armeni e dei
curdi, degli abitanti dell'atollo di Bikini, dei
tibetani, degli africani delle colonie europee,
dei pellerossa americani, degli indiani di Ghandi...
e di molti altri piccoli e gra
ndi
popoli... sarebbe stato esemplare celebrarli nell'unica
Giornata della Memoria ch'è istituzionalmente
divenuta un chiaro monito al razzismo ma che -
proprio per la esclusività identitaria
che la distingue - finisce col sublimare proprio
quel bieco concetto di razzismo che fu tanto caro
al fratello antropologo ebreo Cesare Lombroso
e che ancora si celebra nel sacro tempio del Museo
Criminologico dell'Urbe da ben prima dell'epoca
nazista quando, come scrisse Alianello, gli italiani
seppero "fare prima e meglio delle SS"
stragi e lager di altri italiani; quelli del Sud.
Tuttavia, fatta e diffusa un po' di revisione
storica intorno ai fatti del Risorgimento del
nord e della caduta degli stati italiani pre-unitari,
alla luce delle cruente cronache attuali che avvelenano
questa generazione e tutta la società,
rendendola indifferente al nobile tema dell'Identità
e dell'Orgoglio di appartenenza, mi chiedo che
senso abbia continuare a vivere di dietrologie,
di sante messe in gramaglie, di sterili e improduttive
nostalgie, di aficionados in costume d'epoca a
sventolare antichi vessilli e che vengono puntualmente
scambiati per festaioli travestiti di Carnevale.
I Convegni di Gaeta e di Civitella, che siano
o meno tradizionalisti e dotti, prevedono e contano
la partecipazione dei soliti noti, una ventina
di studiosi e cultori del passato, rispettabili
e sinceri, che se la suonano e se la cantano da
soli, nella rosa degli addetti ai lavori, che
si ascoltano, si scambiano libri, relazioni e
memorie, applaudendosi l'un l'altro... mentre
fuori dalle mura prestigiose del convegno coloro
che dovrebbero essere i veri destinatari di questa
"scienza" ovvero gli scolari delle scuole
del nord e del sud, perfettamente omologati, continuano
a fare i bulli, gli attori di pornovideo, gli
assassini di poliziotti... e non aprono neppure
uno dei libri di testo della scuola dell'obbligo;
quelli scritti dai "vincitori" e dai
pennivendoli di regime. Nemmeno sanno chi è
Garibaldi, figuriamoci se riescono ad immaginare
un brandello d'Italia che si chiamava regno delle
Due Sicilie o Granducato di Toscana o Serenissima!
Ma con tanta più amarezza si rileva che
molti personaggi di questa esclusiva nobile rosa
rivendicatrice dei "20" sono o sono
stati rappresentanti politici, con incarichi prestigiosi
nella pubblica amministrazione e negli enti, alla
Camera o nei Partiti, dove avrebbero potuto -
se avessero voluto tener fede a se stessi ed al
meridionalismo che predicano - rivendicare istituzionalmente
Identità e Dignità di Popolo, Verità
Storica e Apostolato meridionale, alle vecchie
e nuove generazioni. Non l'hanno mai fatto, per
tenere il c*** al caldo nelle riservatissime schiere
del potere politico centrale, per continuare ad
intrattenere relazioni pubbliche di tutto vantaggio,
per inchinarsi blasfemi in odor di apostasia ai
tricolore di dubbia provenienza; gli stessi vessilli
che in convegno o in libreria mettono frettolosamente
a bagno nella varecchina per farli ritornare bianchi
come il Giglio di borbonica memoria, mentre presentano
in pubblico l'ennesimo difficile parto letterario-identitario
in edizione di lusso, per la gioia delle tasche
dei soliti editori-affaristi locali e per loro
tronfia gloria e vanità. Commozione, applausi,
giuramenti di fedeltà, re e regine di Borbone,
foto di briganti come sulle figurine della Liebig,
alzabandiera e brindisi, discorsi, ogni tanto
una lapide a "memoria", eppoi ci si
spoglia del costume di Carnevale, dei vessilli
sbiancati, del polline dei fiori reduce come forfora
dalle corone per i "cari estinti" di
150 anni fa e si torna a rifasciarsi di tricolore,
dietro le scrivanie del potere, Viva l'Italia...
ed a concepire un' altra opera letteraria sudista
da presentare il prossimo anno all'uditorio della
solita rosa dei "20", sempre più
simile ad una loggia esclusiva... sempre più
lontana dal volgo... mentre il Mezzogiorno, con
i suoi martiri di ieri e di oggi, si eclissa all'orizzonte.
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0
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Messaggio
N°148 del 03-02-2007 - 15:17
Tags: Editoriali
Un
forte abbraccio ai nostri poliziotti e carabinieri
di Marina Salvadore
Oggi,
il sito della Polizia di Stato apre con questo
toccante messaggio: "Il 2 febbraio è
stato un gran brutto giorno. Uno di noi non ce
l'ha fatta a tornare a casa dal servizio. Morire
è sempre ingiusto ma in quel modo è
anche assurdo. E' vero, noi abbiamo l'obbligo
giuridico di esporci al pericolo. Però
era solo una partita. Ora il calcio si ferma ma
la Polizia no. Non può e non deve, c'è
del lavoro da fare. Lasciateci però salutare
Filippo e poi torneremo come sempre su strada."
Non c'è cosa più straziante di veder
piangere un poliziotto, un carabiniere... un soldato.
Noi comuni mortali e LORO, i nostri nuovi martiri,
siamo persino stanchi di seguire dopo ogni tragedia
gli inviti alla riflessione rivoltici dai sociologi
di Stato. Oggi, riflettiamo sull'orribile crimine
di ieri; domani saremo invitati a riflettere su
di un nuovo crimine di oggi e...così via...riflettendo
riflettendo...senza mai tutelare NOI cittadini
i nostri angeli custodi in divisa. Qui, lo sport
e le tifoserie non c'entrano nulla; il derby e
lo stadio sono stati ottimi pretesti, succulenta
occasione da sfruttare. E' ignobile, da parte
delle istituzioni, giustificare in questi termini
l'evento, per distrarre l'opinione pubblica, dirottarla
altrimenti dalla vergognosa ed autentica logica
criminale di destabilizzazione che ha, comunque,
una connotazione politica e sociale, preordinata
e costituita. C'è una guerra dichiarata
dai delinquenti ai poliziotti e carabinieri; quasi
sempre - gli uni e gli altri - partoriti dallo
stesso Sud disagiato, dove c'è una trincea
netta che divide la gente "perbene"
da quella "permale". Fratelli contro
fratelli. Caino e Abele. Il Sud è disagiato
analogamente per la gente perbene e per quella
permale ma i sociologi...e soprattutto i politici
ed i magistrati... prestano cure ed attenzioni
solo ai disagiati permale. L'abbiamo visto a Scampia
ed a Forcella, quando le famiglie permale si sono
scagliate con violenza contro le forze dell'ordine
che stavano facendo il proprio dovere. Lo abbiamo
visto anche a Milano ed a Roma, durante i cortei
di protesta, sia del centro-destra quanto del
centro-sinistra dove quei dannati zombies dei
centri sociali bruciavano bandiere e fantocci
raffiguranti i tutori dell'ordine, urlando la
solita bestemmia Dieci, Cento, Mille Nassirya;
in molti, tra quelli, non sapevano neanche dove
fosse Nassirya e il senso di quello slogan strampalato...
ma si sentivano forti del senso perverso d'appartenenza
al gregge, alla mandria mefistofelica, dove -
presi uno per uno - occultavano la loro ignoranza,
la loro vigliaccheria, l'anomia sociale dilagante.
La violenza di Catania, letta allo specchio, riflette
coincidendovi nei contorni quella di Genova, laddove
a perire fu, però, il no-global in procinto
di colpire - con tanto di passamontagna calcato
sulla testa - con un estintore il coetaneo in
divisa stretto nella camionetta dei carabinieri
accerchiata da un'orda di violenti. A Catania,
la bomba carta ha sostituito l'estintore nell'uguale
dinamica dei fatti. A Genova, lo scalmanato, proprio
perchè non appartenente a quelli della
schiera in divisa, fu celebrato quale martire
ed eroe. A Catania non ci saranno eroi e martiri,
perchè è morto uno "sbirro".
Inorridiamo solo a pensare a cosa sarebbe successo
se a morire fosse stato il delinquente. Ci sarebbero
stati, oggi, imponenti sit-in di no-global, con
tanto di onorevoli e senatori, sociologi e centri
sociali, nello spiazzo antistante lo stadio. Non
certo, com'è stato fatto stamattina, il
mercato rionale avrebbe potuto riaprire chioschi
e bancarelle al passeggio di casalinghe catanesi
ormai avvezze alle cronache del presente... con
le prefiche e gli ignavi - magari gli stessi delinquenti
- che si sentono buoni solo ad andare a battersi
il petto dietro la statua di sant'Agata in processione.
Sant'Agata avrebbe dovuto rifiutarsi di uscire
a benedire! In fondo, è morto solo uno
"sbirro"... che ha lasciato una moglie
con due bambini...una madre ed un padre... amici
e colleghi. Un UOMO. Giovane ma troppo diverso
dalla gioventù à la page, non omologabile
al deprimente trand sociale. Se la smettessimo
di perorare la trita questione del giovanile disagio
sociale, per chiarire le responsabilità
di una classe politica connivente... che santifica
e protegge i violenti, come a Genova, elevandoli
ad emblemi della gioventù, solo perchè
TEME questa gioventù e cerca di comprarsela
con le caramelle ed il miele della concessione
della libertà di espressione e di follia...
usandola, spesso, come ariete e bacino di voti
elettorali... se ripristinassimo le regole di
uno Stato di diritto, dove il delinquente paga,
cancellato anche a vita dalle liste elettorali
del comune, e la vittima gode di GIUSTIZIA...
se i magistrati facessero languire in una cella,
buttandone via la chiave, o in un campo di lavoro...
per decenni... questi delinquenti, noi oggi piangeremo
meno vittime tra la nostra buona e banale gioventù
perbene. Meno bimbi sarebbero orfani, meno donne
sarebbero vedove, meno genitori piangerebbero
un figlio... dall'una e dall'altra parte. Abbiamo
tutti bisogno di rigore, disciplina, pulizia ed
anche di progetti, di cultura per la "crescita
sociale" che s'è miseramente bloccata,
rendendoci "nani d'Europa"; NOI... che
fummo culla della Civiltà! Abbandonati
e mandati allo sbaraglio dal Governo di ogni stagione
italiana, odiati dal popolo-Caino che non li riconosce
quali fratelli, eppure entrambi figli del medesimo
disagio sociale, forse dovremmo essere NOI, gente
normale, la cui voce non fa rumore...il cui pensiero
non smuove una foglia... il cui dolore è
pudicamente impotente e muto... la cui rabbia
implode nei nostri cuori fragili, poichè
l'è proibito di esplodere... a dimostrare
da che parte abbiamo scelto di stare, a fare le
barricate in piazza, attorno ai nostri ragazzi
buoni... in divisa. Non crediate sia inconsueto
per una come me che, per culturali recriminazioni
storiche, ogni tanto leva al cielo un Viva Bresci!
immaginare le nostre città, regioni e provincie
amministrate dalle forze dell'ordine e non dai
politici. Ma è utopia! In virtù
di questo sogno qualcuno, nella oscena necessità
di dover per forza catalogare e tesserare ognuno
ed ogni cosa, mi darà sicuramente della
"fascista". Non mi offendo, poichè
non ero nata a quei tempi...quindi ignoro tante
cose ma se "fascista" vuol dire andare
a cancellare dai muri di Livorno e di Roma i messaggi
offensivi scritti nella nottata con gli spray
neri come una minaccia di morte, che plaudono
alla morte dello "sbirro" di Catania,
se "fascista" vuol dire ordine, legalità,
radici, convivenza civile, Stato Sociale... allora
dichiaro solennemente PERCHE' NO? VOGLIO ESSERE
FASCISTA. Di certo NON SFASCISTA!
...e Prodi, Amato, Berlusconi, Fini, Agnolin,
Caruso e Mastella... mi fanno un baffo!
W GLI "SBIRRI"! scriverò sulle
italiche mura.
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 2
Inviato
da Anonimo
il 05/02/07 @ 15:09
Raccomando la lettura di
questo illuminante articolo di Maurizio Blondet
al link
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1744¶metro=cultura
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Inviato
da Anonimo
il 05/02/07 @ 19:31
Redazione - Oggi, abbiamo
ricevuto questo messaggio dalla Polizia di Stato:
"Grazie per aver visitato il sito della Polizia
di Stato. La ringraziamo per il cordoglio e la
solidarietà espressi per il nostro collega.In
questo momento difficile abbiamo apprezzato molto
ricevere la partecipazione e la vicinanza di tutti
i cittadini.
Cordiali saluti.
_________________________________
Messaggio
N°129 del 23-01-2007 - 20:26
Tags: Editoriali
sMemoria
mastelliana
di Marina Salvadore

Il
27 gennaio p.v., “Giornata della Memoria”, Mastella
presenterà al Consiglio dei ministri il
ddl che trasforma in reato la negazione dell’Olocausto,
teso - com’egli va
cantilenando a bocca corrucciata a “culo di gallina”
e vocali strette, da quando è diventato
guardasigilli-style - “a combattere una sorta
di atteggiamento antisemita che ancora perdura”.
Gli fa eco il catatonico Rutelli: ”E’ compito
della politica fare sì che il delirio della
negazione non abbia alcun percorso futuro percorribile”,
con la benedizione urbi et orbi di papa Romano
Prodi che se la smettesse una buona volta di fare
l’europe-man emancipato per pensare, un po’ più
calato nella realtà nazionale, ai tanti
“seri” problemi italiani, sarebbe coerente col
suo ruolo. Per contro, circa duecento tra i più
autorevoli storici, cattolici ed ebrei di qualsivoglia
colore politico, firmatari di un coerente e saggio
appello chiedono a Mastella di riporre nel cassetto
delle sue originali ed eclatanti pseudo- politiche
il preannunciato “evento ddl”, poiché inopportuno
e pericolosamente
votato
all’accrescersi dell’antisemitismo considerato
che postula un divieto di libera espressione,
tipicamente dittatoriale, che potrebbe inasprire
ancor più gli animi dei negazionisti ed
attirare ulteriori antipatie agli ebrei. Il Mastella,
abbonato all’eclatante, al barocco ed al piacere
dell’eccesso, come ogni provinciale che approda
nella city, spoliticherebbe pure sui torzi di
scarola, se potesse, per apportare originalità
e consensi a quell’insulso suo partitello di mercenari
svenduti ora a destra, ora a sinistra nonostante
perduri con le corna ben piantate al centro, ipocritamente
pseudo-DEMO e pseudo-CRISTIANO… Ampia dimostrazione
del suo scarso rispetto del prossimo, strumentale
solo” pro domo sua”, è stata esaltata da
un Indulto partorito in fretta e furia, immune
da approfondimenti sociali e di reintegrazione,
giusto per svuotare le carceri, così come
Prodi ha liquidato quale mera situazione urbanistica
e non politica qual è la faccenda della
base Nato di Vicenza. Il politicante ceppalonese,
scarpe grosse e cervello fine, senz’anima ne’
etica, ha mostrato di recente il meglio di se’
in TV, a Porta a Porta di Vespa, discutendo con
il suo predecessore sulla ritrita quaestio della
certezza della pena, alla luce dell’eccidio di
Erba. Anche in quella sede ha stemperato nel buonismo
la pochezza di pensiero e la mancanza di competenza,
facendoci venire i capelli dritti, infine, quando
riferendosi ad Azouz Marzouk, marito di Raffaella
Castagna e papà del piccolo Youssef, per
ben due volte l’ha appellato come “il papà
del povero ragazzo morto”, non ricordandosi che
Youssef era solo un bimbo di due anni…che mai
diventerà un ragazzo. Ecco, queste sfumature
dialettiche rendono più di una perizia
psichiatrica la personalità di un soggetto
anaffettivo quale il signor Mastella,
patriarca
e feudatario, guardasigilli e guardacavolisua.
Ora, vorrebbe lanciarsi nella nobile tenzone,
poeticamente spolitizzando sull’acqua calda, a
proposito di antisemitismo e di verità
storica, di negazionisti e di Shoah, con chiara
tendenza espansionista europeista: Ceppaloni nel
mondo! Fin troppo Clemente è Mastella che
cerca e pratica anche la giustizia storica ma,
allora, perché non cura l’orticello di
casa sua piuttosto che fare l’esterofilo…perché
non fa il revisionista e il giustiziere italiano,
lui che ben conosce le realtà limitrofe
ceppalonesi di Pontelandolfo e Casalduni, dell’Olocausto
e della Diaspora meridionale ai tempi dell’Unità
d’Italia? Nell’ultima campagna elettorale, rastrellando
impunemente qui e là aliti reazionari sudisti,
mise a caposaldo della sua tornata elettorale
il tema del riscatto del Mezzogiorno; una volta
salito al soglio pontificio, ecco che fa di nuovo
il tricolorato risorgimentista, l’europeo laico.
Il simbolo dell’UDEUR è
un
campanile e dovrebbe scampanare per chiamare a
raccolta la plebe durante l’officio della santa
messa ma soprattutto durante le emergenze, per
difendere il paese,il campanile e la plebe. Il
campanile di “Ceppaloni nel Mondo” chiama a raccolta,
invece, soltanto i luoghi comuni, la retorica
e il conformismo, tradendo se stesso. Mastella
pensa a combattere l’antisemitismo e dimentica
di combattere l’antimeridionalismo ovvero quello
strisciante razzismo che dai tempi della FIAT
torinese furoreggiava sui cartelli appesi alle
case di ringhiera “Non si affitta ai meridionali”
e sulle porte dei locali pubblici di Marcinelle
in Belgio “Ingresso proibito ai cani ed agli italiani”,
dove per italiani si intendevano le mandrie meridionali
svendute dall’Italia al Belgio per 100 chili di
carbone a testa necessari alla Patria-patrigna…
Mastella si indigna per la negazione dell’Olocausto
ch’è sotto gli occhi di tutti ma nel contempo
occulta un olocausto del quale non si deve parlare,
quello di circa un milione di meridionali compiuto
per mano sabauda, con decine e decine di comuni
del
Sud
rasi al suolo, esattamente come i Turchi occultano
lo sterminio degli Armeni e pretendono un posto
in prima fila in Europa. Mastella lacrimeggia
per la diaspora ebrea, ch’è anche questa
ben nota ed inconfutabile, ma non fa caso ai circa
60 milioni, dal risorgimento ad oggi, dell’eterna
diaspora meridionale. Mastella non ha dignità,
visto ch’è carente di identità...
oltrechè di "memoria" e chi è
meridionale smemorato è un traditore della
sua patria; praticamente, il peggiore tra i negazionisti!
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3
Inviato
da Anonimo
il 24/01/07 @ 13:30
L'on. Mastella ( credo che
on. stia per "onorevole") è un
uomo afflitto da un'ansia strana che attanaglia
molti "onorevoli": lo smarrimento della
propria e dell'altrui cosceienza per tendere al
"nulla" dei Valori e ad un dio minore:
gli interessi economici. Sono anni, decenni, che
l'"on" Mastella fa politica e mai si
è preoccupato degli ebrei: lo fa ora perchè
il problema catalizza l'attenzione delle "mandrie"
pardon...volevo dire "masse". Non noto
che presti l'attenzione dovuta alle migliaia di
"ragazze" al di sotto dei diciotto anni
che fungono da carne su cui scaricare la libidine
dei porci che le cercano (parlo delle baby prostitute):
eppure dovrebbe! Non noto che da perfetto ipocatto
(ipocritacattolico) presti l'attenzione dovuta
ai bambini soldato che dovrebbero scuotere la
coscienza dell'illustre guardiasigilli( in termini
elettorali il problema interessa solo qualche
cattolico e pochi altri sciocchi ). Giorno verrà
"on" che la terra coprirà ogni
carica ...e saremo solo putrida ossa che persino
i cani rifiteranno di toccare: di noi resterà
il giudizio di Dio, particolare non di poco conto
per chi è un ipocatto.
