di Marina Salvadore

Una leggenda tutta regnicola tratta della "Terra al di là del Faro" attraverso le mitiche imprese di tal Cola Pesce che - con il "munaciello", la "bella 'Mbriana", la "Janara", il Pulcinella ed altre figure leggendarie del Meridione, condivide l'antica storia delle piccole patrie del Regno delle Due Sicilie.
Cola - o, Nicola - era detto Pesce o bambino-pesce, perché già dalla sua nascita sul litorale partenopeo, dimostrava d'essere un figlio del Mare. L'acqua del mare nostrum era il suo habitat naturale ed egli vi trascorreva in ammollo i buoni tre quarti di ogni dì. Conosceva e comunicava con tutte le creature degli abissi, era un nuotatore abilissimo e velocissimo in grado di compiere molte miglia marine, da un estremo all'altro del Mediterraneo e del Tirreno - andata e ritorno - in una giornata. Resisteva a incredibili apnee, a profondità ancora più incredibili, alla ricerca di rarità e di tesori sommersi che mostrava agli uomini sulla terraferma. Il Re delle Due Sicilie, incuriosito oltremisura dalle voci di popolo che magnificavano le imprese di Cola Pesce, volle un giorno metterlo alla prova. Si presentò sulla spiaggia di Santa Lucia, luogo deputato del piccolo eroe del mare, e gli chiese di andare per suo conto a curiosare nei profondi abissi della Sicilia insulare. Cola, si tuffò all'istante e velocemente raggiunse la Terra al di là del Faro, inabissandosi nei suoi più profondi anfratti. In serata, rientrò presso il suo Re raccontandogli meraviglie di quei fondali e di quella Terra ma soprattutto la stranezza che la Sicilia fosse un'isola sostenuta da tre pilastri, dei quali uno spezzato!