"Terra
di Mezzo" si appellano i luoghi della quarta dimensione, punti
d'incontro tra il nostro "essere" ed il nostro "essere
stati"; una condizione dello spirito che sublima l'eternità
del nostro continuo flusso e riflusso su questa terra, con volti sempre
nuovi ed un sangue sempre antico, con memorie ancestrali e guizzi del
più profondo sè indotti spontaneamente ad un input qualsiasi
relativo ad un profumo, ad un sapore, ad un'immagine.
La mitica Avalon, l'isola delle sacerdotesse e Patria di Artù
e di eroi senza macchia che alla fine del Regno di Pace fu celata alla
vista dei comuni mortali dalla spessa coltre di nebbia che ne separò
i confini geografici naturali dalla più umanizzata Glastonbury,
si rende visibile e raggiungibile ogni lunghissimo lasso di tempo e
soltanto dai "risvegliati" ovvero da coloro che "sanno
richiamare la barca da Avalon alla spiaggia di Glastonbury, per farvi
ritorno nella pienezza di se stessi e nella consapevolezza della loro
Leggenda Personale, della loro Storia".
La mitica Avalon di Terra di Lavoro è Gaeta, Terra di Mezzo tra
la Storia del nostro glorioso passato ed il confine politico e mentale
della nostra Storia Proibita, nuove coordinate geografiche imposteci
da circa un secolo e mezzo.
Gaeta era un confine naturale di Terra di Lavoro, insieme ad altri comuni,
prima del Risorgimento; Gaeta "la fedelissima", laddove in
cento giorni di solitudine il nostro ultimo Artù ed i suoi valorosi
cavalieri senza macchia, in un ultimo sacrificio, cedettero alla Storia
Proibita ed alla memoria degli eroi a venire, il Regno della Pace.
Gaeta e tutti i luoghi sacri alla Nostra Storia, offrono scenari metafisici
quali quelli che solo la musica, la poesia o il sogno riescono ad evocare;
sono posti dove il mondo ordinario e quello ultraterreno si sovrappongono
e che suscitano nei risvegliati e nei consapevoli percezioni che vanno
al di là dell'ordinario, del quotidiano distratto lasciarci vivere;
luoghi d'incontro di immagini e sentimenti, di intuizioni e sensazioni
solo colà percepibili, sollecitando spiritualità e forti
impressioni psichiche.
Con gli invasori, condividevamo solo la nostra appartenenza all'umanità
intera quindi anche a qualcuno di loro - magari, Gran Sacerdote di qualche
setta esoterica contrapposta alla nostra spiritualità cristiana,
magica anch'essa - il luogo sacro si è svelato in tutta la sua
potenza psichica; ecco, perchè han fatto di tutto per coprirlo
di menzogna, di ludibrio, confinandolo nelle remote prigioni della smemoratezza,
strappandolo oltrechè alla Storia anche alla Geografia.
Quel muro di nebbia che divide Avalon da Glastonbury, Gaeta da Caserta
deve essere risucchiato dalla verità della storia, rivivificando
la continuità del Suolo, della Gente, degli Usi e Costumi, della
Lingua e delle tradizioni che la Storia Proibita, per 140 anni ha colpevolmente
aborrito.
Caserta e Gaeta parlano la stessa lingua, è un unico popolo;
Gaeta non c'entra nulla con la Regione Lazio, non avendone mai assorbito
i valori peculiari del senso di appartenenza, nonostante tanti anni
di confino politico e geografico in un'altra Regione italiana; nonostante
la forzata separazione dai confini umani, sociali e politici dalla realtà
delle proprie origini.
Gaeta è Caserta e viceversa. La logica della pulizia etnica,
nel cancellare la nostra storia anche mediante questi tagli netti alla
geografia politica, ha per contro dimostrato di conoscere perfettamente
la Storia Vera; quella negata esclusivamente a noi, suoi unici figli
ed eredi!
Curata da Antonio Ciano, contemporaneo fiero cittadino e strenuo difensore
di Gaeta, di lingua napolitana e non romanesca, la scheda storica che
si allega, dovrebbe servire a far riflettere su molte cose, soprattutto
dovrebbe metterci in grado di "richiamare la barca" e di far
tornare Avalon sui naturali confini di Glastonbury.
I piemontesi vollero distruggere il mito di Gaeta in tanti modi; ce
l'han messa proprio tutta sia abolendo uffici istituzionali e sia spezzettandola.
Gaeta, fino al 13 febbraio del 1861 era capoluogo di Circondario; appena
dopo l'assedio del 1860-61 si pensò a smantellare la piazzaforte
per farla diventare luogo di pena( il famoso carcere di gaeta). In gaeta
vi erano al 1861 i seguenti uffici: due rappresentanze di Stati esteri
(quelle della Francia e della Gran Bretagna); il Comando Militare della
fortezza e del Distretto, comando di circondario marittimo; due camere
di assicurazione marittima; ufficio postale di prima classe; ispettorato
di distretto e luogotenenza delle Dogane e Gabelle; dogana principale;
fondaco con ricevitoria delle privative; ricevitoria del registro; agenzia
delle tasse dirette e del catasto; ispettorato di circondario delle
scuole primarie; pretura dipendente dal tribunale civile e correzionale
di Cassino; delegazione di pubblica sicurezza; verifica dei pesi e delle
misure; ufficio telegrafico di terza classe; ufficio di sanità
marittima consorzio agrario circondariale.Quasi tutti questi uffici
oggi non sono più. La città perse la sua importanza sia
militare che civile.
Un decreto Reale del 18 febbraio del 1897 stabiliva che dal 1° aprile
del 1897 la frazione Borgo di Gaeta ( quella fuori le mura) veniva separata
dal comune di Gaeta e costituita in comune autonomo con il nome di Elena
(la principessa del Montenegro e poi regina d'Italia), naturalmente
su richiesta delle amministrazioni liberali di quei tempi e ciò
comportò solo divisioni e spaccature, litigi tra le due amministrazioni
sui confini territoriali ma ci pensò il fascismo a riunificare
il quartiere Sant'Erasmo ( la Gaeta storica) al Borgo di Gaeta e ciò
successe il 17 febbraio del 1927( R.D. Legge n. 215)col quale appunto
veniva soppresso il comune di Elena che veniva aggregato alla sezione
Sant'Erasmo.
Gaeta man mano perse la sua funzione strategica e storica come perse
i vari uffici pubblici, civili e militari dovuti alla soppressione dei
Circondari voluta dal Regime che accentrava anche l'aria e così
la città passava dalla giurisdizione della soppressa provincia
di Caserta (R.D. Legge 2 gennaio 1927) a quella di Roma , dopo una brevissima
aggregazione all'istituenda provincia di Frosinone (prima anch'essa
Terra di Lavoro, come Gaeta d'altronde); infine alla nuova provincia
di Littoria, oggi Latina il 18 dicembre del 1934.
Antonio
Ciano - autore del bestseller "I Savoia e il Massacro del Sud"
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