64

- Un messaggio in bottiglia affidato alle onde -
(Testo dell'inserto storico del documentario "Napoli Capitale" di Mauro Caiano )

Ti lascio, Patria mia, ed affido al mare aperto questo messaggio. Che Dio lo recapiti nelle giuste mani di un senziente, a memoria dei miei giorni andati e di quelli amari a venire. Possa, chi mi leggerà, condividere i miei affanni, le mie lacrime ed il mio desiderio di verità e diffonderla, quando la menzogna cancellerà ogni traccia dell'eroismo e della passione di questo popolo fedele, di questa Nazione della quale sono figlio e che, da figlio, ho onorato, amato e difeso, secondo le mie possibilità. Francesco profetizzò che ci sarebbero rimasti soltanto gli occhi per piangere. Infatti, è e sarà così, da ora e per le generazioni a venire. Anche io sto piangendo, ancora oggi, dopo dieci anni di "macchia", qui sul ponte del bastimento che si allontana da Napoli con lentezza estenuante, in questa eterna agonia... Imploro la Pace e vorrei chiudere gli occhi. Annegarmi in questo mare.
A te che mi leggi, fratello o sorella, affido il mio onore, i miei ricordi, la pena, la rabbia ed il brandello del nostro vessillo che svettava glorioso, quale bandiera di civiltà, sui pennoni più alti piantati nel cuore della mia Patria.
Ci invasero, ci occuparono. Ci avvelenarono... Han preso le nostre ricchezze, i tesori, persino la nostra dignità, la memoria. Ci han chiamati beduini, "affricani"... Loro..., i veri barbari, i veri briganti... Non li perdonerò mai; io, che ho combattuto al fianco di Ludovico Quandel e di tanti generosi eroi ch'erano il fiore all'occhiello della nostra onesta e coraggiosa gioventù!
Serbo negli occhi le immagini dei giorni andati del mio orgoglio : la vita semplice di re, soldati e sudditi che si dipanava nella magnificenza dei Palazzi di Corte di Capodimonte, Napoli, Portici e Caserta, ove ognun di noi sentiva d'essere a casa propria e di poter liberamente godere di tanta bellezza, tanto fasto, tanta ricchezza, avendone libero accesso per udienze, per qualsivoglia motivo, con tutti i ministri del re. Noi, ci si cibava di bellezza, tra arte e miti, natura e cultura, ed in quel clima ed in quei palazzi ch'erano tra i più belli d'Europa le sorti fauste della Nazione si accrebbero fino a farla divenire una Potenza agli occhi del mondo. Erano, le splendide regge, la casa e il sacrario del nostro Popolo e di quei vilipesi Borbone che dal 1734 regnarono su questa terra, facendo del Regno di Ruggero II il normanno una nuova civiltà ed una nazione compiuta; l'unica vera nazione della penisola italica!
Napoli "illuminata" non solo dal sole e dal genio delle sue genti ma anche dalla prima illuminazione a gas della città, divenuta ormai terza capitale d'Europa, con i suoi 18.000 impiegati governativi che sin dal 1818 godevano del beneficio della previdenza pensionistica... Napoli gloriosa, per il suo possente esercito, la sua flotta navale; la prima italiana a giungere in America e nel Pacifico, celebre per la prima compagnia di navigazione del Mediterraneo e per il primo Codice Marittimo che fu adottato, poi, anche da altre nazioni. Ancor più celebre, l'industria navale, per la prima nave a vapore, orgoglio del moderno cantiere di Castellammare ch'era il più importante bacino del Mediterraneo,... per l'industria di estrazione e trasformazione del ferro che, partendo dalle miniere calabresi di Mongiana e Ferdinandea, attraverso una strada che si inerpicava in quei territori scoscesi, recava poi il prodotto via mare fino a Pietrarsa, fucina alchemica della prima locomotiva e ferrovia, nostro orgoglio nazionale e insindacabile primato.... Ora, solo bastimenti d'emigranti movimentano le nostre acque... Ho nostalgia delle dolci, miti serate allietate dalle armonie di Bellini, Donizetti.. Rossini.. al Teatro San Carlo di Napoli e nei tantissimi conservatori di musica, culla di una Napoli regina dell'Opera già dal '700... e delle allegre vendemmie a San Leucio, prima comunità sociale di lavoro per l'industria tessile assurdamente progettata, realizzata e condotta con successo da quel Ferdinando IV che fu sempre detto, dallo straniero, essere un "monarca