Giorgio Mirante
_________________________________
Inviato
da Anonimo
il 24/01/07 @ 13:31
concordo in pieno
antimo
__________________________________________
Inviato
da Anonimo
il 26/01/07 @ 08:29
Nella notte, alla chetichella,
il "Consiglio dei Sinistri" ha largamente approvato
il ddl Mastella sul negazionismo, nonostante autorevoli
intelligenze di buon senso, anche ebree, lo sconsigliassero.
Ma occorre fingere di far politica, ogni tanto...in
questo paese dei campanelli... e far politica
non contempla alcun buonismo ne' etica ne' coscienza
e moralità. Nell'attesa che qualcuno tra tutti
quegli stucchevoli politici meridionali proponga
l'anti-negazionismo dell'olocausto meridionale,
vi suggerisco, per approfondimenti, la lettura
di un articolo illuminante a riguardo, al link
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1708¶metro=%20politica
m.salvadore
__________________________________
Messaggio
N°122 del 18-01-2007 - 13:33
Tags: Editoriali
La
Fiera del Fariseo
di Marina Salvadore
Di
ogni problematica napoletana lo Stato è solito
ricondurne le colpe, genericamente,
alla
Camorra; per contro, i napoletani ne adducono
responsabilità, invece, allo Stato latitante.
Cadono i pali della luce: lo Stato darà la colpa
ai subappalti camorristi della manutenzione; i
napoletani diranno “Lo Stato è assente! Se ne
frega di noi”… Un 16enne viene ammazzato senza
motivi da un coetaneo… lo Stato dice che la Camorra
fa scuola; i napoletani dicono “dobbiamo uscire
con coltelli e pistole in tasca, per difenderci,
perchè qui, lo Stato è assente!”… e… così via…
da qui all’eternità: un gatto che si morde la
coda… il solito ritornello masticato da entrambi
i colpevoli, con pari responsabilità. Lo “Stato
di pochi privilegiati”, si sa, è storicamente
colpevole per aver permesso la colonizzazione
e il perdurante sfruttamento del Mezzogiorno,
a partire dai primi giorni dell’Unità d’Italia
ed ancora non ritiene utile e coraggioso fare
pubblica ammenda, per risollevare le sorti dell’orgoglio
patrio. Ma ciò che lascia basiti, invece, è l’immobilismo
vittimistico dei “conquistati”, incapaci d’ogni
reazione rigenerativa della perduta Dignità, soprattutto
personale. La solita solfa dello “Stato assente”
(o meglio, presente dietro le quinte) che può
giustificare politicamente ed economicamente tutta
la Questione Meridionale, non può e non deve giustificare
l’assenza dell’etica, dei sentimenti, dell’educazione,
della moralità degli individui; poiché questi
non sono valori istituzionali o servizi offerti
dalla Pubblica Amministrazione ma requisiti propri
dell’Umanità, su qualsiasi coordinata terrestre.
Sono valori che si acquisiscono prevalentemente
in Famiglia, mediante l’educazione alla vita,
al convivere civile, al relazionarsi con il prossimo.
Diciamo, allora, ch’è responsabile perché assente
la Famiglia quando un adolescente, privo di riferimenti
o sull’onda di esempi poco edificanti o in totale
vacatio di stimolazione di valori, manifesta l’ignoranza,
l’impotenza e l’immaturità con bestialità. Non
esprime altro che il vuoto, l’anaffettività, la
solita cantilena di troppi genitori che dinanzi
al “fatto compiuto” dal pargolo dichiarano, cadendo
dalle nuvole, di sentirsi “famiglia” solo perché
tra mille sacrifici hanno assicurato vitto, alloggio
e qualche sfizio ai figli! Il dialogo, qualche
bel ceffone tanto deprecato dai nuovi pedagoghi
e strizzacervelli permissivisti, il desinare tutti
insieme alla sera per scambiarsi opinioni a televisore
possibilmente spento sono cose semplici e possibili
che hanno aiutato la crescita e la consapevolezza
di intere generazioni, soprattutto di quelle non
scolarizzate e povere, educate ai valori sulla
scia culturale delle tradizioni e degli usi e
costumi popolari: cose rassicuranti, queste, che
non siamo più in grado di rintracciare nella memoria
e nei sensi ormai ottusi immaginee degenerati
del quotidiano. Cribbio! Ma allora quante
stragi
avrebbero dovuto compiere le due generazioni di
italiani reduci dagli orrori di due guerre mondiali?
Il favorire sociologicamente, com’è d’uopo nella
new age, questo insano vittimismo, strumentalizzandolo
addirittura politicamente, è reato ancora peggiore.
I nuovi Farisei cattedratici imperversano da tempo
in TV, a tutte le ore, con dosi purgative di melassa,
pronti a giustificare ogni bestialità, ad incollare
cerottini sulle feritine, a recitare il mantra,
“…era un bravo ragazzo…”, a blandire, a stemperare,
a ridurre con tanti accademici bla bla bla ogni
orrore. E’ roba vergognosamente attuale che l’istituzione
pubblica della Radiotelevisione italiana, organo
di Governo di quello Stato presente solo nella
Coscienza Collettiva ch’è divenuta ormai la “televisione”,
con la trasmissione pomeridiana “la Vita in Diretta”
del vanesio signor Cucuzza ( che, un tempo, credevamo
essere un giornalista serio) quotidianamente bombarda
di perverso futile le famiglie italiane, sparando
colpi di insulso gossip sugli amorazzi, le corna
e le tette posticce delle sgallettate “miss” di
turno, per cannoneggiarci, poi, come sotto una
doccia scozzese, con incredibili incursioni di
varia oscenità (o-scemità, come preferite) nei
meandri della psiche dei più feroci assassini
del quotidiano, informandoci, per esempio, di
come se la passano i coniugi Romano nel carcere
di Como… lei che chiede di rendersi utile stirando,
poverina.. lui che chiede disperatamente di lei…
come hanno ordinatamente sistemato le ciabattine
“vicine vicine” accanto alla branda… cosa hanno
mangiato di particolare, ieri e oggi… della loro
ossessione per quei rumorosi vicini di casa, colpevoli
d’essere giovani e felici e… stranieri… l’infanzia
triste della signora e le sue irrealizzabili voglie
di maternità (meno male!)… l’indefesso attaccamento
al lavoro di lui, un professionista della monnezza
umana, diremmo senza tema di offendere i suoi
colleghi!… Analogamente, ricordiamo, fummo bombardati
di romanzesca melassa anche sulle abitudini e
il quotidiano dietro le sbarre dell’altra celebre
coppia assassina, quella di Parma… che infierì
sul piccolo Tommy (nessuno si è ricordato di lui,
altro ”piccolo Yussef di appena ieri”, come se
appartenesse già ad un’altra epoca). Grottesca
è l'immoralità ma ripugnante è l'amoralità che
ricopre come uno stucco il cuore, assurto solo
al ruolo di pompa meccanica. La tv-psichiatria
cucuzziana pretenderebbe di giustificare e comprendere,
confortata tra i morbidi air-bag siliconati di
Carmen Di Pietro ed altre sculettanti, gli insondabili
meandri della cattiveria umana, rifocillandosi
nella ritrita tematica della FOLLIA. Non è giusto!
Non è giusto, per le vittime di questa cattiveria
e non è onesto nei confronti della gente comune
bersagliata da messaggi subliminali che intendono
deviare, smussare gli spigoli della purtroppo
atroce ma autentica realtà. La cattiveria pura
esiste, così come esiste la bontà; altrimenti
dovrebbero essere rivendicate e riconosciute quali
follie anche le opere e le azioni dei Santi e
degli Eroi. Non si può, come sempre accade in
questa società dissociata, giustificare la Cattiveria
e deridere la Bontà. E non disquisiscano di Infelicità
cosmica, gli intellettuali, adducendo che la Felicità
non esiste, poiché lo stesso termine INFELICITA’
ne attesta l’esistenza; difficile, forse, da scorgere
tra le assenze di Stato e quelle della Famiglia,
tra gli air-bag delle pollastrelle e le cazzate
di Cucuzza, tra l’orrido e il gossip di una società
ch’è responsabile, con la sua “o-scemità”, del
reato di “associazione a sdilinquire”. " fatti
non foste per viver come bruti... ma per seguir
virtude e conoscenza"
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3
Inviato
da Anonimo
il 18/01/07 @ 15:41
ci resta solo...lo stato...di
famiglia per qualche pratica burocratica.
saluti. antimo
______________________________
Inviato
da Anonimo
il 18/01/07 @ 16:25
...non ti frusciare! Tra
un po' anche i PACS saranno certificati da uno
stato di famiglia.... semplicemente per essere
tassati come nucleo familiare... In nome del
Dio Danaro molti miracoli impossibili riesce
a compiere la Fede Laica!
Assunta Russo.
p.s. complimenti alla schietta e coraggiosa
redazione del giornale! Vi leggo ogni giorno,
condividendo lo stile e il pensiero. Mi chiedo,
però, perchè non sia in edicola
un giornale così.
_______________________________
Inviato
da Anonimo
il 19/01/07 @ 22:51
Gentile donna Assunta,
a nome di tutta la redazione la ringrazio per
il suo apprezzamento che ha voluto rendere manifesto
e colgo l'occasione per rispondere alla sua
"innocente" domanda circa l'irreperibilità in
edicola di un giornale identitario libero, autonomo,
a-partitico; in una parola, VERO! Avrà notato
che non pubblicizziamo prodotti e servizi, che
non siamo identificati da logos, marchi, simboli
di movimenti, partiti, fondazioni e associazioni:
sono queste le fonti di reddito che consentono
di stampare e distribuire numerose copie di
un giornale... ma, queste, sono anche le piccole
"prigioni del pensiero libero" che - come accade
un po' a tutti i giornali - convergono a creare
le famose "linee editoriali" praticamente corrispondenti
a ideologie politiche. Ci è toccato assistere,
in questi anni, alla rovinosa caduta di qualche
"giornale" sorto esattamente come il nostro,
libero... autonomo...prettamente meridionalista...
poi, ai primi accenni di "affermazione", con
le prime "pubblicità" e nuovi progetti editoriali
in condivisione con altre strutture anche non
locali... hanno finito col perdere in originalità,
libertà ed identità. Noi, questo non vogliamo
che accada a La Voce di Megaride, consapevoli
di dover tener fede ai nostri ideali ed alle
aspettative di quei selezionati lettori che
"cliccano" il foglio proprio per leggerlo!
Ancora, grazie.
__________________________________
Messaggio
N°117 del 15-01-2007 - 21:30
Tags: Editoriali
Annessi
e non connessi
di Marina Salvadore
E’
forte la sensazione di una falsa mitizzazione
dell’onore, della fedeltà e del coraggio intesi
quali ideali che portarono all’unità dell’Italia.
Le
diverse
epoche succedutesi alla fondazione dell’Italia
UNA, nell’ottica delle storiche fughe dei sabaudi
- da re Tentenna a re Pippetta - ci suggeriscono
altri valori, in assenza di ideali, cui si è
spesso ricorsi per difendere le non eccelse
origini patrie: la voracità, la menzogna, il
tradimento che con gli “ideali” c’entrano come
i cavoli a merenda. Questi elementi, sono stati
sempre occultati nel contenitore della Retorica,
infiocchettato da nastri chilometrici di dubbi
fasti e di gesta eroiche purtroppo rare e rapportabili
solo all’innocenza di quegli sparuti “patrioti”
la cui ingenuità è stata sfruttata, abusata,
dai “potenti-fetenti” di turno. Nel terzo millennio
ancora siamo costretti a bagni turchi di Risorgimento
e di Resistenza, impostici fino alla nausea
da chi sente vibrare sotto il proprio scranno
le fondamenta stesse della Nazione, alla luce
di un incalzante revisionismo storico che pretende
verità e dignità per costruire davvero “UNA”
Italia. Storicamente, per quanti artifici possano
usarsi per mistificare, l’Italia si è sempre
distinta per aver tradito le alleanze in ogni
guerra, finendo col saltare sempre sul carro
del vincitore, non esitando a sacrificare e
ad abbandonare i suoi sudditi, i suoi eserciti.
I
suoi FIGLI! E’ lo spirito stesso dell’Italia
a rivendicare Verità, poiché è stressato, squassato,
prigioniero di un groviglio di filo spinato
dal quale non sa più liberarsi. Incaprettato,
secondo usanza mafiosa. UNA Italia che si sta
autodisintegrando nella globalizzazione, alla
quale hanno seccato le mille radici ch’erano
i mille diversi campanili d’Italia, ognuno apportatore
di originale estro, genialità e meraviglie.
Oltre 2900 piazze e vie d’Italia sono intitolate
a Garibaldi, perché gli italiani subiscano ignari
il costante lavaggio di cervello che subdolamente
abbiglia di lirica poetica e di epica un’epopea
tra le più sordide… ed ancora ci tocca, alla
sera, desinare in compagnia di qualche Garibaldi
che buca il video e ci punta l’indice contro,
pretendendo omaggio per se’ e per i suoi “soci”,
tra un inno di Mameli ed una “bela Gigogin”.
Onestamente, quest’ultima (e non sarà ultima)
fiction sullo sbarco dei mille a Marsala offende
anche l’anima critica dei telespettatori che,
solitamente, hanno esperienza per poter apprezzare
le riprese, la fotografia, il montaggio, la
trama romanzata, i dialoghi ed i personaggi
di ogni opera televisiva e cinematografica,
foss’anche uno sceneggiato sulla biografia di
Romano Prodi o di Gianfranco Fini… della Lecciso
o del mago Zurlì, purchè sia artisticamente
prodotto ed abbia un senso, invii un messaggio,
costringa al giudizio… A parte la “regale finezza”
di aver mandato in onda la prima puntata nella
Giornata Mondiale dell’EMIGRANTE, che fa accapponare
la pelle a tutti i discendenti degli schiavi
sudamericani trasbordati e venduti
da
Garibaldi nell’altro “mondo” ove non risulta
essere propriamente un eroe, ai discendenti
di tutti i meridionali che, per causa sua, furono
costretti ad essere “Briganti” o “Emigranti”…
l’opera televisiva è priva di virilità, di audacia,
di temperamento: a metà strada tra l’operetta
e le favole per bambini di Perrault. Non v’è
una sola fonte archivistica cui far riferimento,
soprattutto nelle scene (ridottissime) che avrebbero
dovuto rendere l’efficacia della strategia della
navigazione da Quarto a Marsala, che fu determinante
nello sgusciare dal controllo dei militari borbonici,
qui rappresentati come dei coglioni e dei guappi;
ciò che non erano, essendo l’esercito borbonico
il secondo d’Europa. I personaggi, come lo stesso
personaggio principale ovvero l’Eroe per Caso
o la fatina-principessina-biricchina e molti
dei “mille” sono sinceramente patetici, inadeguati
e non possibili per una saga…al più, per una
"sagra" paesana... ma più adatti al teatro della
Commedia dell’Arte, l’arte dei “pupari”, propriamente
detta. S’è intravisto addirittura uno Zorro
spadaccino, tra qualche clonazione di sergente
Garcia borbonico… I dialoghi sono, poi, penosi
ed adottano, spesso una terminologia che all’epoca
non era certo in uso. Insomma, se volevano farne
un omaggio a Garibaldi ed all’Italia Unita,
per tener buoni i dissidenti ed al pascolo i
soliti pecoroni, gli autori hanno sortito un
ben diverso effetto, in realtà mortificante,
umiliante poiché grottesco e ridicolo per gli
stessi Padri della Patria. Attendiamo fiduciosi,
in tema di pari opportunità e di federalismo
che Rai2 voglia correre ai ripari, mettendo
in programmazione “Li chiamarono briganti” di
Squitieri, anche… o solo… per sentire, finalmente,
un’altra campana, considerato che sia i “coglioni”
del centrosinistra quanto i “pazzi” del centrodestra
(uso i termini coniati dai rispettivi leader)
quanto i nordici ed i “sudici” ANNESSI e NON
CONNESSI, pagano uno stesso canone televisivo!
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 8
Inviato
da Anonimo
il 15/01/07 @ 23:01
Marina, sei troppo buona
..... Io invece penso che il Dirigente RAI che
ha posto in essere questa ennesima schifezza,
(credo sia Sacca' da quanto riporta "Il Mattino")
dovrebbe lasciare la sua poltrona a qualcun
altro. Io sono stufo che la RAI, pagata anche
dai meridionali, continui a strafottersene della
nostra VERA Storia e continui a propinarci questa
storiella risorgimentale da operetta. Un altro
degno sacerdote di questa chiesa malvagia e'
il sig. Piero Angela che nei suoi Quark e Superquark,
appena spunta l'occasione di parlare di risorgimento,
celebra tutti i suoi compari torinesi..... Io
credo che la fiction non si doveva proprio realizzare......io
credo che sia venuta l'ora che mamma RAI si
debba porre delle regole vere e giuste. Se Mediaset
avesse fatto questa fiction, avrei potuto anche
capirlo. Ma la RAI deve svolgere un servizio
pubblico, deve diffondere cultura, deve fare
programmi SERI e di QUALITA' ......a parte le
trsmissioni di dichiarato genere di svago. Una
fiction storica non credo che sia un varieta'
e chi autorizza queste cose, con i soldi anche
miei, lo vorrei a svolgere altri mestieri...
altro che dirigenza !!!!
AMBRO
Inviato
da Anonimo
il 15/01/07 @ 23:40
Caro Ambro forse non hai
colto la sottile allusione a ... "VIA COL VENTO"
... "ZORRO" ... ed un leggero riferimento alla
"MASCHERA DI FERRO" ... PURTROPPO LA "NOSTRA"
TELEVISIONE NON RIESCE A PROPORCI CHE "SCEMEGGIATI"
... "UNO MATTINA" CONDOTTO DA "LUCA GIURATO"
... "LA VITA IN DIRETTA" con "CUCUZZA" ... e
DULCIS IN FUNDO ... SIMONA VENTURA IN TUTTE
LE SALSE ... e NOI PAGHIAMO IL CANONE!!!
Un abbraccio Mauro
Inviato
da Anonimo
il 16/01/07 @ 15:52
Forse voi pagate il canone...
io non pago un bel niente, l'italia non merita
niente da me e da tutto il popolo duosiciliano.
Bisognerebbe smetterla di continuare a porgere
l'altra guancia
Inviato
da Anonimo
il 16/01/07 @ 16:02
se ti fossi firmato saresti
stato degno dell'appellativo di reazionario,
come Michele Pezza il fra' Diavolo.... ma anche
tu, come tutti gli italiani, hai paura della
Finanza e NON dei Carabinieri!
mario d'ambrosio
Inviato
da Anonimo
il 17/01/07 @ 16:09
Spiace moltissimo che
nell'"opera" ERAVAMO QUASI MILLE, più simile
ad un cartone animato di Walt Disney piuttostochè
ad uno sceneggiato storico, le caricature di
re Francesco II e di Maria Sofia di Wittelsbach
fossero molto lantane, caratterialmente e fisicamente,
dalla vera personalità ed immagine fisica dei
due personaggi. Ci è stato presentato un Francesco
tarchiato e grossolano, simile all'ultimo re
d'Italia, quando si sa che i Borbone erano,
per l'epoca, molto alti ed anche molto inclini
all'arte ed alla cultura. Maria Sofia, poi,
eternata persino da Dannunzio, bavarese fino
all'osso quindi "terrona di Germania" non era
affatto spocchiosa ed acida. Tutt'altro!...
avendo goduto dell'educazione e del calore familiare
di due genitori eccezionalmente sciolti dal
protocollo dell'austera corte austriaca. Oltretutto,
nel cartone animato erano volgarmente invecchiati.
All'atto dell'Unità d'Italia, la coppia regale
non aveva che circa vent'anni a testa... e non
certo fuggirono dinanzi al pericolo ma andarono
a combattere ed a riempirsi di fame e pidocchi
a Gaeta. Colà fu coniato per Maria Sofia il
titolo di "Aquilotto di Bavaria"! Speriamo che
arrivi presto Mel Gibson (uno straniero, tanto
per imparzialità) a girare il suo preannunciato
film sulla caduta del Regno, per far chiarezza!
