…“…perché è grave; se il forestiero fatica e guadagna, non porta colpa. La mamma e la natura l'hanno fatto per questo; è un faticatore nato, magari in veste di re o di gran signore. Condannato al lavoro è; se poi gli vada bene o male sono affari suoi. Ma un napoletano fortunato è un oltraggio patente, insopportabile. Epperciò Napoli non ha mai avuto un re di razza napoletana “ – Carlo Alianello da “L’eredità della Priora” -
Non a caso traggo dagli scritti del mio sacro evangelista Alianello; quello, de “La Conquista del Sud”, riconosciuto esimio scrittore solo da milanesissimi Premi Bagutta (lui, narratore del Sud!) mortificato anche dal “confino” in patria, la morale dell’invidia, che tanto caratterizza i meridionali e di cui ho abbondantemente scritto. Occorre dire che questo male atavico dell’invidia è stato, spesso, un vero toccasana – stante i corposissimi dati dell’emigrazione – poiché ha consentito di esportare in tutto il mondo il “genio” dei meridionali che, seppure in tal guisa è costato “lacrime e sangue”, ha permesso al mondo intero di conoscere le peculiarità di un popolo e di una Patria ingiustamente relegati dalla menzogna storica agli ultimi posti della classifica umana e civile. Fu Invidia anche quella?..e..ve lo chiedete ancora, dopo più di 140 anni?… Al di là di ogni  commento, la storia ripete se stessa ed i suoi errori. Ancora oggi,  come “un gallo sulla monnezza” – perché solo la monnezza pare esserci rimasta, degli antichi fasti – l’invidia, l’individualismo, la gelosia fa chicchirichiiii ad ogni sorgere di una luce mattutina, credendo sempre di urlare al sole per la sua magnificenza ed ancora, per tre volte al canto di un gallo sulla monnezza, c’è un “discepolo” che nega l’evidenza del sole.
Di recente, alla Mostra del Cinema di Venezia un autentico “Maestro d’Arte”, partenopeo, spopolava e rifulgeva sulla ribalta della settima arte, osannato dai più grandi interpreti e operatori del cinema. Per caso, sui quotidiani locali, ne avete trovato cenno?
Il maestro Pino Sondelli , nemo propheta in patria, raccoglieva l’ennesimo alloro della sua carriera di Direttore delle Fotografia, che – in lungo e in largo – l’ha condotto, ovunque, nel mondo a strabiliare per il suo genio e la sua arte non solo il pubblico delle sale ma i più importanti nomi degli addetti ai lavori, dagli attori, agli operatori, ai registi, ai critici, ai direttori dei Festivals…Ci costa tanto provare un po’ di orgoglio patrio, in virtù delle affermazioni di questo artista autoctono? Oh, certo…si fosse trattato del solito “straniero” ch’è venuto a girare la solita fiction sul nostro folklore fatto dei triti e ritriti Pulcinella, Camorra, Pizza e Mandolini, ora  - da Bassolino a Tarallino, da Jervolino a Peperoncino – staremmo tutti assisi in conclave a plaudere, a spellarci le mani, ad offrire riconoscimenti e premi (nota di divagazione: avete notato quest’estate quanti premi e premiolini abbiam dovuto sorbirci, una sera sì ed una no, in tv…tutti con location Mezzogiorno ma con presentatori, artisti e premiati – secondo la logica del panem et circensis – residenti da Roma in su?…Tutti, sponsorizzati e patrocinati dalle NOSTRE amministrazioni locali!)…invece, a Pino Sondelli, perché autoctono è toccata la strategia dell’indifferenza: quella che scaturisce dall’invidia, come detto e come saggiamente riferito tanto tanto tempo fa da Alianello.
L’ho incontrato e gli ho fatto qualche domanda. Signorilmente, umilmente, ha risposto senza polemizzare, perfettamente consapevole .

- Ci racconti della tua ultima affermazione, siglata da un'ovazione, all'ultima mostra del Cinema di Venezia?

- A Venezia e’ stato molto emozionante, difficile da raccontare (le emozioni si sentono e si provano dentro) quando nella sala grande, subito dopo essere stato nominato ho sentito un’ ovazione, un interminabile applauso da tutti i presenti. Sentirsi giudicato, apprezzato, per il lavoro fatto per il  film “FUOCO SU DI ME” mi ha riempito di gioia. Complimenti ricevuti da personaggi quali il direttore del festival Marco Muller, da tutta la stampa presente, da tutti gli addetti  delmondo del cinema…ma l’elogio piu’ strordinario mi e’ stato fatto dal grandissimo attore Omar Sharif quando, alla fine della proiezione, mi e’ venuto incontro abbracciandomi forte e dicendomi: Pino sei un genio! Mai viste immagini cosi’ belle in tanti anni di carriera ( circa 50 anni). Senza contare la forte commozione nell’abbraccio con l’attore Massimiliano Varrese e tutti - dico tutti - gli altri attori presenti. Peccato pero’ che nella mia citta’ Napoli, dove lavoro da circa trent’ anni, da “ solo”, con tanto entusiasmo e con tanti sacrifici, nessuno mi abbia considerato. Spero che non venga giudicato vittimismo questa mia ultima dichiarazione, anche perche’ mi consola il fatto  che due generazioni del mondo del cinema e della televisione di questa citta’ mi conoscono e mi apprezzano per quello che ho saputo trasmettere e insegnare…il grande amore per quest’arte.     