assolutista"... Quante volte, per gite fuori porta, mi sono recato sul Vesuvio... dove l'attività ruggente era già allora tenuta sotto controllo dal primo osservatorio sismologico al Mondo... NOSTRO!... E, come non raccontare dell'altro gioiello tecnologico, di quell'osservatorio astronomico che scoprì il primo asteroide, denominato Cerere Ferdinandea... E, voglio dire pure - a te che mi leggi - della meraviglia che mi colse quando mi recai agli scavi archeologici di Pompei, Ercolano, Oplonti, Cuma, accompagnandovi scienziati stranieri ospiti a corte, immergendomi con stupore in quell'antica era che il mio Re volle rispettosamente e religiosamente
riportare alla luce ed al rinnovato splendore. In quel che ora è detto Museo Nazionale, così com'è accaduto per la nostra Biblio-teca - poiché l'ITALIA UNA è UNICA NAZIONE PIEMONTESE-SABAUDA - in quelle sale del Real Museo Borbonico v'era - e spero che nulla ne sia stato trafugato per essere trasportato a Tori-no - una ricchissima collezione di reperti archeologici di Ercolano e Pompei insieme a tutto il patrimonio artistico e museale napo-letano, amorevolmente raccolto ed offerto ai visitatori dalla sensi-bilità e ingegno culturale dei Borbone; quei Borbone detti "nega-zione di Dio" che al capitolo BENEFICENZA PUBBLICA dell' Al-
manacco Reale del Regno delle Due Sicilie, realizzato dalla presidenza del consiglio e stampato dallo stabilimento tipografico della Stamperia Reale, dice di 283 ospedali e più di trecento fra ospizi e orfana-trofi nelle sole province, escluse Napoli e Palermo. Fra i ricoveri della capitale era il Reale Albergo dei Poveri, voluto da Carlo di Borbone nel 1751 e continuato e abbellito dai suoi eredi... Un monumento alla solidarietà! Lì trovavano ricovero e istruzione i trovatelli, gli storpi, gli inabili al lavoro che venivano ammaestrati nei primi rudimenti delle lettere, nella calligrafia, nell'aritmetica, nella geografia, nella musica vocale e strumentale, nel disegno, nella pittura e nella scultura, nell'agricoltura pratica, nell'arte tipografica, nei mestieri da calzolaio a sarto, a falegname. Ben cinquemila ottocento persone vi risiedeva-no! Ho letto su un giornale stampato alla macchia che nel 1861 lo stabilimento si è trasformato nell' albergo della morte per lo spirito e per il corpo. Sevizie, sporcizia e mortalità. I nuovi governatori ricevo-no un pingue stipendio; i vecchi lo facevano gratuitamente e con uno spirito di servizio e di abnegazione..
Vorrei dire tante più cose, per rendere completa la mia testimonianza.. ma le lacrime mi bruciano gli occhi e la mano mi trema.
Ci portavano la libertà, i signori stranieri; quella libertà che al Paese loro non è mai esistita, poiché era solo il confuso desiderio di riscatto dalla atavica miseria. Era il nostro Re ad essere considerato un despota, nevvero? Allora, chiedetevi perché ad un despota sanguinario il popolino ebbe ad offrire la propria vita e quell'Inno verace che ancora oggi qualcuno, tra gli irriducibili, canticchia in sordina? E furono chiamati ignominiosamente Lazzari, ieri, gli autori di quell'inno; oggi, quel popolo è definito razza di briganti, BANDITI, e...canta inni nuovi ma sempre uguali nei contenuti. In tutta Europa, il popolino ha combattuto i suoi Despota. Chiedetevi il "perché" , solo da noialtri, è accaduto l'inverso...ciò vi porterà sulla buona strada della consapevolezza e, probabilmente, rintraccerete le vostre radici. La vostra antica grandezza.
Io, ho amato, difeso e onorato la mia bandiera e se tornassi indietro rifarei pari pari il percorso, che voi lo crediate giusto o meno. Mi chiameranno "emigrante", quando sarò alle Americhe... ma la mia Patria continuerà a vivere in me. La proteggerò ancora, nonostante tutto.
Ti chiedo di aiutarmi a farlo! Cerca le verità sepolte e riportale alla luce! Divulgale a chi ignora.
Prega per me. Per l'alfiere napolitano Ettore Di Meglio. Brigante ed Emigrante.

(Testo di M.na Salvadore - Regia di M. Caiano - Una realizzazione V.I.P. Video International Production - Napoli - il promo del documentario è visionabile su www.napolitudine.com)

 


Pagina successiva
Torna dietro      Torna all' indice