L'Aglianico (Napoli)
Il vitigno dal quale deriva questo vino è c0tl0sciuto ovunque e pertanto puà trovarsi in diverse località della Campania. E il vitigno ràsso più antiço per nascita. E presente 0 da solo 0 in uvaggio con Piedirosso 0 Sangiovese. E vino a denominazione di origine controllata se prodotto deI Taburno (BN).

L'Asprinio (Caserta)
Si dice che Luigi XII di Valois, re di Francia, sceso a Napoli all'inizio del ' 500 per le sue pretese sul Regno, importasse dalla sua Patria i vitigni dello Champagne e che, avendoli trapiantati nella regione di Caserta, ne ottenesse ... l'asprinio. La storiella è carina, ma per la verità storica dobbiamo precisare che, se da secoli nella regione dello Champagne si produceva un vino rinomato e apprezzato da papi, re e altri grandi personaggi, questo non era perà ai tempi di Luigi XII come l'attuale champagne che invece fu "inventato" e prodotto un secolo più tardi da Dom Perignon, monaco di quella regione, il quale comincià a curarne la fabbricazione çon metodi speciali.
Il vino amato dal re di Francia al punto da volerlo produrre anche nel regno che sperava di avere stabilmente conquistato, era leggermente frizzante, di modo che potrebbe anche darsi che fra l'originale vitigno e il nostro asprinio, non corra poi una grandis sima differenza.
L'asprinio è un vino chiaro, color verdolino, asciutto, leggero, frizzante e dissetante, che i napoletani usano bere ben ghiacciato anche fuori pasto per placare l'arsura estiva. Il suo tenore alcolico è basso: dagli 8 ai 10 gradi. 1 migliori tipi si producono ad Aversa, Casal di Principe, Trentola, San Cipriano d'Aversa in provincia di Caserta e Giugliano in provincia di Napoli. E' vino che non si conserva e che va bevuto nell'anno.

Il Capri (Napoli)
Bianco: prodotto nella meravigliosa isola, è un notissimo ed apprezzato vino superiore da pesce. E asciutto e fresco e ha un sottile aroma. Si serve a 10 gradi. La produzione è però oggi scarsa. E' a denominazione di origine controllata.

Il Falerno (Caserta)
Del "falernus" dei latini, vino famoso presso i Romani, erano anticamente noti due tipi: il primo prodotto nella zona fra Formia e Terracina e il secondo alle pendici del monte Massico presso Mondragone. Attualmente è coltivato nella stessa zona, mentre il bianco (che è poi tratto da uva Falanghina) è coltivato anche nella Plaga Flegrea. Sia il Falerno bianco che il rossa sono a denominazione di origine controllata.
Il bianco: vino secco, superiore da pasto e da pesee. Si serve sui 15 gradi.
Il rosso: color rubino intenso, è asciutto, ed ha un caratteristico profumo . . Anche questo è vino superiore da pasto e, invecchiato, da arrosti.

Il Gragnano (Napoli)
Prendeva il nome dalla località nella quale era prodotto. Di color rossa granato, ha profumo di viola appassita e sapore amabile e lievemente frizzante. Al suo posta si imbottiglia adesso il Lettere che deI Gragnano ha le stesse caratteristiche. Può moderatamente invecchiare, è vino fine da pasto e si serve leggerissimamente rinfrescato.

Il Greco di Tufo (Avellino)
Nasce in provincia di Avellino, È tra i vitigni più antichi d'Italia derivante dall'Aminea Gemina Maggiore. E prodotto da uye Greco di Tufo con l'aggiunta di piccola percentuale di Coda di Volpe. E' vino da crostacei, da grigliate di pesci; freddo è ottimo aperitivo. E' a denominazione di origine controllata.

L'Ischia (Napoli)
1 vini di Ischia, noti fino a pochi anni fa, soprattutto nel commercio all'ingrosso, oppure a chi li aveva gustati sul luogo, oggi sono conosciuti sul piano internazionale. Sono di abbondante produzione e si differenziano in vari tipi, quali più, quali mena pregiati (Epomeo, Biancolella, Forastera, Calitto, ecc.).
Nel 1966 sono stati accettati per la denominazione controllata di "Ischia bianco", "Ischia bianco superiore" e "Ischia rossa superiore" che dopo anni è stata loro attribuita.
1 vini bianchi superiori, secchi e vellutati, adatti all'invecchiamento, sono prodotti in gran parte con vitigni Forastera e Biancolella, i quali, impiegati invece da soli, danno il nome ai due tipi già citati.
1 vini rossi, asciutti, morbidi e delicatamente profumati, sono di tipo superiore da pasto e, se invecchiati, da arrosto. V'è l'Epomeo, come il Per'e palummo (piede di colombo). Si produce anche un ottimo rosato: il Calitto.

