Le antiche pietre - cippi lapidei delle glorie passate - ora intrise del lordume della feccia abietta dei Nuovi Signori della città che la fanno da Padrone - jus necis et vitae - in un'apoteosi di immonda volgarità e di arrogante infamia… e la cronaca quotidiana è un bollettino di guerra… ed a Napoli non ci sono più "signori"; questi ultimi sono tutti lontani dalla Patria, a portare il loro genio - la loro cultura - in lungo e in largo per il mondo… a far grande Napoli ma solo nell'immaginario collettivo… a descriverne la bellezza con l'antica filosofia del popolo di una volta…a tener desto il ricordo di una collettività schietta e generosa che sempre più sprofonda nel mito.. perché ormai non siamo più in grado di ricordarci di quel popolo affabile e carnale, di cantori e poeti, di geni e… di rara UMANITA'. I pochi "signori" presenti ancora in città vivono tappati in casa e guardano la nuova Napoli attraverso il vetro di un televisore o di un computer…Un tempo, non v'era finestra su Napoli che non fosse eternamente spalancata su vie e vicoli, piazze e giardini, per godere di Napoli attraverso una lastra di vetro, d'inverno; attraverso un infisso vuoto, d'estate….
I giovani sani - li senti parlare e ti fa male ascoltarli - vorrebbero tutti andarsene dalla loro città che reputano matrigna e non madre, inaffidabile, e la via dell'emigrazione è ora invocata come àncora di salvezza, SPERANZA; non più come disperato forzato esilio, ultima risorsa…Via da Napoli che ha ricostruito il Trianon, che ha rifatto il salotto culturale del centro storico, che ha realizzato l'avveniristico centro direzionale, il ripristino di borghi e quartieri pittoreschi, lo sfavillio delle arti, la resurrezione del commercio e del turismo…. almeno, così ce la raccontano i suoi politici locali ed in parte riescono a verificarlo - in qualche caso - "quelli di fuori" che vi arrivano per una sfogliatella, un baba ed una mandolinata…o per comprarsi il corno rosso antijella che - pochi lo sanno - si fabbrica a getto continuo a...Trezzano, in Lombardia. Ma nella realtà Napoli è quello che è ovvero tutto ciò che vorremmo non fosse!
E ci siamo fatti noiosi e logorroici, a furia di sparlarci sempre addosso, noi napoletani, lamentandoci di tutto ciò che non va, senza metterci mai a tavolino, a meditare sui perché ed i come di tanto declino; soprattutto non ci siamo mai interrogati sull'inerzia dei politici di oggi, eredi legittimi di quelli famelici della Napoli prima colonia del Regno d'Italia!… E qui ce la cantiamo e ce la suoniamo - sempre, la stessa canzone - inter nos… parlando, giusto perché abbiamo bocche larghe e carnose, fatte per cantare il melodramma.
Ma, ditemi, sono poi un esercito…un'armata… una flotta… un'orda questi nuovi schifosi Padroni della città? Sono talmente in sovrannumero rispetto alla popolazione sana… che non riusciamo a liberarcene? Oh, sì..Va Bene! Allora, dichiariamo la "guerra di Camorra e Tammorra", schieriamo i carri armati in piazza Garibaldi e per Forcella e la Duchesca… mettiamoci in assetto di guerra, proclamiamo lo stato d'assedio…. Facciamo un'enorme intifada : da qui, i napoletani buoni, da lì quelli fetenti…. Assoldiamo, al posto delle forze dell'ordine indigene, i servizi israeliani affinchè facciano per una settimana sola a Napoli quel che fanno da anni a Gerusalemme... che vadano, casa per casa a snidare dalla kasba i camorristi di ogni calibro, come laggiù fanno con i palestinesi sospetti. E che muoia Sansone con tutti i Filistei! Amen.
Amen, Annalisa, così sia…ma da quel cielo da dove ora ci osservi dall'alto e ci vedi infinitamente piccoli come microbi - e ti parrà ancora più bella, la tua Napoli - riesci a vedere da quanti ghetti è punteggiata la mitica città di "Partenope la sirena", bella come te?… Riesci da lassù a vedere che dieci camorristi in gruppo fanno la Legge del Più Forte e che un camorrista da solo è solo un vigliacco e tremante coniglio (senza offesa per la specie animale)?….