- Come mai la stampa napoletana non è stata partecipe del successo di questo suo figlio?

- Una domanda che mi pongo da oltre trent’anni; tanti quanto quelli  che ho vissuto nel mondo dello spettacolo e dell’informazione. Ho provato a darmi una risposta ma, poi, dico a me stesso: “Pino ma cosa hai fatto di tanto utile da essere considerato? Questa autorisposta mi spinge a dare sempre di piu’ e nel modo migliore per essere felice innanzitutto con me stesso ed onesto con tutti e con tutto cio’ che mi “circonda”. 

 - E' difficile trovare amici sinceri nel tuo campo di lavoro?

- Ma io l’amicizia cerco sempre di estraniarla dal lavoro. L’amicizia e’ un sentimento che si coltiva e si cura con l’anima e con la sincerità, che deve accompagnarti ovunque…altrimenti, dipendesse dal lavoro, l’amicizia sarebbe solo una parola di circostanza,  senza un vero “profondo” significato.   

 - Che ruolo hanno l'invidia e la gelosia nell'ambito del cinema?

- Il ruolo di rovinare e distruggere la volonta’ di crescere ed amare l’arte e la cultura. 

- A quali defaillances - "istituzionali" e non - imputi la perseverante crisi del cinema e del teatro italiani ?

- All’egoismo e a quelle persone con l’intelligenza racchiusa  in un cervello di 1cm di diametro e per di piu’ sedute in posti  sbagliati.

- Napoli è ancora luogo d'arte?

- Conosco tantissimi luoghi, ho viaggiato molto da est ad ovest da nord a sud del mondo e sono convinto che Napoli (senza dubbio di essere smentito) e’ la capitale mondiale dell’arte…peccato pero’ che…!!! Ribadisco la mia affermazione  precedente.

- Sei stato mai derubato di un tuo progetto?

- Mi sfugge il numero dei progetti raccontati e presentati. Ma a dire la verita’ non e’ che mi sia dispiaciuto che qualche mio progetto sia stato diciamo “gestito” da altri.  La verita’ e’ che mi e’ sempre dispiaciuto che un’idea partorita  con tanto impegno venga invece “copiata” male e quindi, alla fine, la si veda attuata senza piu’ un significato, ne’ sul lato artistico e tanto meno sotto il profilo sociale.  

 - Ritieni che il Sud d'Italia abbia possibilità di riscatto?

- Non sono e non voglio essere pessimista, ma dovrebbe esserci un cambiamento umano “radicale”. Ma poi, quanti vorrebbero questo riscatto?!

- E' giusto che un artista debba schierarsi politicamente...o che la critica lo inquadri in un ben definito "contenitore"?

- E’ giusto che ognuno possa scegliere liberamente la propria strada sia artistica che politica.

- Chi sono i critici cinematografici e quale potere detengono?

- La figura del critico e’ di difficile definizione; il “potere” credo sia quello che deriva conseguenzialmente dal loro compito: la diffusione dell’arte cinematografica.

 - I tuoi prossimi progetti lavorativi?

- Sono anni che ho un sogno nel cassetto: la regia di un film che ho scritto qualche anno fa e che mi sta molto a cuore: la storia di Pietro, un uomo che a quarant’anni, ai tempi della legge Basaglia e della chiusura dei manicomi, si mette alla rabbiosa ricerca della propria identita’ e delle proprie origini. Una storia cosi’ attuale e cosi’ simile a tante altre storie che si sentono ancora oggi in televisione.

Ebbene, non ci crederete, ma quest’artista così autorevole ed anche così umile, mi ha onorato persino della lettura in tutta segretezza della sceneggiatura di questo suo soggetto cinematografico che risale al 2001 e che, da allora, solo rarissimi “esperti del settore” hanno visionato in bozza di prima stesura. La mia firma quindi la mia “critica” non sono autorevoli ma l’artista si è mostrato comunque molto interessato al mio giudizio e, vi assicuro, ho letto la sceneggiatura tutta d’un fiato, rapita dalla bellezza dell’opera, dai magistrali colpi di scena ma – soprattutto - dalle dinamiche della “storia”, dai contenuti e dalla morale di questo lavoro che in tempi come questi presenti che olezzano di banalità e di globalizzazione nei messaggi mediatici, mi auguro di veder realizzata al più presto; mentre auguro al geniale maestro Sondelli, per la medesima opera, un cast d’interpreti d’eccezione, una produzione che sia all’altezza dell’opera, ed un’altra “Venezia” solo per lui…magari seguita da una Napoli riconoscente!

Marina Salvadore (A.D. 2005-10)