Art.1 della Costituzione Italiana "L'Italia è una repubblica fondata sul Lavoro".
Paradossalmente, l'Italia è una repubblica ch'è af-fondata proprio sul tema del Lavoro; considerato che il Lavoro in questo Paese - che non è più industria e commercio del credito ma solo straripante fallimentare terziario - è da lungo tempo un'utopia!
Se nell'articolo citato il termine Lavoro fosse stato sostituito con Lavoratori, come suggerivano all'atto della firma i comunisti, oggi sarebbero da considerare quali Lavoratori esclusivamente i senatori ed i deputati della Repubblica: gli unici, infatti, ad essere titolari di un Lavoro garantito, a progetto o a termine che sia, sul quale si edifica, di giorno in giorno, la nostra Repubblica.
Noi italiani, quando fortunati, dobbiamo attendere ben 35 anni di contributi, per maturare un minimo pensionabile, calcolato su emolumenti mensili che sono la decima parte degli emolumenti previsti per i governanti (oltre, naturalmente, una infinita serie di accessori e benefici di cui godono); a lor signori è invece concesso di maturare una irriverente pensione - ch'è uno schiaffo alla miseria nazionale - in circa due legislature, quindi in un arco di tempo - stante la facilità con cui si va e si torna dalle urne - ch'è pari ad un decimo del tempo che occorre ai comuni mortali per il raggiungimento del medesimo fine.
L'utilizzo, l'uso di certi beni e servizi è per noialtri meschini soggetta a costi e tributi; loro, solitamente usufruiscono gratuitamente di quanto inimmaginabile, pur se la Costituzione impone di partecipare, ognuno in ragione del proprio reddito, alle finanze pubbliche. E, questo, è un altro paradosso.
Diciamo quindi che L'Italia è una repubblica fondata sul paradosso e che la Costituzione è un letto di gomma nel quale ognuno può comodamente imprimere la propria sagoma, a immagine e somiglianza della costituzione che più gli aggrada.
Vogliamo veramente modernizzare lo Stato, la Pubblica Amministrazione? Allora, il referendum da fare sarebbe un altro: pretendere che alle cariche rappresentative, a cominciare dai consiglieri comunali, per finire agli eurodeputati, si acceda per concorso pubblico per titoli ed esami, con una quota del 5% per cento riservata a personalità che abbiano mietuto meriti VERI sul campo.
Voglio vedere, poi, come farebbero "lor signori" a portarsi in Regione, al Senato e al Parlamento cugini, cognati, concubine e cortigiane, moltiplicando a iosa i già polposi redditi familiari e pensionistici!
Oltretutto, sarebbe scientificamente risolta anche la solita solfa delle quote rosa (quest'anno rimpolpate in extremis da Luxuria) che ci snocciolano ad ogni tornata elettorale, rimarcando ancor più, con quel mendace e becero buonismo, il divario tra i sessi…come se si dovesse eleggere, ogni volta, due mister muscolo per una miss Italia; cosa che, in qualità di donna, trovo terribilmente offensiva della dignità umana, soprattutto laddove dovrebbero contare le "teste" pensanti e non gli "attributi". Un sondaggio italiano dell'altr'anno offriva dati di ricerca inconfutabili: sui banchi di scuola e sui libri le donne hanno un rendimento di gran lunga superiore ai maschi; cosa analoga la si rileva anche dalle esperienze nell'ambito dei concorsi pubblici per esami. E tanto basterebbe, per risolvere l'annosa damnata quaestio di queste schifosamente ridicole "quote rosa" che nell'immaginario collettivo assumono, sovente, l'offensivo significato di "contentino", "elemosina", "cadeaux".
Oltretutto, per accedere a qualsivoglia ruolo della Pubblica Amministrazione, dal ministero della Giustizia, a quello della Sanità, al Fisco, alla Pubblica Istruzione, agli Interni ed Esterni, eccetera, è necessaria una infinità di requisiti, non ultima una corposa preparazione culturale, tecnica e giuridica; professionale, insomma,…laddove il casellario giudiziale intonso non è assolutamente da considerarsi un optional, per cui ex brigatisti e appartenenti a bande armate, ladri e biscazzieri non potrebbero candidarsi a cariche governative.
Sarebbe l'ora di lanciare un referendum del genere, padre di tutti i referendum, prima di lanciare tutti gli altri impossibili referendum-figli?
Mi pregio sottoscrivere con la prima firma- delle 500.000 richieste - la presentazione del suddetto referendum, consapevole che le altre 499.999 (ma anche di"più") saranno raccolte alla velocità di Nembo Kid, considerata la pletora di italiani stufa del solito "andazzo"!

Marina Salvadore (A.D.2006 - 06)