Civiltà regresso

Da mesi si assiste ad una riedificazione delle decadute fondamenta patriottico-risorgimentali, vieppiù obsolete a causa di certe ventate di federalismo sbruffate or qui or lì da ogni regione italiana; L'Inno di Mameli riproposto di continuo, un Tricolore cisalpino consigliato in ogni casa, il Museo del Risorgimento in nuova auge, addirittura quel polpettone di libro "Cuore" in versione televisiva che tanto ci fa rimpiangere il più antico sceneggiato "L'eredità della Priora" di Carlo Alianello, relativo ad una tv in bianco e nero senza ulteriori artifizi ed errori marchiani tendenti a rendere ancor più efficace - com'è accaduto per questa nuova proposta televisiva - il messaggio "culturale" del lavoro di De Amicis.
Siamo in pieno Risorgimento e , così come accadde circa un secolo e mezzo fa, all'imporsi della idea unitaria corrisponde un pieno risveglio del razzismo e della menzogna culturale.
Lettere nordiche ai direttori di testate giornalistiche del Sud - com'è avvenuto per quel lettore di Treviso che lanciava invettive e soliti luoghi comuni all'indirizzo di un quotidiano napoletano, infamando oltremodo, senza scienza e coscienza i napoletani tutti... siti internet di tifoserie sportive del Nord che vomitano volgarità ed ingiurie sul conto dei "terroni"... forum politici di centro-destra laddove i leghisti ingrati, dopo essere stati eletti con i voti del Sud, allontanano i corrispondenti meridionali, ritenendo idiozia pura la rivendicazione di un orgoglio meridionale, quando fino a qualche tempo prima esprimevano analoghe rivendicazioni nei confronti di Roma Ladrona e del Governo Italiano per le loro celtiche ascendenze.
E' vero, come dice il castrato maestro Perboni del libro Cuore che la povertà si combatte con l'istruzione ma a me piace credere che l'ignoranza si combatta con la coscienza della verità, dalla quale dovrebbe sorgere spontaneo, come l'Araba Fenice, il rispetto per ogni civiltà, per ogni popolo.
Ora, per essere risorgimentisti al massimo ci mandano pure in guerra a difendere i confini della nostra sudditanza eterna che i soliti burattinai hanno scambiato per alleanza. Tra un po' avremo nuovi eroi, nuova idea unitaria. Nuovi martiri e briganti. Nuovi liberati e nuovi liberatori.
Una volta, bastava essere filo-piemontesi per poter avere vita facile; oggi, se non sei filo-americano sei ritenuto solamente un "terrorista", un essere abietto. Persino certi importanti personaggi di destra e di sinistra, che in gioventù andavano a lanciare molotov negli anni della contestazione anti-americana e che sono poi assurti ai massimi vertici del Governo o della Stampa Nazionale, oggi si dichiarano filo-americani; alcuni, addirittura americani. Un esempio per tutti? La ninfa Fallaci che ai tempi della sua tempestosa passione d'amore per Panagulis, lanciava - ben retribuita - proclama antiamericani; ora, vive, opera, pensa e si sente "americana", avendo vieppiù schifato anche la sua gabbia dorata italiana. La Fallaci, come una Pimentel Fonseca all'inverso.
Un Berlusconi anti-fascista che emula Benito anche nell'oratoria; quel tal Benito in odio a tutti ma chissà perché tanto imitato.
Apriamo il libro Kuore della nuova era e Perboni insegna alla scolaresca dei "ricchi contro i poveri ovvero dei nord contro i sud", che gli eroi dell'ideale unitario che han messo insieme quest'ultima Italietta, sono stati tutti allievi della famosa Scuola Moncenisio, la scuola più importante di Torino, e le lezioni di storia del povero maestro riepilogheranno gesta e pensiero di Ciampi-Cavour, di Fini-Cialdini, di Bertinotti-Garibaldi, di Bossi-Bixio della nuova Bronte, di Giuliano Ferrara-Vittorio Emanuele; solo la scolaresca, dai tempi di De Amicis , è rimasta sempre la stessa: piemontesi e "africani".
