Equazioni
della Storia
Topo= Ratto; Ratto = Furto; Furto = Ladro; Ladro = figlio di zoccola;
Zoccola = mamma del topo
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"PIAZZA..
un Garibaldi di qua"… "VIA…un Ferdinando di là"….
"CORSO… c'è poco da fare…il "corso" per eccellenza
è quel corto e male incavato del Bonaparte"… "LARGO…..agli
invasori"...
TOPONOMASTICA! Dagli dentro con statue e targhe….mettiamo i paletti,
i cippi lapidei, le preghiere di pietra, i monumenti… a circoscrivere
ed a sottolineare il nostro masochismo meridionale - la sindrome di
Stoccolma ch'era abbondantemente già napoletana prima di divenire
svedese - fregiamoci dei segni distintivi del nostro vergognoso leccar
di fondelli agli aguzzini… del nostro strisciare schifoso ai piedi del
gradasso. Dai tempi dell'Unità, del crollo della nostra Civiltà,
non v'è traccia della nostra memoria storica se non nelle strutture
e vestigia, obsoleti palazzi, ancorché - allora - intrasferibili
al Nord solo per impossibilità di smantellamento e ricostruzione
in Torino (com'è invece avvenuto di recente - per merito della
tecnologia avanzata - per il tempio di Karnak in Egitto)…. Un trionfo
inaudito, dal 1860, dei santi del protestantesimo nella Capitale del
Cattolicesimo, quella Napoli il cui solo centro storico conta più
chiese dell'intera bizzoca Barcellona… Un calendario in pietra, tra
targhe e statue, a ricorrenza onomastica di ogni nostro santo massone
liberatore, a cominciare dal sciùr Garibaldi e dal sciùr
Vittorio Emanuele 'o baffone…da Mazzini a Cadorna… da Crispi a Pianell..
dalla Sanfelice a Cialdini… per tutti i figli di zoccola che vollero
generosamente " liberarci" di... 54 paesi, bruciati e rasi
al suolo, con gli abitanti fucilati… di circa 800.000 assassinati… di
circa 150.000 deportati e morti nei lager dei Savoia…di quasi un milione
di incarcerati…dei floridi capitali delle Banche e dei Comuni delle
Due Sicilie… delle principali industrie del Regno… dei nostri principali
istituti universitari e scolastici…dei nostri arsenali navali… dei nostri
commerci, avendoci dato in cambio l'onore postumo, l'imprimastur regale
di una Questione Meridionale che tanto e meglio e più ci nobilita
nella nostra autentica essenza di monnezza, di smidollati masochisti
e pagnottisti del secondo e terzo…e prossimo millennio!
Non v'è una strada di Napoli dedicata a chi ha fatto grande Napoli!..
Non un nome, una effigie, a rammentarci il nostro passato... la NOSTRA
STORIA, nel bene o nel male COMUNQUE NOSTRA STORIA!… Se si è
salvato un Carlo di Borbone nella piazza omonima è solo perché
celebrato quale Carlo III Re di Spagna; non certo quale Re Napoletano
- uno dei migliori, tra l'altro - e l'onta del nobile Largo di Palazzo
sul quale si affaccia il NOSTRO Palazzo Reale ben più antico
dei Borbone beffeggiato da una targa vergognosa che inneggia al falso
plebiscito!…
L'umile pantheon dei Borbone in Santa Chiara affaccia sul portone della
scuola intitolata alla Pimentel Fonseca.. che pare quasi ch'ella sia
ancora lì presente non più a recitare madrigali, come
'a bei tempi del suo leccaculismo a Ferdinando ma a sbeffeggiar l'intera
storia, l'intera Nazione!
La stessa commovente "ouverture" dell'atto costitutivo della
Regione Campania è di per sé indecoroso atto di contrizione
e di scuse al mondo intero per la nostra vergogna d'essere stati per
lunghissimo tempo una Nazione evoluta, civile, industrializzata, ricca,
onorata ed europea… fino a 144 anni fa.
Sui bimbi in età scolare, proprio per rovinarli da piccoli, incombono
null'altro che minacciosi grossi glutei di pietra assisi su cavalloni
impossibili di "eroi" e "padri della Patria" falsamente
mitizzati… e pare che quella rosea e fresca gioventù, quel virgulto
di meridionalità sia eternamente schiacciato e soffocato sotto
il peso di quei gran sederi e sotto il tacco di quegli stivaloni sadomaso
dei monumenti equestri disseminati per la città ... da Piazza
Garibaldi ... alla rotonda Diaz.
La nostra storia non è scritta nelle antiche strade di Napoli
che pure trasudano memoria e fasti innegabili. Neppure una strada dedicata
- in ultima analisi - al re dei pastai, al maestro preseparo più
illustre,... al - che so? - re dei tessuti... a quello dei caciocavalli
o dei vini... insomma a qualcuno che partecipò del benessere
della metropoli con il proprio genio , quando noi esportavamo fin nelle
Americhe tutto questo ben di Dio. Quando, avevamo un'economia. Dopo
di allora, un solo prodotto nazionale , per la politica della Questione
Meridionale e col patrocinio della Legge Pica, fino al piano Marshall,
abbiamo esportato: la carne da cannone, il "terrone",... gli
schiavi,... gli emigranti! Ed oggi, siamo celebri nel mondo solo per
questo tipo di esportazione!!! Ma i napoletani se ne fregano... hanno
da tempo esportato nel Cielo degli Avi anche l'imgombrante senso della
Dignità.
Ad Arco di Trento, udite udite, una strada è intitolata a Francesco
II Re delle Due Sicilie…ed una statua in un giardino pubblico, colà,
è dedicata ai Briganti…
Napoletani, mettiteve scuorno!
Marina
Salvadore (A.D. 2004)
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