Giuseppe Felice degli Esposti
Inviato da corenapulitano
il
17/01/07 @ 19:16
Caro Giuseppe scommetiamo
che boigotterano anche Mel Gibson, anzi lo stanno
gia facendo, e bastata la conferma del suo portavoce
Italiano, che stava scrivendo un film sulla
vera storia dei briganti che già il suo ultimo
film uscito, in tutto il mondo ha avuto un gande
successo e la critica lo ha acclamato, mentre
in italia ha quasi rischiato la censura, e addiritura
alcuni personaggi della nostra politica hanno
sconsigliato di andarlo a vedere.
Inviato
da Anonimo
il 17/01/07 @ 19:33
Mel Gibson ha sempre avuto
critiche feroci dagli ambienti liberalmassoni
americani, israeliani ed europei. Il suo bellissimo
quanto autentica cronaca della Passione di Cristo,
the Passion subì incessanti tentativi di distruzione
ma con il suo Bravehearth aveva già tracciato
il solco e comunque lasciato il segno tangibile
della rivendicazione identitaria dei popoli
di tante vandee. Il pubblico dei suoi sostenitori
si accresce sempre più, nonostante la pubblicità
negativa e, forse, proprio grazie ad essa!
Mario Ricci
Inviato
da Anonimo
il 18/01/07 @ 07:39
Roma - Mostre, cerimonie,
commemorazioni, programmi per le scuole e concorsi.
Addirittura una fiction. E poi un francobollo
e una moneta commemorativi, un sito internet,
e molto altro ancora. Non bastava l’invenzione
della celebrazione del 210 anniversario della
bandiera tricolore, con tanto di spot televisivi:
il nazionalismo italo-ulivista riesce a fare
di più, esaltando in pompa magna Giuseppe Garibaldi.
Saranno tante, infatti, le iniziative nell’arco
di tutto il 2007 per commemorare l’Eroe dei
Due Mondi, nato a Nizza 200 anni fa, il 4 luglio
del 1807. Un programma ancora parziale, presentato
dal sottosegretario al Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali, Andrea Marcucci, che
presiede il Comitato Nazionale per le celebrazioni
del grande generale, istituito dallo stesso
ministero. Del Comitato fanno parte insigni
storici, e hanno aderito anche i ministeri degli
Esteri, dell’Istruzione, della Difesa, diverse
Regioni e comuni, associazioni, musei, istituti
e archivi, nonchè una rappresentanza degli eredi
Garibaldi. Il sottosegretario ha spiegato con
orgoglio che «stiamo preparando materiale didattico
per le scuole, e ci sarà un grande concorso
con l’idea di portare i mille vincitori a ripercorrere
la via dei Mille di Garibaldi. Grazie alla Gazzetta
dello Sport il Giro d’Italia di quest’anno sarà
dedicato a Garibaldi, e partirà da Caprera.
Nella carovana del Giro sarà presente un museo
viaggiante multimediale, che proseguirà il suo
viaggio per l’Italia anche dopo la conclusione
della corsa»…
Per celebrare Garibaldi non si è badato a spese:
la Reggia di Caserta per la prima volta ha visto
la Sala del trono aprirsi ad un set cinematografico.
L’imponenza della produzione si rileva anche
da alcune significative cifre: 85 gli attori
impiegati tra ruoli principali e secondari,
2.500 le comparse, 80 gli stuntman, 200 le carrozze,
400 i cavalli e oltre 1000 costumi utilizzati.
Tutti insieme appassionatamente, per cercare
di dimostrare quanto bella, eroica, patriottica
è l’Italia nata dal volere di pochi intimi…
(da La Padania – Matteo Mauri – 11.01.07)
Messaggio
N°113 del 09-01-2007 - 21:58
Tags: Editoriali
Non
tutti i "Cardarelli" sono napoletani!
di Marina Salvadore
Quando
i giornali scandalistici italiani gridano "Al
Lupo. Al Lupo!" allora la pubblica opinione
scatena il suo finto stupore per quei fatti
ch'erano sotto gli occhi di tutti, dappertutto,
dalle calende greche. La classe politica, poi,
rintuzzata nelle sue tranquille pennichelle
post-lauti pasti, finge di buttarsi giù
dal letto, per mettersi in moto con i provvedimenti
espiatori del caso. Una tantum assistiamo al
riorganizzarsi degli eserciti di Ispettori,
N.A.S., Guardia di Finanza, Protezione Civile,
ministri e menestrelli, sottosegretari, eccetera,
da inviare sul fronte della guerra al Malcostume
italiano. Tre, quattro fuochi d'artificio, due
granate e qualche bengala... e tutto rientra
nella calma, "Panta Rei", quotidiana,
con i sensi ottusi e una medaglia al valore
civile alla stampa che tutto verbalizza, ingurgita
vorace ed... evacua con gran soddisfazione.
Nel mentre ci auguriamo, noi generosi cittadini
del Sud, che anche ad Erba e nei Bronx delle
maggiori città del nord il prode Prodi
voglia andare a sottoscrivere un "pacco"
per la sicurezza di quei territori, devastati
più che il Mezzogiorno da ferocia criminale
per futili motivi di cattivo vicinato nei condomini,
di mobbing nei luoghi di lavoro, di bullismo
nelle scuole, di nevrosi uterine post-partum
nelle culle, di sesso virtuale e pedopornografia
nelle ludoteche, di satanismo associativo ed
altre varie amenità nei luoghi di aggregazione
sociale del civilissimo settentrione, l'emergenza
Sanità Pubblica, abbandonata la quaestio
Sars che parrebbe essersi autoestinta come la
salmonella negli asili nido e la TBC nei fortunosi
ricoveri dei senzatetto, da Roma Caput Mundi
dichiara guerra ai nosocomi pubblici vergognosamente
fatiscenti e anti-igienici. Naturalmente, appena
lambendo con l'asettica informazione i vari
ospedali dal nord al sud soggetti, in queste
ore, ai controlli ispettivi, i riflettori hanno
puntato la luce sul simbolo stesso del degrado
ch'è sempre sinonimo di NAPOLI, facendoci
due bolas sul capro espiatorio del settore,
l'ospedale CARDARELLI, dove... udite udite...
pare siano state chiamate le ruspe per liberarlo
dai rifiuti! Solite esagerazioni! Il Cardarelli
è una struttura antica ed obsoleta a
servizio di quasi tutto il Mezzogiorno: medici
e ricercatori tra i migliori d'Europa; situazione
non dissimile dagli altri ultracentenari nosocomi
di tutta ITALIA! Non desidero commentare ulteriormente,
pesco dalla mia rassegna-stampa un "pezzo"
che pubblicai nel 2002, dopo aver con difficoltà
metabolizzato dal lontano 1992 uno psicodramma
personale a proposito di in-sanità presso
il II Policlinico di Pavia: medici e ricercatori
autorevoli ma condizioni igieniche terrificanti.
Ricordo che l'europarlamentare Cristiana Muscardini,
sul finire degli anni '90 produsse un'interpellanza
a riguardo; ne ignoro i risultati. Ripropongo
non senza provare ulteriore malessere quel brano
che per più di dieci anni restò
scritto con caratteri ad incisione a fuoco nei
miei occhi e nella mia testa e che intitolai
non a caso "Indiana Jones" , perchè
mi
sembra
quanto mai attuale eppoi, per togliere il piacere
dello scoop a L'Espresso e per consolare un
po' il "Cardarelli" di Napoli.Indiana
Jones "ogne scarrafone è bello à 'a mamma soja"!
Di fronte ai grandi misteri della Vita e della
Morte, in quell'attesa che precede il manifestarsi
del Prodigio anelato, l'uomo annulla se stesso
e le sue paure, dimentico di sé e della sua
fisicità, sospeso a mezz'aria tra la terra e
il cielo. Con i piedi che bruciano all'Inferno
e gli occhi immersi nel Paradiso. La realtà
circostante, il mondo e le cose del mondo sbiadiscono
d'immagini e di suoni ed il quotidiano diviene
surreale, senza necessità di farsi qualche canna
o di inocularsi acidi... Lei, aveva il terrore
degli insetti. Alla vista di un solo scarafaggio,
perdeva il controllo dei nervi. Non ha mai nemmeno
ucciso uno scarafaggio, in tutta la sua vita,
poiché non li avrebbe mai inseguiti per farlo
- e non in rispetto ai principi induisti della
sacralità della vita in ogni sua forma bensì
per puro orrore - ma il rito "iniziatico" alla
Setta degli Uomini Duri, prescelti dal dio Destino,
prevedeva la prova di coraggio per meritare
il Graal della Salvezza. Il miracolo. Come Indiana
Jones ella partì per la Cerca del Graal; coppa
mistica che avrebbe guarito il suo Re Ferito
dal cancro. Aris Zonta, grandissimo ed umile
scienziato della Chirurgia II del Policlino
San Matteo di Pavia sarebbe stato lo strumento
divino, il grande Druido nelle mani del Dio
della Vita, predestinato ad "iniziare" lei,
per salvare il Re Ferito. Il poverino, che autotrapiantava
fegati e restituiva la vita e la speranza a
molti, operava unicamente in ospedale, in un
reparto privo persino di sala per la terapia
intensiva; ricoverava i suoi pazienti operati
nella terapia intensiva del più celebre reparto
CardioChirurgia, previa novena al celebre Santo
Curandero che ne era il più famoso Direttore
nonché volto noto dei media nazionali ed internazionali.
Cosa ricorda Indiana Jones, di quel mese al
San Matteo di Pavia? Gli scarafaggi! Drappelli,
Plotoni...Eserciti di grossi scarafaggi ben
pasciuti che avevano occupato tutta la Chirurgia
II. Strisce interminabili di formicolanti zampette
che scorrevano come stelle filanti infangate,
all'impazzata, sotto i letti, sulle pareti,
sui lavabi, persino sui fornelli della sala-cucina.
Su e giù, giù e su......Ricorda le nottate insonni,
con gli occhi fissi e attenti alle macabre fluttuazioni
delle viscide serpentine di zampette e dorsi
lucidi sul pavimento, perché non risalissero
il sentiero dei drenaggi attaccati al letto
del Re Ferito.....ma non aveva più crisi di
nervi a tale vista, Indiana Jones; lei, era
lì presente in solo spirito, in mistica adorazione,
in virtù del prodigio a compiersi ed era perennemente
in stato di trance da non rendersi nemmeno conto
che tutti quegli scarafaggi non avrebbero dovuto
esser lì. Non se la prese nemmeno quando un
indigeno, ad una sua distratta domanda su quella
presenza - nel momento in cui Indiana valutava
come controindicata l'insufflazione di Baygon
e DDT nei pressi del letto di un ammalato grave
- questi, rispose che gli scarafaggi facevano
parte dell'habitat naturale pavese, data l'umidità
della zona; ad esempio - diceva costui - se
si smontassero tutte le macchine da caffè nei
bar di Pavia, ne uscirebbero da sotto colonie
intere : gli scarafaggi amano così tanto il
caffè ed il tepore che sanno dare le macchine
da espresso... "Ah!" fu tutto quanto riuscì
a rispondere Indiana Jones e le vennero in mente
i versi di quella canzonetta di Pino Daniele.."..
è proprio vero che ogni scarrafone è bello à
'a mamma soja. A Pavia, li tengono pure per
mascotte - meditava - a Napoli...sì 'e putessero
accidere...Beh, in Asia, addirittura li mangiano
al posto delle patatine fritte.. Paese che vai,
scarrafone che trovi!". Ma aspettava il miracolo
e non poteva perdersi dietro queste inutili
chiacchiere da bar. Doveva pregare e pregare...per
scovare la santa coppa il cui sangue avrebbe
salvato il Re Ferito! Il miracolo non ci fu,
la coppa non fu mai trovata. Il Re Ferito morì.
Discese per lunghi anni agli Inferi, Indiana,
ed ora che si sta risvegliando dalla catarsi,
solo ora - chissà perché - è in grado di realizzare
che non era una cosa normale che vivessero in
un ospedale del MITICO NORD tutti quegli scarrafoni.
E' troppo tardi, per denunciarlo? Era il "lontano"
1992, dello scorso millennio!
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0
____________________________________- Messaggio
N°99 del 30-12-2006 - 12:44
Tags: Editoriali
Car'Amerika
hai toppato!
di Marina Salvadore
La
celere esecuzione capitale di Saddam così come
il caso nazionale Welby è altro scottante tema
che meriterebbe il silenzio da parte dei senzienti,
inteso quale rifiuto all’assoggettamento forzato
delle coscienze mondiali sotto le insegne del
globalizzante imperialismo mass mediatico degli
U.S.A., troppo spesso sfruttato ad arte, alla
stregua del potenziale bellico, sin dai tempi
del primo allunaggio intorno al quale gravitano
ancora oggi seri dubbi circa l’originalità del
documento video, per non parlare, poi, dei successivi
rilievi tecnici circa lo squarcio provocato
dall’aereo dell’11 settembre alle solide mura
del Pentagono. The show must go on! è l’imperativo
per chi ha fatto del mondo della celluloide,
insieme ad una insulsa bibita con le bollicine,
agli armamenti ed alla Sanità degli “strizzacervelli”,
innaturale redditizio settore dal quale attingere
particelle di ossigeno per un’economia allo
sfascio, tipica di una Nazione in rapido declino
di valori e di mezzi. BABBO Bush non riuscì
nell’impresa della prima guerra del golfo ed
il suo rampollo, nell’opera di rilancio dell’operazione
dell’augusto padre, si è impastrocchiato più
di lui e non sa come venirne fuori; ora che
lampante è il risultato anti-economico di questa
avventura che non sa chiudere e ch’è stressato
quotidianamente dall’impegno di tenere in piedi,
fermandolo in precario equilibrio con le braccia
e le mani aperte, il crollo delle mura dell’opinione
pubblica di casa sua; mura per lo più erette
dalle famiglie di quelle migliaia e migliaia
di soldatini americani sacrificati nel sangue
di una guerra senza presupposto di dignità,
ammesso che le guerre abbiano una dignità! In
fondo, una guerra non dichiarata, piuttosto
un’invasione mutuata da menzogne, com’è stato
dimostrato. E la menzogna più grande, a parte
quella dei depositi di gas nervino e di potenziale
bellico occultato in Iraq, è quella volgare
dell’esportazione della “democrazia”, suonata
dallo stesso disco dai tempi di Pappagone, lasciva
e mielosa come una cantilena quacchera eseguita
dal coro di chi ha il complesso del “liberatore”,
del “salvatore”. Quale migliore occasione per
uscire dai casini se non quella di scatenare
sul campo avverso una guerra civile tra sunniti
e sciiti, per dividere i fronti di una guerra
ormai persa e per defilarsi nel marasma ma comunque
seduti sul tronetto santificato del liberatore
e dell’esportatore di democrazia, una volta
eliminato fisicamente il "simbolo", il dittatore
Saddam? Mi chiedo dove sia finito l’ “onore
delle armi”.
Cara America, hai perso un’occasione fantastica,
per riguadagnare in immagine e in consensi.
Ti sarebbe bastato non consegnare il detenuto
Saddam al governo iracheno per la frettolosa
esecuzione capitale… guardacaso all’alba del
giorno della massima celebrazione sunnita… poi,
con la finta bonomia e le solite gran pacche
sulle spalle, magari con profusione di caramelle
e tavolette di cioccolato avanzate dallo sbarco
“alleato” in Sicilia, avresti deportato l’autorevole
prigioniero verso altri lidi, come hai fatto
per altri dittatori (le dittature si somigliano
tutte!), per sottoporlo al giudizio del mondo.
Magari, ristretto qui da noi, sulla tua portaerei
ITALIA, la più grande nel Mediterraneo, ve la
sareste cavata ambedue con un futuro indultino
mastelliano. In alternativa, avresti potuto
occupare Saddam in opere sociali o di servitù
presso gli sciiti. Ma a te interessano gli spettacoli
pirotecnici, le magie autoreferenziali, i colpi
di scena, gli scoop, come vediamo nei tuoi film
e nei tuoi telegiornali. Tutto l’incredibile
e il prodigioso, l’eclatante e il sublime trovano
spazio nella stanza del tuo strizzacervelli
e, con questi, la becera furbizia di stampo
pionieristico che non sai scrollarti di dosso.
Volevi salvare gli iracheni da Saddam? Adesso,
stai per ucciderne più di quanti ne abbia uccisi
lui in decenni di dittatura, assommati ai tuoi
soldatini! E tutto questo, per scomparire come
Mandrake dal casino e con sotto il braccio qualche
tanica di benzina. Pensa, noi ancora stiamo
qui a chiederci chi siano i sunniti e chi gli
sciiti...a stento abbiamo capito chi siano i
nostri due poli governativi... E' come se tu
fossi andata, Amerika, a girare un kolossal
di Guerre Stellari su Andromeda!... Beata ignoranza
nostra che ci preserva dai Saddam e dai Bush!
La finanziaria di Prodi è persino accettabile,
al confronto, ed il puzzo di morte ci promana
solo dalla carnevalesca setta vampira dei radicali.
Noi, fortunati abitanti del Paese dei Campanelli!
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 5
Inviato
da Anonimo
il 30/12/06 @ 13:34
Concordo perfettamente
con Marina: anche Bush dovrebbe essere "giustiziato"
per quello che combina e ha combinato, con altre
decine e decine di "grandi" della terra. Ma
...Saddam non era più funzionale al Globalcapitalismo...
antimo
Inviato
da Anonimo
il 30/12/06 @ 16:44
No no no...non voglio
giustiziare alcuno. Vorrei solo liberarmi dal
virtuale degli effetti speciali e dalla fantapolitika
americana, per sapere se sono ancora proprietaria
del mio libero pensiero, che continua ad aggiungere
supposizioni a supposizioni intorno al fatto
storico di giornata! In fondo, Saddam è stato
giustiziato solo per reati minori di quelli
ben più gravi imputatigli e per i quali sarebbero
occorsi altri distinti processi... perchè tappargli
la bocca subito... forse per timore che durante
gli altri processi venissero fuori strane storie
di antiche alleanze e compiacenze? Lo so che
mentre scrivo Echelor traduce e trasmette e
che a breve due marines dalla base di Agnano
potrebbero intercettarmi e rapirmi...per farmi
fare il "candidato manciuriano"... Oddio...quanti
film americani ho visto!!!! Sono appestata di
effetti speciali!
marina
Inviato
da Anonimo
il 31/12/06 @ 19:11
Che differenza c'è tra
Bush e Saddam? Solo, 4 metri di corda! Vergogna,
America! Vergognatevi anche voi, Italiani, Tedeschi,
Francesi, perchè quando Saddam praticava i genocidi
per i quali è stato condannato a morte, i gas
e le armi per compierli, glieli vendevate voi!
Bruno Ferri
______________________________
inviato
da Anonimo
il 31/12/06 @ 21:44
Non concordo ! Saddam
e' stato giudicato secondo le leggi irachene,
le leggi del suo paese ed e' stato riconosciuto
COLPEVOLE. Le sue colpe, secondo la giustizia
irachena, prevede la pena capitale. Perche'
diavolo ci si scandalizza tanto ???? Perche'
volete per forza applicare il nostro metro
di pensiero, il nostro giudizio "moderno ed
avanzato " ad altre dimensioni, ad altri popoli
? Gli Americani si sono semplicemente occupati
di fare il cosidetto " lavoro sporco " cioe'
la guerra, e la stanno pagando cara con il
numero dei soldati USA morti che ha raggiunto
gia' quota 3000 Io penso che noi dobbiamo
occuparci principalmente di fatti di casa
nostra, fatti ben conosciuti e mai risolti,
fatti che principalmente noi sudisti dovremmo
saper risolvere : la sfacelo del nostro Sud
Italia Buon Anno .... e speriamo che ce la
caviamo ( altro che Bush )
AMBRO
______________________________
Inviato
da Anonimo
il 02/01/07 @ 09:40
A riguardo segnalo due
voci opposte che concordano.