Il Lacrima Christi (Napoli)
Famoso vino napoletano prodotto negli antichi tempi da certi monaci, il cui convento sorgeva sulle pendici del Vesuvio. Sembra che più tardi i Padri Gesuiti, padroni di vaste terre in quelle località, fossero quasi esclusivi produttori e detentori di questo prezioso vino. Sembra anche - ma non si sa con esattezza - che il suo nome sia dovuto all'accorgimento di cogliere e pestare le uve soltanto quando avessero passato il perfetto grado di maturazione, per cui dagli acini fuoriusciva una lacrima (il "Christi" deriverebbe invece dal nome deI convento già citato), o più semplicemente dall' essere il vino la lacrima dell'uva. C'erano anticamente più qualità di "lacrime", fra le quali, famose, quelle di Somma e di Galitte.
Oggi questo vino è prodotto su tutta la fascia pedemontana deI Vesuvio; il bianco è giallo paglierino, asciutto, ed ha un sottile aroma. E vino superiore da pasto, adatto per pesce. Il Lacrima rosso, invecchiato, acquista pieno profumo. Anche questo è vino superiore da pasto, adatto per arrosti. Sia il Lacrima bianca che il rossa sono a denominazione di origine controllata.

Il Procida (isola di e Monte di) (Napoli)
I vini rossi del Monte di Procida e quelli della omonima bellissima isola, prodotti con uve aglianico e Palombina sono simili e sono gradevolissimi vini da pasto, violacei, dal particolare profumo. Non adatti all'invecchiamento. Tenore alcolico di 11 0 12 gradi. Si servono a temperatura ambiente.

Il Ravello (Salerno)
Bianco: può invecchiare moderatamente, ha un leggerissimo profumo di genziana, è secco e fresco. Vino superiore da pasto e da pesce. Rosato: ha un caratteristico bouquet di viola e lampone, è pastoso e oleoso, adatto per la fine deI pranzo e la frutta. Può invecchiare moderatamente.

Il Solopaca (Benevento)
Bianco: decisamente profumato, è di color giallo dorato, asciutto e morbido. E un vino fine da pasto e da pesce. Il migliore viene prodotto nella località della quale porta il nome.
Rosso: color rubino carico, ha pieno profumo; invecchiato, diventa più vellutato.
Vino fine da pasto (si serve leggermente rinfrescato) prodotto a Castelvenere, Cerreto Sannita, Frasso Telesino, Guardia Sanframondi, Faicchio, Telese.
Sia il Bianco che il Rosso sono a denominazione di origine controllata.

Il Castel San Lorenzo (Salerno)
Bianco: vinoso, caratteristico; è fruttato con retrogusto leggermente amarognolo. Vino da antipasti e primi piatti bianchi, uova e pesce.
Rosato: color rosa più o meno intenso; delicato, profumato lievemente. Vino da minestre vellutate, pesci in genere.
Rosso: color rubino carico; vinoso, asciutto anche se leggermente acidulo.
Vino da antipasti ricchi, primi piatti salsati. PUQ invecchiare.
Sia il Bianco che il Rosato ed il Rosso sono a denominazione di origine controllata.

Il Taurasi (Avellino)
Rosso: dal colore rubino intenso; dal profumo in cui si avverte la viola; dal sapore asciutto, vellutato. Classico vino da arrosti di carni rosse, pollame, pollame molle e cacciagione. E' vino da lungo invecchiamento ed è a denominazione di origine controllata.

Il Guardiolo (Benevento)
Bianco: paglierino più o meno intenso; profumo delicato e sapore armonico. E vino da tutti pasti, anche se preferisce il pesce.
Rosato: rosa piuttosto carico; fruttato, fresco ed acidulo. Vino da antipasti bianchi, pastasciutta e risotti con salse a base di carni, pollame.
Rosso: rubino più o mena intenso; vinoso, secco ed armonico. Vino da arrosti ed umidi di carni bianche e rosse.
Sono prodotti nei territori di Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore e San Lupo in provincia di Benevento e sono tutti e tre a denominazione di origine controllata.

Il Falanghina (Caserta, N apoli e Benevento)
Antico vitigno di epoca romana. È vino da antipasti di mare, da crostacei, da pesci in genere. Ha colore bianco paglierino, profumo gradevole, asciutto.

Il Fiano (Avellino)
Nasce dall'uva omonima (fu chiamata cosi perché era prediletta dalle api che ne succhiavano i chicchi) .
Ha colore bianco paglierino; elegante bouquet e sapore secco, piacevole. È vino da alta cucina ed è a denominazione di origine controllata.