A noi Meridionali

Partita anni or sono - al massimo dello sprint e dell'entusiasmo - nell'occuparmi delle Cose di Casa Nostra, amaramente riconosco, oggi, d'essere più frequentemente preda di sconforti e paturnie. Perché?...Perché mi sento isolata nonostante il palcoscenico, la platea ed il loggione gremiti di gente plaudente solo in occasione dell'ennesima folkloristica sùdica rappresentazione.
Quest'Italia lunga e stretta, questa gran portaerei americana dove figuriamo solo come mozzi e ciurma (spesso, mi si perdoni la volgarità, come veri e propri "mozzi di cul"..ovvero quelli, anticamente regolarmente arruolati e impiegati a riceverlo nel di dietro per mezzo di un buco in una botte...) ci ha inglobati nella catena di montaggio generale e non riusciamo a comunicare, da una linea di lavoro all'altra, tra noi "extracomunitari" e "badanti", "colf" e "schiavi di Roma"..... Il peggio di noi viene fuori proprio nei momenti in cui si richiederebbe comunione d'intenti e d'azione (oddio!..l'azione, spesso, è inesistente, per puro pagnottismo e per il folle orrore di finire deprivati di tutte le bontà e squisitezze - e, varie amenità - a noi concesse dal regime, per distrarci...).
Non la finirò mai di colpevolizzare la nostra genìa, a proposito del marcio individualismo e per il narcisismo di molti di noi; ora, come allora, il nostro lato oscuro ci depriva delle nostre numerose altre fiere peculiarità. C'è, tra noi, qualcuno cui va il merito d'essere stato il primo a diffondere il verbo ed il credo meridionali, lavorando alacremente e schiettamente alla ricerca e divulgazione della Storia Patria, aiutato da enorme spinta creativa e propositiva; tuttavia, nel tempo, la soddisfazione del buon operato si è tramutato in narcisismo ad oltranza, tale da non permettere a costoro di gioire al sorgere di altre compagini patriottiche su tutto il territorio italiota, presuntuosi convinti d'essere vittime di "lesa maestà"
Orbene, su tutto il territorio italico, diverse sono le realtà meridionali : i fortunati indigeni, autoctoni, privilegiati residenti al Sud sono ovviamente meno sensibili all'amor Patrio; noi meridionali -emigrati siamo più tenaci, più appassionati, più decisi ...anche se, spesso, il nostro Sud rifulge splendido di bontà solo nei nostri ricordi e nei nostri desideri. Qui al Nord, da dove opero, i meridionali non sono solo napoletani ma soprattutto pugliesi, calabresi e siciliani e non si può non evidenziare che le primarie associazioni meridionaliste borboniche e nonborboniche, sorte per lo più in Campania, hanno avuto attenzione solo per Napoli, dimentiche di tutto il resto del Sud! Ciò, è gravissima pecca ed ha costituito il massimo deterrente alla creazione di un blocco unico meridionalista, a mio avviso.
Personalmente, ho sempre trovato attento uditorio qui al Nord ed in Europa, in genere, piuttosto che tra i miei simili . Collaboro, non a caso, alla stesura della terza tesi di laurea; la prima, mi vide collaborare con una studentessa inglese presso una università britannica; la seconda e la terza, in fase di compimento, riguardano un giovane ufficiale dell'esercito tedesco che deve laurearsi in Germania ed una ragazza milanese presso l'Università Cattolica. Tutti tre i lavori concernono la storia delle Due Sicilie e l'Invasione Piemontese del Sud. MAI c'è stato studente meridionale a chiedermi collaborazione in tal senso!!! Risultato? Gli "stranieri" conoscono la nostra storia, oltrechè la loro, meglio di noi e ne parlano senza sentire di commettere un reato, come accade per noi meridionali sul nostro suolo, a casa nostra, tra la nostra gente! Fino a quando continueremo a fare ed a disfare antichi e nuovi tabù, noi saremo sempre e solo un popolo di codardi quaquaraquà!
... Fino a quando non faremo "corpo unico" su tutto il territorio ove siamo stipati , con le nostre numerose associazioni e movimenti, scevri da organamenti di politica tricolorata e da soggezioni umilianti che rinverdiscono il nostro naturale e pernicioso dualismo, noi non combineremo nulla di buono, per noi stessi, per la nostra storia e, per la nostra Patria.
E, per quanto riguarda la strana connivenza di alcuni di noi con politici istituzionali del Sud, che sfruttano solo l'onda di popolarità, fingendo di associarsi alle nostre rivendicazioni...e che poi sono quelli che ci stanno rimettendo il Savoja in casa, prima di favorire il ritorno dei meridionali "deportati"...io provo molta pena e mi rifiuto categoricamente di sostenere e far comunella con sindaci ed assessori, deputati e senatori che per me rappresentano solo il potere e la classe nemica dominante su questo mio paese ch'io continuo a vivere da "occupata", "invasa". Un altro deputato come Angelo Manna - come Diogene - lo sto cercando con il lanternino!!!
Gravissima è l'inazione! Questa assenza di moto perpetuo e spontaneo che dovrebbe essere motore trainante della nostra professata fede meridionale. I "serenissimi" delle Venezie, si sono organizzati - pur se in comunione di liberi spiriti diversi - in un governo-ombra autogestito ed è stata sotto gli occhi di tutti la brillante azione dimostrativa della presa non cruenta del Campanile di San Marco, nonostante l'amaro conto da pagare allo Stato italiano in fatto di lunga detenzione (per Faccia, soprattutto) e per gli altri "goliardi". Ma, vivaddio, quell'azione dimostrativa li ha caricati d'onore, spandendo onore a tutta la loro gloriosa Patria ed ha smosso molte coscienze fino ad allora refrattarie per paura.
C'è qualcuno tra noi che ha così tanto fegato, capace di rinunciare al cellulare, ad internet, all'automobile ed alla Nazionale di Calcio, per un pò? Si faccia avanti.

Marina Salvadore (A.D.2001)         
(intervento inviato alla III conferenza meridionalista di "Noi Meridionali" tenutasi in Cava de'Tirreni) 
 







Pagine viste a tutt'oggi