Fabio de Fina
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1672¶metro=esteri
e Beppe Grillo
http://www.beppegrillo.it/2006/12/saddam.html#comments
Per Natale sotto l'albero un pitale
di Marina Salvadore
Potrebbe
essere il titolo di un’irriverente filastrocca…
un proverbio popolare… o uno slogan commerciale
post-moderno. Non lo è!E’, infatti, solo quanto
ci aspettiamo da Babbo Natale anche per quest’anno.
C’è chi
trova
sotto l’albero, ogni Natale, la stessa sciarpa
o la stessa cravatta regimental o il solito portachiavi
col ciondolo similargento… il medesimo pigiama
felpato. Noi napoletani, parimenti, sotto l’albero
troviamo sempre tanti bei pitali che ci rovesciano
addosso la stampa, il governo, il folklore, la
nostra classe dirigente, Giorgio Bocca, Aldo Cazzullo
e il “settentrione”; una folla di filantropi e
benefattori che non la smettono di volerci bene.
Quasi ci opprimono con il loro morboso attaccamento.
A volte, la sorpresa aumenta, per il gran numero
di pitali autoctoni svuotatici addosso dai nostri
stessi compatrioti. In verità, per tutto l’anno
è manifesta nei nostri riguardi questa generosa
attenzione… solo che… a Natale, secondo antico
adagio, ci tocca pure incassare l’overdose di
“bontà” e pelosa carità. Comunque, ogni Natale
è gran festa, per noi, travolti da una montagna
di regali, anche se siamo stati un po’ monelli
e capricciosi. Tutte le marachelle ci sono perdonate
perché abbiamo le faccette innocenti da bambini
cretini e qualche handicap psicofisico che concorrono
a stimolare all’indulgenza verso di noi gli autorevoli
Adulti d’Italia. Di positivo c’è che… non invecchieremo
mai… ovvero ci hanno bloccato la crescita, ma
che bello trullallà! Sotto l’albero di Napoli,
che non è il solito abete che hanno tutti ma un
folto salice piangente; quello che ha sostituito
addirittura il tradizionale pino marittimo nella
classica cartolina di Posillipo, si stanno già
accumulando pitali su pitali, tutti belli infiocchettati
e incartati d’oro e d’argento, secondo tradizione.
La curiosità è tale che non riusciamo ad aspettare
il dì di festa senza scartare un po’ di pitali,
per sapere chi ce li manda.
Su
tre o quattro pitali violati- naturalmente quelli
più grandi – il messaggio augurale reca firme
diverse e insospettabili, a noi nuove, di autentiche
personalità: il ministro Amato, che ha unito al
pitale un altro gigantesco “pacco” (… per la sicurezza
di Napoli…) con il kit completo per costruire
a mano, con la tecnica cara ai bambini del “Meccano”,
macchinine e blindati della Polizia, per l’eventuale
fabbisogno cittadino. Il sottosegretario Minniti
ha riempito il suo pitale oltrechè del relativo
tipico contenuto organico anche di leccornie incartate
una ad una in lamine d’oro puro da consumarsi
a breve scadenza, prima che cada il governo nazionale,
per le gare d’appalto per riempirci di telecamere,
poiché oltre ad essere simpatici monelli noi siamo
pure belli, come fotomodelli e dobbiamo farci
il “book” e gli “showrill”, visto che il Teatro
e il Cinema sono pazzi di noi. Zio Prodi e zio
Schioppa al loro enorme pitale hanno aggiunto
insaccati grassi tipici di Bologna e casse di
gallette, residuate del Piano Marshall. Zio Berlusconi
ci ha mandato un pitalone pieno di tessere del
Servizio Sanitario Nazionale, che a lui non servono…
perché non si fida di tutto quanto è italiano
quindi, visto che siamo tanto malati, trapassa
a noi l’”approfitto” della patria sanità. Zio
Visco, poverino, tirchio e acido com’è ci ha mandato
un pitale carico di pitali; tutti pieni fino all’orlo,
però!... La Rai-TV che pure ci ama tanto, perché
le passiamo un sacco di lavoro per i telegiornali
e gli “special” che sennò sarebbero noiosissimi
e senza nemmeno uno scoop ci ha mandato un pitale
più una montagna di rinnovi del canone con l’aumento.
I cinesi ci hanno regalato pitali e pitali di
decori natalizi che San Gregorio Armeno può pure
chiudere e finalmente riposarsi un po’, dopo secoli
di lavoro. Alcuni (ora celebri) compatrioti emigrati
a Roma e al Nord ed altri che hanno solo cambiato
di quartiere in città ma che hanno “fatto fortuna”
(non al bancolotto) hanno devoluto a noialtri
i loro pitali di ieri e la prolifica serie delle
loro “opere del genio”: libri, film, pieces teatrali,
quadri a pittura sul tema unico del malcostume
napoletano! I pitali della Provincia di Napoli,
ridondanti di feste, eventi, sagre e patrocini…
goduti da altri. Il governatore Bassolino e la
sua sacra sindone Jervolino, in maniera molto
originale e di gran classe, ci hanno donato una
fornitura incredibile di mobili a scaffalatura
dell’IKEA, da montare a mano, necessari a riporre
in sfarzosa esposizione permanente in piazza del
(falso) Plebiscito tutti i pitali svuotatici
addosso
da chiunque al mondo, così da erigere un mastodontico
monumento di stampo futurista alle generazioni
napoletane passate, presenti e future che sia
di monito al mondo intero, perché – Calderoli
insegna – Napoli non è solo banalissimo e polveroso
patrimonio dell’UNESCO ma è di più; è il NOBEL
della FOGNA! Apposta, tutti ‘sti pitali! Ah! Come
sono lontani i tempi di quando Babbo Natale ci
portava in dono il trenino che avevamo sempre
desiderato; quello con la sbuffante locomotiva
Bayard di Pietrarsa ed i vagoncini verdi col tettuccio
smerlato… Che nostalgia abbiamo di quei semplici
giocattoli che ci riempivano di meraviglia e che
tutti i bambini del mondo ci invidiavano: il telescopio,
per guardare le stelle dal nostro primo osservatorio
astronomico, l’illuminazione a gas di tutta la
città mentre tutta l’Italia era ancora al buio…
il primo battello a vapore… ed un mucchio di tanti
giocattoli nuovi che nessun altro al mondo possedeva…
Pazienza! La globalizzazione incombe, la miseria
con il ladrocinio pure… ringraziamo il cielo per
tutti questi pitali di ieri e di oggi, basterà
lavorare di gomito e pala, per riemergere con
la testa dalla fossa biologica e insegnare al
mondo, visto che siamo eclettici e geniali, ad
usare lo sterco che ci danno gratis come fertilizzante
naturale. Batteremo, probabilmente un altro primato
Campania Felix e così sarà ogni giorno Natale
di libagioni d.o.p. e non ci manderanno più in
dono i soliti pitali, gli invidiosi Adulti nel
frattempo avvelenati dalla chimica. Ma rientrando
dalle fantasticherie dei sogni, oggi non riusciamo
ad essere ingrati e pensiamo ai “bambini” più
poveri di noi ai quali Babbo Natale non porta
neppure un vasino da notte sotto l’albero dei
pitali, forse perché non sono simpatici e belli,
innocenti e… fessi come noi, anche se stanno inguaiati
come e peggio di noialtri ma che il telegiornale
ignora e non gli fa gli special e gli scoop. Pensiamo
a coloro che non hanno avuto la “ciòrta” di nascere
a Napoli; a quelli di Genova dove d’intorno Via
Pre’ ed in tutta la kasba storica c’è più che
“Scampìa” e “Barra” e tremano ogni notte di paura…
a quelli di Milano e Torino con i loro “bronx”,
città piene di stupratori, di folli omicidi per
questioni di cattivo vicinato, per una sniffata
in più, per questioni di gelosia professionale
e mobbing, “perché io ho il BMW e tu il Grand
Cherokee che io non posso avere?”… per i massacri
ad opera degli adolescenti nelle famiglie-bene,
… per il bullismo video-porno e sado-maso dei
giovani promettenti liceali, … per le bande sataniche
assassine di coetanei e di suore… per le mamme
depresse che uccidono gli infanti in culla, …
per turbamenti schizofrenici dovuti all’amletico
dubbio: “una borsa di Gucci o di Prada?”… Non
è giusto che solo noi napoletani dobbiamo godere
di tante preziose cure e di tanti pitali che non
sappiamo più dove mettere, quando altrove i bambini
di Genova, Torino, Milano e loro hinterland sono
completamente ignorati dal mondo e nessuno gli
vuole un po’ bene. Mai un’attenzione, un “pacco”
o un “pitale” a loro che meriterebbero ben più
di noi!
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 7
Inviato da virginioprete
il 21/12/06 @ 19:19
Scritto bene, come sempre.
Nulla da eccepire, tranne che : tutti 'sti pitali
sono quasi sempre dello stesso colore e col manico
dalla stessa parte. E i pitali di zio Silvio,
zio Giulio, zio Umberto, zio Previti, erano e
sono per il Sud invece pieni d'oro? V. Prete
Inviato da Anonimo
il 21/12/06 @ 23:49
Egregio sig. Prete... abbiamo
trattato solo dei pitali dell'anno in corso; i
precedenti che lei richiama alla memoria ci sono
già stati svuotati addosso in illo tempora!
Inviato da Anonimo
il 22/12/06 @ 16:56
Condivido sul fatto che
ci sono già stati svuotati addosso a suo tempo,
ma il punto è un altro (che poi è una costante)
: in illo tempore è vero che questo blog non c'era,
ma altri siti (anche quello da cui nasce questo
blog) non avevano di certo tale furore di denunzia,
e ci voleva il cannocchiale per individuare evidenze
di pitali con croce celtica, bianco/azzurri bardati
o tricolorati con quella bandiera a noi così cara.
Insomma darei una controllatina ai pesi e alle
misure! V. Prete
Inviato da Anonimo
il 22/12/06 @ 20:29
Egregio Signor Prete, probabilmente
il suo cannocchiale non era opportunamente messo
a fuoco, poichè troverà in archivio articoli sul
sito alcuni datati interventi (almeno una decina)
CONTRO la precedente nomenklatura; nello specifico,
purtroppo, essendo "Megaride" votata al Sud ed
in particolare a Napoli Capitale, non posso farci
niente se a livello locale il nostro Bassolino
ed i suoi accoliti regnano da più tempo di Ramsete
II sui "napolitani" e sono quindi oggetto di critiche
specifiche! Comunque un pitale del Natale 2006
- rilegga, cortesemente - era berlusconiano! Tra
l'altro, ognuno ha il suo modo di vedere ed interpretare
la realtà e Megaride non può ignorare che tanto
le destre quanto le sinistre (ma soprattutto nel
"back-office", il centro) hanno ridotto il Sud
una autentica monnezza!!! Ora, se vogliamo fare
qualcosa di positivo per risalire la china, cerchiamo
di scatenarci dalle tessere di partito e dalle
ideologie ormai defunte. Proviamo a pensare ed
agire col buonsenso, secondo coscienza e di testa
nostra e senza tossicodipendenze partitiche .
Mi permetto di augurarle, visto il clima natalizio,
BUONA FINANZIARIA 2007!!!
marina salvadore
Inviato da Anonimo
il 22/12/06 @ 21:04
E' un dato di fatto che
a napoli sono state costituite aziende regionali
per "amici" e compari" e che alcune, visto lo
scandalo, sono state letteralmente cancellate
dopo l'intervento denuncia dell'on. Peluso Antonio.
E' un dato che la delinquenza ha dilagato. E'
un dato che la "sinistra" da me votata regni da
circa vent'anni. Legga il mio curriculum su wilkepedia
l'enciclopedia della rete e saprà, illustre concittadino
che chi le scrive è un uomo "di sinistra" ma la"sinistra"
ha fallito ed è un "rinale" ossia un "pitale"
di accozzzaglia di farabutti che ci malgovernano:
Marina ha ragione! Cosa si è fatto per Napoli?
Le soluzioni ci sono e se vuole organizzi pure
un dibattito magari condominiale, a casa sua o
dove vuole, e Le dirò quali soluzioni adottare
da ex dirigente sindacale, da ex dirigente comunista
e da, sempre, persona onesta ed attaccata ai Valori
veri delle Vita. Fino a quando difenderemo i farabutti
(i soldi della monnezza? dove sono andati a finire?)
Napoli vivrà sempre crocifissa al destino che
le vogliono cucire addosso. I torti vanno divisi
equamente con la destra che non fa un c...oltre
che ciarlare come ha fatto Malvano alle ulime
elezioni per poi sparire nel buco nero dell'indifferenza...questo
non è essere pagnottista ma essere una persona
con le P..a...l...l...e piene di sacro furore...Marina
e Mauro sonogli unici appiglidi onestà e pagano
sulla loro pelle...primo Mauro è UN GRANDE REGISTA
ED E' BOICOTTATO DAI CUMPA' (parola a Napoli di
doppio significato poichè significa compagno e
compare) a tutto vantaggio dei lecca...cu... e
soci...Marina paga sulla propria pelle il proprio
orgoglio meridionale: Lei chi è? cosa fa? Ci dica
cosa fare insieme a Lei per Napoli e le saremo
vicino . VIVADDIO: Viva il Sud. hasta la victoria
siempre. antimo ceparano
Inviato da Anonimo
il 23/12/06 @ 13:44
Per M. Salvadore e il sig.
Ceparano : la mia non era una difesa della Sinistra(su
cui condivido gran parte delle critiche) ma solo
il voler evidenziare che in illo tempora non vi
erano tanti articoli e critiche quanto oggi. Non
parlavo di questo sito (non solo) ma di alcuni
altri calati allora nel sonno e silenzio profondo.
Eppure ce n'erano (come oggi) cose sbagliate e
spesso ridicole (su cui ha riso tutto il mondo!).
M. Salvadore parla di una decina di articoli dell'epoca,
ma oggi sono decine a settimana! E poi non comprendo
perchè sottolineare l'impegno e l'onestà di Salvadore
e Caiano! Ma chi lo ha mai messo in dubbio? La
loro onestà e indubbia, tanto e quanto, Vi assicuro,
quella di altri. Dietro, siate tranquilli, non
c'è nessuna tessera di partito ma la voglia d'essere
davvero oltre. Con una pignoleria paranoica! Quale?
Sempre! Semplicemente sempre! Accetto gli auguri
per la Finanziaria, sperando da libero professioniata,
di non dover pagare tante tasse come mi è successo
(pur non producendo in piu!) negli ultimi anni,
nonostante un governo liberista e le promesse
di zio Silvio e zio Giulio! Buon e sereno Natale
a tutti, e viva il Sud! V. Prete p.s. x il sig.
Ceparano : sia sereno che il sottoscritto ha fatto,
fa e farà sempre per il Sud tutto il possibile
che le sue modeste possibilità gli permettono.
Una cosa, credo e spero, non farò mai : sbagliare
il nemico!
Inviato da Anonimo
il 23/12/06 @ 14:30
Il confronto è stato comunque
valido ed interessante e personalmente la ringrazio
per averlo acceso! Abbiamo bisogno di CONFRONTO
COSTANTE, noi meridionali, per ripulirci di tutti
quei....pitali;-) Con il piacere di averla ancora
tra di noi, magari con un intervento di "spessore"
tematico, con Antimo Ceparano e Mauro Caiano formulo
i migliori auguri per un Natale ricco del suo
più autentico senso!
marina
Messaggio
N°79 del 13-12-2006 - 20:17
Tags: Editoriali
Il
presepe siamo noi
di Marina Salvadore
Vi
sono luoghi al mondo carichi di energia dove il
passato non è mai svanito insieme alle
vestigia ed alle opere di popoli remoti ma dove
il corpo sottile di quei trapassati vive e respira,
è presente pur se in forma non visibile
e non tattile. Mi viene in mente il deserto d’Egitto
Saqqara, là dove si elevano al cielo le
tre piramidi e la Sfinge, laddove hai la sensazione
d’essere già stato quando non v’era la
ramata distesa sabbiosa ma una rigogliosa pianura
verde, segnata da rivoli d’acque azzurre, punteggiata
da orzo, fior di loto, ibiscus e canneti. Sono
luoghi rari e magici, misteriosi e inquietanti
proprio per queste loro caratteristiche di essere,
nel contempo, passato e presente, procurandoti
strane suggestioni e vere e proprie crisi di identità.
I
decumani di Napoli suscitano pari sensazioni a
quelle che provi inoltrandoti nell’antica Gerusalemme,
laddove pare di essere a Napoli… laddove, a Napoli,
pare di essere a Gerusalemme. Occorre munirsi
di silenzioso rispetto quando si procede per certi
luoghi, per tendere l’orecchio interiore ed ascoltare
ciò che i sassi, la terra, il vento, i
profumi, i volti che incontri ti raccontano. Ed
è un viaggio nel tempo. Da un unico microcosmo
puoi calarti in diversi mondi e percepire i suoni
e i colori di altre tante vite. Riconosci
scene, luoghi e situazioni che appartengono al
tuo vissuto, alle tue radici, pur se solo per
la prima volta in questa vita accedi a quei luoghi
che ritenevi essere nuovi, a te sconosciuti. Sono
luoghi più simili ad altari che emanano
grandi forze magnetiche e, come calamite, attraggono
il ferro ch’è sotto la ruggine dei ricordi
ancestrali. Occorre solo che tu chini il capo,umilmente
assentendo, per farti trascinare nella tua più
segreta identità, oltre la porta del mistero
della Vita. E…incontrerai monaci e cavalieri,
fantesche e popolane, bianchi e mori, principi
e anacoreti, bottegai e mercanti, vecchi e fanciulli,
animali domestici ed esotici che hanno abitato
le tue case del tempo… con te…e che ti richiamano
alla rispettosa gratitudine per i doni elargiti
dal destino, di volta in volta, alla tue
vite erranti. Ti richiamano al dovere della cura
della sacralità per le tue case abitate,
per i tuoi giorni andati, per i tanti maestri
incontrati. Ti riconoscerai a volte vittima a
volte carnefice, tra i santi e le anime
del
purgatorio, sempre in bilico nella drammatica
dualità della natura umana, fatta dell’oro
e dell’argilla, del diamante e del piombo con
cui il “Vasaio” ha forgiato le generazioni.
Ci
sono luoghi abbarbicati sugli scogli dei presepi
di San Gregorio Armeno, che hai abitato mille
volte in cento vite, comunque vestito di ricche
sete di San Leucio… che tu fossi povero o ricco.
Su quel letto di muschio, sotto stelle pittate,
hai seguito la via delle spezie per orientarti,
forse mai la cometa ch’è andata e tornata
tantissime volte a far luce ai tuoi dubbi, quando
camminavi guardandoti i piedi per non inciam-pare,
senza mai levare lo sguardo all’orizzonte nè
al cielo.
Hai portato alla
santa grotta, diversamente, per ogni statuina
che raffigurava il tuo personaggio zeppo di anime,
lacrime e sorrisi, fuoco e acqua, pane e fame,
sangue e incenso, veleno e mirra, agnelli e serpenti;
doni che non ti sono mai stati rifiutati!
Sei qui,nel presente, tra le altre figurine del
presepe di ieri e di oggi, sotto la stessa stella
pittata che non esploderà mai, che mai
si smorzerà sfinita in un buco nero tra
le galassie e sei anche dietro la vetrina della
bottega in SanGregorioArmeno ad ammirare estasiato
il presepe dove sei protagonista senza riconoscerti
in alcuno dei pastori e degli angeli. Si rinnova
anche stavolta il mistero della quotidiana santa
notte infinita… mentre ti attardi a scegliere,
col naso schiacciato sul vetro, una pecora ed
un cammello, la venditrice di uova ed un moro,
un bue ed un asinello… Un piccolo angelo nunziante
ti ha già scelto tra la folla e ripeterà
per te, stanotte, il mistero sacro e profano di
un magico presepe napoletano.
