NAPOLI SOTTERRANEA

- "Non esisterebbe la "Napoli di sopra" se non ci fosse quella "di sotto" -
Nell'intricata rete di cunicoli scavati nel tufo - materiale da costruzione.
per la città in superficie - è scritta la storia partenopea. Dalle vestigia romane alle memorie della seconda guerra mondiale, fino agli ossari,
manifestazione "forte" della superstizione popolare"
( "Le Porte del Purgatorio" di F.Ardito / " I Meridiani" giugno 2205 n.139).

 

A quaranta metri di profondità sotto le vocianti e caratteristiche vie del centro storico di Napoli, si trova un mondo a parte, per molto ancora inesplorato, isolato nella sua quiete millenaria eppure strettamente collegato con la città. E' il grembo di Napoli, da cui essa stessa è nata. Visitarlo significa compiere un viaggio nel tempo lungo duemila e quattrocento anni.

Ogni epoca, dalla fondazione della Neapolis alle bombe della seconda guerra mondiale, ha lasciato traccia sulle mura di tufo giallo, pietra con cui la città è costruita. Di Napoli tutti conoscono le eccezionali bellezze, la cultura e l'arte ma pochi sanno la storia del sottosuolo. Solo da qualche anno l'interesse dei napoletani si è indirizzato anche verso esso, pur se ancor oggi non se ne possiede una sufficiente conoscenza. L'opera dell' Associazione Napoli sotterranea è tutta tesa al recupero del sottosuolo e della sua valorizzazione. Il sottosuolo di Napoli è nato con la città e con essa è cresciuto ed oggi ci troviamo di fronte ad una vera e propria storia di Napoli sotterranea. I primi manufatti di scavi sotterranei risalgono a circa 5.000 anni fa, quasi alla fine dell'era preistorica. Successivamente i Greci prelevarono grosse quantità di tufo per la costruzione delle mura e dei templi e scavarono numerosi ambienti per creare una serie di ipogei funerari (è il caso della cava greca che lo speleologo Enzo Albertini, presidente della suddetta associazione, dopo anni di ricerche sotterranee riportò alla luce, a circa 40 metri di profondità al di sotto del cimitero di Santa Maria del Pianto. Da tale cava i Greci prelevarono tutto il materiale tufaceo per la costruzione della fortificazione della Neapolis del IV secolo. a.C., lasciando sulle pareti monogrammi e graffiti identici a quelli ritrovati sulla cinta muraria a Piazza Bellini ed in Via Foria). Continuarono i Romani che costruirono in epoca augustea un grandioso acquedotto e gallerie viarie: grotta di Cocceio e grotta di Seiano. Agli inizi del 1600 la città era talmente estesa che il vecchio acque-dotto e le innumerevoli cisterne pluviali non riuscivano più a spegnere la sete. Fu così che nel 1629 un facoltoso nobile napoletano, il Carmignano, costruì un nuovo acquedotto.Agli inizi del 1900 si cessò di scavare nel sottosuolo per l'approvvigionamento idrico, abbandonando così una rete di cunicoli e cisterne di oltre un milione di mq. che attraversava in lungo e in largo la città. Lo scoppio della seconda guerra mondiale e i conseguenti bombarda- menti ridiede importanza al sottosuolo, le cui gallerie furono utilizzate come ricoveri antiaerei. Ora, parte di queste cavità non sono più raggiungibili perchè ostruite da detriti scaricati abu-sivamente da pozzi che collegavano il soprassuolo al sottosuolo, soffocandone così l'enorme interesse storico-culturale per la nostra città. Le escursioni specifiche alle antiche cave e agli acquedotti nel grembo di Napoli Sotterranea, il cui accesso principale è localizzato all'apice della caratteristica San Gregorio Armeno, la via nota in tutto il mondo per l'esclusiva arte presepiale, con le tante botteghe dei diversi artigiani che permanentemente espongono nello stretto vicolo figure sacre della Natività e del culto dei Santi e delle Anime del Purgatorio, prevedono anche visite guidate al Teatro Greco, il cui accesso è singolarmente ubicato nel vicino Vico Cinquesanti (così dedicato nel '600 ai maggiori santi protettori della città dalla popolazione loro grata per la fine di un'atroce pestilenza). L'ingresso è presso un tipico "basso" napoletano ovvero un fondaco, esattamente sotto una pesante botola di legno occultata da un letto e da altra scarsa mobilia che ne dichiarano l'ancor recente abitabilità. Dalla botola una scala si fionda in quella che era ritenuta fino a pochi anni fa una comune cantina e come tale utilizzata dall' inquilino del "basso" sovrastante, solo che dall'opus reticolatum delle murature, ci si avvede che queste sorreggono gli archi del proscenio di quell'antico teatro greco che vide addirittura il debutto napoletano di Nerone. Da qui, lungo un percorso seminterrato, si possono ammirare i resti, persino le terme ad uso degli attori, di quello che fu il più grande ed importante teatro napoletano, salvo poi accorgersi di stare passeggiando sotto un corridoio che pende dall'insolito soffitto e che unisce, del piano sovrastante, le due ali di una comunissima abitazione popolare il cui balcon-cino fa da stipite alla porta d'uscita dal percorso sotterraneo, immettendo gli stralunati visitatori nel colore di un tipico cortile napoletano: in un altro mondo, come lungo un viaggio nel tempo.

A poca distanza da Napoli Sotterranea e compresa nell'itinerario più colto di Napoli, la chiesetta sconsacrata de La Pietatella detta Cappella Sansevero, ove la statua più bella al mondo, il Cristo Velato trasmette ai posteri, da secoli, il suo suggestivo messaggio: il mistero del sonno apparen-te della morte che sarà infranto dalla promessa resurrezione, siglando ineffabilmente il senso spirituale della discesa agli inferi, nel grembo della terra, dell'antica Civiltà partenopea che si rigenererà alla luce del sole, mostrando in superficie i suoi più intimi geni e la possente forza della Memoria…delle Radici…perché un popolo che non ha Memoria di sé non ha Identità ne' Dignità.


Le foto sono di Mauro Caiano e coperte da copy-right

 




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