La Camorra! Una volta era definita "società" e forse, nel cuore di piombo di quella feccia, c'era un virgulto di senso dell'onore, specie se qualcuno osava fare del male a donne e bambini. Una volta!… Oggi, ogni attività delinquenziale - dallo scippo allo spaccio, alla rapina - è definita Camorra; forse perché si diventa delinquenti troppo presto, per quella dose di droga che la Camorra vende, per reclutare mosche nella tela del ragno e che dovendola pagare o "guadagnarsela" costringe il moschillo a fare carriera nel clan… Mi chiedo dove sono le mamme dei moschilli… Dietro quale dito d'omertà si nascondono… quale pudore? Non sono forse mamme come la tua, Annalisa, o sono fatte di terracotta, come le statuine di San Gregorio Armeno?… E, sono mamme che sono state figlie di altre mamme; figlie! Come te, Annalisa, eppure tu sei un angelo del Paradiso e molti tuoi coetanei già hanno i piedi all'Inferno, e sin dalla culla!…
Glielo vogliamo dire, a Bassolino e a Jervolino, che la perfida idea urbanistica della kasba napoletana, dei ghetti dei clan - dei quali, da sempre, se ne conosce la geografia fisica, politica ed economica - deve essere disabilitata del tutto? …. Non vedi, da lassù, Annalisa, che altri ghetti "da paura" sono sorti numerosi fino nella provincia? Ghetti che sono esattamente raggi speciali - succursali - di Poggioreale… dove si nasce, si impara a camminare e, prima di conquistare la licenza della scuola elementare pubblica, si è già candidati al carcere minorile… in un'escalation che, in breve, conduce - a seconda dei casi - a Poggioreale… ad uno dei due indirizzi : il carcere o il camposanto, in virtù dell'opzione del lato della barricata dietro cui si è stati a combattere.
E una bella verifica presso il Nuovo Catasto Edilizio Urbano di Napoli e l'Ufficio del Registro, per verificare gli atti di acquisto delle proprietà dei camorristi e l'effettiva registrazione dei contratti d'affitto stipulati da questi, dai quali tirar fuori nomi, cognomi e…connivenze di "ghetto", perché mai nessuno ha avuto l'intuizione di proporla, da un secolo a questa parte?
E la gente di Napoli che s'è tappata in casa per paura, perché non si prende per mano e ritorna a vivere nelle strade, come un tempo, affollandole giorno e notte?
E… perché non si fa una grande ammucchiata dei volti noti di questi quattro fetenti vigliacchi - che chiamare "camorristi" sarebbe pure troppo onore - e non li si spedisce col foglio di via a sostituire braccia e gambe di emigrante ai lavori forzati all'estero?….
Perché nelle scuole, ai bambini napoletani, non si racconta mai delle loro origini patrie, della storia vera del Sud che li ha partoriti, snaturandoli invece a botte di menzogna storica e con lo specchietto per le allodole di miti nazionali che smantellarono la nostra Dignità ed Identità?.....
Perché ...perché... perché questa inerzia... a chi fa comodo questa Napoli ch'è quella che è e che tale deve rimanere, nei secoli a venire, fino alla totale e più bieca disintegrazione di una identità di popolo, di tradizione, di napoletanità... Chi ci guadagna? Il Nord, che continua a produrci e ad imporci tutto quello che consumiamo nel Sud, dal latte della Parmalat ai pomidoro pelati dell'Emilia, ai napoletanissimi corni rossi antijella il cui unico mercato è Napoli e provincia.... Ma perché.. il latte...i pomidoro ed i corni...non sappiamo più farceli in casa... non erano "roba nostra"?....
La droga, ed anche il mercato della pedofilia - dico a te, Matilde "mamma coraggio" - hanno reso Napule chella ch'è simile a quei remoti paesi di remota miseria che, spesso, non sappiamo nemmeno più collocare sul mappamondo : la Colombia, la Tailandia, le Filippine, le bidonville brasiliane..... dove si pratica il turismo sessuale a danno di creature indifese e fragili. Innocenti!
Matilde, mamma napoletana, così diversa dalle mamme dei moschilli; verrebbe da dire "una mosca bianca".... caduta nella schifosa tela del Ragno rognoso... offesa due volte dalle schifose multiple zampette pelose e dalla vischiosa bava di putredini e umori, dentro quel sepolcro imbiancato, casa della lucertola e del ragno, ch'è Napule... chella ch'è!

Marina Salvadore (A.D. 2004) ad Annalisa e a Matilde.... a Bassolino e Jervolino.