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 1
Inviato
da Anonimo
il 14/12/06 @ 07:25
bellissimo. antimo
Messaggio
N°56 del 02-12-2006 - 13:25
Tags: Editoriali
Nisida nostra
di Marina Salvadore
Quando
guardo verso l’affatata Nisida non posso fare
a meno di pensare all’invidia degli dei ed al
maledetto karma di Napoli….e guardo a Nisida,
spesso,…anche da qui… dall’esilio nella bigia
Milano… Nisida! Disperatamente e per l’eternità
sciolta dall’ abbraccio del suo amante Posillipo,
al quale
continua
inutilmente a tendere le braccia aperte in segno
di disperato bisogno e offerta d’amore, in quello
incomprensibile umano mistero ch’è l’ ACCOGLIENZA!
Nisida la bella, invidiata e offesa, fagocitata
dalle brutalità e brutture dell’Uomo. Un luogo
così magico, unico, ch’è stato sempre e solo sede
di luoghi di pena: nosocomi, carceri e comandi
militari, ingabbiata nell’orrore della fallimentare
industria e degli ingegneri ed “archi-tutto” della
solita politica arraffona. Nisida in quarantena,
proibita ai suoi figli napoletani! Meditare su
Nisida, per cogliere il senso dell’intero dramma
epico napoletano…scritto a più mani ed in più
tempi dall’ arroganza, dalla voracità, dall’ignoranza
e dall’egotismo di tanti, troppi, reucci e vice-reucci
incollati col cemento
a presa rapida sul Trono di Napoli. Costoro hanno
ignobilmente distrutto il mito e la millenaria
Civiltà di Partenope e continuano a svendersi
pure le briciole cascate in terra dal tavolo della
Grande Abboffata! Democrazia e Bellezza, doni
offertici a piene mani - attraverso i nostri progenitori
greci - da Dio, sono stati ficcati in un forziere
fatto sparire in mare;…ecco, cosa difende e cosa
stringe ancora quell’ampio abbraccio di Nisida!Eppure,
tanta gente ha “navigato sott’acqua”, in cerca
della ricchezza di coralli e perle, ma nessuno
MAI si è incuriosito di quel forziere incastrato
tra gli scogli, forse, per paura di aprirlo e
di dover poi fare ammenda, in presenza del suo
contenuto!… Uno strano tabù del Vero Tesoro ha
colpito, come una patologia perniciosa, il popolo
napoletano. Una vera disgrazia! Eppure Napoli
è l'unica città al mondo che non fonda il mito
della sua nascita sull'esempio virile di "eroi"
rapaci e
guerrieri.
Napoli
sorge, femminile e dolce, tra i seni salati di
una sirena innamorata.
Napoli era culla della Civiltà, Patria di geni.
Lo è stata per millenni! L’era moderna l’ha trasformata
da Divinità a capro espiatorio, agnello sacrificale.
Una fata trasformata in strega malefica! Era GRANDE
ed ha dovuto livellarsi ai diminutivi (… Pomic-ino,
Bassol-ino, Jervol-ino…) sempre beffardamente
inquadrata nello scontato folklore di mandol-ino,
peperonc-ino limonc-ino … eccetera… .nella politica
del “Tarallucci e V-INO”… Un mare di “ino”! Voglio
una Partenope “nomen omen”, se il nome è quello
del suo nume tutelare; una sirena! Voglio una
Napoli “fisionomica”, dal volto solare, gioviale,
baciato dal dio Elio; una Napoli dallo sguardo
diretto e limpido, col generoso sorriso sulle
labbra carnose, la fronte serena! Tornino a casa,
dopo un regno lungo quasi quanto quello di Ramsete
II, i padroncini dai musi di prugna secca, con
la bocca a fessura di salvadanaio, lo sguardo
sfuggente, la fronte bassa. Quelli, nati al mondo
per eccesso di imprimatur di forcipe, quelli dei
vetusti e asfittici salotti dove si pratica con
protervia
l'assoluto totalitarismo della Cultura di comodo,
intesa ad uso e consumo di "regime", laddove i
soliti giacobini alzano il muro tra la loro esclusiva
saccenteria ed i napoletani che devono, necessariamente,
pascersi di ignoranza, perchè permangano nell'anonimato
di popolazione e NON nella consapevolezza di POPOLO!
Voglio che Napoli abbia un VOLTO, non una FACCIA!
E
che quel volto sia impresso sulle facce di tutti
i napoletani.
Nella Bibbia si racconta che Dio impresse sulla
fronte un marchio a Caino, dopo che questi ebbe
assassinato Abele il buono…Perciò, guardatevi
da “quelli indicati da Dio”, guardateli in faccia,
leggete tra le pieghe e i solchi della prugna
secca, scrutateli negli occhi spenti da squalo,
cercategli le labbra dietro quella fessura utile
solo allo sport del cibarsi voraci.
Profumiamo l’ambiente di freschi fiori di lavanda
e….dagli dagli armadi napoletani togliamo gli
scheletri e le tarme, insieme alle inefficaci
palline di naftalina. Suvvia, su…operiamo un bel
“cambio di stagione”!!!
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0
Messaggio
N°20 del 17-11-2006
19:22 Tags: Editoriali
Carissimi Totò e Rosetta
di Marina Salvadore
Carissimi
amministratori della mia bella patria a mezzogiorno,
da qualche tempo vi vedo molto in difficoltà...
siete diventati persino aggressivi, come se aveste
paura di essere aggrediti, dimentichi delle vostre
belle doti diplomatiche nelle relazioni pubbliche
e private. Non nascondo che nei vostri confronti
quei sentimenti dichiarati... urlati... di costante
violenta reazione ai vostri dictat, hanno lasciato
il posto a emozioni diverse che non avrei mai
voluto, per dignità ed onore, farmi pulsare nel
petto: una ributtante pena! Vi preferivo, infatti,
assisi sul trono con lo scudiscio, il pallio ed
il salvadanaio a forma di globo con quella bella
croce della simbolica filantropia
cristiana piantata sul polo nord, nobilmente racchiuso
nelle vostre reciproche manine sinistre, come
si regge, golosi, una mela annurca, prima di addentarla.
La vostra corte era affollata di mirabili genti,
tutta l'intellighentia del paese e maestranze
e ambasciatori e... il popolo prostrato a 90 gradi
fuori del tempio.
La vostra fierezza era per me ciò che per
don Chisciotte furono
i
mulini a vento... qualcosa di maestoso contro
cui combattere... Ma... oggi vi vedo soli, abbandonati
da tutti, anche dai più eccelsi alleati,
dalle intelligenze più strepitose che questo
"paese" abbia mai annoverato... i vostri
stessi paladini, anfitrioni e servitù beneficata
vi hanno voltato le spalle, come accadde a Cesare,
a Napoleone, a Mussolini... a Bettino Craxi, subito
prima della Tunisia... Sta venendo meno la mia
voglia di reazione... perchè non me la
sento di percuotere chi giace inginocchiato nella
polvere, chi non può più difendersi
offendendo. Si sta chiudendo un'altra era napoletana,
che non avrà l'onore delle "cronache
di Narnia" se non per la fugace apparizione,
di tanto in tanto, dei vostri fantasmi nelle meschine
cronache nostrane, quando i vostri successori
si metteranno a far di conto col pallottoliere
per addurvi responsabilità e scomuniche...
quando non avrete più voce per difendervi.
Un sentore triste di decadenza frammisto al tanfo
dell'inerzia già promana dai sepolcri imbiancati
del Palazzo... dovete correre ai ripari, finchè
siete in tempo... e tempo ve n'è davvero
poco... adottare d'impronta, zelanti, una nuova
strategia, come se foste dei veri condottieri
in più nobile tenzone, riguadagnare la dignità
e l'energia dei vostri esordi in politica... rispolverare
quegli ormai sviliti, giovanili singulti di ideale,
per trasformarli in più freschi gorgheggi.
Vi converrà anche fare atto di contrizione,
chiedere umilmente scusa ai "villici",
unici veri titolari del reame ch'eravate stati
chiamati SOLO ad amministrare in nome e per conto
loro, per averli dimenticati nella accecante ascesa
in volo al tronetto, ammettendo le vostre assenze,
le vostre personalissime vanità. Fortuna
per voi che il reame è quello di Napoli,
dove la gente ama la sceneggiata e la lirica dei
PENTIMENTI e del PERDONO, dell' "àddenòcchiate
e vasame 'sti 'mmane!", dove tutto finisce
"a tarallucci e vino" e dove la toponomastica,
anche quella dei quartieri a rischio, non contempla
alcun piazzale Loreto. Ma fate presto, finchè
siete in tempo. Fatelo soprattutto per questa
vostra onorevole nemica e per quelli che, come
la sottoscritta, non sopportano la vista di così
squallide "cadute degli dei".
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3
Inviato da kayfakayfa
il 18/11/06 @ 07:37
Io non credo che per costoro
vi sarà la Caduta degli Dei. Ma non perché ancora
non è finita la loro epoca, anzi... Semplicemente
perché costoro non sono degli dei ma semplici
comparse di cui"qualcuno", stanco del
loro operato ha deciso di "farli fuori"
utilizzando l'arma mediatica. Scommetto che già
hanno pronto il prossimo burittino per sostituirli
quando molleranno i remi!
Inviato da terranuova0
il 18/11/06 @ 10:03
anch'io la penso così. saluti.
antimo
Inviato da vocedimegaride
il 18/11/06 @ 10:31
ovviamente, la "letterina"
è permeata di ironia....nonchè legittima cattiveria...
ed è uno sfotto' all'allure di cui sono circonfusi
queste "divinità"...
Dopo di loro non vi saranno che fotocopie... perchè
il Sud è un piccolo mondo antico, con mentalità
e costumi feudali.
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Messaggio N°15 del
15-11-2006 Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 2 riferimento
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da fraxpd _________________________________ Inviato
da kayfakayfa |


"Parlate
o sparlate purché parliate!" è il motto che meglio si adatta all'"economia
politica" del Grullo Parlante, al quale dall'8 settembre, quotidianamente,
la stampa nazionale sta dedicando decine e decine di servizi, dossier,
biografie....TEMPO ed ENERGIE che sarebbe stato più utile spendere
negli interessi della Collettività. Il fenomeno Grillo lascia il
tempo che trova e finirà per autocombustione, specialmente ora che
il soggetto non ci fa più ridere, che ha perso lo smalto della satira,
dell'arguzia, dell'ironia e che - come vediamo dagli ultimi suoi
baccanali pubblici, condotti in acido stile monocorde e dittatoriale,
senza mai passare il microfono di mano a qualcuno tra la plebe -
si sta letteralmente SVACCANDO nella volgarità dell’inciucio che
– guarda caso – è esattamente “allineato” alla performance preferita
dalla ”Politica che non fa politica”, dedita alla guerra delle palle
di sterco da lanciarsi rispettivamente in faccia…mentre il Paese
è privo di punti di riferimento, di guida! Grillo, non ha inventato
cose nuove: anche mia madre 85enne, il mio vicino di casa, il mio
collega d'ufficio sono potenzialmente...e da ben prima... dei "grillo",
solo che non hanno alle spalle degli impresari teatrali e, probabilmente,
dei Robespierre male occultati a tirare i fili delle marionette-cittadini
per una trita e ritrita, quanto inconsapevole "giacobinata" sul
cui maxi-schermo di fondo baluginano sinistri spicchi di lame di
nuove ghigliottine che prospettano, è vero, l’ambito rotolare di
tante teste dalle spalle dei pochi potenti invisi della “Casta”
ma che – soprattutto - vedranno cadere le “teste pensanti” degli
stessi popolani, irretiti dalla sensualità ferale di una “chiamata
alle armi”, subliminalmente rivolta, invece, ai soli soldati mercenari,
in una stupida vandea preordinatamene bugiarda, poiché senza costrutto
e priva di alternativa! Dejà vu! C'era bisogno dell'exploit di Grillo
per fare intendere a "politici e politicanti" che il "Paese" è stufo
di tanta insipienza, di tanta arroganza, di tanto feudalesimo, di
tanta ipocrisia, di tanto familismo, di tanto malgoverno?.. C'era
bisogno di arrivare a questa vergognosa pantomima, che ha fatto
il giro del mondo, sputtanando ulteriormente la ballerina Italia
in campo internazionale? Politici e politicanti non avrebbero forse
dovuto preventivamente fare, già molti governi addietro, un "mercoledì
delle ceneri", un bagno nel Gange, un esorcismo? Quando, ci si chiede
tra senzienti, si vorrà riprendere in mano l'abbecedario della Democrazia,
per restituire Dignità e Giustizia agli italiani che non accettano
di dividersi in due distinti greggi nell'ovile di un Grillo o in
quello del Malgoverno... e che, nell'ovile del Malgoverno, sono
peraltro stufi di dover "scegliere" tra i due mali un Prodi o un
Berlusconi? C'è gente NORMALE che...non ne può più! Tanto, i giochi
sono già fatti. Ora, il feudatario Mastella, degno erede di Benjamin
Disraeli, farà l’ennesimo saltello a centro-destra e magari avrà
un
ministero
più importante di quello che ha governato sino ad ora in maniera
a dir poco inquietante…non ultima, la posizione presa nei confronti
del P.M. De Magistris, occupato nel caso Why Not che vedrebbe implicati
il presidente del Consiglio ed il “mastellino” medesimo….Non osiamo
pensare a cosa potrà piombare in capo alla omonima Clementina Forleo,
dioguardi! Tuttavia, la nausea totale è relativa al quadro dell’opposizione,
raffigurato dal sor Berlusca, che – immemore delle tante critiche
ed “inciuci” versati ad ettolitri in capo al sciùr Mastella… per
l’Indulto e per altre impertinenze demitiane (stante la vecchia
scuola D.C. onnipresente in spirito nonostante la finta “gran moria
delle vacche” della prima repubblica) ha già approntato una “table
habillé” per l’ebreo errante, con il suo misero seguito di elettori
da un “Campanile” all’altro del Paesello. Del resto, cari italiani…o,
come dice giustamente Grillo:…”Icoglioni!”… che cappero vi aspettavate
dall’ennesimo giro di Risiko…anzi, di “Telesina” sottoprodotto del
Poker… forse, una vandea identitaria… una rivoluzione alla francese,
un golpe? Ingenui! Sono perfettamente monozigoti, a destra ed a
sinistra. Ci “abbàbbiano” con i pretesti di destra o di sinistra
ma l’ipotesi, la morale, l’obiettivo…è il CENTRO…come quello del
TIRASSEGNO NAZIONALE… 100 punti!… in un’indifferente, spoglia, monotona
Corte dei Miracoli, in un minuetto tra maschere del Carnevale di
Venezia, tra una Colombina ed un Berlusconi, un Arlecchino ed un
Mastella, un Balanzone e un Prodi, un Pulcinella e un Bassolino,
un Pantalone e un Dini, una Befana e un Veltroni!… Potere del delirio
di onnipotenza: credono di fare nuovi partiti con le stesse facce
di tolla e… credono che NOI CI CREDIAMO!…
Approfondendo
i temi della criminalità in Italia, collegati a quel fenomeno ormai
conclamato – in special modo nel mondo della Finanza internazionale
- d’antica collusione tra potere politico e mafie, siamo soliti
cascare nel becero luogo comune che assegna tutta la responsabilità
alle mafie, alla “criminalità dichiarata” che ricatterebbe costantemente
lo Stato ad ogni piè sospinto, quasi ne fosse il “direttore generale”,
il regista! Istintivamente, diamo per scontato che sia la Politica
in balia della criminalità… ma non è sempre così; almeno, non in
tutti i grandi, irrisolti, Misteri Italiani degli ultimi trent’anni
della nostra Storia, eccezion fatta per certi “regolamenti di conto”
nelle cosche, nelle ‘ndrine e nelle famiglie, fini a se stessi.
Meditare su di un vasetto di Nutella potrà sembrare alquanto singolare
ai giustizialisti come anche ai garantisti che si affacciano quotidianamente
alla ribalta, dottoreggiando… ma all’opinione pubblica, alla gente
“normale” che ha generalmente l’aspetto innocente e innocuo della
presunta dabbenaggine, è concessa questa follia pindarica. Prendendo
spunto da un innocuo vasetto di Nutella, così come i più grandi
filosofi alchimisti traevano ispirazione e si scambiavano dotte
elucubrazioni tra “iniziati” dalla giusta lettura in codice di quelle
apparentemente assurde favolette popolari dei Miti e degli Eroi,
destinate al volgo nell’intenzione che esso non ne deducesse il
“back-stage”, il vasetto di Nutella “parla” chiaramente di un coperchio
e di un vasetto ridondante di leccornia. Proviamo a stabilire che
il coperchio è la “mafia” ed il vasetto pieno è il Potere Politico.
Perché alla criminalità si assegna il ruolo di coperchio? Semplice!
Deve servire a “coprire”, ad occultare a golosi palati altrui esercitati
solo al piacere fittizio della trasgressione dietetica,…ai “diabetici”
sudditi tenuti a stecchetto, il contenuto del vasetto. Solitamente,
il coperchio è concesso in uso ai “custodi”, ogni volta che si svita
e riavvita sul contenitore, a qualche leccata dei pochi residui
di bontà schizzati dal “tesoretto” verso l’alto o raccolti sul bordo
dalla pulitura di lama dello spalmino usato per distribuire sulle
fette di pane, degli illustri commensali ammessi al private-party
la sensuale cremina. Una delizia, la Nutella di Stato, ricca di
proteine, zuccheri, lecitine ed “illecitine”, appalti, poltrone,
nocciole e denari, tessere di partito, surrogato di “masson-glacè”,
concentrato di banche e borsa, essenza di brogli, pizzichi di finanza
internazionale, elisir di lobby e finto antiamericanismo! A bassa
temperatura ambiente solidifica un po’, la Nutella, ed allora salgono
in superficie pezzetti di Ustica, della Cirio, del Sisde o del Sismi,
finanche di Gladio, di magistratura parallela alla Giustizia (ma
non alla Legge), di armamenti della seconda guerra, di falci e martelli,
di Mitrokhin, di Contrada, eccetera… Sta all’abilità dello “spalmatore
di turno” rimescolare vigorosamente e velocemente con il ditino
a moto frullatorio i grumi freddi, per raddensare sapientemente
gli elementi e rifluidificare il composto da servire alla prossima
libagione in conclave dei pochi “eletti”. C’è chi da secoli va alla
disperata ricerca del vaso del Graal, povero scemo… senza avvedersi
che il “mitico” vasetto di Stato è più taumaturgico e potente di
quello delle saghe medievali di re trafitti e cavalieri straccioni;
ché il vasetto di Stato è un autentica riscrittura alla Down Brown
del virtuale calice celtico, più realista ancora della riscrittura
dell’abusato Codice da Vinci. Qui, non esiste prerogativa di surrealità
ma di “reale”. La “mafia”, custode alato del vasetto, ha il solo
compito di svitare ed avvitare il coperchio, a seconda delle necessità
del Potere, di coprire o scoprire il contenuto del vaso, semplicemente
perché è l’unica serva fidata non nutrendo interessi politici di
sorta e proiettata al solo fine speculativo, per cui non rivendica
seggiole pubbliche e troni. Riveste, se aveste ancora dei dubbi,
gli stessi compiacenti compiti di un qualsiasi eunuco nell’harem
di un Sultano! Sarebbe quindi più giusto parlare di “concorso esterno
in associazione politica”, per i mafiosi… piuttostochè di “concorso
esterno in associazione mafiosa” di talune vittime delle Istituzioni,
scelti tra dirigenti, tutori dell’ordine e della Legge, solitamente
intesi dal Potere Politico quali “disturbatori” e sacrificate sulla
pubblica pira, sempre vittime di calunnia e delazione e di kafkiani
procedimenti giudiziari quando non di eclatanti stragi eternamente
impunite, solo perché le “vittime” attentavano alla segretezza della
Nutella di Stato. All’incolumità del vasetto! Di facciata, questo
Stato, ha una rete di servizi cosiddetti “segreti” preposti alla
sua tutela, con tanto di Ministro per gli Interni e Cesis e Ciis
alle dipendenze del Consiglio dei ministri; peccato che siano utilizzati
solo come ricche scenografie e abili comparse sul palcoscenico dell’Opinione
pubblica, non godendo di caratteristiche di segretezza e mai interpellate
in “affari di Stato”; anzi, nemmeno edotti e coinvolti nelle emergenze
nazionali: servizi senza utenti. Un set di Topolinia, per la Walt
Disney Corporation! Servizi costosi e ad uso privato di pochi, per
inscenare pantomime di depistaggio da altri “affari” di Stato! I
cani da guardia, più utili dei predetti “servizi”, addetti all’avvita-svita
del coperchio del vaso di Nutella, sono stati lanciati, spesso,
all’inseguimento dei “cavalieri senza macchia” ed hanno sbranato
più di un “eroe”, favorendo l’ampliamento del santuario dei martiri
d’Italia, in nome dei quali ipocrite confraternite di “pretini spogliati”
gestiscono eventi, beneficenze, giaculatorie e concedono persino
indulgenze, edificano chiese e altari offerti alla credulità popolare,
per ammansire, depistare la coscienza civile. Chiunque sia individuato,
nella cerchia dei santi martiri e della plebaglia, quale sobillatore
del precostituito “Ordine Pubblico” o detentore di Pensiero, Memoria
e Parole scritte che minano la precaria stabilità del “sistema”
politico della Nutella, è messo a tacere con i due metodi scientifici,
i due gradi di condanna in uso al POTERE: la denuncia, su testimonianze
di “pentiti” disponibili a frotte, di concorso in associazione mafiosa…o
eversiva oppure, se il disturbatore incute al POTERE meno “paura”,
gli si scaglieranno addosso le centinaia di banche della Nutella,
fino a ridurlo un fallito… (chi, tra i grandi e piccoli eroi popolari
italiani non ha in corso un fido, un mutuo, un finanziamento?).
