Cordoglio mondiale
per la scomparsa dell'ultimo vero grande Re d'Italia, che rappresentò
fino a ieri e per quasi un secolo - con più stile e perfetto
animus sabaudo - degnamente quella dinastia, come neppure i legittimi
eredi di quegli antichi re ebbero a dimostrar sì efficace la
sacra unzione di quell'imprimatur regale.
Come per ogni Grande che se ne va, migliaia di pagine della storia se
ne vanno con lui, sparendo nell'oblio della polvere, tra alte colonne
di fumi d'incenso e aromatiche promanazioni di fragranze del prezioso
nardo, ultima unzione terrena dei re.
L'onore delle Armi, dei Sudditi, degli Alleati e dei Servi chiude la
sua leggenda personale, frettolosamente sigillata da un simbolo sacro
cui a nessuno è concesso sapere s'Egli si votò nell'arco
della sua lunga vita, poich'Egli era indissolubilmente Re e Sacerdote,
possedendo Crisma e Carisma per dignità divina e tacito consenso
di popolo. E, mentre il sacro sigillo serra nel buio gli occhi del de
cuius, così pure dovrebbe sigillare per sempre le bocche dei
tanti suoi delatori e nemici, perché le parole non dette e quelle
che sarebbero state ancora tutte da pronunciarsi vadano ad inumarsi
nel tempio tradizionale intitolato al Rispetto per i Defunti.
Ma non v'è più rispetto per alcuno, in questo mondo moderno
ed è accaduto che terribili prefiche in doppiopetto gessato o
in bandiera rossa, ex nemici giurati del Re, abbiano voluto rompere
il silenzio imposto dalla mesta circostanza, per profittare della immane
platea funeraria, in ordine ai dettami della Comunicazione ed Immagine.
Parlate o sparlate purchè parliate! Stavolta, in fasulle gramaglie,
i nemici del Re hanno "sparlato", dicendone false meraviglie,
inventandosi dolci ed accorati quanto finti e caritatevoli elegìe,
svendendo in un sol momento d'intervista alle tivvù, la loro
fierezza e autorevolezza di nemici, intrappolandosi nelle lunghe schiere
dei "servi".
Ma v'è stato chi ha addirittura arruolato ed ammaestrato - come
scimmie al circo - squadriglie di schiavi del Re, dal tipico e volgare
accento marocco-meridionese, perché costoro, in rappresentanza
di tutti gli schiavi "affricani" di cialdiniana memoria deportati
nel mondo a strisce bianconere del sabaudo territorio, ricordassero
commossi al mondo intero la generosità e bontà di quel
Re discendente dei grandi Re, che fece della sua vita la monumentale
missione di redenzione dei bifolchi sudici d'Italia, strappandoli al
duro lavoro della terra, per portarli nella Civiltà del Nord,
offrendogli un tozzo di pane, è vero, ma soprattutto il dignitoso
LAVORO e premurandosi di sollecitar per loro quegli accoglienti ghetti,
quando sulle case della capitale sabauda ancora si affiggevano i celebri
avvisi reazionari "Non si affitta ai meridionali" degli autoctoni
invidiosi di tal beneficenza regale agli stranieri; di coloro che volevano
solo su di sé quelle benedizioni del saggio re. Un Re che - la
sua gente lo scoprì più tardi - con lungimiranza aveva
deciso di far benestante il suo popolo, creando caste di commercianti
e di padroni di ghetti, laddove i rivoli delle lire torinesi guadagnate
dai vilipesi stranieri andassero - senza disperdersi oltreconfine -
ad impinguare le casse e le pance indigene. Fu solo in quel momento
che gli "illuminati" compresero il disegno majestatis e presero
a far scomparire lentamente quei beceri cartelli affissi sui portoni
torinesi.
Oggi, io nemica atavica di questo Re e della sua dinastia, secondo tradizione
cristiana e nella tal mesta circostanza m'impongo il Silenzio verso
chi non può rispondermi più pur se lo volesse, in guisa
di quel rispetto per i Defunti che ravviso nella Pietas; quella che
mancò ai feroci antichi piemontesi che non ebbero mai la carità
di dare sepoltura ai nostri troppi morti per man loro...... e mi trincero
nel pensiero universale della Giustizia di Dio, con cui - sola - hanno
a che fare i morti ma sui nemici viventi continuerò a schioppar
parole e pensieri e, considerato che quegli che io oggi vidi in false
gramaglie a rendere omaggio al Re ma, in primis, alla propria stupidità,
io grido : VERGOGNATEVI ! Vergogna, per la vostra mancanza di ideali,
di identità, di orgoglio, di serietà; vergogna, per la
goffaggine tronfia,... la vigliaccheria lecchina,...'o piatto di pasta
e fasule sottratto agli antichi eroi dimenticati. E, se tra questi ignavi
ci fosse qualche schiavo di Mirafiori, di Arese o di Termini Imerese,
ancor più forte io urlerei nella tempesta : VERGOGNA !.......
E, aggiungerei un pizzico di stima in più per l'illustre morto
che in vita vi meritaste, urlando come era d'uso nelle corti - non come
un ciambellano ma come un pazzo guitto, un giullare - " E' morto
il Re! Viva il Re! "..... Viva il Re delfino, sangue del sangue
di quel Re mio nemico; quel nuovo Re che vi siete ancora una volta meritati
!
Marina
Salvadore (A.D. 2003)
|
|
|