Un presidente napoletano di questa Repubblica pure l'abbiamo avuto ma siccome nella gestualità ricordava troppo gli scaramantici Borbone , soprattutto i due Ferdinando e siccome era napoletano quindi necessariamente "mariuolo" d'origine fu eliminato ed ingiuriato dalla Sinistra, nonché dai radicali. Fu riabilitato, i suoi delatori furono anche costretti a chiedergli scusa e la Camilla Cederna fu costretta da un Tribunale a risarcirgli il grave danno d'immagine; cionostante, lo accomodarono in una seggiola color cremisi e non gli dettero mai più modo di parlare agli italiani. Oggi, in chiesa, alle sue esequie, gli hanno tenuto un bel discorso; il suo corpo eterico - l'ho visto - si è alzato dalla bara, si è piantato tra le prefiche, difronte all'oratore e con quel suo abituale gesto scaramantico di tre dita, due gliele ha ficcate negli occhi. Si è poi detto in TV che il fine dicitore, commosso fino alle lacrime per il grave lutto, a fine funzione avesse gli occhi rossi!
Ed anche questa ipocrisia è Civiltà Regresso perché sono 141 anni che , partendo dalla Civiltà, noi si sta remando all'indietro.
E tu, caro Azeglio, suddito del Granducato, con i tuoi omaggi quotidiani alle tombe dei Padri della Patria, in uno sfavillio di cisalpine bandiere e in un'apoteosi di mameliano e contraddittorio "stringiamoci a cooorteeee...siam proonti alla mooorteeee..." hai compreso erroneamente le miti istanze di alcune popolazioni italiche che gradirebbero solo il rispetto delle proprie radici e l'onore della propria verità. Noi meridionali siamo italiani come te; sui tanti campi di battaglia molte vittime italiane erano meridionali; coloro che all'estero fanno grande l'Italia sono nella quasi totalità meridionali.. Noi, non abbiamo in mente di restaurare l'antico Regno espugnato dove sono ancora conficcate le nostre radici ; noi, non temere, non siamo secessionisti e siamo per lo più pacifici. Non siamo terroristi.
L'istanza delle popolazioni del Sud si traduce nella richiesta di equiparazione in tutti i sensi al resto degli Italiani, poiché in questa Nazione ancora si è divisi in caste d'origine, laddove il Nord è in serie A, il Centro in Serie B ed il Sud e le isole non figurano neppure nella classifica. Chi gode del privilegio della vetta disconosce oltretutto che se da 141 anni l'Italia è una realtà, essa realtà poggia le basi sull'unico sacrificio meridionale; sono stati i meridionali a riempire la prima Cassa d'Italia di moneta sonante, tradottasi poi immediatamente - secondo gestione piemontese - in debito pubblico quindi in denaro virtuale.. Ai meridionali va riconosciuta la grande Cultura e soprattutto il gran privilegio di essere già stati presenti in Europa - con Napoli capitale - quando l'Europa era solo Vienna, Parigi e Londra. Desideriamo combattere i soliti luoghi comuni che ci vogliono da un secolo e mezzo circa briganti, mafiosi, emigranti, ignoranti, assistiti. L'Italia ha visto la luce bagnandosi nelle nostre lacrime e nel nostro sangue, oltrechè nelle nostre ricchezze. Noi vogliamo che lo si sappia. Che lo si studi nelle scuole. Desideriamo il riconoscimento pieno e totale della nostra Dignità Storica e Personale, perché tra gli Italiani noi siam degni di reputarci i PRIMI, per i motivi testé riportati.
La classe dirigente è del Nord, gli omaggi sono costantemente per il Nord, persino gli investimenti ed i finanziamenti per il Sud finiscono nelle casse delle società del Nord, dei 15.575 marinai che stanno navigando verso il golfo delle guerre, i buoni tre quarti è meridionale, soprattutto trattasi di pugliesi.....ciononostante, ancora ci si ostina a reputarci "africani", com'era in uso alla Scuola Moncenisio del maestro Perboni, secondo la lirica contrita del patriota De Amicis.
Azeglio Ciampi, all'inizio del tuo mandato, sostenesti di voler essere "Il Presidente di TUTTI gli Italiani", già sottintendendo la diversità di costumi, di radici, di storia di tante popolazioni che compongono questa minuta Nazione; la promessa non l'hai mantenuta. Perché?
Presidente, ti rammento solo una cosa : ovunque, nel mondo, se ti sentono cantare "Funiculì Funiculà" ti chiedono : "Italiano?". Prova a cantare l'Inno di Mameli e vedi se non sgranano gli occhi, perplessi, tutti quanti.

Marina Salvadore (A.D.2002)       

 







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