In questo Paese che continua a smerciare fino alla nausea i soliti
miti del Risorgimento e della Resistenza, a sgolarsi tra “Fratelli
d’Italia” e “Nabucco”, tra stantio antifascismo e clericalismo di
comodo, spiace dover riconoscere che le abusate pratiche di cui
sopra, con i metodi della calunnia, della menzogna, della vessazione,
appartengono alla corrente più giacobina e “sinistra” della SINISTRA;
quella che schifa letteralmente il POPOLO e ama il POTERE e che,
in molti casi, ha meno senso dell’onore di una qualsiasi “famiglia”
dell’ONORATA SOCIETA’, ch’è ridotta, ormai, ad autentica “classe
operaia” del Potere, malgrado i vecchi sognatori ed idealisti di
ogni parte sociale. Come ogni grande e perfetta macchina, però,
il Sistema Nutella ha un suo punto debole: ha paura dei frammenti
incontrollabili di VERITA’… di qualcuno de’ suoi “fratelli d’Italia”
che ben conosce fatti e misfatti, nomi e cognomi, relativamente
a “certi misteri” ed a certe improvvise “virate” di seggiole e troni
nei Ministeri, nelle Istituzioni…foss’anche la più Alta… e, quando,
come nel caso emblematico di Bruno Contrada, si teme che il capro
espiatorio possa riservare memoriali o cronache, dettagli inconfutabili…
e manifestamente si fa di tutto per ridurlo al silenzio, al degrado
psico-fisico, all’oblio dei posteri… allora vuol dire che le paure
di cotanti “notabili” sono personalissime e di varia entità e che
ognuno ignora dell’altro il lavoro alla catena di montaggio del
Sistema Nutella… Sapendolo innocente persino i magistrati che l’hanno
condannato, i “sistemisti” della Nutella insistono nella persecuzione
a Contrada solo per ciò che Contrada nel suo lungo servizio potrebbe
avere incontrato, conosciuto, sentito o visto… senza rendersi conto
che Bruno Contrada ancora non ha capito perché si trova, vecchio
e ammalato, in un carcere militare e magari si sta chiedendo quale
sia stata la sua unica imprudenza, leggerezza, l’errore di valutazione
in un’intera vita di scafato investigatore, nell’aver magari dato
fiducia ad uno soltanto de’ suoi collaboratori, capi o parigrado:
era quello con le stellette o quell’altro con le mostrine? Quello
che oggi è un generalone con gli stivali o quel finto-seminarista
occhialuto? Mah!… Alla gente semplice che implora Contrada di dire
finalmente tutta la sua VERITA’, avendone il diritto di cognizione,
si può solo obiettare che, forse, qualcuno che ha occupato uno dei
troni più alti dell’empireo della Repubblica, magari sa molte più
cose di quante ne abbia afferrate disordinatamente Contrada… e che
solo l’improvvisa decretata follia o conclamata demenza, contratta
per caso fortuito,accidentale o genetico se non addirittura già
accertata in seme, tempo addietro, per qualche episodio diatonico,
ciclotimico, della personalità, con evidenti segni di somatizzazione,
può metterlo in condizioni di spifferare vita, morte e miracoli
d’Italia… semprechè abbia voglia di rendere la pariglia ad antipatici
confratelli, in chiusura di “onorata carriera”. Ergo, le verità
le attendiamo da “altri” e non dai capri espiatori, che non sarebbero
tali se avessero cognizione di tutta la verità assoluta e non solo
dei brandelli di questa e se godessero anche dell’esercizio di potere
su di essa. Le attendiamo soprattutto da coloro che fingono di strapparsi
le vesti a causa dell’ingiustizia italiana, che fanno i “fessi per
non andare alla guerra”: i perfidi ignavi di sempre, che, in un
caso o nell’altro di manifesto stupore non riescono a nascondere
dietro l’ostinata negazione di se’ ed i colpevoli silenzi la CONSAPEVOLEZZA
della complicità delittuosa ed il pieno coinvolgimento nei lordi
affari. E’ chiusa ermeticamente nel vostro vasetto di Nutella e
Veleno la Verità! Ben venga, entro quest’era geologica, quel notabile
impazzito e certificato a svitare e sollevare il coperchio dal vasetto
dell’ammuffita Nutella di Pandora, così che, infine, muoia Sansone,
sì, ma con tutti i Filistei! Abbiate paura di voi stessi, dell’immagine
che vi rimanda lo specchio in cui amate riflettervi e non di un
vecchio che giace stanco e inerte a marcire nelle patrie galere…a
meno che non temiate il suo sguardo diretto ancora vivo e autorevole,
così come il grande elefante teme il topolino!
E'
una delle storie della STORIA del dopoguerra italiano...che non
è più Storia d'Italia se non costante offesa a questa. Per scrivere
il romanzo sulla Mafia e l'Antimafia bisognerebbe partire da molto
lontano, un’epoca che va dalle prime "lupare" al Polonio di Litvinenko.
Questa Repubblica, infatti, si erge sulla precaria solidità delle
sue fondamenta...ed il Territorio è fortemente sismico... I funamboli
del Potere ci ricicciano sempre in tutte le salse ed in ogni occasione
gli unici due miti spendibili – seppure anche quelli confutabili
- del Risorgimento e della Resistenza perché sanno benissimo che
dal dopoguerra in avanti l'Italia non ha avuto più Storia se non
quella del Potere, della Mafia...poi, dei Pentiti e della internazionalizzazione
delle "cosche". Oltretutto, la Mafia non ha mai avuto, sin dai tempi
dell’Unità d’Italia, e non ha specifiche idee o ideologie politiche
ma solo il senso del tornaconto finanziario ed economico, della
speculazione... ergo la storia contemporanea non contempla più la
POLITICA e senza Identità Politica una Nazione non ha Storia (per
questo, tutti si ostinano - soprattutto i rappresentanti delle Istituzioni,
ad appellare l'Italia, consapevolmente, "PAESE" perché non ha dignità
di Nazione!). Proviamo per un attimo a rivedere la strana faccenda
del "corvo" della Procura siciliana: tutti, ricordano bene o male
la vicenda ed addirittura un nome, Di Pisa (che ne passò di brutti
giorni, forse ingiustamente!) ma NON V'E' UN SOLO ITALIANO CHE RICORDI
I CONTENUTI DI QUELLE LETTERE ANONIME, LE ACCUSE CHE MUOVEVANO,
I
SEGNALI POTENTI CHE TRASMETTEVANO, LE VERITA' SCRITTE IN CODICE
TRA LE RIGHE . E' tristemente vero o no? Mi scuso con voi per questo
mio libero pensiero e mi scuso anche per non aver adottato quasi
mai nel trattare su Contrada il rigoroso lessico giuridico e tecnico,
proprio agli addetti ai lavori che decidono dei destini di un Uomo
facendo a meno dell'Uomo e del rispetto dell’ intelligenza altrui
ma affidandosi a paccate di carte, codicilli, numeri, formule di
trigonometria e – purtroppo -…dadi da gioco. Oltretutto, potrei
essere in errore di valutazione, considerato che sono venuta al
mondo nel periodo del boom economico, del benessere, della cambiale
e delle cucine all'americana, perdendomi il periodo di passaggio
dalla STORIA d'ITALIA alla A-STORIA globalizzante. L’altra sera,
eravamo ancora dai Contrada per raccogliere un video-appello ai
politici su invito degli splendidi organizzatori di
marcescente
e apocalittica. Un flash! Mi torna alla mente “don Mario”. Nel mio
presepe vivente di bambina napoletana, popolato da “don Ciro il
pittore” ovvero l’imbianchino addetto all’annuale refresh primaverile
della dimora vomerese, “don Gennaro” il salumiere che vendeva la
Nutella sfusa, a peso, impacchettata nella carta oleata, “donna
Amalia” prosperosa madonna bruna, dispensatrice di pasta di Gragnano
nella carta blu e fiordilatte di Agerola, “don Antonio” il custode
severo del condominio, sequestratore di palloni e di gavettoni,
“Buttiglione” anche detto “Centobottoni” l’unico meritevole ma deprivato
del prefisso “don”, in quanto gigantesco ma inespressivo parroco
di insolita stazza. “don Mario” era giovane, forte e scattante.
Di pelle olivastra, con riccioli scuri, occhi grandi, vestito color
fango. Della sua fisionomia intinta nell’inchiostro blu notte spiccava,
bianco quasi cangiante, il sorriso di una bocca larga e carnosa
ripiena di chissà quanti candidi denti! Ricordo solo quei denti
bianchi e quel sacco color fango che dalle spalle, a tracolla, gli
pioveva lungo il profilo ad accarezzare i calcagni. Era una specie
di Babbo Natale al contrario: non portava doni a colmare gli esigui
spazi delle nostre superaccessoriate dimore, piene di figli, nonni,
zii, cani e gatti, piatti, cuccume e bicchieri; lui, portava via
da quegli spazi la “fetenzia” dalla quale volevamo prendere celermente
le distanze, come da una inqualificabile vergogna, termometro dei
nostri sprechi e porcilità domestiche. Don Mario, ogni sera dopo
le 22,00, saltava giù dal camion tritatutto della Nettezza Urbana.
Sacco in spalla, saliva a piedi per cinque piani più l’ammezzato,
olezzante di umidità e spazzatura, per almeno 48 delle scale dei
condomini confinanti con il mio.
Un atleta! Dall’ultimo piano, per ogni pianerottolo, riversava dai
secchi di moderno moplen dell’immondizia posti fuori delle abitazioni
dopo le ore 22,00 canoniche, le nostre vergogne dentro il suo sacco.
Un secchio per volta. Due secchi per piano. Silenziosamente, anonimo.
Bussava il campanello di casa solo in due occasioni: a Pasqua ed
a Natale, per fare gli auguri. Mio padre lo invitava a bere un caffè
o un bicchierino, gli dava la meritata “regalìa” ed un panettone
o una colomba o una bottiglia di spumante. Lui, ringraziava, sorrideva
con i suoi tanti denti e, contento, rientrava nel suo anonimato
notturno, come un principe dell’aldilà, un fantasma buono. Mi pento
di non avergli mai chiesto dove finisse tutta quella “vergogna”
della quale veniva a depurare, ogni notte – come un angelo custode
– le nostre case, ora che ho preso cognizione e “visione” di emergenze
rifiuti e sanitarie. Da bambina, ve lo giuro, non ho mai visto montagne
di rifiuti in strada per cui non sono mai stata messa in grado di
pormi il problema che, oggi, è un’eccellenza tribale. Meno che mai
ho visto, allora, un cassonetto, una “sosta monnezza” accanto ad
un palo della luce o ad un angolo sul marciapiedi. Esisteva il problema
anche allora, o no? E dove finiva tutta la nostra spazzatura? C’erano
già le discariche camorriste?…ed i camion tritatutto da chi erano
gestiti, se gli “spazzini” cosiddetti vi lavoravano a bordo come
i soldati sul carrarmato dell’esercito? Non v’era festa comandata,
rituale, religiosa o civile, che desse a “don Mario” la possibilità
di scansarsi il lavoro per una sola notte! Forse, i nostri rifiuti
solidi urbani erano diversi, praticamente biodegradabili e convertibili,
secondo il ciclo naturale, in fertilizzante per la Campania Felix.
Allora, le mucche brucavano l’erba grassa e non facevano indigestione
di mangimi secchi a base carnivora. Non c’era la mucca pazza… come
non c’erano tutti questi “igienici” packaging di petrolio e plastica,
di polistirolo e solventi. Alla frutta, alla verdura, al pesce comprati
dall’ambulante bastava un foglio di giornale per sopravvivere fresca
fino a casa e... ti tenevi pure informata: i sacchetti di plastica
con lo sponsor del supermercato, che paghiamo a peso d’oro per fare
la pubblicità alla catena commerciale, non esistevano; infatti,
i delfini ed altri cetacei, le tartarughe a mare non morivano in
così gran numero per soffocamento. I sacchetti, dove c’erano, erano
di carta. Non esistevano in commercio neppure tutti questi detersivi,
vere bombe chimiche, con i loro aerospaziali ed ingombranti dispensatori.
L’alcool era adatto a tutti gli usi: per la pulizia del corpo e
degli ambienti. La pomice altrettanto, come i saponi vegetali di
“Marsiglia” che igienizzavano il bucato e rispettavano il ph della
pelle. Il sale, l’olio e la cenere avevano mille utilizzi domestici
e personali. Il tifo, ogni tanto, se lo beccava solo chi aveva l’insana
abitudine di mangiare crudi i frutti di mare raccolti in prossimità
delle cloache o dei bacini di raddobbo per barche. A pesca, ovviamente,
non si andava nei porti…e neppure al lido “Mappatella”! Di ratti
ne ho visti, allora, di blatte anche…ma non in colonie così vaste,
come oggi. Allora, vedere un topo era un evento: ti sentivi quasi
un eroe, a raccontare dell’incontro. Succedeva quando le “saettelle”
delle fogne, solitamente poste come griglie al bordo dei marciapiedi,
si riempivano di foglie secche ed altri sedimenti, impedendo alle
piogge di defluire. Spesso, si allagavano strade e cortili. Prontamente,
però, arrivavano dal Comune gli “specialisti”: sembravano cavalieri
senza macchia, muniti di lance lunghe e scintillanti armate di lunghi
e spessi spilloni che, infilati a stantuffo nell’ingorgo sedimentario,
magicamente liberavano i condotti dalle ostruzioni…e l’acqua riprendeva
a defluire ed a sparire nel sottosuolo. Le cantine delle case e
certi locali pubblici seminterrati erano imbiancati e igienizzati
a calce viva. Nei bar, le tazzine del caffè ed i bicchieri erano
pre-lavati con le scorze di limone eppoi detersi. Io, ricordo tutto
questo. L’ho visto fare. Non l’ho sognato. Ricordo le mitiche secchiate
di acqua e sapone che braccia robuste di popolane lanciavano in
strada sulla pietra lavica, per mantenere il decoro del “basso”
in quei vicoli che anche d’estate olezzavano solo di ragù, di aglio
e olio e di canfora. Il progresso e l’eccesso di “sanità” ci regalarano,
poi, un’overdose di imballaggi, di solventi, di detergenti, di cartoni
e stoffe sintetiche, di plastica e di lattine…quando ancora noi
si raccoglieva, per scopi benefici – in una sorta di preistorica
raccolta differenziata – le cartine di stagnola delle tavolette
di cioccolato e dei pacchetti di sigarette, a chili…. Quando la
lattina della bibita gasata ci serviva, al mare, solo per riporre
le telline scovate sotto la sabbia per il sughetto della sera, tenute
a bagno nell’acqua di mare, fino a destinazione… quando l’anguria
e il bottiglione di vino bianco lo tenevamo in fresco sulla battigia,
tra le onde della risacca; a casa, sotto un filo d’acqua ed un blocco
di ghiaccio nel lavatoio e non nei frigoriferi. Le batterie-stilo,
servivano solo alle radioline, le prime FM, da ascoltare in spiaggia,
in giardino, sul balcone, quando gli spazzolini da denti ancora
si usavano “a mano” e non come trivelle a motore. Il consumismo,
la pigrizia, poi, hanno fatto il resto. Cucina precotta, cibi industriali,
conservanti e fertilizzanti chimici, colline di monnezza ad arricchire
l’orografia della cartolina di Napoli, dove il Vesuvio era l’unico
sovrano delle altitudini oleografiche, immerso nel turchino di un
immemore cielo ora grigio, inquinato ed in pieno clima amazzonico,
supporto ideale all’opera di putrefazione e marciscenza delle nostre
porcilaie. Possibile che, oggi, ci risulti nostalgica la quasi bucolica
mondezza di ieri? Eppure, era appena ieri. Non sono ancora una cariatide.
Eppure c’ero, ho toccato il progresso. In questo arrogante regresso
non ne trovo più tracce. “don Mario” ed i suoi tanti denti bianchi
appartengono, forse, alla mitologia? Perché non gli ho chiesto,
allora, dove andava a finire quella “vergogna” che ogni notte veniva
a raccattare… dove spariva?…Piego il capo, sconfitta, dinanzi a
tanta desolazione ed a quello che rimarrà, eterno, il più grande
mistero irrisolto della mia napolitudine!
La
Padoa-Spocchia Cambio al vertice della Guardia di Finanza. Finalmente,
il generale D’Arrigo, trattato anch’egli come un pacco postale,
un “pupazziello”, nel’inciucio che ha visto protagonisti l’ottimo
generale Roberto Speciale, l’arrogante ministro Visco e la Corte
dei Conti, è salito al soglio pontificio delle Fiamme Gialle. Da
uomo d’onore, come solo un militare di rango sa intendere l’onore,
il generale D’Arrigo ha sottolineato, nel discorso di investitura,
la stima ma soprattutto la massima considerazione nella quale tiene
il suo predecessore, che ha preferito “spezzarsi” più che “piegarsi”
alle fole venefiche del regime. Secondo il solito gioco delle tre
carte “banco vince...banco perde…banco VINCE”, il bagatto Padoa-Schioppa
ha invece stravolto, nel discorso di benvenuto, privo di ogni benché
residua traccia di pudore - con riferimento alla ributtante querelle
- il senso della verità e dell’onorabilità umana, adducendo persino
che in merito ai recenti tristi fatti i sudditi italiani sono stati
sul punto di ritirare la fiducia al glorioso antico corpo della
GdF, per gli spiacevoli occorsi, senza nemmeno paventare l’idea,
seppur lontanamente, che i cittadini italiani hanno in realtà ritirato
la fiducia alla “Banda Bassotti” istituzionale e non certo, MAI,
alla vittima sacrificale, il generale Roberto Speciale e, di conseguenza,
a tutto il corpo della GdF. La Padoa-SPOCCHIA ammannita ancora oggi
dal ministro e dal suo vice-gabelliere Visco, inopportuna presenza,
impudico convitato di pietra, alla cerimonia ufficiale, è veramente
inqualificabile. Ci
piange
il cuore assistere all’arrogante supremazia di questi “Azzeccagarbugli”
sulla dignità, rispettabilità e onore di ufficiali con le stellette
che, sicuramente, hanno cognizioni più profonde, se non altro in
fatto di etica e soprattutto intorno al Galateo di monsignor Della
Casa, dei quali certi “bifolchi” ripuliti, cresciuti a mollichelle
nelle loggette e nelle segreterie di partito, senza arte ne’ parte
nella Scienza della Consapevolezza della dignità umana, della Deontologia,
ignorano totalmente il significato della parola “Rispetto” dovuto
a chi è autorevole, confondendone il senso con la parola “Rispetto”
abusata, sempre più spesso dai "mammasantissima" ovvero gli “autoritari”.
Ci sono squallidi personaggi in questo Paese, come ad esempio Bassolino
e Jervolino, Visco e Padoa-Schioppa, Prodi e la Turco che dovrebbero
vergognarsi di uscire di casa al mattino, ed invece, eccoli lì,
freschi e tosti, col frustino in mano e gli stivali, a cavallo della
nazione, come statue equestri dei discutibili “Padri della Patria”
delle quali abbondano le piazze d’Italia e la retorica risorgimentista.
La delega sulla Guardia di Finanza – non occorre essere paragnosti
figli di paragnosta – a breve tornerà nelle grinfie di Visco… a
meno che al generale Speciale venga in soccorso, cavallerescamente,
la Giustizia. Quella, vera! Buon lavoro, generale D'Arrigo, per
un lavoro - il suo - ch'è sovente denso d'insidie. Le sia di conforto,
sempre, l'esempio del suo nobile predecessore che, oggi, ha voluto
così bene ricordare, onorandolo come avremmo fatto noi se solo non
gli avessero negato "l'onore degli onori militari" del congedo.
appartenenze
partitiche, di “congrega” e di “parrocchia”, alcuni degli illustrissimi
interpellati da questa squisita persona amica sono dichiaratamente
esponenti dell’opposizione al governo campano. Ciononostante, pur
blaterando da decenni contro il malcostume locale ed il malgoverno,
costoro hanno preferito vigliaccamente nicchiare, evitando di compromettersi,
sostenendo – peraltro, con sincerità estrema – che i loro “esclusivi”
circoli godono del beneficio di emolumenti e fondi (regalìe e “assistenze”
amo definirle) da parte del Comune di Napoli e delle altre amministrazioni
locali. In breve, la persona amica, partita in quarta come una schietta
pasionaria, si è trovata a rimbalzare sul classico muro di gomma,
annientata dal senso d’impotenza, disgustata dalla realtà sociale
napoletana. Mi è toccato consolarla, ribadendo che “conosco i miei
polli”, che non mi faccio più illusioni sul rinascimento dell’etica,
dell’orgoglio e della dignità napoletane; motivo per cui la mia
istanza, che magari resterà inusitata e non produrrà effetti, ho
preferito presentarla fuori dei confini nazionali, avendo peraltro
notato come la malagestione campana sia strumentale quindi protetta
dal Governo Nazionale, basti pensare alle continue visite a Napoli
del soporifero presidente della Repubblica, sempre in concomitanza
con il lievitare di crisi bassoliniane e jervoline, dimentico d’essere
il presidente di tutti gli italiani e non solo della effimera Repubblica
Partenopea. Questa napolitudine dalla quale parrebbe essere affetto
il nostro Primo Emigrante di Lusso partenopeo, sembrerebbe una sorta
di malinconia tipica dell’età autunnale: quando si invecchia si
diventa nostalgici, giacchè in precedenza
non
abbiamo notato tanto passionale attaccamento alla città di Napoli;
più che altro era palese una esterofilia per i Paesi e le “Civiltà”
delle "matrioske"… Ma al di là di queste sfumature ciò che conta
e che rappresenta il vero dramma di Napoli e dell’intera Campania
Infelix - territori per loro naturale vocazione antropologica, storica
e geografica non omologabili ad alcun’altra realtà geopolitica al
mondo – è la “napoletanità” new wawe, la schifosa dipendenza dall’obolo,
per il quale ognuno si venderebbe al mercato anche la propria madre,
dopo essersi già svenduti coscienza, ideali e dignità! L’intellighentia
locale è esattamente composta da questi sordidi individui cui basta
il brivido, una tantum, del taglio di un nastro, di un evento di
piccolo cablaggio sponsorizzato, di una montagna di sale in piazza
del falso Plebiscito al posto delle solite montagne di monnezza,
dello scondinzolìo dei bimbi delle scuole di Scampia cui vanno sempre
a rompere le bolas, strappandoli alla normale età dei giochi e dell’innocenza,
per vomitarli nella sociologia rampante delle novelle Dame di San
Vincenzo, di pseudo-sinistra e di fanta-destra, come se aprissero,
ogni volta, le porte del Canile Municipale, portando crocchette,
bocconcini e carezze agli animaletti reclusi eternamente dietro
le sbarre di un ghetto… Finalmente, si è chiuso anche l’ultimo “Maggio
dei Monumenti”, il Maggio della grande “EMME”: Maschere, Miti e
Misteri…e le innominabili Merda e Monnezza; un turbinio di Arte,
Cultura, Intellettuali, Nastri da tagliare… quisquilie, pinzillacchere….straipiamo
di Farina Festa Forca… sponsorizzate con oboli e paterni “patrocinii”…
per tener buoni e compatti tutti i circoli culturali, i loro presidenti,
i turisti incazzati per gli scippi e le lesioni personali…. Certamente,
chiusi i battenti della grande “EMME”, i politichelli locali di
sinistra e di destra, si saranno messi già a tavolino per organizzare
la prossima “Notte Bianca”, partendo dagli elenchi dei circoli ed
associazioni da patrocinare, “un colpo al cerchio ed uno alla botte”,
dai fondi da dividere con la matematica delle proporzioni dirette
ed indirette, a seconda del colore della tessera dei presidenti
di circoli e associazioni che sarebbero i primi a meritare di scomparire
schiacciati dalla monnezza… Un po’ di monnezza, nei giorni delle
ultime consultazioni amministrative è sparita magicamente (chissà
dove, considerato che per anni non si è saputo dove stiparla), per
ricomparire – sicuro! - dopo i residui ballottaggi… Le lacreme napulitane
del sindachello reazionario di provincia, magnificato dal viva-voce
con Napolitano, più che commuoverci ci hanno nauseato! Udite udite
quale efficienza, oggidì: (ANSA)''L'emergenza rifiuti a Napoli e'
chiusa''. Cosi' il sindaco di Napoli, Iervolino, dopo l'incontro
in prefettura con le altre autorita'. ''Stamattina avevamo in strada
250 tonnellate di rifiuti che nel corso della giornata saranno smaltiti'',
ha detto il sindaco. La Iervolino ha spiegato che anche oggi Acerra
sara' sito di discarica, mentre e' stata aperta quella di Parapoti.
Allo studio anche i tempi di apertura di Macchia Soprana, nel salernitano,
per arrivare ad un sito di stoccaggio”…. Nord e Sud dopo l’ultima
tornata elettorale? Udite udite (ANSA) “Sergio Chiamparino – sindaco
di Torino -. Se quello che è successo a Napoli coi rifiuti fosse
capitato sotto la Mole, lui e Mercedes Bresso non avrebbero avuto
probabilmente scelta. Le dimissioni sarebbero state l’unica, naturale
via. «O almeno - ha detto il sindaco torinese - l’opinione pubblica
ci avrebbe incalzato, e obbligato a dare delle spiegazioni credibili».
Proprio nei giorni in cui la sinistra del Nord, di cui Chiamparino
è tra i più autorevoli e visibili esponenti, e mentre Piero Fassino
ha indicato nei cumuli d’immondizia napoletana teletrasmessi in
tutta Italia una delle ragioni di perplessità del Nord rispetto
a chi governa certo Sud, le parole di Chiamparino invitano a una
riflessione. A Rosa Russo Iervolino, ad esempio, l’ipotesi di dare
le dimissioni non dev’essere nemmeno mai passata per la testa. Lo
stesso, sicuramente, vale anche per il presidente Antonio Bassolino.”
… Vittorio Feltri ed i soliti Padani si sono nel frattempo divertiti
(e giustamente!) a sputtanarci sui giornali come sporcaccioni, incivili,
merdosi… dimentichi, però che i loro rifiuti nordisti, specie quelli
altamente tossici, sono venuti per anni, quatti quatti, a seppellirli
nelle nostre discariche camorriste – per questo, complici e manutengoli
dei camorristi, i “signorini” - là dove ora il bestiame sta morendo
e dove
la
mozzarella di bufala è diventata una bomba chimica degna di Guerre
Stellari … Ma la cosa più triste è che si insiste, da parte di vittime
e carnefici, a voler colorare di tessere di partito le emergenze
pubbliche che, in quanto tali, dovrebbero essere gestite dalla coscienza
collettiva e non essere strumentali alla propaganda politica di
taluno e di tal’altro! Non v’è poi tanta differenza, in fatto di
ETICA, tra il Nord ed il Sud, tra la “Coscienza” politica della
Campania e quella Italiana… Per questo, non restava che appellarsi
a Bruxelles… Tiepidamente disincantata confido in quest’Europa che
con quel che ci costa a qualcosa dovrà pur servire, oltreché a stabilire
la quantità di surrogato da ricicciare nel cioccolato, la dimensione
dei forni a legna per cuocere le pizze doc e le sfericità regolamentari
del San Marzano dop e delle mele della Val di Non, o no ?… Esaurita
anche quest’ultima speranza….
…e
così…. anche la parola del generale della Guardia di Finanza, Roberto
Speciale, che ha verbalizzato, in divisa, le ritorsioni in ordine
all’imposizione “politica” per l'annientamento del vertice della
GdF lombarda che indagava brillantemente sulla BNL-Unipol e le coop
rosse sarebbe la parola di un “matto” – come ci fa intendere il
giacobin-fustigatore Visco – così come la parola di Bruno Contrada
sarebbe menzognera rispetto a quella dei merdosi “pentiti” di Mafia
che con il loro pentimento sfruttano con la clausola “per se’ e
per i suoi” ospitalità, vitto, alloggio e benefici vari, durante
una lunga vacanza senza pensieri pagata da noi. Bassolino, a proposito
della monnezza continua a fare il “santo infilzato” in TV, così
come la sua miope colf Jervolino… Il popolo di munnezza, a cui Bassolino
continua ad imporre irriverentemente “senso civico” e ad accollare
“responsabilità”, continua ad “appicciare” i cassonetti e ad avvelenare
l’aria, invece di “appicciare” le barricate e tutta la classe dirigente
locale, falsamente inconsapevole d’essere preso per il didietro
da circa vent’anni (sorge l’umano dubbio che forse ne goda) dalle
stupide, inutili “domeniche ecologiche” , per la serie Farina, Feste
e Forca del solito Piccolo Mondo Antico della Politica post-risorgimentista,
ferocemente attecchita proprio in quel Sud che tanto pugnò e morì
per combatterla.... quando al Sud c'erano gli UOMINI! Otto ragazzini
che hanno stuprato una adolescente sono stati puniti con “gli arresti
domiciliari”… perché, altrimenti, chi gli avrebbe preparato lo zuppone
di latte al mattino se non mammà? I coniugi di Erba scrivono stupide
lettere dal carcere, lette e rilette in Tv per noi che dobbiamo
meditare sulle loro sofferenze di reclusi, di assassini feroci che
non si sono risparmiati neppure l’infanticidio e che, in quelle
stesse letterine di circostanza non mostrano, poi, tanto ravvedimento
e … cenno alcuno di pentimento… ma a noi è richiesto, in loro vece,
un atto di superiore contrizione e commiserazione. ‘Sto cappero
di filmato della massonica BBC che pretenderebbe d’essere VANGELO
sui preti pedofili e sulle relative coperture del Vaticano, in persona
di Ratzinger…(guardacaso, ora ch'è Pontefice conosciamo TUTTO sulla
sua attività cardinalizia, sempre ignorata)… si è ottenuto un successo
di critica e di pubblico insperato, soprattutto da parte dei soliti
“GRILListi” e “SANTORi” che, per questo, sono finiti a testa in
giù nel pitale del conformismo più abietto del quale accusavano
noialtri. E va bene, ci sarà pure in Vaticano, come in ogni istituzione,
il pedofilo insieme al ladro, lo sporcaccione insieme al disonesto,
esattamente come in Parlamento, al Senato o alla Banca Mondiale
ma…i conti non tornano… A giudicare dalle “statistiche” della "Propaganda"
smitragliate sull’opinione pubblica come pagine della Bibbia, sembrerebbe,
dato il numero dei preti pedofili in America, che tutti i fedeli,
i parrocchiani di costoro siano stati almeno una volta, matematicamente,
“molestati”… Come non tenere conto, per esempio, dei preti “coraggio”
del Sud che negli anni ’90, con il loro operato disturbavano le
attività camorristiche, ostacolandole, denunciandole? Come non ricordare
che per liberarsi di costoro non si contano le più sporche accuse
di pedofilia o sesso selvaggio? Padre Rassello del quartiere Sanità,
vi suggerisce qualcosa? Rimorderà a qualcuno la coscienza? E, nel
panorama politico della new economy e della dittatura sionista,
non è chiaro che continua, a colpi bassi e volgari, la lotta della
chiesa massonica contro la chiesa cattolica? Che siano così cretini
i reazionari Grillo e Santoro da fargli da sponsor senza accorgesene?
Beh! In questo schifo di mondo contemporaneo che si pasce nella
menzogna, come i porci nel liquame, noi ignavi continuiamo, credendoci
furbi, a “farci i fatterelli nostri”, strafottendocene del mondo
circostante, del prossimo e, stupidamente, del futuro dei nostri
figli, ai quali stiamo regalando un perfetto mondo di cacca. Inutile
gridare “al lupo al lupo” e scaricare le responsabilità al classico
“Piove governo Ladro”! La colpa è nostra, della nostra inerzia,
della politica del “Tirammo a campa’”, del nostro navigare sott’acqua.
Onestamente, non provo ne’ pietà ne’ comprensione per i Napoletani
e per tutti gli Italiani che nella “monnezza” reale e morale dimostrano
di voler continuare a sguazzarci!
Premetto
di non nutrire molte simpatie per Berlusconi; non mi piace il suo
stile e tantomeno l’immagine che i “professionisti” del settore
gli hanno cucito addosso… ma ancor meno mi piace quel dottor Balanzone
di Bologna che farebbe bene a stiparsi tra i burattini nel teatrino
della Commedia dell’Arte, con tutte le sue ipocrisie, manìe di persecuzione
e smanie di vendetta. In tema di CONFLITTO D’INTERESSI sulla cui
scia bavosa si legifera “a sprazzi” da anni… ovvero da quando Berlusconi
si è lanciato in politica, dimentichi degli Agnelli e delle FIAT
presenti al governo sin dalla costituzione del primo parlamento
italiano, è lampante come e quanto – allo stato – l’eventuale approvazione
della Legge sia esclusivamente mirata
all’annientamento
di Berlusconi. Non occorre essere Pico della Mirandola, per comprendere
le matematiche di regime, i giochi di matematica attuariale dei
partiti la cui componente aleatoria è esattamente la Politica ovvero
la gestione della Cosa Pubblica, suddivisa in tante piccole Cose
Private, sottratte arbitrariamente al Popolo Sovrano. Com’è accaduto
per la Legge sul Negazionismo, che contempla solo l’Olocausto degli
Ebrei e non anche i tanti olocausti e diaspore di altri piccoli
e grandi popoli, la Legge sul Conflitto d’Interessi contempla –
fisicamente – solo la Mediaset berlusconiana (come se la Rai fosse
un convento di verginelle, un istituto di beneficenza). Perché mai,
dinanzi all’evidenza dello sfascio morale della Politica, nessuno
tra coloro che si spacciano per indefessi difensori della Patria
ha – in virtù di un fortuito lampo di genio in quest’epoca di Lumi
– ritenuto opportuno d’inserire tra i casi di conflitto d’interessi
anche (e soprattutto) il FAMILISMO, vera piaga sociale, tipicamente
italiana? Mogli, figli, cognati, fratelli, nipoti… intere famiglie
bivaccano alla Rai, nelle Università ma soprattutto al POTERE in
ogni schieramento, tra i banchi delle Camere, nelle segreterie di
Stato, in quelle dei Partiti ma, soprattutto, ricicciati in Enti
Pubblici… oltre, naturalmente, alla più celebre configurazione tra
i conflitti d’interesse che vede ex terroristi ora onorevoli o dipendenti
delle Segreterie ai
vertici
dello Stato. Per non parlare del familismo dilagante anche nelle
istituzioni locali quali Regioni, Province e Comuni, in un allegro,
smodato, vorace interscambio con fantasiosi, numerosi e sempre più
inutili enti locali, amministratori delegati e consiglieri imparentati.
Con un po’ di buonsenso basterebbe riflettere sugli utili e benefici
derivanti ai politici nell’interscambio familiare dove i “parenti”
occupano sovente scranni in Commissioni il cui compito è approvare
determinati programmi e progetti istituzionali. E’ tristemente famoso
il caso dei due onorevoli padani che hanno assunto nelle proprie
rispettive segreterie le reciproche consorti, il figlio di Bossi
che fa il portaborse… dal nord al sud il “vizietto” del TENGO FAMIGLIA
è l’unica malta che unisce un’Italia mai Unita se non dal Giro d’Italia
e dalla Miss nazionale. Al sud, emblematiche le famiglie dei vari
Bassolino, Mastella, Pecoraro Scanio ed altri…Si da addosso alla
Mediaset ma, intanto, a Napoli – dopo il botto – è calato il silenzio,
per esempio, sullo scandalo della Cosmofilm, monopolista di “parrocchia”
nel campo delle communication & imaging della Regione Campania.
E’ vero che c’è l’arrogante Ducea di Arcore ma,
analogamente, esiste la Ducea di Ceppaloni…Intanto, in galera come
il peggior criminale ci è finito Bruno Contrada (www.brunocontrada.info),
capro espiatorio di uno scandalo giudiziario dove si è preferito,
in omaggio al Family day, salvare la Famiglia di Cosa nostra con
tutti i suoi merdosi finto-pentiti. Lo slogan è sempre lo stesso:
TENGO FAMIGLIA! E per Contrada non si sono viste “piazze”, bandiere
arcobaleno, vandee, spettacoli di arte, trombe e tamburi, cartelli
e striscioni, come se ne sono visti per i PACS, i Dico, i “family”
e gli anti-family, gli anticristo e -l’altr’ieri - persino per le
puttane di tutta Italia (incallite evasori fiscali!). Dovremmo anche
aggiungere, per eccellenza, il familismo che impera ai vertici delle
istituzioni economiche: Banche, Aziende, Industrie, Multinazionali…
vere e proprie lobbies incartocciate nella sinergia con la Politica…
e…noi, popolo sovrano, mandato a (volgarmente) defecare... assiso
sul simbolico trono sempre più simile ad un water, crediamo ancora
che per "pulire il mondo" ci basti impugnare la catena dello sciacquone
come uno scettro?
Nel
ferale piattume opprimente della politica internazionale, finalmente
un guizzo! Mahmud Ahmadinejad, il sesto presidente iraniano, con
inattesa autoironia – che è qualità distintiva delle persone intelligenti
- è riuscito a trasformare in accattivante, umoristica farsa, degna
dei più grandi autori teatrali, quella minacciosa plumbea promessa
di terzo conflitto americano nel Golfo, studiato a tavolino da qualche
tempo, premeditato dalla lobby israeliana, devoluto all’esecutore
materiale jankee e nell’attesa solo dell’occasione giusta per deflagrare
in forma d’altro flagello per l’umanità. Ahmadinejad, che si è sempre
distinto per le sue estemporanee e, spesso, urticanti e drastiche
esternazioni proprie al “Feroce Saladino” delle
memorabili
figurine Liebig, non è cascato – come tutti temevamo - nella trappola
tesagli dagli alleati inglesi degli “USA e getta”, travolgendo senza
armi, senza spargimento di sangue, senza ostentazione del nucleare
che dice di avere, in una grottesca e mortificante debacle l’arroganza
e le paventate “superiorità” e “democrazia” delle quali gli Inglesi,
gli Americani e la loro regia massonica annaffiano a getto continuo
il mondo. Assodato che per un occidentale è praticamente (fisiologicamente)
impossibile condividere fede, usi e costumi degli integralisti islamici
e sottolineando il fatto che sono altrettanto incondivisibili tutti
gli altri integralismi che, tanto in Oriente quanto in Occidente,
imperversano – persino in certi cattolicesimi estremi che offendono
costantemente la poesia della Libertà e dell’Individualità portataci
dal Cristo – non si riesce a capire perché la foga della globalizzazione
imperialista, fondata sul mito del Dio Danaro, debba annientare
quelle antiche Civiltà che hanno fatto la storia del pianeta, con
la loro Cultura, i loro usi e costumi, tradizioni e vestigia, esattamente
come sta accadendo in Gerusalemme ai luoghi simbolo della Palestina,
laddove la bellezza e la poesia del genere umano sono da sempre
esaltate proprio da certe unicità che emergono prepotenti, imponendosi,
dalle diversità, ch'è un po’ come leggere un corposo romanzo storico
sulle pagine di un libro stracciato, mescolate dispettosamente dal
vento. Dopo l’umiliante “magra” dei potenti guerrafondai abbiamo
più viva la convinzione che con una risata si può seppellire anche
il Diavolo, volendo. Stavolta, per questa sonora risata liberatoria,
irrefrenabile e rigenerante, dobbiamo sinceramente essere grati
a quel minuto, urticante, testardo, torvo, Ahmadinejad che ci ha
regalato una formidabile pièce teatrale, una lezione di palcoscenico
mondiale, distogliendoci per un po’ dalla mestizia a labbra serrate
d’ogni santo giorno, maledetto dall’angoscia e dall’impotenza!
Alla
luce delle insistenti cronache quotidiane anche "Megaride" è costretta
a banalizzarsi ed a sbracarsi nell'inciucio nazionale di "Vallettopoli"
che avrebbe volentieri lasciato alle turbe psichiche dell'orda dei
morbosi del gossip. Purtroppo, tanto i notiziari nazionali quanto
quelli locali - naturalmente, oltre la stampa cartacea - trattano
tutto il dì, alla medesima maniera il "fenomeno" patrio in auge,
con l'intenzione malcelata di mantenere fermamente livellati i toni
volgari (ovvero graditi al "volgo") in linea con i reality show
e le fictions, nella politica di raggiro dell'argomento principe
che, nella realtà, inscindibile dal suo artefice - il magistrato
Woodcock - risulta oltremodo fastidioso, soprattutto alla classe
dirigente di questo ameno "Paese" . Quindi, si da al "popolo" ciò
che si ritiene il popolo voglia, credendosi geniali nella mistificazione
e furbi quanto basta per adombrare verità, mortificando l'intelligenza
e la pazienza di quel medesimo "popolo" che per buona parte si è
evoluto e non si pasce, da tempo, di ipocrisie strumentali al sistema,
che sa andare oltre quella goduriosa ed accecante parata di tette,
boccoli, muscoli scultorei e labbroni a canotto. Il termine stesso
"vallettopoli" è stato coniato apposta per sollecitare certe pruderie
e circoscrivere il fenomeno nell'esclusività del gossip. Non è così!
Il magistrato Woodcock non si sta occupando di "nani e ballerine"
ma di un reato gravissimo: l'ESTORSIONE; non è un "de Torquemada"
della Santa Inquisizione; è il magistrato di una Procura Italiana
che ha la sola defaillance di non trovarsi a ROMA o a MILANO ma
di essere ubicata in quella zona storicamente rejetta, corrispondente
alla patria di quei partigiani meridionali che furono ignominiosamente,
poi, chiamati briganti durante il Risorgimento del Piemonte. L'altro
aspetto gravissimo che i senzienti rilevano da questa inchiesta
ingiustamente derisa e mortificata, a prescindere dai personaggi
che sfilano ogni giorno in passerella sotto le telecamere, come
alla Notte degli Oscar, è la squallida, triste - consentitemi, "illegittima"
poichè non etica - COMPLICITA' della Politica nazionale con, appunto,
i "nani e ballerine". Ecco, il reato di ESTORSIONE, dilagato a macchia
d'olio in questo sfavillante ambiente con le medesime modalità tipicamente
mafiose che si riscontrano solitamente in altri ambienti cari alle
cronache delle cosche, unitamente alla stretta interrelazione tra
i nostri rappresentanti istituzionali e l'ambiente frivolo dello
spettacolo già basterebbe, in altri sistemi democratici senz'altro
più seri, a rispedire a casa tutti i politici che, invece di presenziare
a feste e festini dovrebbero unicamente presenziare alle Camere,
per occuparsi di cose importanti per la Nazione e per noi, Popolo...
sovrano. L'estorsore è un criminale ma anche chi si piega al ricatto
e non denuncia l'estorsione ci appare, razionalmente, colpevole
poichè favorisce il lievitare del reato. I commenti poco felici
uditi sulla Procura potentina, in particolare sui suoi magistrati,
espressi concordemente da esponenti politici di centro-destra e
di centro-sinistra (finalmente d'accordo su qualcosa), da molti
giornalisti e giornalai, dai mercenari del Circo Barnum, sono il
termometro stesso della bassezza morale sulla quale l'Italia si
è da tempo inginocchiata, scasciandosi in mille rivoli di miseria
umana. Non ci interessano le frequentazioni ed i gusti sessuali
dei nostri politici, che si portino a letto - ma al chiuso delle
loro camerette - anche la zia di E.T.... è la loro fame di esibizionismo,
di presenzialismo, di lustrini e telecamere, di futile e di inutile
che ci offende. Perchè hanno scelto la Politica invece del Varietà?
Si rendano almeno responsabili delle proprie scelte ed in linea
con quella moralità e senso civico che pretendono da noialtri, legiferando
pure sulle protesi dentarie che portiamo in bocca, sui pannoloni
della ASL ai pensionati sociali,vecchietti e incontinenti, sui nostri
asfittici conti bancari, sui nostri consumi di gas e di elettricità,
sulle sigarette che vogliamo fumare, sui pilotati programmi TV che
ci costringono a guardare... Ma come si permettono, con l'esempio
squallido che offrono, quotidianamente, alla collettività?... Pazienza,
dottor Woodcock, se le hanno distrutto, deridendola come sempre,
precedenti sue indagini che infastidivano altri "incalliti" esibizionisti
di rango... ma privi dello stile consono al rango, se la Procura
di Potenza è considerata una "colonia", una Cenerentola, rispetto
alle più roboanti, pompose, Procure d'Elite, come Roma e Milano...
A riguardo, qualcuno, in un notiziario TV si è lasciato scappare
con sprezzo che l'infima Potenza non rappresenta la realtà italiana,
ragion per cui i suoi magistrati sono costretti a "sconfinare" dal
proprio territorio di competenza per mettersi in luce... questo
"qualcuno", poco edotto, dimentica che Potenza è invece un'Italia
in miniatura, con tutti gli annessi e connessi: non si sono svolti,
infatti, in Basilicata gli orrori ENI-AGIP, il problema recente
della forzata Discarica Rifiuti, un "noire" irrisolto come l'assassinio
della giovane Elisa Claps? Non è forse, l'umile Potenza, la cartina
di tornasole dell'Italia intera? Non hanno pari dignità i tutori
dell'Ordine e della Giustizia che colà operano? Pazienza, dottor
Woodcock!... Anche il suo paventato... e, forse, da lei sognato
trasferimento non troverà attuazione... a meno che non erigano solo
per lei una Procura sull'isola di Montecristo, pur di tenerla lontano
dalle gozzoviglie e ricatti all'italiana che impazzano dappertutto
sul Territorio.... Mentre scrivo ho una visione, un flashback...
Rivedo quelle scritte sui muri di Milano, di Roma e di Napoli che
inneggiavano a Di Pietro durante quel memorabile, MILANESE, "Mani
Pulite"... Due pesi, due misure, infatti non ho ancora notato, sui
muri della città, un "W Woodcock!": sono cambiati i tempi; purtroppo
hanno cambiato anche gli italiani! Lei, no, per favore, non getti
la toga alle ortiche come fece con gesto plateale il suo illustre
predecessore assurdamente impilato, ora, nei ranghi eccellenti di
quel mondo che indagò alacremente. Con stima, una calorosa stretta
di mano, dalla Sua Napoli... che tanto necessiterebbe delle Sue
amorevoli cure!

l'enfatizzare proprio la diversità, il razzismo, la reazione violenta?
Ci troviamo, forse, di fronte ad un'altra forma di terrorismo identitario?...
Eppoi, la Chiesa, sempre la Chiesa compressa fino al mento nella
montagna di sterco gratuitamente sparatole addosso, in odor di blasfemia,
di setta satanica, di novella persecuzione cristiana. Ah! I "parrucconi"
hanno tuonato un vetusto "Ci vorrebbe Mussolini!"; No, io rispondo
che ci vorrebbe addirittura "Il Feroce Saladino", stante l'incomprensibile
statica indifferenza e mancanza di reazione della Chiesa di Gesù
Cristo a questo fuoco continuo di illazioni, bestemmie, ilarità,
menzogne della novella persecuzione ai Cristiani. I "diversi" non
sono quelli propinatici e giustificati progressisticamente da Santoro
nell'estenuante sequela del Carnevale del Gay Pride, fatto di culi
e tette, slinguate, volgarità e pornografia; sono personalità, anime,
spiriti...ed anche figli, fratelli, professionisti, lavoratori,
geni, individualità come ogni essere umano sul pianeta. L'intimità
appartiene a chiunque e tale deve restare. Privata. Segreta. Sfruttare
il teatrino dell'insolito morboso è peggiore sfruttamento rispetto
al meretricio, al mercenarismo, al consumismo globalizzato delle
identità, allo spaccio dei valori virtuali che purtroppo lastricano
le strade dell'empireo del narcisismo e dell'onnipotenza delirante
di un solo piccolo uomo del video, bisognoso di conferme, di affermazione,
di un trono dal quale tuonare dictat assoluti. Prima puntata di
ANNOZERO su RaiDue e speriamo sia l'ultima, senza "rin-culi" di
ritorno, questa volta. Il dittatorello Santoro, pagato da noi in
tutto il suo splendore dell'autoproduzione di effetti speciali,
ha stasera crocifisso sul Golgota mediatico tre deboli, colpevoli
di infondergli sacro orrore: Gesù Cristo, la Donna e gli stessi
omosessuali; tre croci, come.... allora. Si confida nella resurrezione...
esattamente come allora.
Giuro!...
i fuochi d'artificio a siglare un funerale
cattolico... non li avevo mai visti... e
devo ammettere, non scevra da qualche senso
di colpa "identitario", che mi
hanno provocato nauseato stupore. Il martellante
reality show a reti unificate sulle esequie
di Mario Merola era l'ultima cosa di cui
Napoli avesse bisogno in questo momento
storico. Non a caso si parla di Mistero
quando ci si riferisce alla Morte ed i "misteri"
abbisognano di intimità, di sacralità,
di meditazione; contrariamente ai prodigi
che di norma vanno opportunamente strombazzati
a furor di popolo. Certe volte se non sempre
" 'a cartulina e ' Napule " risulta
piuttosto imbarazzante da inoltrare agli
amici, per quei suoi requisiti più
che volgari, grotteschi, che nulla hanno
a che vedere con l'intelligente autoironia
di un popolo che cullò tra le braccia,
millenni fa, la
Civiltà, la Cultura... l'umano ingegno...
l'arte... la filosofia e la poesia della
Vita quotidiana. "Chapeau!" all'arte
popolare, al mito Merola, che enfaticamente
è stato pure insignito dell'onorificenza
di creatore della "sceneggiata"
(e... non è vero) da qualcuno che,
ignaro, forse intendeva definirlo solo più
che "interprete". Una estenuante
serie di servizi televisivi celebrativi
del personaggio, sulle reti nazionali, si
preoccupava di accrescere il becero folklore
napoletano, inviando immagini ed interviste
all'artista sempre ripreso a qualche tavolata,
in un'abbuffata, in scene da matrimoni interrotte
solo da sorbetti e pignatte di spaghetti,
da frutti di mare e ragù, scene di
"MALAVITA" e "lacreme napulitane"...
senza mai mandare in onda una sua performance,
una sua canzone... che forse sarebbe stato
l'omaggio migliore. Persino le "facce"
scelte dai giornalisti presenti all'evento,
pescate secondo la regia delle teorie lombrosiane
e dell'estro del compianto Nanni Loi, per
far ridondare di ancor più squallida
napoletanità i servizi mandati in
mondovisione, erano scelte tra volti più
somiglianti a quelli di eventuali "zappatori",
"figli piezze 'e core", "mamme
cu 'e spade 'mpietto", "malafemmene"
e "malòmmini", come tratte
a forza da un presepe post-moderno di Ferrigno.
Mancavano solo la venditrice di uova e il
venditore di taralli. Nemmeno Lina Wertmuller
avrebbe saputo creare una scenografia così
colorita, per
raccontare in un film la Napoli americana
del dopoguerra; quella di Malaparte... ovvero
un nuovo documento su di una Napoli senza
Identità; quella già bacata
dalle "signurine 'e Capodichino che
fanno ammore cu' 'e marucchine"...
e... "sigarette, papà... caramelle
mammà'"... "ddoje dollare
'e signurine" in una orgiastica tammurriata
che s'è pur vero che ha caratterizzato
una realtà cittadina innegabile del
secolo orribilis, il '900, ha provveduto
anche, egregiamente, a cancellare la memoria,
la dignità di una genìa famosa
nel mondo per ben altre diverse peculiarità.
Nell'antica piazza, quella gran folla baccante
tra il sacro e il profano, era calata nei
secoli più e più volte per
altri eroi: Corradino, Tommaso Aniello,
Michele
Pezza detto Fra' Diavolo, le cui esecuzioni
capitali ed esequie erano servite ad indicare
svolte storiche, rivendicazioni, vandee
contro lo strapotere straniero... quando
Napoli aveva un'anima e un Popolo; oggi,
v'è una Napoli virtuale, dimentica
di se stessa e quel Popolo
fiero
si è trascinato man mano nell'anarchia
e nella negazione di se', "tirammo
'a campa'", finendo con l'essere numericamente
"popolazione"... divisa in due
schiatte: intellettuali giacobini chiusi
nei salotti e nei circoli, a praticare lo
sport del marketing culturale, fatto di
speculazione e finanziamenti, in nome dell'illusoria
internazionalità partenopea; dall'altra
parte, la schiatta della popolazione di
stampo coloniale post-americano, antropologicamente
ancora legato per un filo di capello alla
becera oleografia "pizza & mandolino",
senza più sogni ne' speranze. Ambedue
le categorie sanamente ancorate all'individualismo
più sfrenato e, spiace ammetterlo,
alla bestemmia dei Valori, totalmente assenti.
Insomma, se ieri Napoli si rintracciava
nel binomio Miseria e Nobiltà, bisogna
ammettere che la "nobiltà"
è latitante e che la "miseria"
è calata come una coltre pesante
sugli argenti di famiglia ma anche sulle
montagne di monnezza... sui pioppi, sui
mirti e sui pini silvestri... sulle cronache
cittadine... sul futuro. Se quella folla
baccante, che spara fuochi d'artificio e
canta alle esequie di un suo figlio, la
si potesse vedere anche in corteo contro
il malgoverno, contro la camorra, contro
il consumismo, contro i mali che affliggono
Napoli... allora, sì... ci sarebbe
una speranza!
Inviato da Anonimo
il 11/03/07 @ 13:56
Consentitemi un doveroso chiarimento a riguardo. Sin da quando ero adolescente ho annoverato tra le mie amicizie coetanei con "qualche problema di identità". Conosco i loro problemi per la difficile affermazione della loro anima femminile ristretta in un corpo inaccettabile e riconosco che i più sani, affettuosi e sensibili consigli ed aiuti... ma anche la spontanea partecipazione alla condivisione di qualche successo o gioia mi è provenuta SEMPRE da parte loro; non certo dalle mie "consimili" tipicamente competitive e gelose. I miei amici, "diversi" per gli altri, non sono dei "baracconi" come quelli impostici da Santoro e da tutti i "mistici sessuali" mentalmente disturbati che morbosamente - come si dice a Napoli - "ci azzuppano 'o biscotto"... sbrodolandosi nel piacere perverso e inconfessabile. Il mio pensiero "contro" coloro che oggi vogliono politicamente sfruttare i miei amici, così come sfruttarono l'agonia di Welby, spero sia compreso nelle mie incessanti istanze di riconoscimento della Dignità Umana.
Marina Salvadore
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Inviato da Anonimo
il 11/03/07 @ 17:20
Le coppie di fatto eterosessuali se avessero voluto il godimento dei diritti civili si sarebbero sposate in chiesa o al municipio. Se vogliono essere coppie di fatto, consenzienti, vuol dire che gli sta bene così. Se un cittadino desidera godere di diritti civili sa benissimo quali scelte fare ed è libero di scegliere, secondo convenienza. La carnevalata del matrimonio è, in questo caso, indirizzata alle coppie omosessuali. Basterebbero un certificato di residenza ed uno stato di famiglia, per certificare coppie di fatto di qualsiasi tendenza. Quindi, è proprio vero che stanno cercando di strumentalizzare gli omosessuali. Speriamo che se ne rendano conto. Cari cittadini gay ma perchè non continuate a godervi le vostre sante libertà, invece di concorrere allo sfruttamento della tassazione di famiglia, degli obblighi che pendono in capo alle famiglie? Vi rendete conto che la famiglia non è più la prima cellula dello Stato ma solo un capro espiatorio di Stato? CLAUDIA
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Inviato da Anonimo
il 11/03/07 @ 14:20
Ha ragione Marina Salvadore! Approvo e sottoscrivo! Particolarmente per Napoli, capitale dei "femminielli" più belli (ve ne siete dimenticati?) il concetto di "diversità" non è mai esistito, rientrava ogni civile convivenza con ogni anima nella norma. Non si praticavano razzismi, divisioni, contenitori sociali. I napoletani badavano all'essenza di un individuo e non all'immagine. Oggi, si vuole trasformare anche questa napoletanità civile ed evoluta in razzismo, edificare muri e contenitori per i "fàmolo strano". Qui non è mai rientrato nulla nel capitolo dello "strano". Pecoraro Scanio dovrebbe saperlo bene. Ed è a lui che chiediamo di restituire normalità alla napoletanità.
Giuseppe
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Inviato da Anonimo
il 31/03/07 @ 18:33
gli omosessuali si baciano "per far salire l'audience"?! :) grandeee!!! ai, il signore forse si sta già pentendo di aver fatto amare persone dello stesso sesso ad alcuni di noi - se avesse saputo quanto le sue creature ci si eccitano... povero il bambino che riceve il disprezzo per gli esseri umani con il latte della madre
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Inviato da vocedimegaride
il 31/03/07 @ 18:41
Pescato per caso questo tardivo commento ma risulta incomprensibile anche chi ne sia destinatario oltre, naturalmente, al mittente che se non ha la forza di manifestarsi, probabilmente non ha neppure l'energia per difendere la "causa". Se avesse letto anche i successivi commenti, forse avrebbe apprezzato l'intera civile conversazione.
la redazione
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Inviato da vocedimegaride
il 31/03/07 @ 18:53
Lo sconosciuto lettore si riferiva forse ad una frase del post del signor Domenico Eremita. Tuttavia, che la manifestazione di pratiche definite non a caso "intime", tanto gay quanto etero, sia offerta ai minori è effettivamente riprovevole. Per i bimbi i genitori non hanno sesso, come gli angeli!
marina
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Inviato da Anonimo
il 31/03/07 @ 18:58
Ovviamente, il senso del pudore è pura utopia.
Lello
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Inviato da Anonimo
il 31/03/07 @ 19:09
Io non capisco e non accetto una sola cosa: l'OSTENTAZIONE!. In qualsiasi campo e da qualsiasi persona provenga, a prescindere dalla tematica sessuale. Smettiamola con tutti questi dispettosi narcisismi! L'intimità corrisponde all'interiorità, alla personalità di un individuo e amore, come sempre, fa rima con cuore! Mi sento molto più libero di quanti nell'ostentazione tentano di liberarsi inutilmente di stupidi tabù
Giuseppe
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